Imbreviature di ser Angelo di Duccio
1304 luglio 4 – 1310 settembre 6
Protocollo I
N.85a
(n.a. 220, III)
Cod. cart. di c.146
Riuniti in volume, leg. in asse, di mm.220 per 345
a cura di Marco Giacchetto
1
1304 luglio 4
cc. 1r-2r VAI ALLA PAGINA
“Conductio possessionum de Casciano”
Bindo del fu Francio da Santa Colomba e Divizia figlia del fu Ventura sua moglie ricevono in conduzione da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, per 29 anni a partire dalla festa di Ognissanti, i beni dell’ospedale posti nella contrada e popolo della pieve di Casciano presso Siena. I beni consistono in quattro pezzi di terra (dei quali uno con casa e tini e uno con vigna) per un canone annuo di 10 lire senesi da pagarsi presso l’ospedale per la festa di Sant’Angelo a settembre.
In Siena; Testimoni: Martino di Alberto e Ventura di Buoncompagno.
2
1304 luglio 7
cc. 2r-2v VAI ALLA PAGINA
“Donatio quam fecit domina Tessa filia olim Andree Vierii de quarta parte suarum dotium”
[…]
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Salvi di Buonaccorso e Nero di Ranieri detto Durazzo.
3
1304 luglio 21
c. 3r VAI ALLA PAGINA
“Quietantia facta a Gemma filia Bonaventure Pacis”
Gemma, in presenza del padre Bonaventura di Pace, dichiara d’aver ricevuto da Nero di Ranieri detto Durazzo, 100 lire di denari senesi per una causa avuta contro Giovanna del fu messer Iacomo di Gualcherino.
In Siena; Testimoni: Nicoluccio di Bernardino e Gese di Rigaccio.
4
1304 agosto 13
c. 3r VAI ALLA PAGINA
“Pensio balconis domus de Francie”
Tura del fu Sozzo prende in affitto per un anno, da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, un palconis sive solarium di una casa posta nella contrada di Francia, nel popolo di San Giovanni, per 32 soldi di denari senesi da pagarsi in due rate.
In Siena; Testimoni: Giuntino di Michele e Chillo di Ventura.
5
1304 agosto 15
c. 3v-4r VAI ALLA PAGINA
“Jura habita ab uxore Ranuccii Barberii”
Gemma del fu Benedetto da Chianciano e vedova di Ranuccio di Pepo da Corsignano, volgarmente detto “Ranuccio barbiere”, dona a Ristoro di Giunta rettore dell’ospedale i diritti su 60 lire e 100 soldi che le doveva il defunto marito in ragione della propria dote.
In Siena; Testimoni: Vanni di Migliore, Tommaso di Giovanni e Nero di Ranieri detto Durazzo.
6
1304 agosto 15
c. 4r VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam petie terre de Monteghisi facto a Soçço”
Sozzo del fu Ranuccio di Chiusure vende, per 9 lire e 10 soldi di denari senesi, un pezzo di terra posto nel distretto di Monte Ghisi nel luogo detto Caggio a frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale.
In Siena; Testimoni: Goro di Piero e Nero di Ranieri detto Durazzo.
7
1304 agosto 16
c. 4v VAI ALLA PAGINA
“Testamentum Salvuccii de Pietraviva”
Salvuccio del fu Guido da Pietraviva del contado di Arezzo dona all’ospedale, dal quale ha ricevuto multa servitia e gratuità, una sua casa posta a Pietraviva, oltre a tutti i propri beni mobili e immobili.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Giunta di Ventura, Viviano di Ruberto, Giuntino di Michele e Corrado.
8
1304 agosto 18
cc. 4v-5r VAI ALLA PAGINA
“Conductio vinee de Maggiano”
Voglia del fu Martino da Marmoraia e sua moglie Fiore, i quali abitano nel popolo di Sancti Munillani nei pressi di Siena, tramite Conte del fu Ventura loro procuratore, prendono in conduzione dalla festa di Sant’Angelo a settembre per i seguenti 5 anni da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, un podere con una casa e quattro tini, una capanna, un pezzo di terra, vigna, lama e orti posti nel popolo della chiesa di Maggiano. Il canone annuo di 44 lire verrà pagato ogni anno per una somma totale di 220 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo, Mino di Piero e Lando di Giovanni.
9
1304 agosto 18
c. 5v VAI ALLA PAGINA
“Liberatio quam fecit domina Contessa”
Contessa vedova di Iacomo della Borga concede a frate Giraldo di Giberto e frate Ranieri di Benincasa, per conto dell’ospedale, tutti i beni mobili e immobili che furono del marito in cambio di vitto, alloggio e vestiario a vita.
In Siena; Testimoni: Giontino di Michele e Carduccio di Federigo.
10
1304 agosto 19
c. 6r VAI ALLA PAGINA
“Quietantia quam facit domina Jacobina uxor Graçie”
Iacomina vedova di Grazia dichiara d’aver ricevuto 36 staia di grano da frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale in occasione della festa di Santa Maria nel mese di agosto.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e Ruggero di Daniello.
11
1304 agosto 19
c. 6r VAI ALLA PAGINA
“Pensio habituri domus de Burgo Francho”
Minuccio del fu Ghezzi calzolaio prende in affitto, per un anno, un’abitazione posta nel popolo di San Donato e contrada di Borgo Franco, da frate Viviano sindaco dell’ospedale. L’affitto annuale di 33 denari senesi sarà saldato in due rate.
In Siena; Testimoni: il presbitero Meo da Orgia cappellano del Santa Maria della Scala e Nello di Guido.
12
1304 agosto 19
c. 6v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Seccha et domina Bernarduccia”
Secca e Bernarduccia figlie del fu Cercone dichiarano d’aver ricevuto dall’ospedale 45 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Bonanno di Maggio e Paolino di Carbone.
13
1304 agosto 19
c. 6v VAI ALLA PAGINA
“Quietançia habita ab uxore Lorenço Donati”
Nese vedova di Lorenzo di Donato dichiara d’aver ricevuto dall’ospedale 7 moggia di grano.
In Siena; Testimoni: Petruccio di Federigo e Bindo di Bartalo.
14
1304 agosto 19
c. 7r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus et vine de Orgia que fuit fratris Michi”
Il presbitero Meo di Iacomo d’Orgia prende in affitto per un anno, una casa con vigna e terre, che furono dell’oblato frate Mico di Piero, da Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale. Il canone annuo è di 4 lire e 10 soldi.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Giovannello di Ugone.
15
1304 agosto 19
c. 7r VAI ALLA PAGINA
[…]
[…]
In Siena presso l’aula del palazzo dove si riunisce la curia; Testimoni: ser Farolfo di Farolfo detto Babbo, ser Nero di Tolomeo e ser Mino Alberti.
16
1304 agosto 20
c. 8v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Salicotto”
Fuccio del fu Ugolino, Mino del fu Bindo e Giotta vedova di Ugolino prendono in affitto per un anno, da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, una casa con palco situata nel popolo di San Martino nella contrada di Salicotto. Il canone annuo di 10 lire di denari senesi sarà pagato in due rate.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Giontino di Michele.
17
1304 agosto 20
c. 8v-9r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Stallereggi”
Pietro del fu Puccio del popolo di San Giovanni prende in affitto per un anno, da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, una casa posta nel popolo di San Giovanni nella contrada Stalloreggi di fuori. Il canone annuo di 3 lire di denari senesi sarà pagato in due rate.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Niccolò di Piero.
18
1304 agosto 19
c. 9r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a fratre Massaino Compangni”
Il frate domenicano Massaino di Compagno, del popolo di San Quirico di Castelvecchio, dichiara d’aver ricevuto 100 soldi di denari senesi -che gli spettano in perpetuo- da frate Giraldo di Ruberto camerario dell’ospedale.
In Siena; Testimoni: Tura di Manetto e Nero di Ranieri detto Durazzo.
19
1304 agosto 21
c. 9r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Pero Fortis”
Piero del fu Forte del popolo della Magione di Siena dichiara d’aver ricevuto, da frate Giraldo di Ruberto camerario dell’ospedale, 30 staia di grano che gli spettano annualmente per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Bonacciano di Bonconte e Nero di Ranieri detto Durazzo.
20
1304 agosto 21
c. 9v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia domine Bilie”
Bilia vedova di Ildibrandino di Grivello dichiara d’aver ricevuto, da frate Giraldo di Ruberto camerario dell’ospedale, 36 staia di grano che gli spettano annualmente in perpetuo per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Bonacciano di Bonconte e Nero di Ranieri detto Durazzo.
21
1304 agosto 21
c. 9v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia”
Domina […] filia del fu Domenico di Bonizzo dichiara d’aver ricevuto, da frate Giraldo di Ruberto camerario dell’ospedale, 6 staia di grano che gli spettavano per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Bonacciano Bonconte e Nero di Ranieri detto Durazzo.
22
1304 agosto 21
c. 9v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Galiana”
Galiana vedova di messer Iacomo del Tondo dichiara d’aver ricevuto, da frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale, 5 moggia di grano che gli spettavano per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Ventura di Boncompagno e Vanello Ventura.
23
1304 agosto 25
c. 10r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Burgi Francho”
Lollo di Martino zendadario del popolo di San Donato, per sé e per Checca moglie di Vanni di Bartolo del popolo di San Donato, prende in affitto una casa con palco nel popolo di San Donato nel Borgo Franco da Viviano di Ruberto sindaco dell’ospedale. Il canone annuo di 42 soldi sarà saldato in due rate.
In Siena; Testimoni: Giusto di Michele e Nero di Ranieri detto Durazzo.
24
1304 agosto 27
c. 10r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Tessa filia olim domini Riconeri del çimarro”
Tessa figlia del fu Ricconero del Zimarro dichiara d’aver ricevuto, da frate Viviano di Ruberto confratello dell’ospedale, 36 staia di frumento che gli spettano annualmente.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri, Pantino di Fiorenzo e Bonaventura di Giberto
25
1304 agosto 29
c. 10v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita domina Galiana”
Galiana figlia del fu messer Ugone di Alemanno dichiara d’aver ricevuto, da frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale, 30 staia di frumento che gli spettano annualmente in perpetuo.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Andrea di Checco.
26
1304 agosto 29
c. 10v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia pro fratre Vanne et ser Ligo”
Ugolinello di Salacco da Monticchiello dichiara d’aver ricevuto dall’ospedale 35 lire di denari senesi –su una somma maggiore di 87 lire e 4 soldi di denari senesi- che l’ospedale e ser Ligo gli dovevano in ragione della vendita di 4 moggia di grano.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Mino di Ildibrandino.
27
1304 agosto 29
c. 10v-11r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a fideicommissariis domine Rose uxoris olim Albonecti”
Giovanni di Filippo e Andreolo di Ruberto, esecutori testamentari di Rosa del fu Bonifacio e vedova di Albonetto di Guido, dichiarano d’aver ricevuto da Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale, 94 staia di frumento a fronte delle 4 moggia e 4 staia che l’ospedale doveva a Rosa per l’affitto annuale della quarta parte di un podere posto nel distretto di San Quirico del detto Albonetto.
In Siena; Testimoni: ser Riccio di Bonuccio e Nero di Ranieri detto Durazzo.
28
1304 agosto 31
c. 11r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Beccha uxore olim ser Guidonis Burnaccii”
Becca moglie del fu ser Guidone di Burnaccio dichiara d’aver ricevuto, da frate Viviano di Ruberto, 14 staia di frumento che gli spettano in perpetuo per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Guiduccio di Saladino e Nero di Ranieri detto Durazzo.
29
1304 settembre 1
c. 11v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Nera olim domini Ranieri Gregorii”
Nera figlia del fu Raniero di Gregorio dichiara d’aver ricevuto, da frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale, 36 staia di grano annuali che l’ospedale gli deve in perpetuo.
In Siena; Testimoni: Corrado di Beltramo e Nero di Ranieri detto Durazzo.
30
1304 settembre 2
c. 11v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Nese”
Nese figlia del fu Ventura dichiara d’aver ricevuto da frate Viviano di Ruberto, per conto dell’ospedale, 11 staia di frumento che gli spettavano per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e Ventura Boncompagni.
31
1304 settembre 3
c. 11v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Sancto Peregrino”
Vanni del fu Orlando e Tura del fu Compagno di Leonina del popolo di San Pellegrino di Siena prendono in affitto per un anno, da Viviano di Ruberto sindaco dell’ospedale, una casa posta nel popolo di San Pellegrino. Il canone annuo è di 6 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Pantino di Fiorenzo e Nero di Ranieri detto Durazzo.
32
1304 settembre 2
cc. 12r-12v VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Thomagii Traccie de Grosseto”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblato Tommaso del fu Traccia da Grosseto il quale dona all’ospedale una vigna nel distretto di Grosseto nel luogo detto Brancolino, un pezzo di terra situato nel medesimo distretto nel luogo detto Fiume morto, e un orto situato presso le mura della città di Grosseto.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Casino di Cecco, Simone di Comino e Bonaventura di Giberto.
33
1304 settembre 3
cc. 12v-13r VAI ALLA PAGINA
“Pro domino Restauro”
Tofo di Iacomo di Renaldo Tolomei riceve da Nero di Ranieri detto Durazzo, per conto di messer Ristoro di Giusto da Siena, 40 fiorini d’oro che Ristoro doveva dare alla madre di Tofo, Flora figlia del fu Iacomo di Piero e vedova di Iacomo di Renaldo.
In Siena; Testimoni: Vanni di Ventura e Vanni di Bartolomeo di Barbaglione.
34
1304 settembre 3
c. 13r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Bona”
Bindo del fu Bonagrazia calzolaio, procuratore di Bona vedova di Raniero di Salvetto, riceve dall’ospedale 30 staia di frumento che le spettano, in perpetuo, ogni anno ad agosto per la festa di Santa Maria.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Nero di Ugolino.
35
1304 settembre 4
c. 13r VAI ALLA PAGINA
“Obligatio quam fecit domina Jacobina di quodam lecto”
Iacomina vedova di Grazia di Orlandino prende in prestito dall’ospedale un letto con corredo che sarà restituito alla sua morte.
In Siena; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Bonaventura di Giberto.
36
1304 settembre 11
c. 13v VAI ALLA PAGINA
“Quittantia habita a Fuccio et a domina Mina Orlandini”
Fuccio del fu Orlandino e la sorella Mina dichiarano d’aver ricevuto dall’ospedale 39 staia di grano che gli spettano in perpetuo ogni anno ad agosto per la festa di Santa Maria.
In Siena; Testimoni: Corrado di Beltramo e Giontino di Michele.
37
1304 settembre 11
c. 13v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Jacobino Falconis et a domina Armina”
Iacomo e Armina di Falcone dichiarano d’aver ricevuto dall’ospedale un moggio di grano, un moggio di vino e un maiale del valore di 4 lire di denari senesi che dovevano riscuotere secondo le volontà testamentarie di messer Meschiato.
In Siena; Testimoni: Insegna di Dietaviva e Dino di Amico.
38
1304 settembre 12
cc. 14r-14v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Congna”
Cogna vedova del fu ser Orlando di Guglielmo notaio, detto “ser Orlando della Maestra”, davanti a frate Salvi di Accorso sindaco e procuratore dell’ospedale, rinuncia ai proventi e ai diritti inerenti un pezzo di terra con casa, vigna e canneto posta nella contrada di Montalbuccio; una casa dell’ospedale posta nella contrada dell’ospedale a Siena; 36 staia di grano che gli spettano ogni anno in perpetuo secondo le volontà del defunto marito ser Orlando; un moggio di frumento che deve ricevere ogni anno in perpetuo ad agosto per la festa di Santa Maria; 22 lire di denari senesi (rispettivamente 8 lire per la festa di Sant’Angelo nel mese di settembre e 14 lire a novembre per la festa di Ognissanti).
In Siena; Testimoni: ser Fece di Benvenuto notaio e Nero di Guglielmo detto Migliaccio.
39
1304 ottobre 9
c. 15r VAI ALLA PAGINA
“Conductio terre de Campilglia de Cornino”
Ginaffolo del fu Guido di Campiglia da Cornino, nel contado pisano, prende in affitto per due anni da Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, due pezzi di terra posti nel distretto di Campiglia e di Cornino nel luogo detto Le Lame. Il canone annuo di 20 soldi di denari pisani e parmensi sarà pagato in due rate.
In Siena; Testimoni: ser Giovanni di Guido notaio, Gino Carboni e Casino di Cecco.
40
1304 ottobre 25
cc. 15r-v VAI ALLA PAGINA
“Divisio terre de Lisola”
Giovannello di Beringhiero pellicciaio del popolo di San Pietro in Castelvecchio e Pietro di Palmiero del popolo di San Martino donano, a frate Baldo di Ricco sindaco e confratello dell’ospedale, tre pezzi di terra posti nella contrada dell’Isola di Val d’Arbia, nel contado di Siena, nel luogo detto Le Ruote.
In Siena; Testimoni: il presbitero Meo di Iacomo, Giusto di Michele e Giontino di Michele.
41
1304 ottobre 26
cc. 15v-16r VAI ALLA PAGINA
“Oblatio domine Margarite uxoris Thomagii”
Margherita di Tommaso di Traccia da Grosseto in presenza dei confratelli, del rettore Ristoro e del marito già oblato dell’ospedale, viene accolta come oblata con tutti i suoi beni mobili e immobili.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Bonaventura di Giberto e Giusto di Michele.
42
1304 ottobre 19
cc. 16v-17r VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam petie terre de Orgia”
Signorino del fu Guido, Piero suo figlio da Orgia e la moglie di quest’ultimo Magna figlia di Griffolino di Rustichello vendono, a frate Viviano di Ruberto sindaco e confratello dell’ospedale, un pezzo di terra posto nel distretto di Orgia nel luogo detto Pretto Padule al prezzo pattuito di 16 lire di denari senesi.
Presso la villa di Orgia; Testimoni: Cecco di Salvo e Meo di Raniero detto Pescione.
43
1304 ottobre 20
c. 17r VAI ALLA PAGINA
“Quittantia habita a priore Sancti Laurentii de Serris”
Il presbitero Accorso priore e rettore della chiesa di San Lorenzo di Serre dichiara d’aver ricevuto, da frate Mino di messer Iacomo camerario dell’ospedale, 30 staia di frumento a fronte della decima di sei anni.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: ser Francesco di Renaldo e Agnolo di Ghezzo.
44
1304 ottobre 20
cc. 17r-18v VAI ALLA PAGINA
“Permutatio facta cum hospitali domine Angnetis”
Albonetto del fu Piero sindaco, procuratore e nunzio speciale dell’ospedale San Nicola del Sasso di Siena, per conto di Agnese, davanti a frate Mino di messer Iacomo procuratore dell’ospedale, permuta la decima parte di un podere con terre e vigne posto vicino Siena nel luogo detto Moccia – che fu di Ildibrandino di Mancino- con una casa dell’ospedale posta nel popolo di San Giovanni e contrada Piano di Santa Maria.
In Siena; Testimoni: ser Lando di Iacomo notaio, Ventura di Ferro e Nero di Ranieri detto Durazzo.
45
1304 novembre 7
c. 18v VAI ALLA PAGINA
“Tenuta vinee que fuit domine Galiane”
Galiana vedova di Adota Caponero dona per la sua oblazione, a frate Viviano di Ruberto sindaco dell’ospedale, un podere con vigne, terre, orti e due case posto nella contrada Fornacium di San Maffeo vicino Siena.
Presso il detto podere; Testimoni: Piero di Benvenuto e Feo di Ildibrandino.
46
1304 ottobre 29
c. 19r VAI ALLA PAGINA
“Conductio poderis de Bibbiano”
Mino di Giovanni Guglieschi da Bibbiano riceve in conduzione, da frate Ranieri di Benincasa sindaco e procuratore dell’ospedale, per i prossimi 5 anni a partire dalla festa di Santa Maria ad agosto, un podere posto nella contrada di Bibbiano con terre e vigne. Promette di allevare ogni anno due maiali che saranno divisi in parti uguali presso l’ospedale e che ogni anno darà all’ospedale due paia di capponi, quattro paia di polli e 200 uova di gallina.
In Siena: Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Buonfigliuolo di Rodolfo.
47
(1304 ottobre 29)
c. 19v VAI ALLA PAGINA
[…]
Mino di Giovanni e Ghezzo di Vincenzo da Bibbiano ricevono in conduzione alle medesime condizioni un altro podere posto sempre a Bibbiano che fu di Griffo Centi e Tancredina.
[In Siena: Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Buonfigliuolo di Rodolfo.]
48
1304 novembre 12
c. 20r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Pia Rigoli”
Pia figlia del fu Rigolo del Monte di Santa Maria, che al presente abita a Siena, dichiara d’aver ricevuto, da Nero di Ranieri detto Durazzo, 15 lire di denari senesi come deciso nel testamento di Pesce di Gigliotto.
In Siena: Testimoni: Giusto di Michele e Vanni di Lamberto.
49
1304 novembre 12
c. 20r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a presbytero Mino”
Il presbitero Mino di Asaggiavino dichiara d’aver ricevuto, da frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale, 5 lire di denari senesi come deciso nelle ultime volontà testamentarie del presbitero Piero della chiesa di Laterino.
In Siena: Testimoni: Giontino di Michele e Nero di Ranieri detto Durazzo.
50
1304 novembre 12
cc. 20r-21r VAI ALLA PAGINA
“Conductio cuiusdam possessionis de Tressa quod tenet Feus”
Feo di Ildibrandino da Monte Sindoli, per sé e i suoi eredi, riceve in conduzione, da frate Ranieri di Benincasa sindaco e procuratore dell’ospedale, un pezzo di terra e vigna posto nella contrada di Valle Tressa vicino Siena sotto il poggio, detto Poggio di San Quirico, per i prossimi 29 anni a partire dalla festa di Ognissanti. Il canone annuo da pagarsi in due rate è di 10 lire di denari senesi per un totale di 290 lire.
In Siena; Testimoni: Giontino di Michele e Casino di Cecco.
51
1304 novembre 17
cc. 21r-22v VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam petie terre de Monteghisi”
Lenzo del fu Iacomo di San Giovanni d’Asso vende, a frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale, un pezzo di terra posto nella corte e distretto di Monte Ghisi, nel luogo detto Cornieto, al prezzo concordato di 72 lire di denari senesi. La vendita viene ratificata dalla moglie Tuccia figlia di Giovanni di Uguccione.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: ser Pietro di Raniero notaio e Nero di Ranieri detto Durazzo.
52
1304 novembre 18
cc. 21v-22r VAI ALLA PAGINA
“Liberatio facta a filiis Jacobi Montanini”
Lapo e Tacca figli del fu Iacomo di Montanino da Siena, a nome anche del fratello Ambrogio e delle sorelle Mita e Mea, rinunciano in favore di Ristoro di Giunta rettore dell’ospedale, ogni diritto e ragione loro competente nei confronti degli eredi di Iacomo di Bencivenne detto Iacomo del Fecciaio, già rettore dell’ospedale, e India sua moglie. Inoltre Tavena del fu Cristoforo Tolomei a titolo di fedecommissario, richiesto dagli stessi Lapo e Tacca, si impegna a fare rispettare agli stessi quanto convenuto.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Casino di Cecco e Lando di Peruccio.
53
1304 novembre 18
c. 22v VAI ALLA PAGINA
“Donatio facta a Paganello Guglielmi de quadam domo posita in Salicotto”
Paganello di Guarniero del popolo di San Martino dona a Ristoro di Giunta rettore dell’ospedale un’abitazione posta nel medesimo popolo nella contrada di Salicotto.
In Siena; Testimoni: Guglielmo di Pietro e Feo di Palmiero.
54
1304 dicembre 2
c. 23r VAI ALLA PAGINA
“Liberatio facta a Communi de Serris”
Zaccaria di Maffeo, sindaco del comune del castello di Serre del contado di Siena, rifiuta e rimette a frate Giraldo di Giberto camerario dell’ospedale ogni diritto e ragione sui beni di Serre che furono di Raniero di Guidone da Serre e sua moglie Giana, i quali furono oblati dell’ospedale. Inoltre Zaccaria riceve da frate Giraldo di Giberto 50 lire di denari senesi che i defunti coniugi dovevano al comune di Serre.
In Siena; Testimoni: ser Lando di Ranuccio notaio e Lolo di Bencivenne.
55
1304 dicembre 5
cc. 23v-24r VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Ranieri Assalti et domine Chiarissimei”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblati Ranieri del fu di Assalto da Cofreno e sua moglie Chiarissima, figlia di Pietro di Pietro, in presenza e con il consenso del detto Pietro. I coniugi donano all’ospedale ogni loro bene, fra cui un pezzo di terra situato nel distretto di Monte Santa Maria, in località detta Le Calbaie, ed un altro pezzo di terra situato in contrada di Modine.
In Siena; Testimoni: Casino di Cecco e Lando di Peruzzo.
56
1304 dicembre 5
cc. 24v-25r VAI ALLA PAGINA
“Donatio quod fecit Meus Aççolini de quadam domo”
Meo di Azzolino di Bartolomeo da Siena, dona a Ristoro di Giunta rettore del Santa Maria della Scala, una casa situata a Siena nel popolo di San Martino in contrada del canto dei Magalotti. Il rettore ed il Capitolo dell’ospedale, deliberano la nomina di Durazzo di Ranieri in qualità di procuratore dell’ospedale riguardo la gestione della presa di possesso dell’immobile donato.
In Siena; Testimoni: Casino di Cecco e Lando di Peruccio.
57
1304 dicembre 6
c. 25v VAI ALLA PAGINA
“Tenuta terre de corpo Santio”
Frate Viviano di Ruberto sindaco e procuratore dell’ospedale accetta la donazione di un pezzo di terra posto nella contrada del Corpo Santo, che fu donata all’ospedale da Grazia del fu Bencivenne.
Presso il possedimento donato nella contrada detta; Testimoni: Stanzuolo di Mannuccio e Ancolino di Buccio.
58
1304 dicembre 8
c. 25v VAI ALLA PAGINA
“Quietançia habita a monasterio Sancti Prosperi”
Frate Giovanni sindaco del monastero di San Prospero di Siena dichiara d’aver ricevuto una determinata quantità di frumento, vino e denaro che l’ospedale doveva al monastero.
In Siena; Testimoni: Bindo di Giovanni e Bonaventura di Giberto.
59
1304 dicembre 11
c. 26r VAI ALLA PAGINA
“Conductio afficti cuiusdam petie terre et vinee quam tenet Nerius Rocche”
Nero di Conte da Siena, detto Nero di Rocca, riceve in affitto da Ranieri di Benincasa sindaco e procuratore dell’ospedale, per un anno a partire dalla festa di Ognissanti, un possedimento di terra con vigna posta nella contrada di Vignano nel popolo della chiesa di San Giorgio a Papaiano, per un canone annuo di 14 staia di grano (che saranno consegnati ad agosto per la festa di Santa Maria) e 16 staia di vino (consegnati alla prossima vendemmia).
In Siena; Testimoni: Martino di Burnetto e Vanni di Cambio.
60
1304 dicembre 15
c. 26v VAI ALLA PAGINA
“Acceptatio donationis facte hospitali a domina Taxia filia comitis Taddey”
Ristoro rettore dell’ospedale e il Capitolo dei frati accettano la donazione, fatta in favore dell’anima del defunto marito, di Tasia moglie e fideiussoria del fu Cione di Nicola da Grosseto, figlia di Taddeo da Montorgiali.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Chillo di Ventura e Giontino di Michele.
61
1304 dicembre 15
cc. 27r-27v VAI ALLA PAGINA
“Emptio facta a Lippo Medalgle”
Lippo del fu Bartolomeo di Medaglia Ugurgieri vende per 380 lire di denari senesi, al rettore Ristoro e al capitolo dei frati, due pezzi di terra nella contrada di Collaldino di Val d’Arbia (uno con vigna), un pezzo di terra posto nella villa di Monteroni e due pezzi di terra nella contrada di Querciola.
In Siena; Testimoni: Nigio di Ranieri, Cino di Ugone, Goro di Benincasa e Guidarello di Rimbaldo.
62
1304 dicembre 15
c. 27v VAI ALLA PAGINA
“Permutatio facta cum Salvuccio Dietiguardi”
Salvuccio del fu Dietiguardi del popolo di San Salvatore da Siena permuta e cambia, con frate Iacomo sindaco dell’ospedale, due piccole case poste nel castello di Serre nel luogo detto Podio per un possedimento dell’ospedale posto nel Poggio di Santa Cecilia.
In Siena; Testimoni: Guidarello di Rimbaldo e Cecchi di Orlando.
63
1304 dicembre 18
c. 28r VAI ALLA PAGINA
“Notificatio facta domine Tasie relicte Cioni domini Niccholay”
Frate Bonsignore del fu maestro Forte e frate Baldo del fu Ricco, procuratori del Santa Maria della Scala, col consenso del rettore e del Capitolo, notificano a Tasia figlia del conte Taddeo di Montorgiali e vedova di Cione di messer Niccolò da Grosseto ed esecutrice del suo testamento, che il rettore e il Capitolo dell’ospedale hanno accettato la sua donazione, che si dice da lei fatta, inerente parte dei beni appartenuti al marito Cione e richiedono pertanto alla stessa di rendere loro noto il nome del notaio che ha rogato la suddetta donazione.
Grosseto, nella casa del conte Taddeo di Montorgiali; Testimoni: Taddeo di Montorgiali, frate Puccio da Grosseto e frate Bartalo da Grosseto dell’ordine dei frati minori, Riccio di Ugolino del contado di Siena, Sozzo di Paganello delle Caminate e Feo di Guarduccio.
64
1304 dicembre 30
cc. 29r-33v VAI ALLA PAGINA
“Permutatio facta cum domino Cino dela Riccha”
Messer Cino di messer Ghino Turchi da Siena permuta e cambia, con frate Mino di messer Iacomo sindaco dell’ospedale, un podere con casa, vigna, canneto, sette tini e bosco posto nella contrada di Galignano con vari beni immobili posti nel distretto di Vaiano di Valle Chiana, nel contado di Siena e contrada di Sinalunga nei seguenti luoghi detti: due pezzi di terra con casa posti A la Pieve; una vigna a Cappaciola; due terre vignate a La Costa; tre pezzi di terra a Campolongo; quattro pezzi di terra a Subtus Plebem; due pezzi di terra a La Prugneta; due pezzi di terra a La Stradella; un pezzo di terra A le Poie e otto pezzi di terra Sotto a le Poie; due pezzi di terra A la Via Vecchia; due pezzi di terra A la Foiemia; due pezzi di terra a Montechiaro; ventinove pezzi di terra posti nei luoghi detti La Doccia, A le Ciantine, Alomeita, Al Galengno, Via di Centino, La Gora, Molino a Galigno, Rigaiuolo, A piè l’aiuole, A Carpineta, Ne le Piane, De le Piane, A piè le Pozze, Al Coneto, Al Piel Poggio Asterpone, La Selice, Poggio Asterpone, Al Fossatello, Citinalonga, A Pozzale, La via al Poggiolo, Al Campodare, A la Ripa, Cinafredole, La Piscina, Semitieri, Fasciolare, Pongna, De Pongna, La Strada, La Via Al Tribbiuolo, Tegolaia, A lo Staggio, Padule, Valle Sabboli, A la via Nuova, A le Carcere, Ritallato, A Barlato.
Inoltre il 10 gennaio 1305, nel podere di Galignano davanti a Ciate di Corso, Cino di Barone e Vanuccio di Burnetto, il detto Cino di Ghino e sua moglie Cecca figlia del fu Cino di Bernarduccio tramite Tura di Guido di Scaramasso e Mone di Buonaccorso procuratori ratificano la detta permutatio cedendo ogni loro diritto sui detti possedimenti.
In Siena; Testimoni: Andrea di Mino, Ranieri di Benincasa e Baldo di Ricco.
65
1304 dicembre 31
c. 35r VAI ALLA PAGINA
“Affictus terre de Presciano”
Palmiero del fu Piero da Presciano prende in affitto per 5 anni, a partire dalla festa di Santa Maria in agosto, da frate Ranieri di Benincasa sindaco e procuratore dell’ospedale, un campo posto nella corte di Presciano nel luogo detto La Scarlatta. Ogni anno ad agosto pagherà il canone annuale di 2 moggia di grano per la festa di Santa Maria, per un totale di 10 moggia.
In Siena; Testimoni: Giusto di Michele e Ruggero di Daniello.
66
1304 dicembre 31
c. 35v VAI ALLA PAGINA
“Conductio et pensio domus hospitalis positis in populo Mansionis”
Nicola e Tessa figli del fu Conte da Siena del popolo della Magione del Tempio prendono in affitto, da Viviano di Ruberto sindaco dell’ospedale, una casa posta nella Magione del Tempio per un canone annuo di 11 lire di denari senesi a partire dalla festa di Sant’Angelo a settembre. Il canone sarà saldato in due rate, una a metà anno e l’altra a fine contratto.
In Siena; Testimoni: Pello di Maffeo e Cinello di Palmiero.
67
1305 gennaio 9
c. 36r VAI ALLA PAGINA
“Conductio duarum petie terre de Solicotto quas tenet Casciolus”
Casciolo di Gianni di Tosotto da Percenna prende in conduzione, da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, due pezze di terra per 4 anni poste nella curia di Percenna nel luogo detto Solicotto.
In Siena; Testimoni: Mino di Cuolo e Ghezzo di Grazia.
68
1305 gennaio 11
c. 36v VAI ALLA PAGINA
“Denari qui debent haberi a Mino de Montecchi”
Salvuccio di Bartalino da Monticchiello, infermo nel corpo, detta le sue ultime volontà: lascia ai poveri dell’ospedale una determinata somma di denaro che sarà versata da Compagno di Monticchiello.
In Siena presso il pellegrinaio degli infermi dell’ospedale; Testimoni: Bonaventura di Giberto, Giusto di Michele e Vanni di Lacuberto.
69
1305 gennaio 13
cc. 36v-37r VAI ALLA PAGINA
“Cambium factum cum Simone Jacobi”
Simone di Iacomo di Gregorio da Siena, del popolo di San Giorgio, permuta con frate Mino di messer Iacomo sindaco e procuratore dell’ospedale un pezzo di terra posto nella contrada di Nebbina di Berardenga con un pezzo di terra dell’ospedale posto nella contrada di Santa Lucia a Berardenga nel luogo detto Casprenello.
In Siena; Testimoni: Nicoluccio di messer Ricovarino e Vannello di Ventura.
70
1305 gennaio 14
cc. 37r-37v VAI ALLA PAGINA
“Tenuta poderis quod fuit Puccii Formiche”
Frate Viviano di Ruberto e frate Baldo di Ricco, procuratori dell’ospedale, accettano un podere con casa, terre, vigne e lama posto nella contrada di San Sano a Dofana donato dal fu Puccio di Bonaventura, detto Puccio del Formica da Siena.
Presso la contrada di San Sano; Testimoni: Filippo di Maffeo, Guccio e Guidone di Filippo.
71
1305 gennaio 15
c. 37v VAI ALLA PAGINA
“Conducto dicti poderis”
Filippo di Maffeo e i figli, Guccio e Guidone, prendono in conduzione a mezzadria per un anno, da frate Viviano di Ruberto, un podere che fu donato da Puccio di Bonaventura detto Puccio del Formica posto nella contrada di San Sano a Dofana.
Presso la contrada di San Sano; Testimoni: Orlando di Melanese e Viva di Ugolino detto Biscazza da Rapolano.
72
1305 gennaio 15
c. 38r VAI ALLA PAGINA
“Tenuta vinee et domus de Sancto Sano”
Frate Viviano di Roberto e frate Baldo di Ricco, sindaci dell’ospedale, accettano la vigna con casa posta nella Villa di San Sano a Dofana donata da Raniero di Cinello (Cinelgli) e sua moglie Bona. Lo stesso giorno davanti ai medesimi testimoni, Alberto di Tomagio detto Lombardo che abita a San Sano, prende in conduzione a mezzadria la detta vigna da questo momento fino a quando vorrà l’ospedale.
Presso la contrada di San Sano; Testimoni: Alberto di Bista, Pagno di Accolto e Ciardo di Buonamico.
73
1305 gennaio 16
c. 38r VAI ALLA PAGINA
“Quittançie decime habita a plebano de Licignano
Nicoluccio di Baroccio da Siena, procuratore di messer Sandro figlio di messer Brettacone pievano della pieve di Lucignano nel contado di Siena, dichiara d’aver ricevuto dall’ospedale 12 staia di grano a fronte della decima che la pieve doveva avere.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo e Cecco di Giovanni.
74
1305 gennaio 23
cc. 38v-39r VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam possessionis de Boççona”
Donato del fu Bernardino della pieve a Bozzone vende per 45 lire di denari senesi, a frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, un pezzo di terra con casa, vigne, terra e orti posto nella pieve a Bozzone nel luogo detto La Citerna. La vendita viene ratificata anche dalla moglie di Donato, Bilia, e la figlia Giovannella di Ranuccio.
In Siena; Testimoni: ser Guidone di Feo notaio, Incontruccio di Guido, Vanello di Ventura e Nero di Ranieri detto Durazzo.
75
1305 gennaio 23
c. 39r VAI ALLA PAGINA
“Emptio alterius rei de plebe Boççone”
Tuccio del fu Ventura da pieve a Bozzone vende per 15 lire di denari senesi, a frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, una casa con orto posta nella pieve detta nel luogo chiamato La Citerna.
In Siena; Testimoni: ser Guidone di Feo notaio, Incontruccio di Guido e Nero di Ranieri detto Durazzo.
76
1305 gennaio 24
cc. 39r-40r VAI ALLA PAGINA
“Emptio possessionis de Bozzone facta a Feo”
Feo di Ventura di Baroccio da Santa Regina e sua moglie Uguccionella di Giano di Maffeo da Cantignano vendono, per 40 lire di denari senesi, un pezzo di terra e vigna a frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, posta nella pieve a Bozzone nel luogo detto La Citerna. La vendita viene ratificata anche dal fratello emancipato Ghino di Ventura di Baroncio.
In Siena; Testimoni: ser Guidone di Feo notaio, Incontruccio di Guido e Nero di Ranieri detto Durazzo.
77
1305 gennaio 28
c. 40r VAI ALLA PAGINA
“Jura contra Venturam Boronciis et Feum eius filium”
Sozzo del fu Vestito da Siena vende per 11 lire e 5 soldi di denari senesi, a frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, ogni diritto sull’affitto di 11 lire e 5 soldi che Ventura di Baroncio e Feo suo figlio gli devono per un pezzo di terra posto nella contrada di Santa Regina, dal presente fino alla festa di San Michele a settembre.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Ruggero di Daniello.
78
1305 gennaio 29
c. 40v VAI ALLA PAGINA
“Cesio juris habita a Vanne ser Bencivennis contra Venturam et Feum et alios de Sancta Reina”
Vanni zondadario del fu Bencivenne notaio, del popolo di San Giorgio di Siena, vende per 12 lire di denari senesi a frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, ogni diritto su un credito di 26 lire, inerenti 4 moggia di frumento, che vantava nei confronti di Ventura del fu Baroncio, Feo suo figlio, Cionella moglie di Feo e Iacomina vedova di Dietaiuta, figlia del fu Baroncio, del popolo di Santa Regina.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cecco di Ricciardo.
79
1305 gennaio 31
cc. 40v-41r VAI ALLA PAGINA 41
“Oblatio Bianchuccii”
Il rettore Ristoro e il Capitolo accolgono come oblato Giottino di Nicola di (Montona), detto Biancuccio, il quale offre all’ospedale ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Vannello di Ventura e Casino di Cecco.
80
1305 febbraio 11
c. 41r VAI ALLA PAGINA
“Denari qui debent haberi a Gherio et Bartalomeo”
Ghero del fu Simone di Bolgarino e Bartolomeo di Manno di Boncompagno, cittadini e mercanti senesi, comprano da frate Carduccio di Federigo sindaco dell’ospedale un pezzo di terra e vigna con casa posto nella pieve a Bozzone, nel luogo detto La Citerna, per di 100 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: ser Stefano di ser Pagno notaio e Gerico Dietaiuta.
[Viene cassato per mandato di Mino di Ghino sindaco dell’ospedale il 29 novembre dello stesso anno]
81
1305 febbraio 11
c. 41v VAI ALLA PAGINA
“Pensio et medium de Orgia”
Meo del fu Raniero detto Pescione da Orgia prende in conduzione a mezzadria, da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, un pezzo di terra e vigna posti ad Orgia fino alla festa di Ognissanti. Si impegna a consegnare la metà dei frutti a Siena presso l’ospedale a sue spese e a pagare 25 soldi di denari senesi per l’affitto della casa e celliere posti nel medesimo terreno.
In Siena; Testimoni: Ventura di Giano e Durazzo di Ranieri.
82
1305 febbraio 8
cc. 41v-42r VAI ALLA PAGINA
“Jura habita a Conte Bartalomei de quadam petia terre de Serris”
Conte del fu Bartolomeo Piccolomini vende, a frate Ranieri di Benincasa per conto dell’ospedale, ogni diritto che gli compete su di un pezzo di terra e vigna che fu di Leonardo del fu Orlando di Serre posto nel distretto di Serre nel luogo detto Santo Retto, per 27 lire e 25 soldi di denari senesi in ragione della somma di 44 lire che il detto Leonardo e sua moglie Berta, insieme al fideiussore Nero di Meo di Ormanno detto Ciota, gli dovevano per l’acquisto di 60 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Ciolo di Benincasa e Andrea di Menco.
83
1305 febbraio 13
c. 42r VAI ALLA PAGINA
“Donatio facta a Consolo de Monteghisi”
Consolo del fu Anselmo da Monte Ghisi, in favore della propria anima, dona al rettore Ristoro e al Capitolo dell’ospedale, un pezzo di terra posto nel distretto di Monte Ghisi nel luogo detto A le Macchie Alboccio.
In Siena; Testimoni: Bindo di Ildibrandino e Mea di Boccio.
84
1305 febbraio 13
c. 42v VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Consoli”
Il rettore Ristoro e il Capitolo accolgono come oblato Consolo del fu Anselmo da Monte Ghisi.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Bindo di Ildobranino e Mea di Boccio.
85
1305 febbraio 13
cc. 43r-43v VAI ALLA PAGINA
“Conductio poderis de Licingnano quod tenet Guidarellus Borgongnonis”
Guidarello di Borgognone da Lucignano Val d’Arbia prende in conduzione, da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, vai seguenti beni immobili tutti situati a Lucignano, a partire dalla prossima festa di Santa Maria ad agosto per 5 anni fino alla festa di Ognissanti: due terreni posti nella contrada di Ponte, un terreno con lama nel luogo detto Farangone, un terreno nel luogo detto Poggiuolo, un altro nel luogo detto Le Fornaci, tre terreni nel luogo detto Al Farrangone, un terreno e prato nel luogo detto La Valle. Si impegna a seminare ogni anno grano, a spargere 70 salme di letame e a dividere i proventi a metà nel seguente modo: la metà del grano raccolto verrà spedita all’ospedale a Siena senza costi aggiuntivi; due parti del fieno saranno consegnati presso Monteroni in Valdarbia in una capanna dell’ospedale; la metà dei pali della lama saranno consegnati dopo essere stati tagliati, affasciati e accatastati nella medesima lama. Promette inoltre di consegnare all’ospedale ogni anno 200 uova di gallina e due paia di capponi grassi.
In Siena; Testimoni: Nicola di messer Baldistricca e Durazzo di Ranieri.
86
1305 febbraio 16
c. 44r VAI ALLA PAGINA
“Tenuta domus que fuit Giraldi”
Frate Viviano di Ruberto sindaco dell’ospedale accetta la donazione di una casa posta nel popolo di San Quirico di Castelvecchio a Siena frutto dell’oblazione di frate Giraldo di Giberto.
In Siena nella sopradetta casa; Testimoni: Iacomo di Ciato, Bonaventura di Giberto e Casino di Cecco.
87
1305 febbraio 20
c. 44r VAI ALLA PAGINA
“Conductio partis boschi hospitalis de Valcortese”
Ghezzo del fu Ranieri da Montebenichi, il quale abita a Valcortese nel contado di Siena, prende in conduzione la terza parte di un bosco posto nel distretto di Valcortese nel luogo detto Calcinaia, da Viviano di Ruberto sindaco dell’ospedale, per 5 anni per un canone annuo di 5 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Casino di Cecco e Giontino di Michele.
88
1305 febbraio 20
cc. 44v-48r VAI ALLA PAGINA
“Cambium factum cum Boccio et filius”
Il maestro Boccio del fu Ildobradino da Cuna con i figli Mea e Mino scambiano, con frate Giusto di Ventura sindaco dell’ospedale, la Villa di Cuna con casa, cortile, orto, terra, vigna, aia e capanna; un pezzo di terra nel luogo detto La Piana, tre pezzi di terra (di cui uno con prato) nel luogo detto A la Piana, un pezzo di terra nel luogo detto Forria e un altro nel luogo detto La Ciabatta, per i seguenti beni immobili posti nella curia e distretto di Arbiola e di Cuna: un pezzo di terra con casa, capanna e un pezzo di terra vignata nel luogo detto Yschiola nel distretto di Arbiola, ¾ di un pezzo di terra posto nel distretto di Cuna nel luogo detto Casali.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: ser Tura di Piero, ser Scotto di Parmino notaio, Vanni di Bencivenne, Viva di Compagno e Guccio di messer Iacomo.
89
1305 febbraio 25
c. 48v VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam prati de Serris facta a Pantino”
Pantino del fu Fiorenzo, che vive nel popolo di San Giovanni a Siena, vende a frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale un prato posto nel distretto di Serre nel luogo detto Campolarci, per la somma, che si dichiara già riscossa, di 43 soldi di denari senesi.
In Siena: Testimoni: Nello di Guido e Guidarello di Compagno.
90
1305 marzo 6
c. 48v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Pagoccio”
Mino del fu Maffeo detto Pagoccio da Chiusure dichiara d’aver ricevuto, da frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, 100 soldi come deciso nella volontà testamentarie di Giovanna vedova del fu Iacomo di Gualcherino.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Ruggero di Daniello.
91
1305 marzo 10
cc. 49r-49v VAI ALLA PAGINA
“Conductio poderis de Lisola”
Guido e Nero figli del fu Andrea dell’Isola in Val d’Arbia prendono in conduzione per 5 anni, da frate Ranieri di Benincasa procuratore e sindaco dell’ospedale, un podere con casa, terre, vigna, capanna, due tini, posto nella contrada dell’Isola di Val d’Arbia, più un prato posto nel luogo detto Padule. Oltre a dividere i frutti con l’ospedale promettono ogni anno 8 capponi, 8 polli, 400 uova di gallina, un maiale del valore di 4 lire di denari senesi, 20 soldi per parte dei frutti degli alberi del podere oltre ai frutti della vigna. Ogni anno porterà all’ospedale senza costi aggiuntivi 3 salme di fieno e 3 salme di pali. Promettono di seminare annualmente 33 staia di semenza “ad tres solcos”.
In Siena: Testimoni: Vanni di Mino e Durazzo di Ranieri.
92
1305 marzo 11
cc. 50r-53r VAI ALLA PAGINA
“Oblatio et donatio Pulgle”
Puglia di messer Guidone Ponzi del popolo di San Donato di Siena, in favore della propria anima e per amore di Cristo, viene accolto come oblato e dona tutti i propri beni mobili e immobili al Santa Maria della Scala. A maggior cautela, su ordine di messer Meo di Tigo giudice ordinario, elenca i beni donati posti a Siena nel popolo di San Donato: due case adiacenti con due platee (una con muro); una platea sulla quale è edificata la casa di Vanni di Vitale e un’altra platea affittata a ser Tura di Goso. Presso il castello di Melianda dona una casa, una platea, una casa con terra, capanna, aia, e vigna mentre, presso la curia e distretto del castello di Melianda, nel luogo detto Fonte Donica, dona un pezzo di terra, vigna e lama. Nel distretto di Melianda dona un pezzo di terra, vigna e boschi nel luogo detto Al Casale; sei pezzi di terra nei rispettivi luoghi detti Fonte Gualtieri, Pietra Lata, Ripalta, La fonte a Loreto, A Pozzuoli e A la Piana; un pezzo di terra vignata nel luogo detto Reniuole; un pezzo di terra nella contrada di ser Lata; un pezzo di terra con vigna, casa e capanna nella contrada di Montelandi; due pezzi di terra nella contrada Villa de Sala. Nella curia di Melianda tre pezzi di terra e boschi nei luoghi detti Casanuova, Al Pastino, e A la serva di Puglia.
In Siena presso la casa di Puglia di messer Guidone Ponzi; Testimoni: frate Martino Benincasa e frate Arrigo di Orlando dell’ordine dei frati minori, Nero di Ranieri detto Durazzo e Cione di Ristoro.
93
1305 marzo 13
c. 53v VAI ALLA PAGINA
“Tenuta poderis quod fuit Lorençi”
Frate Ranieri di Benincasa e frate Baldo di Ricco, sindaci e procuratori dell’ospedale, accettano i possedimenti posti nella contrata della villa di Modine.
Nella contrada della villa di Modine; Testimoni: Giusto di Michele e Duccio di Compagno
94
1305 marzo 20
cc. 54r-54v VAI ALLA PAGINA
“Fideiussio de terra de Monteghisi”
Guccio di Ormanno da Monte Ghisi, sua moglie Necca con i figli Mannuccio e Minuccio hanno venduto all’ospedale un pezzo di terra posto nella curia e distretto di Monte Ghisi, nel luogo detto Tredovano, al prezzo di 60 lire di denari senesi e promettono di defendere et disbrigare et expedire personalmente e a propria spese la terra contro terzi. Mannuccio del fu Giovanni da Monte Ghisi, per conto del venditore Guccio, promette a frate Carduccio del fu Federigo di farsi carico per 10 anni degli oneri pendenti, presenti e futuri, inerenti la terra venduta.
In Siena; Testimoni: Guiduccio di Fazio e Corrado di Beltramo.
“Refutatio facta a Vannello”
Il medesimo giorno Vannello di Ildibrandino detto Vanello da Vascona, del popolo di San Maurizio di Siena, davanti ai testimoni Durazzo di Ranieri e Guiduccio di Fazio, rifiuta e rimette a frate Carduccio ogni suo diritto sul pezzo di terra in questione.
95
1305 marzo 24
c. 54v VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Nelli”
Nello di Guidone da Montaperti, il quale abita presso l’ospedale, in favore della propria anima e come rimedio per i propri peccati si obla donando tutti i suoi beni mobili e immobili all’ospedale.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: il presbitero Ugolino di Giano, Vanni di Lamberto e Guidone di Boncio.
96
1305 marzo 26
c. 55r VAI ALLA PAGINA
“Denumptiatio facta in consilio pro Pulgla”
Frate Carduccio del fu Federigo sindaco e procuratore dell’ospedale, per conto del rettore e del Capitolo, denuncia e rende noto pubblicamente dinanzi al Consiglio Generale di Siena e al Potestà Angelo da Reata, che Puglia del fu messer Guidone di Ponzio donò all’ospedale ogni suo bene mobile e immobile posto nel popolo di San Donato e i possedimenti a Melianda e Montelandi.
In Siena presso il palazzo del Comune davanti al Consiglio Generale; Testimoni: Benuccino di messer Benuccio, Turco di Gregorio, ser Fone notaio del comune e ser Bruno di Ranuccio.
97
1305 aprile 26
cc. 55r-55v VAI ALLA PAGINA
“Conducto poderis de Sancto Fabiano”
Cenne del fu Guido da Borgovecchio prende in conduzione a mezzadria, per i prossimi 5 anni a partire dalla festa di Santa Maria ad agosto, un podere posto nella contrada di San Fabiano e di Cappanneto con casa, vigna, lama, prati e altri possedimenti.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Vitaluccio di Vitale e Bonaventura di Giberto.
98
1305 aprile 28
cc. 56r-56v VAI ALLA PAGINA
“Donatio facta a domina Benvenuta de possessionibus de Renna”
Benvenuta moglie di Giovanni di Buonaccorso da Belagaio, con il consenso del marito, dona al rettore Ristoro di Giunta e al Capitolo dell’ospedale, in favore della propria anima, un podere e ogni suo possedimento (terre, vigne, lame e boschi) posto nel contado di Siena presso la contrada di Renna.
Inoltre viene aggiunto, in un secondo momento, che ogni frutto, reddito e guadagno prodotto dal detto podere e possessioni siano consegnate alla donatrice fino a quando ella vivrà.
In Siena; Testimoni: ser Chele di Ugolino notaio, Bonaventura di Giberto e Giusto di Michele.
99
1305 aprile 28
cc. 56v-57r VAI ALLA PAGINA
“Emptio domus de Castro Veteri facta a presbytero Johanne”
Giovanni di Simone di Giovanni presbitero e rettore della chiesa di Maggiano, con il consenso del padre Giovanni, vende all’ospedale una casa posta a Siena nel popolo di San Pietro di Castelvecchio per la somma, che si dichiara già riscossa, di 125 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Bonaventura di Giberto, Betto di Iacomo e Nero di Ventura.
100
1305 aprile 29
cc. 57r-57v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia h(ab)ita a sindico monasteri Sancte Petronille”
Frate Giovanni sindaco del monastero di Santa Petronilla dichiara d’aver ricevuto, da frate Carduccio camerario dell’ospedale, 12 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Casino di Cecco.
101
1305 aprile 30
c. 57v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que fuit Biancuccii”
Margherita moglie del fu Ugone di Loffo, la quale abita a Siena nel popolo di San Giovanni, si costituisce debitrice dell’ospedale affittando una casa, posta nel medesimo popolo, che fu di Biancuccio. Il canone totale della casa che sta al secondo piano, con terra e cellario nella parte inferiore, è di 5 lire e 10 soldi di denari senesi minuti.
In Siena; Testimoni: Casino di Argomento e Durazzo di Ranieri.
102
1305 maggio 7
cc. 57v-58r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia decime habita a rectore ecclesie Sancti Petri de Ovile”
Il presbitero Dietaiuti, rettore della chiesa di San Pietro ad Ovile di Siena, dichiara saldati 4 lire di denari senesi e la decima del frumento, vino e altre cose che doveva ricevere dall’ospedale secondo quanto posseduto da quest’ultimo nella giurisdizione della chiesa di San Pietro. Rilascia inoltre quietanza su 4 lire di denari senesi.
In Siena presso il chiostro della chiesa di San Pietro ad Ovile; Testimoni: messer Iacomo di Bonico pievano della pieve a Bozzone e Durazzo di Ranieri.
103
1305 maggio 10
c. 58r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia domini Ristori habita a Tofo Jacobi Renaldi”
Tofo di Iacomo di Renaldo Tolomei dichiara d’aver ricevuto, dal rettore Ristoro di Giunta, 100 fiorini d’oro su di un credito di 440 fiorini che per acomandisie doveva dare la madre Fiore vedova di Iacomo di Renaldo, figlia del fu Iacomo di Piero.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri, Mino di Ghino e Bonaventura di Giberto.
104
1305 maggio 8
cc. 57v-59v VAI ALLA PAGINA
“Donatio facta a domina Sobilia uxore olim ser Gualterii”
Sobilia figlia di Ildibrandino e vedova di ser Gualtieri di Rigolo notaio da Siena del popolo di San Quirico di Castelvecchio, in favore della propria anima, dona a frate Mino di Ghino sindaco e procuratore dell’ospedale una casa posta nel popolo di San Quirico di Castelvecchio con sotto due platee e un orto, la terza parte di una platea sotto la casa degli eredi di Giovanni da Grania, un pezzo di terra e vigna con casa, due tini e celliere nella contrada di Certano
In Siena presso la chiesa di San Quirico di Castelvecchio; Testimoni: Biligotto di Giovanni e Stanza di Giovanni.
105
1305 maggio 8
c. 59v VAI ALLA PAGINA
“Heredes Ranieri Guidi et quod Compagno Jacobi et Schiavina de Serris”
Rigo di messer Ranieri Piccolomini e Cino suo figlio promettono a frate Ranieri di Benincasa, per conto degli eredi e successori di Ranieri di Guido, Compagno di Iacomo e Schiavina di Pedone da Serre, che non avanzeranno pretese su un debito di 733 lire, 6 soldi e 8 denari senesi.
In Siena; Testimoni: Nero di Talamaccio e Poncino di Iacoppino.
106
1305 maggio 13
cc. 60r-62r VAI ALLA PAGINA
“Permutatio facta cum Conte et Toro eius filio”
Conte del fu Benincasa da Siena del popolo di San Leonardo e Toro suo figlio, con il consenso della moglie di Conte, Amata del fu Dietaiuta, e la moglie di Toro, Rosa di Lotto, scambiano i loro beni posti nella contrada di Val di Cuna con i beni dell’ospedale nella contrada di Modine. I beni in Val di Cuna sono i seguenti: un pezzo di terra con casa, aia e capanna posta nel luogo detto La Valle; un pezzo di terra e vigna nel luogo detto Al Sorbo; un pezzo di terra A Capo grande; un pezzo di terra e lama a La Retta; due pezzi di terra a Filicaio; un pezzo di terra La Piana; un pezzo di terra a Vangnalgla. I beni dell’ospedale: un pezzo di terra con casa e capanna sotto la villa di Modine nel luogo detto La costa al bosco; due pezzi di terra a La costa a sole; un pezzo di terra a Lazi.
In Siena; Testimoni: ser Fino di Arnolfino, ser Scotto di Parmino e Durazzo di Ranieri.
107
1305 maggio 14
c. 62r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a filio Gheççi Carnesecche”
Messer Bartolomeo di Ghezzo di Ildibrandino Carnesecca dichiara d’aver ricevuto, da frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, l’affitto di una casa dell’ospedale posto nel popolo di San Giovanni nella contrada di Vallepiatta che fu del padre di Bartolomeo e che doveva pagare l’ospedale per conto di Ceo di Ildibrandino da Siena.
In Siena; Testimoni: Bonaventura di Giberto, Gualtiero di Berardone e Nero di Niccolò.
108
1305 maggio 19
c. 62v VAI ALLA PAGINA
“Salarium Lunardi et Cirimbalgle”
Betto di Ventura correggiaio senese deve dare all’ospedale 8 lire di denari senesi per il salario di un anno, a partire dalle calende di giugno, dei garzoni Lunardo e Cirimbaglia, pupilli del detto ospedale.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cecco di Compagno.
109
1305 maggio 25
c. 62v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus di Stallereggi”
Contessa vedova di Guido di Brunetto da Siena si costituisce debitrice nei confronti dell’ospedale di 7 lire di denari senesi per l’affitto biennale di una casa posta nel popolo di San Giovanni nella contrada di Stalloreggi di fuori. Il canone annuale di 3 lire e 10 soldi di denari senesi sarà pagato in due rate semestrali.
In Siena; Testimoni: Corrado di Beltramo e Vanni di Lamberto.
110
1305 maggio 25
c. 63r VAI ALLA PAGINA
“Quittantia habita a Barnassino et ab uxore”
Bernassino di Orlando e la moglie Ugolinella cedono ogni diritto all’ospedale sui loro possedimenti posti nella contrada di Monteruodoli e di Corzano che furono vendute da frate Carduccio a Nigio di Raniero Ugurgeri. Dichiarano, inoltre, d’aver ricevuto i crediti perpetui di 10 lire di denari senesi per l’affitto di una casa e 2 moggia di frumento, oltre a 36 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: ser Guglielmo di maestro Giovanni e Goro di Nuccio.
111
1305 maggio 28
cc. 63r-63v VAI ALLA PAGINA
“Ablatio vinee Vannis Benencase”
Frate Ranieri di Benincasa, frate Carduccio di Federigo e Mino di Ghino gestores negotium dell’ospedale notificano che Vanni di Benincasa e sua moglie Tessa sono insolventi dell’affitto di un pezzo di terra con vigna e casa posta nella contrada di Fontebecci o di Sant’Antonino, ammontante 14 lire di denari senesi. Annullano pertanto il contratto di conduzione stipulato con essi affinché la detta terra sia data ad un’altra persona.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Ghino di Giudarino e Piero di Arrigo.
112
[1305 maggio 28]
c. 63v VAI ALLA PAGINA
“Locatio facta de dicta vinea”
Frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale affitta per un anno a Nero di Ranieri detto Durazzo un pezzo di terra e vigna con casa posto nella contrada di Fontebecci o di Sant’Antonino. Il canone annuale di 13 lire di denari senesi si dichiara già riscosso.
[In Siena presso l’ospedale]; Testimoni: Piero di Arrigo e Corrado di Beltramo.
113
1305 maggio 28
c. 64r VAI ALLA PAGINA
“Pensio vinee de Sancto Sano ad Dofanum”
Bonino di Compagno da Dofana si costituisce debitore, nei confronti di frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, di 60 lire di denari senesi per l’affitto quinquennale di un pezzo di terra con casa, vigna e canneto posto nella contrada e villa di San Sano a Dofana. Il canone annuale è di 12 lire di denari senesi da pagarsi in due rate.
L’imbreviatura viene cassata il 27 ottobre 1306 da frate Ranieri di Benincasa in quanto, di comune accordo, si pone fine alla locazione.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Minuccio di Guarduccio.
114
1305 maggio 31
c. 64v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Codarimessa”
Verzalia figlia del fu Bencivenne di Renaldo e Simona vedova di Guido del popolo di San Martino, si costituiscono debitrici di 40 soldi nei confronti di frate Ranieri di Benincasa, e pagano 4 lire di denari senesi per l’affitto di 8 anni di una casa posta nel popolo di San Martino e contrada di Codarimessa.
Il maestro Corso di Raullo del popolo di Santo Stefano si pone come fideiussore di Simona.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino.
115
1305 giugno 1
c. 64v VAI ALLA PAGINA
“Tenuta rerum de Bibbiano”
Il rettore dell’ospedale Ristoro di Giunta e frate Giunta di Ventura sindaco dell’ospedale accettano due pezzi di terra, uno con lama e l’altro con vigna, posti nella curia e distretto di Bibbiano Guiglieschi nel luogo detto La Cupa.
[Presso i beni posti nel distretto di Bibbiano Guiglieschi]; Testimoni: Mino di Giovannello e Lando di Peruccio.
116
1305 giugno 2
c. 65r VAI ALLA PAGINA
“Tenuta poderis Sancte Mestiole de Valdorcia”
Ristoro di Giunta rettore e frate Giunta di Ventura sindaco dell’ospedale con messer Martino preposto della chiesa di Santa Mustiola di Chiusi promettono, come voluto da Albonetto del fu Guidone sindaco dell’ospedale, di permutare una terra con macchia e pasturis della chiesa di Santa Mustiola, posta nel piano di Val d’Orcia nella contrada Ponte della strada francigena e di Sambuco, con un podere stimato 250 lire di denari senesi.
Nei luoghi sopradetti; Testimoni: Piero di Arrigo e Niccoluccio di Fuccio.
117
1305 giugno 2
cc. 65v-66r VAI ALLA PAGINA
“Divisio facta cum Cone de Montechiello”
Frate Giunta del fu Ventura, sindaco dell’ospedale, e Cione del fu Iacomino da Montecchiello dividono di comune accordo i possedimenti posti nel distretto e curia di Castelione in Val d’Orcia. Cione riconosce a frate Giunta un pezzo di terra posto nel luogo detto La Cardosa e una parte di un pezzo di terra posto nel luogo detto Vallocchi Zacconi. A Cione spetta, invece, un pezzo di terra posto nel luogo detto Piemassucci presso la contrada di Val d’orcia, un altro pezzo di terra nel luogo detto Vallocchi, e parte della detta terra posta nel luogo detto di Vallocchi Zacconi.
Presso il palazzo dell’ospedale sito nella contrada di Valdorcia; Testimoni: Piero di Arrigo, Vanni di Ildibrandino, Guidotto di Ciolo e Maddeo di Penno.
118
1305 giugno 8
cc. 66r-66v VAI ALLA PAGINA
“Terra factio habita a Fuccio Ranuccii de Corsignano”
Fuccio del fu Ranuccio di Popone da Corsignano concede a frate Giunta di Ventura ogni diritto su due pezzi di terra nel distretto di Corsignano, uno nel luogo detto di Carraia e l’altro nel luogo detto Bonello.
In Siena; Testimoni: i giudici messer Tuti e messer Andrea di Guantario e Nuccio di Compagno.
119
1305 giugno 9
cc. 67r-67v VAI ALLA PAGINA
“Oblatio domine Palmeria uxoris Pangni”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblata Palmeria del fu Pellegrino, moglie di Pagno di Compagno, la quale dona all’ospedale ogni suo bene, mobile e immobile, con il diritto, da parte di entrambi i coniugi, di poter usufruire del mobilio posseduto al momento dell’oblazione e delle rendite relative ad una casa situata a Siena, nel popolo di S. Martino.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Vanna di Lamberto, Guglielmo di Pietro e Bonacciano di Bonconte.
120
1305 giugno 16
c. 67v VAI ALLA PAGINA
“Pro domino Restauro”
Il presbitero Raniero, rettore della chiesa di Sant’Angelo a Montone, dichiara d’aver ricevuto 12 staia di frumento da Durazzo di Ranieri per conto del rettore Ristoro di Giunta, per un pezzo di terra della detta chiesa posta nella contrada di Cuna.
In Siena; Testimoni: Bonaventura di Giberto e Nello di Guido
121
1305 giugno 21
c. 68r VAI ALLA PAGINA
“Cambium factum cu(m) Sfronda”
Sfronda del fu Raniero, cittadino senese del popolo di San Quirico di Castelvecchio, permuta con l’ospedale, il proprio pezzo di terra e orto posti nella contrada di Fonte a la Netrice nei pressi di Siena con una casa posta a San Giovanni in contrada di Canto al Verchione. La moglie Mita dà il proprio consenso allo scambio dei detti beni. Avendo la casa un valore superiore ai beni di Sfronda quest’ultimo -con un’aggiunta successiva- paga al Santa Maria della Scala 50 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: ser Nero di Nicola notaio, Bartalino di Signorello e Vanni di Arrigolo
122
1305 aprile 1
cc. 68v-71v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita ab ecclesia Sancti Bartalomei de dopplerio qu(o)d dari dobebit pro testamento ser Bonaventure”
Frate Carduccio di Federigo confratello e camerario dell’ospedale, consegna alle seguenti chiese determinate quantità di doppieri come voluto dalle volontà testamentarie del maestro Bonaventura medico del fu […]
Dinanzi ai testimoni Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino, l’1 aprile alle seguenti chiese di Siena:
-San Bartolomeo: al rettore, Sano presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Basilio: al rettore, Sano presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Pietro ad Ovile: al rettore, Dietaiuti presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Cristoforo: al cappellano, Cino presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Vigilio: al monaco Tommaso un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Maurizio: al rettore, Aldobrando presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Abbadia Nuova: al monaco e sacrista Giovanni un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Paolo: al cappellano, Leonardo presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Desiderio: al cappellano, Lippo presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Tempio alla Magione: al cappellano, Guglielmo frate, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Santa Maria Maddalena: al frate Iacomo di Guido un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Leonardo: al procuratore della detta chiesa, Ugolino di Ranieri frate, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Giovanni: al cappellano, Accorso di Belcaro frate, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Egidio: al cappellano, Nicola presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Frati Umiliati: al sindaco dei frati, Ulivero frate, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Frati di Santa Croce: al vicario e procuratore dei frati, Giovanni frate, al un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Abbadia di San Donato: al sacrista, Paolo monaco, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Sant’Andrea: al canonico, Andrea presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Abbadia all’Arco: al priore Andrea un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Monastero di San Lorenzo: al sindaco delle monache, Filippo di Albertino, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Quirico di Castelvecchio: al rettore, Guidone presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Santo Stefano: al rettore, Antonio presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Cattedrale di Siena: al cappellano e sacrista, Lazzaro presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Santa Margherita: al procuratore delle monache, Lazzaro presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Martino: al camerario Iacomino un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Giusto: al camerario Iacomino un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Marco: al cappellano Mino un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Pietro di Castelvecchio: al cappellano, Tura presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Santa Maria del Carmine: al frate sacrista […] un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Vincenzo: al procuratore, Mino presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
(In data e testimoni diversi)
-Sant’Angelo a Montone: il 3 aprile, presso l’ospedale dinanzi a Bonaventura di Giberto e Guccio di Maffeo, frate Mino di Ghino dà al rettore, Ranieri presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Pietro alle Scale: il 3 aprile, presso l’ospedale, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Guccio di messer Iacomo, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al cappellano, Baldo presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Frati Minori: il 5 aprile, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al procuratore Benedetto di Voglia un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Santa Maria ai Servi: il 6 aprile, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al procuratore, Dionisio frate un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Donato: l’8 aprile, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Bonaventura di Giberto, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al rettore, Puccio presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Pellegrino: il 12 aprile, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Domenico […], frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al rettore Monaco un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Giorgio: il 15 aprile, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al cappellano, Rosso presbitero, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-San Salvatore: il 26 aprile, presso Siena, dinanzi a Mino di Ghino e Bonaventura di Giberto, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al rettore Iacomo un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Monache di Sperandie: l’11 maggio, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Vanni di Lamberto, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al sindaco delle monache, ser Chele Ugolino notaio, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Frati di Santa Maria del Carmine: il 18 maggio, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al rettore, Michele da Rafeno frate, un doppiere di cera del peso di 5 libre;
-Frati Predicatori: il 31 maggio, presso Siena, dinanzi a Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino, frate Carduccio camerario dell’ospedale dà al sacrista e procuratore dei frati, Ventura frate, un doppiere di cera del peso di 5 libre.
123
1305 giugno 19
c. 71v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domino Jacoppo”
Giacoppo del fu Giberto Marescotti dichiara d’aver ricevuto 30 lire di denari senesi dall’ospedale.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Ghino Ventura.
124
1305 giugno 25
cc. 71v-72r VAI ALLA PAGINA
“Emptio facta a domino Restauro”
Ristoro del fu Giunta, rettore del Santa Maria della Scala, vende a frate Carduccio di Federigo camerario dell’ospedale, la propria parte dei seguenti beni indivisi con Mino di Cristofano del Mancino: una casa con vigna e canneto presso contrada di Porta Tufi vicino Siena e due case poste nel Borgo di Abbadia all’Arco nel popolo di Abbadia.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Lando di Peruccio, Minuccio di Guarduccio e Mino di Compagno.
125
1305 luglio 10
c. 72r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a frate Massaino”
Frate Massaino del fu Pagno dichiara d’aver ricevuto 5 lire di denari senesi dall’ospedale.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Nello di Guido, Guccio di messer Iacomo e Fazio di Giovannello.
126
1305 luglio 10
c. 72v VAI ALLA PAGINA
“Protestatio facta Bartolo et Guccio”
Bartolomeo del fu Raniero e Guccio di Viviano di Arrigo, cittadini senesi e ufficiali eletti dal Comune di Siena, chiedono al rettore Ristoro di Giunta d’avere un incarico nell’ospedale così da poter trattare e amministrare i beni e le cose del Santa Maria della Scala. Ristoro e frate Bonsignore del fu maestro Forte negano in totum la richiesta in quanto, il Santa Maria della Scale, è un luogo religioso deputato all’assistenza dei poveri mentre Guccio e Bartolomeo, essendo laici et seculores, non possono di diritto amministrare alcun negotium all’interno dell’ospedale che ha già, d’altronde, abbastanza amministratori qualificati.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Guccio di messer Iacomo e Ugolino del fu Gianni presbitero.
127
1305 luglio 24
c. 73r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Valle Piacta quam tenet Incontrus Goccii”
Il senese Incontro di Goccio barlettaio prende in affitto una casa posta nel popolo di San Giovanni e contrada di Vallepiatta da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale. Il canone di locazione, della durata di tre anni a cominciare dalla festa di Sant’Angelo a settembre, prevede il pagamento semestrale di 53 soldi per un canone triennale totale di 16 lire di denari senesi minuti.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Corrado di Beltramo.
128
1305 luglio 27
c. 73r VAI ALLA PAGINA
“Denari quos solvere debet Vannes Benencase et uxor eius”
Vanni del fu Benincasa carnaiolo di Siena, il quale ora abita presso la contrada di S. Antonino, e sua moglie Tessa si costituiscono debitori di 11 lire di denari senesi, che saranno saldati in occasione della festa di Ognissanti, in ragione di un moggio di frumento acquistato dall’ospedale.
In Siena; Testimoni: Lando di Peruccio e Durazzo di Ranieri.
129
1305 luglio 27
c. 73v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Vanne Benencasa et a domina Tessa eius uxore de vinea de Sanct’Antonino”
Vanni di Benincasa carnaiolo e sua moglie Tessa, figlia del fu Guarniero, annullano il contratto di locazione stipulato con l’ospedale, inerente un pezzo di terra con casa e vigna situato nella contrada Fonte Becci nei pressi di Siena. Il contratto, della durata di 29 anni, prevedeva un canone annuo di 14 lire di denari senesi. Pertanto rinunciano a intraprendere azioni legali contro il Santa Maria della Scala dinanzi a frate Carduccio di Federigo, sindaco dell’ospedale.
In Siena; Testimoni: Lando di Peruccio e Durazzo di Ranieri.
130
1305 luglio 27
cc. 74r-74v VAI ALLA PAGINA
“Emptio terre et vinea de Petriolo”
Lorita figlia del fu Ricco da Firenze vende per 45 lire di denari senesi –che si dichiarano già riscossi- all’ospedale, la metà indivisa di un pezzo di terra e vigna posti nella contrada di Petriolo nel luogo detto Pratello. Cede all’ospedale i diritti e dà pertanto il proprio consenso alla vendita della terra del quattordicenne Iacomo, figlio ed erede del fu maestro Alberto e che è solito dimorare al Bagno di Petriolo.
In Siena; Testimoni: Bandino del fu messer Uguccione giudice, ser Noccio di Michele e ser Sozzo di Guidone notaio.
131
1305 agosto 7
c. 74v VAI ALLA PAGINA
“Emptio de quadam petia terre de Chuna”
Castellana figlia del fu Ildibrandino da Cuna con il figlio Meuccio di Nuto vende, per 20 soldi di denari senesi all’ospedale, un pezzo di terra posto nella curia di Cuna nel luogo detto La Ciambatta.
In Siena; Testimoni: Casino di Cecco, Ghezzo di Piero e Ventura di Ferro.
132
1305 agosto 13
cc. 75r-76r VAI ALLA PAGINA
“Contra priores clericatus”
Frate Bonsignore del fu maestro Forte, sindaco e procuratore dell’ospedale, consegna a don Cassiano abate dell’abbazia di San Donato di Siena, dell’ordine vallombrosano, che le riceve benevolmente, le lettere – il cui contenuto viene integralmente trascritto – relative all’eccezione mossa dall’ospedale nella causa vertente tra questo e i priori del clero senese in ordine all’imposizione di 20 lire pretesa dal clero per il pagamento delle procurazioni dovute al legato apostolico Niccolò, cardinale vescovo di Ostia e Velletri, da cui l’ospedale si dichiara esente adducendo in merito la lettera patente del cardinale legato che viene parimenti presentata.
In Siena presso il chiostro dell’abbazia di San Donato; Testimoni: don Anastasio monaco e priore dell’abbazia e Tura di Giovanni.
133
1305 agosto 13
c. 76v VAI ALLA PAGINA
“Presentatio facta domino Jacobo de Sancto Salvatore”
Frate Bonsignore sindaco dell’ospedale consegna a don Iacomo rettore della chiesa di San Salvatore e priore del clero senese, le suddette lettere relative alla vertenza con il clero per il pagamento delle procurazioni dovute al legato apostolico.
Presso la chiesa di San Salvatore; Testimoni: ser Gano di Bonaventura notaio e Minuccio di Iacomino.
134
1305 agosto 13
c. 76v VAI ALLA PAGINA
“Presentatio dicti domini cardinalis licterarum facta domino episcopo Senarum”
Frate Carduccio di Federigo sindaco dell’ospedale, presenta a messer Rinaldo vescovo di Siena le suddette lettere patenti del cardinale legato relative all’esenzione dell’ospedale dal pagamento delle procurazioni pretese dal clero senese.
Presso la cappella del palazzo vescovile; Testimoni: messer Niccolò di messer Bandino giudice, frate Mino di messer Iacomo, ser Babbo di ser Farolfo notaio e Nero di messer Pelacane.
135
1305 agosto 16
cc. 77r-77v VAI ALLA PAGINA
“Conductio vinee de Sancto Vieni”
Nero del fu Leonardo da Siena, del popolo dell’Abbadia Nuova, si costituisce debitore nei confronti dell’ospedale di 168 lire di denari senesi, a fronte dell’affitto di una vigna con casa, tino e orto posti nella contrada di Santo Viene nei pressi di Siena. Il contratto, della durata di sei anni a partire della festa di Ognissanti, prevede un canone annuo di 28 lire di denari senesi. Si dichiara, inoltre, che qualora la vigna fosse devastata da grandinis vel tempestatis al detto Nero sarà scomputato l’affitto di quell’anno. Tali condizioni avverse dovranno essere provate da due amici comuni: uno dell’ospedale e uno di Nero. Infine, qualora Nero ritardi anche di un solo mese il pagamento del canone, l’ospedale si riserva la possibilità di riprendere possesso dei beni.
In Siena; Testimoni: maestro Filippo figlio del maestro Bencivenne, Sozzino di Raniero e Pagno di Compagno.
136
1305 agosto 18
c. 78r VAI ALLA PAGINA
“Recongnitio quam fecit domina Pierla denari viii lire et viii soldi”
Pierla vedova di messer Simonetto dichiara d’aver ricevuto 8 lire e 8 soldi di denari senesi a fronte delle tegole del tetto di una casa che fu del detto Simonetto, posta in una podere a Tavena, la quale è a disposizione della detta Pierla finché ella vive.
In Siena; Testimoni: Piero di Arrigo e Giontino di Michele.
137
1305 agosto 18
c. 78r VAI ALLA PAGINA
“Contra Cairatellum”
Bonaventura vedova del fu Guoto, dinanzi ai testimoni e a frate Tommaso di Traccia, giura d’aver prestato 6 lire a Vannuccio di Migliore.
Testimoni: Guccio di messer Iacomo e Riccio di Ugolino.
138
1305 agosto 21
cc. 78r-v VAI ALLA PAGINA
“Conductio vinee domus de Plebe ad Boççone”
Tuccio del fu Ventura da Pieve a Bozzone si costituisce debitore nei confronti dell’ospedale di 18 lire di denari senesi minuti, a fronte dell’affitto di un pezzo di terra e vigna con casa posta nella contrada di Pieve a Bozzone nel luogo detto La Citerna. Il contratto di locazione, della durata di tre anni a partire dalla festa di Sant’Angelo a novembre, prevede un canone annuo di 6 lire di denari da pagarsi annualmente in occasione della festa suddetta. Si aggiunge inoltre che qualora Tuccio ritardi il pagamento anche di un solo mese, l’ospedale potrà rescindere il contratto e alienare il bene.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cenne di Meglio.
138
1305 agosto 26
cc. 78v-79v VAI ALLA PAGINA
“Conductio pensionis vine de Schianceto quam tenet Incontruccius”
Incontruccio del fu Tebaldo da Siena, del popolo di San Pietro di Castelvecchio, per sé e per i propri eredi, si costituisce debitore nei confronti dell’ospedale di 1724 lire di denari senesi per un pezzo di terra con casa, vigna, canneto e tre tini, posto nella contrada di Schiacceto.
In Siena: Testimoni: Nero di Ranieri detto Durazzo, Fazio di Dietisalvi, Tuccio di Ugolino e Casino di Cecco.
139
1305 agosto 26
c. 80r VAI ALLA PAGINA
“Donatio quod fecit Jacobi de sex libre hospitali
Iacomo del fu Bartalino da Santa Maria in Bagno in Casentino, infermo ma cosciente, dona all’ospedale 6 lire, le quali spettano ad un fabbro che abita nella contrada di Stalloreggi a Siena.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Piero di Arrigo, Casino di Cecco e Fazio di Dietisalvi.
140
1305 agosto 26
c. 80r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que fuit Mei Accolini”
Brandala del fu Bonaventura di Agostino di Siena si costituisce debitrice nei confronti dell’ospedale di 44 lire di denari senesi, a fronte dell’affitto biennale di una casa posta nel popolo di San Martino e contrada di Spallaforte. Il canone sarà saldato semestralmente.
In Siena; Testimoni: Ranieri di Galluzzo e Cecco di Bartolomeo.
141
1305 agosto 27
c. 80v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Nera”
Nera figlia del fu messer Ranieri di Boccaccio di Siena dichiara di aver ricevuto da Frate Turco di Gregorio camerario dell’ospedale 31 staia di frumento che doveva ricevere per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Casino di Cecco e Lando di Peruzzi.
142
1305 agosto 28
c. 80v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a procuratore domini episcopi de decima”
Il presbitero Accorso, rettore della chiesa di Sant’Antonio di Siena, procuratore del vescovo di Siena dichiara d’aver ricevuto da Durazzo di Ranieri 30 soldi di denari senesi a fronte della decima delle possessioni dell’ospedale.
In Siena; Testimoni: Giontino di Pietro e Ranieri di Galluzzo.
143
1305 agosto 28
c. 80v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Galgana”
Galgana vedova di Iacomo di Tondo dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, 5 moggia di frumento che l’ospedale le doveva per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Ventura di Bono, Nello di Guido e Vanni di Lamberto.
144
1305 agosto 28
c. 81r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Guidone Baroncii”
Guido del fu Benzi insieme alla moglie Ugolinella dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, 12 staia di frumento che l’ospedale doveva loro per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Ugolino di Gianni presbitero e Nello di Guido.
145
1305 agosto 30
c. 81r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a dominam Jacobinam uxore olim Graçie”
Iacomina del fu Grazia dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio, 36 staia di frumento che l’ospedale le doveva per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e Guglielmo di Luigi.
146
1305 agosto 30
c. 81r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Pero Fortis”
Piero di Forte dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, 30 staia di frumento che l’ospedale gli doveva per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e Pantino di Fiorenzo.
147
1305 agosto 30
c. 81r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Nese uxore olim Laurençi Bertuldi”
Nese vedova di Lorenzo di Donato dichiara d’aver ricevuto, da frate Barnassino del fu Orlando ospedaliere, 7 moggia di frumento che l’ospedale le doveva per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Cambio di Ghino e Cecco di Iacomo.
148
1305 agosto 30
c. 81v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Sobilia uxore olim Gualcherini”
Sobilia vedova di Gualcherino di Siena dichiara d’aver ricevuto, da Turco di Gregorio, 6 staia di frumento che l’ospedale le doveva per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Mino di Alberto e Barnassino di Orlando.
149
1305 agosto 30
c. 81v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Pandolfescha et a domina Bernardescha”
Pandolfesca vedova di Meo di messer Sterpolino e Bernardesca figlia del fu Guicciardino di Cercone da Siena ammettono d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, 45 staia di frumento che l’ospedale doveva loro per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: ser Gionta Spada e Bonanno di Maggio.
149
1305 agosto 30
c. 81v VAI ALLA PAGINA
“Conductio poderis quod fuit Pulgle”
Giovanni del fu Buonome da Melianda prende in conduzione a mezzadria, da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale, un podere posto nella corte e distretto di Melianda per un anno.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Giontino di Michele, Guarnaccione […], Duccio di Crescenzio.
150
1305 agosto 30
cc. 83r-v VAI ALLA PAGINA
“Commissio facta per centi Vincenti de quadam vinea de Chiarena”
Nelle volontà testamentarie di Bartolomeo del fu Ildibrandino di Vincenzo da Siena, rogate dal notaio Raniero, si dichiara che i proventi di una vigna e terra situate a Chiarenna, che tiene in affitto al momento Ventura da Sovicille, siano in perpetuo devoluti al monastero di San Galgano, se sarà seppellito lì, al quale andranno ogni anno 4 lire per celebrare una messa in occasione dell’anniversario della morte. Se invece sarà seppellito presso i frati Umiliati di Siena, a questi, andranno ogni anni 25 soldi per celebrare una messa in occasione dell’anniversario della morte. I proventi residui saranno devoluti ai poveri indigenti della città di Siena tramite il fratello Vincenzo e la propria moglie Fiore.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: ser Cenni di Ranieri notaio, Meo di Ormanno e Mino di Benincasa.
151
1305 agosto 31
c. 84r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia decime habita a procuratore plebani de Licignano”
Nicoluccio di Baroccio da Siena procuratore di messer Sandro figlio di messer Brettacone, pievano della pieve di Licignano, dichiara d’aver ricevuto da frate Carduccio di Federico 12 staia di frumento che restavano da dare a fronte della decima che l’ospedale doveva alla detta pieve.
In Siena; Testimoni: Viva di Bindo, Palmerino di Meo e Gionnello di Benvenuto.
152
1305 settembre 1
c. 84r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Galiana filia olim domini Ugonis”
Galgana figlia del fu messer Ugone di Alamanno dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, 30 staia di frumento che l’ospedale doveva per la festa di Santa Maria ad agosto.
In Siena; Testimoni: Giontino di Pietro e Mino di Ghino.
153
1305 settembre 2
c. 84r VAI ALLA PAGINA
“Quittançie frumenti habita ab opere Sancte Marie”
Messer Giacoppo del fu messer Giberto operario dell’Opera di Santa Maria di Siena dichiara d’aver ricevuto 12 staia di frumento da frate Turco di Gregorio.
In Siena; Testimoni: messer Figo di Scotto e Sozzino di Ranieri.
154
1305 settembre 2
c. 84v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que fuit Baldi Bianchi”
Tatto del fu Buonamico vinaiolo di Siena si costituisce debitore nei confronti dell’ospedale di 4 lire di denari senesi, a fronte dell’affitto annuale di una casa provvista di palconis superioris et cellarii, posta nel popolo di San Giovanni nella contrada di Vallepiatta.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Nello di Guido.
155
1305 settembre 2
cc. 84v-85r VAI ALLA PAGINA
“Pensio vinee de Fonte Benecti”
Brando del fu Peruzzo con il consenso della moglie Palmiera de Quiscregona, i quali abitano adesso a Siena nel popolo di San Marco, si costituisce debitore nei confronti dell’ospedale di 100 lire di denari senesi per l’affitto di un pezzo di terra vignata e canneto posto nella contrada di Fonte Bonetti nei pressi di Siena. Il contratto di locazione quinquennale prevede un canone annuo di 32 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Sozzino di Ranieri e Vanni di Fido.
156
1305 settembre 3
c. 85v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus posita in populo Mansionis”
Nicola del fu Conte del popolo della Magione si costituisce debitore nei confronti dell’ospedale di 12 lire di denari senesi a fronte del canone biennale di una casa posta nel popolo suddetto.
In Siena; Testimoni: Benuccio di Orlando e Durazzo di Ranieri.
157
1305 settembre 3
c. 85v VAI ALLA PAGINA
“Locatio vinee de Chiarena”
[…]
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Giovannino di Buonome.
158
1305 settembre 6
c. 86r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Mabilia”
Mabilia vedova di Aringhiero di Buonacolto dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario dell’ospedale, 36 staia di frumento che l’ospedale le doveva.
In Siena; Testimoni: messer Scozia del fu Renaldo Tolomei e ser Sozzo di Guido.
159
1305 settembre 7
c. 86v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Tessa domini Ricoveri del çimarro”
Tessa figlia del fu messer Iacomo del Zimarro dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, 26 staia di frumento che l’ospedale le doveva.
In Siena; Testimoni: Viviano di Ruberto e Casino di Cecco.
160
1305 settembre 7
c. 86v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que fuit Baldi Bianchi”
Cantino del fu ser Dino vinaiolo prende in affitto per un anno un abituro che fu di Baldo di Bianco, posto nella contrada di Vallepiatta, con il diritto di tenere una botte nel celliere dell’ospedale. Pertanto si costituisce debitore di 52 soldi nei confronti di Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale.
In Siena; Testimoni: Martino di Giannello, Vanni di Ruberto e Giontino di Pietro.
161
1305 settembre 7
c. 86v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Lambertescha”
Lambertesca figlia del fu Ildibrandino di Ventura di Siena dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio, due moggia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Landuccio di Bonfiglio.
162
1305 settembre 7
c. 87r VAI ALLA PAGINA
“Donatio quam fecit domina Fiore de quadam petia terre de Serris”
Fiore vedova di Meo detto Brusco del popolo di Sant’Antonio di Siena, in favore della propria anima e come rimedio per i propri peccati, dona all’ospedale un pezzo di terra posto nel distretto e curia di Serre nel luogo detto Monte Rasori.
In Siena; Testimoni: Mino di Fino e Gualtiero di Benincasa.
162
1305 settembre 9
c. 87r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Nese”
Nese vedova di Ventura da Siena dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio, 11 staia di frumento che l’ospedale le doveva.
In Siena; Testimoni: Ranieri di Benincasa e Tollo di Martino.
163
1305 settembre 9
c. 87r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Fuccio Orlandi”
Fuccio del fu Orlando da Siena dichiara d’aver ricevuto, per conto della sorella Mina, 39 staia di frumento a fronte di una promessa fatta dall’ospedale.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e Durazzo di Ranieri.
164
1305 settembre 13
cc. 87v-88r VAI ALLA PAGINA
“Pensio vinee de Badaluccho”
Allegretto di Guido con il figlio Guido e la moglie Pasqua, del popolo di San Maurizio di Siena, prendono in conduzione per 5 anni una vigna e orto posti nella contrada di Fonte Bonetti con casa, palmeto e tino da frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale. L’atto, stipulato da Pasqua e da Guido per conto di Allegretto, prevede un canone annuale di 30 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Mino di Compagno e Durazzo di Ranieri.
L’imbreviatura viene cassata, il 10 settembre 1310, con la licenza di frate Iacomo di Ghino sindaco dell’ospedale, in quanto il debito si dichiara interamente saldato. Dinanzi ai testimoni ser Nero di Accorso e ser Cecco di Conte.
165
1305 settembre 15
c. 88r VAI ALLA PAGINA
“Donatio cuiusdam petia terre de Sciano quam fecit Peruccius Greccii”
Peruccio del fu Greccio detto Sfrolla da Asciano, in favore della propria anima e di quella della moglie, dona all’ospedale un pezzo di terra posto nel distretto di Asciano nel luogo detto Monte Agutolo.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Vanni di Lamberto.
166
1305 settembre 16
c. 88v VAI ALLA PAGINA
“Pensio vine de Bosseto”
Nicola del fu Benincasa del popolo di San Giorgio prende in affitto una vigna con orto per 5 anni, pertanto si costituisce debitore di 35 lire nei confronti di frate Ranieri di Benincasa sindaco dell’ospedale. Il canone annuale del possedimento, posto nella contrada di Busseto, è fissato a 7 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Guccio di messer Iacomo e Grazia di Bencivenne.
167
1305 settembre 25
c. 89r VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Rugerii”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblato Ruggero del fu Daniello da Massa, abitante in Siena, il quale dona all’ospedale ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Renaldo di Cristofano e Giovannino di Giovanni.
168
1305 settembre 25
c. 89r VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Oglientis”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblata Ogliente figlia del fu maestro Nero da Montelonico la quale dona all’ospedale ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Renaldo di Cristofano e Giovannino di Giovanni.
169
1305 settembre 28
c. 89v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Stallereggi”
Lando del fu Pepone da Sant’Angelo in Colle, abitante in Siena, prende in affitto per un anno una casa posta nel popolo di San Quirico di Castelvecchio e contrada di Stalloreggi. Il canone annuo è di 6 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Ciolo di Buonagrazia e Vanni di Incontro.
170
1305 ottobre 1
cc. 89v-90r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que fuit Mei Aççolini”
Cino di Azzolino di Bartolomeo e Veri del fu Conte Gualderotti, entrambi del popolo di San Martino, prendono in affitto una casa posta nel medesimo popolo e contrada di Spallaforte, pertanto si costituiscono debitori nei confronti dell’ospedale di 22 lire di denari senesi minuti.
In Siena; Testimoni: messer Andrea Guantari giudice e ser Tome di Dino notaio.
171
1305 ottobre 2
cc. 90v-91r
“Oblatio domine Palmerie relicte Junctini”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblata Palmeria, figlia del fu ser Benincasa e moglie del fu Giuntino del popolo della Magione di Siena, la quale dona all’ospedale ogni suo bene mobile e immobile. Tra quest’ultimi si menzionano i seguenti beni: la metà di un pezzo di terra comprensivo di vigna, bosco ed una casa con tre tini, situato in contrada del Castagno, un altro pezzo di terra, situato nella medesima contrada nel luogo detto Poggio, e la metà di una casa con orto situata a Siena nel popolo della Magione.
In Siena; Testimoni: Meo di Bernardino e Meo di Tengo.
172
1305 ottobre 2
c. 92r VAI ALLA PAGINA
“Conductio domus de Larnino”
Piero di Salvuccio da Caggiolo prende in conduzione per un anno, da Ristoro di Giunta rettore dell’ospedale, una casa con orto posto nella contrada di Larnino per 3 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Toldo di Giardino e Bonaventura di Giberto.
173
1305 ottobre 3
c.92r VAI ALLA PAGINA
“Tenuta rerum de Montaperto”
Frate Viviano di Ruberto, sindaco dell’ospedale, prende possesso di un pezzo di terra vignata posta nella contrada e distretto di Montaperti nel luogo detto Petreto, donata da Tuccia vedova di Ruberto da Montaperti.
Presso il possedimento donato; Testimoni: Tuccio di Nuccio e Nero di Buonaccolto.
174
1305 ottobre 9
c.92v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a Fortarigho”
Fortarrigo del fu messer Chiarmontese dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, 19 staia di frumento e 15 lire di denari senesi che l’ospedale gli doveva.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: messer Scozia del fu messer Renaldo, Bonaventura di Ferro e ser Ranieri di Galluzzo.
175
1305 ottobre 13
cc.92v-93r VAI ALLA PAGINA
“Donatio vinee de Chiarena habita a Ceccho Bartholomei Vincentis”
Cecco del fu Bartolomeo di Ildibrandino di Vincenzo da Siena dona a all’ospedale un pezzo di terra con vigna e canneto posto nella contrada di Chiarena nei pressi di Siena.
In Siena presso il palazzo del comune; Testimoni: messer Scozia di messer Renaldo, messer Antonio di Mino di Vincenzo, Conte di Ildibrandino, Masso di Ranuccio e Bindo di Romanino.
176
1305 ottobre 25
c.93v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Armina”
Armina figlia del fu Falcone del popolo di San Giovanni dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio camerario, un moggio di frumento e un moggio di vino che l’ospedale le doveva.
In Siena; Testimoni: Pietro di Benincasa e Lando di Peruccio.
177
1305 ottobre 25
c.93v VAI ALLA PAGINA
“Quittantia habita a dompno Jacobo et a domina Beatrice”
Beatrice figlia del fu Cristoforo Tolomei e il figlio messer Iacomo del fu Iacomo ammettono d’aver ricevuto 8 moggia di frumento che l’ospedale deve loro annualmente in perpetuo.
In Siena; Testimoni: Simone di Ranieri presbitero e Pietro di Ranieri.
178
1305 novembre 2
c.94r VAI ALLA PAGINA
“Donatio quam fecit hospitali Thofus Jacobi Renaldi de ccccxl florini auri”
Tofo del fu Iacomo di Renaldo Tolomei da Siena, in favore della propria anima e come rimedio per i propri peccati, dona all’ospedale 440 fiorini d’oro. Il deposito del denaro è stato effettuato dalla vedova di Tofo, Flora figlia del fu Iacomo di Piero.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Vanni di Bartolomeo di Barbaglione e Casino di Cecco.
179
1305 novembre 3
cc.94v-95r VAI ALLA PAGINA
“Emptio de quadam petia terre et vinee positis ad tressam que fuit heredis Jacobi Uguiccionis”
Tessa figlia del fu Ugone di Manneto e moglie di Mino del fu Iacomo di Uguccione, tramite il fratello Meo di Ugone di Manneto suo procuratore e il detto marito Mino, vende all’ospedale un pezzo di terra con vigna, e orti posti nella contrada di Borgo Sant’Angelo a Tressa per 195 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Tuccio di Marchese e Ghino di Zuccolo.
180
1305 novembre 4
cc.95r-v VAI ALLA PAGINA
“Refutatio et terrasactio generalis facta ab Andrea Jacobi Amitantis super Pulgle”
Andrea del fu Giacomo di Amitante dei Mignanelli rifiuta e rimette a frate Buonsignore del maestro Forte che riceve e stipula tanto per conto di Puglia del fu Guido Ponzi, ora frate ed oblato dell’ospedale, quanto per l’ospedale stesso e delle persone cui l’ospedale vendesse o cedesse i beni in oggetto, ogni diritto a lui competente sui beni del detto Puglia ed in particolare su una casa in Siena, posta nel popolo di San Donato, in ragione della cessione di un abituro nella detta casa fattagli dal detto Puglia, e parimenti rinuncia a rivendicare in futuro qualsiasi ragione possa competergli sui beni del detto Puglia, dichiarando di essere già stato pienamente soddisfatto per ogni eventuale debito dell’ospedale e del detto Puglia.
In Siena; Testimoni: Bindo di Simone, Nero di Guccio, ser Gherardo di Capitano e Palmerino di Meo.
181
1305 novembre 4
c.96r VAI ALLA PAGINA
“Refutatio quam fecit Niccholuccius e Posus Barocii super bonis Pulgle”
I fratelli Niccoluccio e Soproso detto Poso del fu Baroccio del popolo di San Donato di Siena, liberamente rifiutano e rimettono all’ospedale i propri diritti sui beni di Puglia del fu Guidone Ponzi oblato dell’ospedale.
In Siena; Testimoni: Boncio di Ventura, Macco di Ranieri e Mignanello di Andrea.
182
1305 novembre 4
cc.96v-97r VAI ALLA PAGINA
“Emptio facta a Palmerino Gavardi de possessione que fuit Pulgle”
Palmerino del fu Meo detto Gavardo del popolo di San Giovanni di Siena, dinanzi al banco presieduto dai Consoli della Mercanzia, Tofo di Picco e Bonfigliolo di Giovanni speziale, e ai suoi consanguinei Alberto di Ranuccio, Palmieruccio di Bartolomeo e Palmiero di Federigo, vende all’ospedale per 100 fiorini d’oro – che si dichiarano riscossi- un possedimento con terra, vigna, casa, capanna e chiostro posto nella fortezza di Melianda. Palmiero, essendo minore di 25 anni, giura sul Vangelo che una volta diventato maggiorenne non avanzerà pretese sul possedimento venduto.
In Siena presso la chiesa di San Paolo dove i Consoli della Mercanzia si riuniscono; Testimoni: Ciolo di Palmieruccio, Meo di Accorso e Iacomo di Gero.
183
1305 novembre 4
c.97v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia quam fecit Palmerinus de C florini auri”
Palmerino del fu Meo detto Gavardo rappresentato dai consanguinei Alberto di Ranuccio, Palmeruccio di Bartolomeo e Palmiero di Federigo -in quanto minore di 25 anni- dinanzi al banco presieduto dai Consoli della Mercanzia, Tofo di Picco e Bonfigliolo di Giovanni speziale, dichiara d’aver ricevuto 100 fiorini d’oro da Niccoluccio del fu Baroccio del popolo di San Donato di Siena, facenti parte di un debito più grande di 200 fiorini in ragione di una fideiussione fatta da Niccoluccio, Puglia di messer Guidone e Fazino di Gottifredo Ponzi a Stefano di Ranuccio sensale di Niccoluccio di Benuccio Salimbeni senese, pro pretio sine cambio di 10 lire e 16 soldi di tornesi grossi d’argento.
In Siena presso la chiesa di San Paolo dove i Consoli della Mercanzia si riuniscono; Testimoni: Ciolo di Palmieruccio, Meo di Accorso e Iacomo di Gero.
184
1305 novembre 4
c.98r VAI ALLA PAGINA
“Questio Niccholuccius Baroccii tenetur dare hospitali C libre”
Niccoluccio del fu Baroccio, del popolo di San Donato, e Mignanello del fu Andrea Mignanelli, del popolo di San Pietro alle scale, si costituiscono debitori nei confronti dell’ospedale di 100 lire di denari senesi piccoli. Tale somma fa parte di un debito di 600 denari in ragione di alcuni beni immobili posti nel popolo di San Donato venduti dall’ospedale a Niccoluccio e Mignanello. Il pagamento delle 100 lire sarà dilazionato nei seguenti 4 anni per 25 lire l’anno.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Giontino di Pietro, Cecco di Giovanni, Bonaventura di Giberto e Casino di Cecco.
Nel 1311 l’imbreviatura viene cassata in quanto saldata.
185
1305 novembre 4
cc.98r-99v VAI ALLA PAGINA
“Promissio et cautio facta per Niccholuccium Baroccii de solvendis usuris et lucris illicitis Pulgle”
Niccoluccio di Baroccio del popolo di San Donato, alla luce delle scritte del libro delle ragioni dell’oblato Puglia di messer Guidone, stabilisce e promette a frate Bonsignore del maestro Forte che, il detto Puglia, è libero temporaneamente dal restituire il denaro ricavato ad usura che doveva essere restituito alle vittime entro un anno. Tale sospensione, permessa da frate Nicola di Griffolo dell’Ordine dei frati predicatori di Siena, fissa la somma dovuta a 200 lire o più se si troveranno altri profitti illeciti. Il debito, pertanto, sarà tenuto in sospeso per 8 anni alla fine dei quali dovrà essere saldato da Puglia o da qualche altro, e se ciò non avverrà Niccoluccio risponderà dell’intera somma. Mignanello di Andrea Mignanelli del popolo di San Pietro alle scale si costituisce fideiussore di Niccoluccio.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Giontino di Pietro, Cecco di Giovanni, Bonaventura di Giberto e Casino di Cecco.
186
1305 novembre 5
cc.99v-100r VAI ALLA PAGINA
“Refutatio facta a domina Raneria de usufructu poderis de Melanino”
Raniera figlia di Catalano di Mangiacazzo e vedova di Gregorio di Bernardino, liberamente rinuncia e rimette all’ospedale ogni suo diritto su di un podere posto a Melanino.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Piero di Arrigo e Giusto di Michele.
187
1305 novembre 6
c.100r VAI ALLA PAGINA
“Tenuta domus de Castro Veteri pro hospitali et fratribus Sancti Agustini”
Frate Ranieri di Benincasa, sindaco dell’ospedale, prende possesso di una casa posta nel popolo di San Pietro in Castelvecchio che era per metà di proprietà del detto ospedale e l’altra metà dei frati eremiti di Sant’Agostino rappresentati dal procuratore frate Lonardo di Aneto.
In Siena; Testimoni: Giovanni presbitero e Buondo di Bindo.
188
1305 novembre 8
c.100v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Margarita Baruffe”
Margherita figlia di Baruffo, con il consenso del marito Giovanni di Giovanni, dichiara d’aver ricevuto da frate Turco di Gregorio sindaco 6 staia di frumento che l’ospedale le doveva.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Mino di Ghino e Durazzo di Ranieri.
189
1305 novembre 13
c.100v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Inulgla relicta Ugolini del Nero”
Inuglia vedova di Ugolino del Nero dichiara d’aver ricevuto, da frate Giustino chierico e frate, 6 staia di frumento che l’ospedale le doveva.
In Siena; Testimoni: Bindo di Ferretto e Dato di Grazia.
190
1305 novembre 15
cc.101r-104r VAI ALLA PAGINA
“Solutiones facte ecclesiis et locis pro donatione domini Bernardini Alamanni”
Bernardino di Alemanno ha donato all’ospedale una possessione, posta presso la fortezza di Serre, con terre, vigne e case. Pertanto si elencano le perpetue, secondo quanto disposto dalla donazione, da saldarsi alle chiese e istituti religiosi di Siena ogni anno in occasione della Festa di Ognissanti:
-San Maurizio: al rettore Aldobrando 20 soldi;
-Sant’Antonio: al rettore Accorso 20 soldi;
-Santa Maria dei Servi: ad Andrea, priore dei frati, 3 lire;
-San Pietro alle Scale: a Baldo, canonico e cappellano, 20 soldi;
-Religiose di San Benedetto: a frate Francesco 20 soldi.
-Religiose di Sperandie: a frate Iacomo di Guglielmo 20 soldi;
-Sant’Agostino: a frate Ugolino, per conto dei frati eremiti, 14 lire;
-San Bartolomeo e San Basilio: al rettore Sano 40 soldi, divisi equamente;
-San Galgano: al monaco Matteo 14 lire;
-San Donato: al monaco Paolo 20 soldi;
-Santa Maria del Carmine: a frate Marco, per conto dei frati carmelitani, 40 soldi;
-Ospedale di monna Agnese: a domina Agnese 3 lire;
-Abbazia all’Arco: al priore Andrea 12 soldi;
-San Martino: a messer Ubaldo, camerario, 20 soldi;
-San Giusto: a messer Ubaldo 20 soldi;
-Convento di Santa Croce: a frate Landino da Firenze 40 soldi;
-Convento degli Umiliati: a frate Meo 20 soldi;
-San Barnaba: a frate Bencivenne, sindaco delle religiose del monastero, 3 lire;
-Ospedale di Santa Croce: al cappellano Giovanni 20 soldi;
-San Giorgio: al cappellano Rosso 20 soldi;
-Convento dei frati Minori: a Benedetto di Voglia, procuratore dei frati, 14 lire;
-San Paolo: al rettore Iacomo 20 soldi;
-San Salvatore: al rettore Iacomo 20 soldi;
-Convento di San Giovanni Battista: a frate Giovanni priore dei frati della Santa Croce 20 soldi;
-Religiose di Ognissanti: al presbitero Filippo da Firenze, cappellano delle religiose, 10 soldi;
-Sant’Egidio: al rettore Ghino 20 soldi;
-Magione: al cappellano Duccio 20 soldi;
-San Pietro a Ovile: al cappellano Bindo 20 soldi;
-Santo Stefano: al rettore Antonio 20 soldi;
-San Donato: al rettore Puccio 20 soldi;
-San Leonardo: a frate Ugolino, procuratore, 20 soldi;
-Monastero di Vico: al presbitero Ildibrandino di Burnetto, procuratore delle religiose del monastero, 20 soldi;
-Santa Maria Novella: a Ugolino di Ruggerotto, sindaco delle religiose del monastero, 3 lire;
-Monastero di San Lorenzo: a Filippo di Albertino, procuratore delle religiose del monastero, 3 lire;
-Monastero di Sant’Abunda: a ser Pagno di Bocchetto, procuratore delle religiose del monastero, 20 soldi;
-San Cristoforo: al cappellano Cino 20 soldi;
-San Pietro in Castelvecchio: al cappellano Tura 20 soldi;
-San Desiderio: al chierico Nardo di Ghino 20 soldi;
-Monastero di San Mamiliano: a messer Cristiano, nunzio delle religiose del monastero, 10 soldi;
-San Quirico: al rettore Guidone 20 soldi;
-Convento dei frati predicatori: a frate Niccolò di Griffolo 14 lire;
-Abbadia Nuova: Giovanni sacrista di San Giacomo, riceve da frate Turco camerario, per conto dell’Abbadia 20 soldi il 17 novembre. In Siena; testimoni: Durazzo di Ranieri e Mino di Assangiannino presbitero;
-Santa Petronilla: frate Giovanni di Guido, riceve da frate Turco, per conto delle religiose del monastero 5 lire;
-San Vincenzo: al cappellano Benincasa 20 soldi;
-Santa Margherita: a ser Bruno di Ranuccio notaio, per conto delle monache, 20 soldi;
-Chiesa Maggiore: al cappellano e sacrista Salvi 20 soldi;
-San Pellegrino: al canonico ser Meo di Ghino 20 soldi, davanti ai testimoni Mino di Ghino e messer Lando monaco dell’Abbazia di San Vigilio;
-San Vigilio: al sacrista Lando 20 soldi, davanti ai testimoni Mino di Ghino e ser Meo di Ghino;
-San Marco: al rettore Mino 20 soldi davanti ai testimoni Lando di Vitale e Sozzino di Ranieri frate minore dell’ospedale;
-Casa della Misericordia: al sindaco Fuccio di Lorenzo 10 lire il 18 novembre, In Siena, davanti ai testimoni Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino;
-Sant’Angelo a Montone: al chierico Vannuccio di Gherardo 20 soldi, il 19 novembre, davanti ai testimoni Mino di Ghino e Renaldo di Cristofano;
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Mino di Ghino e Durazzo di Ranieri.
191
1305 novembre 16
c.104v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia recepta a Petro Maççacchara”
Ghezzo di Nuccio -procuratore di Pietro del fu Orlando di Baldistricca Tolomei, Tofana sua moglie e Fiore vedova di messer Bernardino detto Mancinello- dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio, 14 moggia di frumento che l’ospedale gli doveva.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Sozzino di Ranieri.
192
1305 novembre 18
c.104v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a presbitero Mino de Laterino”
Il presbitero Mino di Assangiannino, il quale dimora presso la chiesa della Santa Trinità a Laterino, dichiara d’aver ricevuto, da Turco camerario, 10 lire di denari senesi che gli spettavano secondo le volontà testamentarie del presbitero Piero del fu […].
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino.
193
1305 novembre 20
c.105r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Pia de relicto Pescis Giliotti ”
Pia del fu Rigolo del monte di Santa Maria dichiara d’aver ricevuto, da frate Turco di Gregorio, 15 lire di denari senesi secondo quanto voluto nelle volontà testamentarie di Pesce di Gigliotto.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Mino di Ghino.
194
1305 novembre 29
c.105r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Tessa”
Tessa figlia di messer Ricovero del Zimarra dichiara d’aver ricevuto, da Turco di Gregorio, 12 lire di denari senesi che l’ospedale le doveva.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e Casino di Cecco.
195
1305 dicembre 9
cc.105v-107r VAI ALLA PAGINA
“Donatio facta a Ristoro Franchi”
Ristoro di Franco del popolo di San Pietro in Castelvecchio, come rimedio per i propri peccati e per i ricavi illeciti avuti, dona all’ospedale i seguenti beni tutti pro indiviso: la metà di un pezzo terra posta nella Palude di Orgia nel luogo detto Guadolaio; la metà di un pezzo di terra presso Stigliano; la metà di un pezzo di terra posta nella contrada di Filetta nel luogo detto Poggio a Daia; la metà di un pezzo di terra posta nel luogo detto Fabrica; la metà di un pezzo di terra posta nel luogo detto Voltignano; la metà di un pezzo di terra posta nel luogo detto Al Ginepreto; la metà di due pezzi di terra posti nel luogo El Cavalglone detto Le Sante Marie; la metà di due pezzi di terra presso la contrada di San Lorenzo a Pilli nel luogo detto Castellare, di cui uno con lame, canneti e orti; metà casa e un chiostro con orto posti nel poggio di San Lorenzo a Pilli; la metà di un pezzo di terra con vigna, lame, sodi e boschi presso la detta contrada nel luogo detto Castellare; la quarta parte di una lama posta nel luogo detto Fongna; un intero pezzo di terra e vigna nella medesima contrada nel luogo detto Castellare; un pezzo di terra e vigna nella medesima contrada; un casa detta Casa Maggiore posta nella medesima contrada.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Meo di Raniero, Bonaventura di Giberto e Giusto di Michele.
Il medesimo anno, il 31 dicembre, frate Giunta sindaco dell’ospedale prende possesso dei beni donati davanti ai testimoni Giusto di Michele, Riccio di Ugolino e Niccoluccio di Fuccio.
196
1306 gennaio 7
cc.107r-108v VAI ALLA PAGINA
“Denumptiatio facta in consilio de dicta oblatione et donatione”
Sia manifesto che frate Bonsignore di maestro Forte sindaco, il rettore e i frati dell’ospedale in presenza dei nobili e potenti milites e dinanzi al Consiglio della Campana, denunciano e notificano la donazione precedente fatta da Ristoro di Franco.
In Siena presso il palazzo comunale; Testimoni: messer Sozzo Bandinelli, Badino di Guastella, Antonio di maestro Pacio, Casello di Guinnello, frate Mino di Ghino e ser Fone di San Gimignano.
197
1305 dicembre 11
c.108r VAI ALLA PAGINA
“Presentatio licterarum facta vicarius episcopi et priori cleri dominorum legatorum”
Frate Mino di Ghino, sindaco dell’ospedale, dinanzi ai testimoni riuniti da Raniero abbate dell’Abbazia di Poggio Bonizio vicario generale, consegna una lettera sigillata con due sigilli pendenti di cera rossa e cordella di seta rossa da parte di messer Iacomo […].
In Siena presso l’episcopato; Testimoni: ser Mino di ser Salvi notaio, Matteo di messer Roma, frate Mino di messer Iacomo e Giannello di Renaldo.
198
1306 gennaio 11
c.108v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia decime ecclesie Sancti Angeli ad Luco”
Sia manifesto che Pietro di Lando, rettore della chiesa di Sant’Angelo in Luco presso Chiusure, dichiara d’aver ricevuto, da Turco di Gregorio camerario, 100 soldi di denari senesi a fronte della decima che doveva ricevere per dei possedimenti che al presente possiede l’ospedale ma che erano della detta chiesa.
199
1305 dicembre 9
c.108v VAI ALLA PAGINA
“Tenuta domus que fuit Paganelli”
Sia manifesto che frate Ranieri di Benincasa, sindaco dell’ospedale, ha preso possesso della casa donata da Paganello di Guarnieri posta nel popolo di San Martino e contrada di Salicotto.
In Siena presso la detta casa; Testimoni: Meuccio di Giovanni e Guidarello di Burnaccio.
200
1305 dicembre 9
cc.108v-109r VAI ALLA PAGINA
“Pensio dicte domus”
Naldo del fu Ciglio clibanarius del popolo di San Martino prende in affitto una casa con palco, terreno, un cellario in quo tenee vegetes e un forno, posta nel medesimo popolo e contrada di Salicotto e, pertanto, si costituisce debitore nei confronti di frate Ranieri di Benincasa di 19 lire.
In Siena presso la detta casa; Testimoni: Meuccio di Giovanni e Guidarello di Burnaccio.
201
1305 dicembre 11
c. 109r VAI ALLA PAGINA
“Alia pensio dicta domus”
Nese del fu Ventura mercante del popolo di San Martino prende in affitto la medesima casa precedentemente affittata per 7 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Corrado di Beltramo e Giusto di Michele.
202
1305 dicembre 15
cc. 109v VAI ALLA PAGINA
“Salarium Cornacchie”
Nervo di Ranieri barbiere del popolo di San Salvatore promette a frate Mino di Ghino che darà a Vannuccio detto Cornacchia, protetto dell’ospedale, un salario di 6 lire di denari senesi per stare con Nero e imparare da lui, presso l’ospedale, il mestiere del barbiere fino alle calende di giugno.
In Siena; Testimoni: Vannuccio di Bindo e Nello di Guido.
203
1305 dicembre 16
cc. 109v-110r VAI ALLA PAGINA
“Pensio vine de Montalbuccio quam tenet Ristorus”
Ristoro del fu Ventura Tegoia e sua moglie Nuta prendono in affitto per 8 anni un pezzo di terra con vigna, lama e canneto per un canone annuo di 24 lire.
In Siena; Testimoni: Lando di Peruccio e Durazzo di Ranieri.
204
1305 dicembre 22
c. 110v VAI ALLA PAGINA
“Recongnitio cuiusdam petia terre de Terraia”
Giovannello di Cristofano da Vignano prende a mezzadria, fino ad agosto, un pezzo di terra posto nel popolo di San Giorgio a Papaiano nel luogo detto Terraia.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e Durazzo di Ranieri.
205
1305 dicembre 22
c. 110v VAI ALLA PAGINA
“Denari quos dare debent hospitali Acçolinus et Corradus pro domo”
Azzolino del fu Bartolomeo e Corrado del fu Alberto del popolo di San Martino sono debitori di 400 lire per una casa posta nel detto popolo e contrada di Spallaforte.
In Siena; Testimoni: Guiduccio di Milanense, Guccio di messer Iacomo e Bonaventura di Giberto.
206
1305 dicembre 28
c. 111r VAI ALLA PAGINA
“Pensio vinee de Terraia”
Buonaventura vedova di Bindo di Iacomo da Terraia prende in affitto per 2 anni una vigna per un canone annuo di 7 lire.
Presso la contrada di Terraia; Testimoni: Nello di Benincasa detto Rosso e Martino di Giannello.
207
1305 dicembre 28
c. 111v VAI ALLA PAGINA
“Refutatio facta per dominam Bonaventuram de Terraiam in rebus que fuerunt Bindi”
Buonaventura vedova di Bindo di Iacomo da Terraia rifiuta ogni suo diritto su di un pezzo di terra, vigna e casa, posti nella contrada di Terraia, dei quali è usufruttuaria in perpetuo.
Presso la contrada di Terraia; Testimoni: Nello di Benincasa detto Rosso e Martino di Giannello.
208
1305 dicembre 29
c. 112r-112v VAI ALLA PAGINA
“Cambium factum cum Vannello de Vescona”
Vannello del fu Ildibrandino del popolo di San Martino permuta un pezzo di terra vignata con orto e casa, posto nella contrada della fortezza di San Quirico presso Osenna, con un pezzo di terra vignata con orto posto nella contrada Porta di Busseto nei pressi di Siena, più 40 lire per additamento et melioramento.
In Siena; Testimoni: Lando di Peruccio e Casino di Cecco.
209
1305 dicembre 29
c. 112v VAI ALLA PAGINA
“Tenuta rei que fuit Faenne”
Frate Viviano di Ruberto prende possesso della donazione fatta nel testamento di Faenna riguardante un pezzo di terra, vigna e canneto con capanna, posto nella contrada di Monte Rognoso (Monte Gabbro).
Presso il bene donato; Testimoni: Partuccio di Bartalo e Vanni di Bartuccio.
210
1305 dicembre 30
c. 113r VAI ALLA PAGINA
“Tenuta rerum de ecclesia Sancto Sano Logharardi fuerunt cittadini”
Frate Giunta di Ventura prende possesso dei seguenti beni, donati dal fu Filippo, posti presso la contrada di San Sano Logarardi: un pezzo di terra con due case, orto e capanna posti alla Villa all’Ormo; due pezzi di terra nel luogo detto La Valle; due pezzi di terra nel luogo detto Val di Radi.
Presso i beni donati; Testimoni: Viva di Orlando e Landuccio di Buonfiglio.
211
1305 dicembre 30
c. 113r VAI ALLA PAGINA
“Conduccio dictarum rerum”
Viva del fu Orlandi prende in conduzione a mezzadria i possedimenti, donati all’ospedale dal fu Filippo, posti presso la contrada di San Sano Logarardi.
Presso la contrada di San Sano Logarardi; Testimoni: ser Filippo di Ventura e Landuccio di Buonfiglio.
212
1306 gennaio 5
c. 113v VAI ALLA PAGINA
“Sindicatus ad faciendum denumptiationes in Consilio Campane”
Il rettore e il Capitolo deliberano che frate Bonsignore di maestro Forte e frate Mino di Ghino, in qualità di procuratori, presentino al Consiglio Generale del Comune di Siena la denuncia e la notifica della donazione effettuata in favore dell’ospedale da Ristoro di Franco, cittadino senese del popolo di San Pietro in Castelvecchio, così come appare dal rogito redatto da ser Agnolo di Duccio, e di ogni singola altra donazione, oblazione e dedica fatta o che sarà fatta in futuro all’ospedale da qualunque persona su qualsiasi cosa, secondo la forma degli Statuti di Siena, i quali concedono a sindaci e procuratori pieno e libero mandato riguardo le suddette cose.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Vanni di Bartolomeo Barbaglione e Giusto di Michele.
213
1306 gennaio 15
c. 114r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domino Scoçia”
Messer Scozia del fu messer Renaldo Tolomei dichiara d’aver ricevuto 100 lire dall’ospedale.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Raimondo di Guglielmo e Ruggero di Daniello.
214
1306 gennaio 15
cc. 114r-v VAI ALLA PAGINA
“Conductio poderis quod fuit Puccii Formiche”
Filippo del fu Maffeo e Guccio suo figlio prendono in conduzione a mezzadria per 5 anni un podere con casa, cortile, aia, capanna, terre e vigne che fu di Puccio del Formica, posto nella contrada di San Sano a Dofana.
In Siena; Testimoni: Giusto di Michele e maestro Orsino di Orlando.
215
1306 gennaio 20
c. 115r VAI ALLA PAGINA
“Refutatio facta a Nuccio Mechi per de locatione vinee que fuit Lorençi Donati”
Nuccio del fu Meco del popolo di Sant’Antonio rinuncia per 29 anni ai propri diritti di locazione su di un pezzo di terra con casa, vigna e orto posto nella contrada di Ravacciano.
In Siena; Testimoni: Nello di Guido e ser Iacomo di Tudino.
216
1306 gennaio 31
c. 115r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domina Armina”
Arminia figlia del fu Falcone dichiara d’aver ricevuto un maiale del valore di 4 lire e uno staio di olio che messer Meschiato le doveva.
In Siena; Testimoni: Grazia detto Porcellino e Pietro di Benincasa.
217
1306 gennaio 31
cc. 115v-116v VAI ALLA PAGINA
“Jura habita a Thome et Naddo et Guiduccio in domibus de Grosseto”
Guiduccio del fu Burnaccio, procuratore dei fratelli Tome e Naddo del fu Giovanni, cede per 130 lire i propri diritti su delle case poste nel terzo di San Giorgio a Grosseto che furono del detto Giovanni.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: messer Fazio del fu Picciuolo Gallerani, Gerico di Dietaviva, Mino di Bonaventura e ser Arrigolo di Paolo notaio.
218
1306 gennaio 31
cc. 116v-117r VAI ALLA PAGINA
“Jura habita a Thome et Naddo et Guiduccio super bonis domini Angeli”
Guiduccio del fu Burnaccio, procuratore dei fratelli Tome e Naddo del fu Giovanni, per 67 lire e 41 fiorini d’oro cede i diritti sui crediti che messer Angelo del fu Marignano detto Angirello da Grosseto doveva loro riguardo a 45 lire e 41 fiorini d’oro.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: messer Fazio del fu Picciuolo Gallerani, Gerico di Dietaviva, Mino di Bonaventura e ser Arrigolo di Paolo notaio.
219
1306 gennaio 31
c. 118r-v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia generalis habita a Guiduccio Thome et Naddo”
Guiduccio del fu Burnaccio, procuratore dei fratelli Tome e Naddo del fu Giovanni, cede i diritti su tutti i beni che furono di messer Angelo del fu Marignano detto Angirello da Grosseto.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: messer Fazio del fu Picciolo Gallerani, Gerico di Dietaviva, Mino di Bonaventura e ser Arrigolo di Paolo notaio.
220
1306 gennaio 31
c. 119 VAI ALLA PAGINA
“Questio Guiduccius pro se et Thome et Naddo promisit tenere domos de Grosseto pro hospitalis”
Guiduccio del fu Burnaccio, procuratore dei fratelli Tome e Naddo del fu Giovanni, riconosce di vivere in una casa, posta a Grosseto nel terzo di San Giorgio di proprietà dell’ospedale, che fu di messer Angelo del fu Marignano detto Angirello.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: messer Fazio del fu Picciolo Gallerani, Gerico di Dietaviva, Mino di Bonaventura e ser Arrigolo di Paolo notaio.
221
1306 gennaio 31
cc. 119v-120r VAI ALLA PAGINA
“Domini Restauri et heredum Guidonis Juncte”
Guiduccio del fu Burnaccio, procuratore dei fratelli Tome e Naddo del fu Giovanni, cede tutti i diritti e le donazioni al rettore Ristoro e agli eredi di Guidone di Giunta.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: messer Fazio del fu Picciolo Gallerani, Gerico di Dietaviva, Mino di Bonaventura e ser Arrigolo di Paolo notaio.
222
1306 gennaio 31
cc. 120r-v VAI ALLA PAGINA
“Cautio recepta a Guiduccio pro hospitali et domino Restauro”
Guiduccio del fu Burnaccio, procuratore dei fratelli Tome e Naddo del fu Giovanni, pone fine e dichiara compiute le obbligazioni e i patti stipulati con il rettore Ristoro.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: messer Fazio del fu Picciolo Gallerani, Gerico di Dietaviva, Mino di Bonaventura e ser Arrigolo di Paolo notaio.
223
1306 febbraio 4
c. 121r VAI ALLA PAGINA
“Recongnitio poderis de Tressa quod fuit Memmi”
Vanni del fu Bartalino si impegna a lavorare in un podere posto nella contrada di Sant’Angelo presso Tressa che fu di Memmo di Viviano di Gugliemo ed ora di proprietà dell’ospedale.
Presso Cuna; Testimoni: Ciolo di Grazae e Nero di Gianni.
224
1306 febbraio 4
c. 121r VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Guidonis Boncii et domine Ugolinelle eius uxoris”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblati Guido del fu Bencio e la moglie Ugolinella.
Testimoni: Feo di Giunta, Dota di Giovanni e Pasquale di Ventura.
225
1306 febbraio 4
c. 121v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a monasterio Sancti Prosperi”
Frate Giovanni del fu Bondia (Bondie) sindaco del monastero di San Prospero dichiara d’aver ricevuto 2 staia di frumento, 2 staia di vino e 10 soldi di denari.
In Siena; Testimoni: Feo di Giunta, Dota di Giovanni e Pasquale di Ventura.
226
1306 febbraio 4
cc. 121v-122v VAI ALLA PAGINA
“Conductio vinee de Ravacciano que fuit Lorençi Donati”
Ghezzo del fu Ranieri prende in affitto per 5 anni una terra con vigna, due case, quattro tini, canneto e palmento per un canone annuale di 65 lire.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Ghino di Mazzuolo, Balduccio di Sozzo e Durazzo di Ranieri.
227
1306 febbraio 4
c. 122v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus communis inter hospitale et fratres Sancti Agustini ”
Alberto del fu Guido del popolo di San Pietro in Castelvecchio prende in affitto per 42 soldi una casa con solaio di proprietà dell’ospedale e dei frati eremiti di Sant’Agostino.
In Siena; Testimoni: Ruggero di Daniello e Magino di Giunta.
228
1306 febbraio 4
c. 122v VAI ALLA PAGINA
“Pensio alterius habituri domus predicte”
Nuccio di Buomidito del popolo di San Pietro in Castelvecchio prende in affitto la casa che sta nel piano superiore della casa descritta nel rogito precedente.
In Siena; Testimoni: Ruggero di Daniello e Magino di Giunta.
229
1306 febbraio 26
cc. 123r-v VAI ALLA PAGINA
“Conductio cuiusdam petie terre de Terraia”
Giunta del fu Piero da Vignano con la moglie Ogliente e i figli Riccio e Piero -quest’ultimo con la moglie Benesia- prendono in affitto per 29 anni, con un canone annuo di 12 lire, un pezzo di terra posto nel popolo di San Giorgio a Papaiano nel poggio di Terraia.
In Siena; Testimoni: Guccio di Giovanni, Giontino di Guglielmo e Nello di Guido.
230
1306 febbraio 26
c. 124r VAI ALLA PAGINA
“Conductio poderis de Sancto Laçaro”
Guidarello del fu Orlando da Querciola e il figlio Chello prendono in conduzione per 5 anni a mezzadria un podere con casa, vigna e altri possedimenti posto nella contrada di San Lazzaro, presso Valle Sorre, che era solito lavorare Bindo di Carbone.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Vitale di Lucchese.
231
1306 febbraio 26
c. 124v VAI ALLA PAGINA
“Denari quos dicti meççaiuoli dare debent”
Guidarello del fu Orlando da Querciola e il figlio Chello si costituiscono debitori di 7 lire e 6 soldi per 10 capi di bestiame.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Vitale di Lucchese.
232
1306 febbraio 26
c. 124v VAI ALLA PAGINA
“Debitum ser Filippi de centum libre”
Ser Filippo del fu Ventura presbitero di Santa Luce si costituisce debitore di 100 lire di denari senesi per una casa posta nella contrada di San Sano Logarardi, del valore complessivo di 200 lire, che terrà ad usufrutto per tutta la sua vita.
In Siena; Testimoni: ser Pagno di Bocchetto e Durazzo di Ranieri.
233
1306 febbraio 26
c. 125r VAI ALLA PAGINA
“Liberatio habita a domino Jacoppo et a domina Beccha de xv libre denari”
Giacoppo del fu messer Giberto Mariscotti e la moglie Becca rinunciano a un credito di 15 lire -su una somma totale di 30 lire- che l’ospedale doveva loro e per 100 lire acquisiscono, per tutta la loro vita, i proventi di un pezzo di terra con casa e vigna posto nella contrada di Montalbuccio.
In Siena; Testimoni: ser Paganello di ser Fece, Francesco di Donato e Dietaviva di Donato.
234
1306 febbraio 27
cc. 125v-126r VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam petie terre facta a Parmino et filiis”
Parmino del fu Ildibrandino da Cuna e i figli Balduccio e Vannuccio vendono un pezzo di terra, in parte con lama, posto nella curia di Monteroni Val d’Arbia nel luogo detto Padule per 137 lire che si dichiarano già riscosse.
Presso la villa di Cuna; Testimoni: Guidone di Ranuccio e Nuto di Nero.
Segue la presa di possesso del bene, il 31 febbraio, davanti i testimoni Nuto di Neri e Niccoluccio di Fuccio. Il 5 marzo vi è la fideiussione di Giunta del fu Pievano da Colle Malamerenda che si impegna nei confronti del creditore a soddisfare il pagamento, davanti i testimoni Ugolino di Giovanni presbitero, Meo di Iacomo e Mino di Ghino.
235
1306 marzo 1
cc. 126v-127v VAI ALLA PAGINA
“Donatio rerum de Maciareto facta a filiabus domini Andrea de Accherigi”
Agnesina e Gemmina figlie del fu messer Andrea di messer Arrigolo Accherigi, fedecommesse della madre Raniera, donano, per mezzo d’Andrea frate guardiano dei frati minori, i beni posti nel distretto della fortezza di Macereto nel luogo detto Farneta, secondo le volontà testamentarie della madre, e un bosco posto nella medesima contrada nel luogo detto Ponticelle che è delle due figlie, a condizione che l’ospedale riservi i proventi dei possedimenti ai poveri e non possa venderle, pena la nullità della donazione.
In Siena; Testimoni: Ciano di Sinibaldo, Buglione di Giovanni, Meo di Ghino e Baldo di messer Tolomeo.
236
1306 marzo 8
c. 128r VAI ALLA PAGINA
“Tenuta possessionis de fornacibus Sancti Laçari”
Frate Raniero di Benincasa, per conto dell’ospedale, prende possesso di un pezzo di terra e vigna, posto nella contrada Fornace di San Lazzaro nei pressi di Siena, secondo quanto voluto dalle volontà testamentarie di monna […].
Presso il bene donato; Testimoni: Michele di Buonaguida, Viva di Bencivenne.
237
1306 marzo 9
c. 128r VAI ALLA PAGINA
“Conductio dicte rei”
Ghino di Biringuccio del popolo di San Mamiliano, il quale dimora presso la contrada Fornace di San Lazzaro, prende in conduzione a mezzadria un pezzo di terra e vigna posto nella contrada suddetta.
Presso il pezzo di terra detto; Testimoni: Andrea di Benvenuto e Giovannello di Dietaiuta.
238
1306 marzo 7
cc. 129r-130r VAI ALLA PAGINA
“Donatio domus que fuit Mini de Sagnano”
Mita del fu ser Simone notaio e vedova di Iacomo di Dietavive detto Mino da Sagnano, esecutrice testamentaria del marito defunto, dona una casa posta nel popolo e contrada di San Giacomo, e dichiara d’aver ricevuto 25 lire che l’ospedale doveva al marito. Si aggiunge, inoltre, che Mita potrà usufruire della detta casa con il relativo magazzino sottostante (cellarii inferius) ad eccezione del terreno sotto casa riservandole però la possibilità di transitare in esso.
In Siena presso la casa detta; Testimoni: ser Gherardo di Capitano, Piero di Sabolino e frate Gregorio di Bencivenne.
239
1306 marzo 7
c. 129v VAI ALLA PAGINA
“Depositionis quod habet Palmeruccius et Guglielminus de C libre”
Palmeruccio e Guglielmo figli del fu Paganello di Guarniero mercante senese del popolo di San Martino riconoscono di avere in deposito 100 lire dell’ospedale per 5 anni a loro rischium et fortunam.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Guglielmo di Pietro, Vanni di Tese e Guarduccio di Crescenzo.
240
1306 marzo 21
c. 130r VAI ALLA PAGINA
“Pensio vinee de Cierchiaia”
Cino di Barone e Nuccio Ventura, ambedue da Cerchiaia, prendono in affitto per un anno una vigna posta nella contrada detta per un canone annuo di 9 lire.
In Siena; Testimoni: ser Incontro di Baldo e Durazzo di Ranieri.
241
1306 marzo 13
c. 130r VAI ALLA PAGINA
“Pensio fornacis de Bibbiano”
Puglino di Nuccio da Saltenanno prende in affitto per 9 anni un pezzo di terra di uno staio di frumento con una fornace, posto nel distretto e contrada di Bibbiano Guiglieschi per 11 lire annuali.
In Siena; Testimoni: Guccio di Giovanni e ser Menco di Fiere.
242
1306 marzo 26
cc. 131r-v VAI ALLA PAGINA
“Pretio cuiusdam possessionis de Sancto Angelo ad Tressam”
Lello del fu Bencivenne da Sant’Angelo a Tressa, la moglie Ricca e Nero del fu Andrea dall’Isola Val d’Arbia vendono, per 37 lire e 10 soldi, un pezzo di terra con vigna e lama posto nella contrada di Sant’Angelo a Tressa nel luogo detto Ponte Grosso.
In Siena; Testimoni: Vannello di Ventura, Guidino di Nero e Ristoruccio di Cristoforo.
243
1306 marzo 28
cc. 132r-133r VAI ALLA PAGINA
“Donatio cuiusdam possessionis de Toiano facta a Thomino”
Tomino del fu Rustichello del popolo di San Cristoforo dona all’ospedale un pezzo di terra, vigna e due tini posti nella contrada di Toiano. Si aggiunge, inoltre, che a Tomino spetta l’usufrutto e i proventi dei detti beni finché vivrà e, alla sua dipartita, se l’ospedale vorrà venderli dovrà saldare 100 lire al convento dei frati predicatori di Siena, 100 lire ai frati minori e altre 100 lire ai frati di Santa Maria dei Servi.
In Siena; Testimoni: messer Scozia del fu messer Renaldo Tolomei, Vanni di Tese e ser Giovanni Nigro.
244
1306 marzo 26
c. 133v VAI ALLA PAGINA
“Oblatio Bencinennis Chucina”
Il Rettore e il Capitolo accolgono come oblato Bencivenne del fu Bencivenne, detto Bencivenne Cucina, il quale dona all’ospedale ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Guglielmo di Pietro e Durazzo di Ranieri.
245
1306 marzo 26
c. 136r VAI ALLA PAGINA
“Remissio facta a Berardo a domina Bruna eius uxore”
Berardo del fu Piero e la moglie Brina cedono all’ospedale i propri diritti su di una casa, terra, vigna e possessioni.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Bonaventura di Giberto e Durazzo di Ranieri.
246
1306 maggio 4
c. 136v VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que est iuxta Episcopatum”
Guiduccia del fu Guido da Montaperti, la quale vive a Siena nel popolo di San Giovanni, prende in affitto per due anni una casa dell’ospedale al pianterreno posto nel popolo di San Giacomo, a eccezione del magazzino (excepto cellario), per un canone annuale di 6 lire.
In Siena; Testimoni: Giusto di Michele e Durazzo di Ranieri.
247
1306 maggio 4
cc. 136v-137r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que fuit Baldi Bianchi”
Simone del fu Renaldo maniscalco del popolo di San Giovanni prende in affitto per un anno un terreno e un solaio, sottostante una casa dell’ospedale, e mezzo magazzino (cellarii) posti nel popolo detto e contrada di Vallepiatta, per un canone annuale di 3 lire.
In Siena; Testimoni: Guidarello di Orlando e Durazzo di Ranieri.
248
1306 maggio 9
cc. 137r-v VAI ALLA PAGINA
“Conductio cuiusdam petie terre et vine de fornacibus Sancti Lacçari”
Cenne del fu Accorso con la moglie Buona prendono in affitto per 29 anni un pezzo di terra e vigna, posti in contrada Fornace di San Lazzaro, per un canone annuo di 12 lire impegnandosi a costruire nel detto possedimento una casa con tetto in tegole e una capanna del valore di 50 lire.
In Siena; Testimoni: Viva di Gregorio, Nello di Guido e Guccio di messer Iacomo.
249
1306 maggio 14
cc. 138r-v VAI ALLA PAGINA
“Conductio poderis de Sancto Fabiano”
Nanni del fu Ventura prende in conduzione a mezzadria per tre anni un podere posto nella contrada di San Fabbiano di Val d’Arbia.
In Siena; Testimoni: Netto di Maffeo e Ruggero di Daniello.
250
1306 maggio 16
cc. 138v-139r VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam petie terre que fuit Mesticcii”
Il presbitero Ugo del fu Ugone che dimora presso l’ospedale, fedecommesso ed esecutore testamentario di Michele del fu Orlando detto Mesticcio, vende per 130 lire -che risultano riscosse- un pezzo di terra posto nel distretto e corte di Serre nel luogo detto Campo Larci.
In Siena presso l’ospedale; Testimoni: Vanni di Barbaglione e Corrado di Beltramo
250
1306 maggio 21
cc. 139r-v VAI ALLA PAGINA
“Emptio cuiusdam petie terre de Castello in Villa”
Ugolino del fu Riguccio da Santa Maria a Sesta, per 3 lire e 14 soldi –che risultano già riscosse- vende un pezzo di terra posto nella curia di Castello in Villa nel luogo detto Vallone Cavasodo.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Guidone di Accorso
251
1306 giugno 2
cc. 139v-140r VAI ALLA PAGINA
“Refutatio habita a Guccio Mini Mancini super bonis Fortarighi donatis hospitali”
Guccio del fu Mino di Mancino di Stefano da Siena rinuncia ai propri diritti sui beni donati all’ospedale da Fortarrigo di messer Chiarmontese posti nella curia e distretto di Corsignano.
Presso la contrada di San Mamiliano; Testimoni: Simone di Fortarrigo e Giovanni di Cecco da Colle Val d’Elsa frate predicatore.
252
1306 giugno 7
c. 140r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que est in plano Sancte Marie”
Viva del fu Nero orefice del popolo di San Giovanni prende in affitto per due anni una casa posta nel popolo detto e contrada del piano di Santa Maria, per un canone annuo di 10 lire.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cola di Martino.
253
1306 giugno 10
c. 140v VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a domino Meo Tigolei Judice”
Messer Meo di Tigoleo giudice senese dichiara d’aver ricevuto 25 lire che gli spettavano a seguito della morte di Puglia del fu messer Guidone Ponzi.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e ser Guglielmo di messer Gonnella notaio.
254
1306 giugno 10
cc. 140v-141v VAI ALLA PAGINA
“Donatio cuiusdam vine de monistero et medietatis unius domus quam fecit domina Benvenuta uxor olim Orlandini Pieri”
Benvenuta figlia del fu ser Guglielmo di Rustichello e vedova di Orlandino di Piero da Monastero di Sant’Eugenio dona mezza casa, posta nel popolo di Abbadia all’arco, e un pezzo di terra con casa, vigna e canneto posti presso la contrada di Monastero di Sant’ Eugenio nel luogo detto Casale.
In Siena; Testimoni: Andrea di Ventura, Ristoro di Franco, Cennino di Iacomo e Nello di Guido.
Segue la tenuta dei beni: il 2 luglio la casa, dinanzi ai testimoni Agnolo di Giovanni e Simone di Feo, e il 3 luglio il possedimento, dinanzi Nuccio di Bencivenne detto Testa e Tancredi di Cittadino.
255
1306 giugno 11
c. 142r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus de Ovile”
Nuto del fu Casino lanaiolo del popolo di San Pietro a Ovile prende in affitto per un anno una casa nel detto popolo nella contrada di Ovile con un canone annuo di 4 lire.
In Siena; Testimoni: Fece di Riccardo e Vanni di Grazia.
256
1306 giugno 11
cc. 142r-v VAI ALLA PAGINA
“Affictus quem solvere debet Jannes Rugghi et filii de Curliano”
Gianni del fu Ruggo da Curliano, il figlio Binduccio detto Potente, Piccardo di Mino, Tura del fu Manetto del popolo di San Pietro di Castelvecchio e Mino del fu Ildibrandino del popolo di San Martino si impegnano a dare 10 moggia e 21 staia di frumento per l’affitto di un podere dell’ospedale posto nella contrada di Curliano.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Casino di Cecco.
257
1306 giugno 16
c. 142v VAI ALLA PAGINA
“Pensio furni quem tenet Martinus”
Martino del fu Burnetto fornaio del popolo di San Giovanni prende in affitto una casa per 32 lire.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Guccio di messer Iacomo.
258
1306 giugno 21
c. 143r VAI ALLA PAGINA
“Quittançia habita a frater Massaino”
Frate Massaino del fu Compagno, dell’ordine dei frati gaudenti, dichiara di aver ricevuto 5 lire secondo quanto stabilito in un patto stretto con l’ospedale.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e ser Arrigolo di Paolo.
259
1306 giugno 28
c. 143r VAI ALLA PAGINA
“Pensio domus que est in plano Sancte Marie quam tenet Bordinello”
Bordinello del fu Tura Bordini bastiere di Siena prende in affitto per due anni una casa, posta nel popolo di San Giovanni nel piano di Santa Maria, per un canone annuo di 7 lire.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Guccio di messer Iacomo.
260
1306 aprile 30
cc. 143v-146r VAI ALLA PAGINA
(Lasciti testamentari di ser Bonaventura di Medico)
In Siena presso l’ospedale dinanzi ai testimoni Mino di Ghino e Guccio di messer Iacomo si consegna un doppiere di cera del peso di 5 libre alle seguenti chiese e monasteri: San Giovanni, Duomo, San Marco, Sant’Angelo a Montone, Santo Stefano, San Salvatore, San Marco, Sant’Andrea, Abbadia all’arco, San Pellegrino, Santa Maria dei Servi, frati Umiliati, Sant’Egidio, San Paolo, San Vincenzo, San Pietro ad Ovile, San Desiderio, San Leonardo, Magione del Tempio, San Prospero, Abbadia San Donato, San Giorgio, San Pietro alle scale, San Vigilio, San Donato, frati di Sant’Agostino, Sperandie, San Quirico, San Pietro in Castelvecchio, Santa Maria del Carmine, frati predicatori di Siena, San Martino e San Giusto, San Cristoforo, Abbadi Nuova, San Bartolomeo e San Basilio, Santa Maria Maddalena.
Il medesimo doppiere ai frati di Santa Croce il 2 maggio dinanzi ai testimoni: Durazzo di Ranieri e Ruggero di Daniello; il 4 maggio a Sant’Antonio dinanzi a Durazzo di Ranieri e Guccio di messer Iacomo; il 10 maggio a San Giacomo e Santa Margherita dinanzi a Durazzo di Ranieri e Ruggero di Daniello; il 21 maggio alle religiose di San Lorenzo dinanzi ai testimoni Ghino di Zucchelo e Mino di Ghino.