Il ms. D 113 dell’Archivio di Stato di Siena
TRASCRIZIONE E ANNOTAZIONI
a cura di Mario De Gregorio e Doriano Mazzini
1r[1]
[2r (n. a. IIa)] Prima impresa o insegnia dell piissimo Spedale Grande di Santa Maria della Scala di Siena[2]
Il beato Sorore fu già tersiario di Santo Agostino la quale Religione in Siena anticamente hebbe origine al Laterino, vicino alla casa de genitori del beato, la quale Religione già militava sotto il titolo della santissima Trinità e di san Giovanni Battista, e l’anno 1258 tornonno nel colle di Santa Agata alle Castella a dove sono hoggi e per questo lo Spedale fu commemorato della santissima Trinità, e di santo Sebastiano …. [testo abraso] la peste. A foglio 1.
[2v (n. a. IIb)] Adi 4 gennaio 1717 fu letta
Prima pietra
Nella pietra che è sopra alla porta del palazzo del signor rettore dello Spedale si legge come da basso
Anno Domini M.C.C.LXXXX factum est istud Palatium Tempore Domini Orlandi de Clusure Rectoris Hospitalis de Pecunia Hospitalis.
Vedi in questo a foglio 60 altra facciata.
Il palazzo per l’habitattione del signor rettore dello Spedal[e] fu fatto al tempo di missere Orlnelo [sic per Orlando] di Guglielmo dottore da Chiusure rettore il quale fu eletto il dì primo novembre 1286 e morì il 4 febbraio 1294, e si legge nella pietra dalla porta di detto palazzo a spese dello Spedale et era il tetto tutto andante, dal primo piano.
E l’anno 1482 al tempo di missere Cino di Francesco Cinughi rettore il detto palazzo diede principio a fare il piano di sopra di esso hoggi cappanna, levò il tetto e la fabbrica restò in perfetta come a Conti Correnti rossi foglio 186[3].
[3r (n. a. 1r)]
[3v (n. a. 1v)] All’illustrissimo signor signor e padron mio sempre colendissimo
Il signor cavaliere Antonio Ugolini nuovo rettore, e
cavaliere aureato dello Spedal Grande di Siena
Nell’uscire alla luce questo piccolo ristretto in pochi fogli, dell’origi(ne) o principio, di questo Spedal Grande di Santa Maria della Scala; or ha per aventura bisogno d’implorare, secondo l’uso comune l’altrui patrocinio: perché la verità da me conosciuta è bastante scudo a se stessa, e le mie fatighe impiegate per sola devottion(e) non dee, per non perdere il merito, oprare il dispregio, né sollecitare il favore. Ho io non di meno stimato bene, che si convenga fare al suddetto origine, o principio dello Spedale, portare sul frontespizio il chiaro nome di Vostra Signoria Illustrissima, acciò che sostenendo ella così degnamente il benigno governo di questa pia, e santa casa conosca ad un tempo istesso, quello che è suo, rechi all’opera tanto di luce, che altri facilmente se ne invaghischino, e se ne approfittino. L’humiltà dello stile, figlia della mia debolezza scemando il pregio alle cose per se stesse riguardevoli; potrebbe senza dubbio intepidire quella pietà o curiosità, che io con ogni industria dovvrei provocare nell’animo altrui.
Ma il vedersi qui Vostra Signoria Illustrissima esser stata ben giusto titolo interessata promette attenzione a queste mie poche fatiche, imperoché io prendo ferma speranza, che altrui non lasceranno d’imita(re) la sua gran devottione. Hor non supplico Vostra Signoria Illustrissima di sadisfarsi questo atto del mio riverentissimo ossequio: perché ben posso esser sicuro suo benigno gradimento quando considero, che lusingho nella prima viva parte il suo genio col tacer le sue lodi, e qui a Vostra Signoria Illustrissima humilissimo mi inchino
Dallo Spedale Grande di Siena
il primo luglio 1720
Servitore humilissimo
Girolamo Macchi Scrittore
[4r (n. a. 2r)] Il repertorio delle cose diverse che sono nel presente libro
Discorso sopra alla vita del beato Sororea foglio 1
Due sonetti sopra il beato Sorore da Siena foglio 5
Memoria delli due libri stampati della vita del suddetto 5
Origine dello Spedale di Santa Maria della Scala 6
Primi savi a foglio 7
Luoghi diversi, dove si vede dipento il beato Sorore 8
Visite fatte dall’arcivescovi di Siena al beato Sorore 10
Il beato Agostino Novello dipento in Pellegrinaio 10
Del beato Sorore notisie come a foglio 10. 11. secondo
Ordine della festa di marzo, e sante reliquie foglio 11. 30
Arme della Balsana di Siena a foglio 11
Archivio dello Spedale foglio 11
Consulta dello Spedale possa decidere cause foglio 11
Che detta Consulta senza licenza non possa vendare 11
Dare desinare a 12 povari 3 volte la settimana 12
Messa per l’infermarie dello Spedale foglio 12
Li notari sono obbligati denuntiare li testamenti foglio 12
Pitture che sono sotto il tetto nella piazza foglio 12. 25. secondo
Murelli che sono sotto il detto tetto foglio 12. 83
Accordo con li canonici per potere seppellire 12
Il podere della Querciuola lassato per le sante reliquie 12
Si fece il luogo per tenere le sante reliquie 12. 12
Ciborio di bronzo dello Spedale hoggi nel Duomo 12
Riforma de capitoli, o ordini dello Spedale 12
Le Religioni per le 2 messe il 25 marzo 12
Testa di Santo Stefano mandata a Pisa 12
Don Pio Nuti Olivetano rettore stato 12
Accordo con il vescovo per causa de dati a posto 12
Braccialetti o appoggiatoi di pietra 12
Acquaio di marmo dentro in refettorio 12
L’arte di fare calze le fanciulle dello Spedale 12
Altari antichi, che erano nella chiesa 12
[4v (n. a. 2v)] Il Comune di Siena per li prigioni il 25 di marzo 12
Cresima fatta nella chiesa dello Spedale 12
Congregazione de sacri chiodi origine nello Spedale foglio 13
Congregazione delle vergini Refugio e Abbandonate foglio 13
Chiesa dello Spedale si ingrandischi foglio 13
Case 6 vendute al signor Petrucci hoggi palazzo di Sua Altezza Reale foglio 13
Deputati dello Spedale in aiuto del signor rettore foglio 13
Eredità ab intestato de figli, e figlie dello Spedale foglio 13
Franchigia di gabelle dello Spedale foglio 13
Fanciulle, e fanciulli dello Spedale a foglio 13
Fanciulle grandi dello Spedale per la pigione foglio 14
Infermi, e inferme si tenga conto come a foglio 14
5 letta fatte nello Spedale, per li nobili a foglio 14
Più e diversi letti fatti nello Spedale a foglio 14
Desinare in refettorio per le solennità a foglio 14
Pellegrinaio per gli uomini come a foglio 14
Privilegi datii il Comune di Siena allo Spedale foglio 14
Piazza dello Spedale già era cimiterio a foglio 14
Sepolture diverse dello Spedale a foglio 15
Testa di santo Galgano nello Spedale a foglio 15
Scaloni di marmo fatti per andare ne dormentori foglio 15
Le sepolture da santa Crestina si restaurò foglio 15
Quadro della Santissima Trinità nel cortile a foglio 15
Quadro grande di santo Michel Arcangelo a foglio 15
Candelieri di argento, e altri fatti di nuovo a foglio 15
Seminario Soleti e sua origine a foglio 16
Lemosine di pane, e vino che si facevano foglio 16
Ministri dello Spedale, se erano offesi si spenda come a foglio 16
Altari che erano nella chiesa a foglio 11
Ciborio, o tabernacolo di bronzo in Duomo di contro foglio 15 e 18
Cappanna sopra la sala del signor rettore fatta l’anno 1479 foglio 17
[5r (n. a. 3r)] Reliquie venute allo Spedale l’anno 1359 foglio 17-17
Pontefici, imperatori, e altri benefattori dello Spedale a foglio 17:18
Impresa antica dello Spedale foglio 7[4]
Ciborio e altro foglio 18:19
Governo dello Spedale foglio 18.19
Fameglia che giornalmente governa lo Spedale a foglio 20
Lemosine di medicamenti e pane che si dava a foglio 21
Altre memorie, e notizie come a foglio 21 sino a foglio 23
Della chiesa dello Spedale, compagnia e chiesa, come a foglio 23
Altre notizie dello Spedale da foglio 23 sino a foglio 25
Paga di perpetue l’anno a più luoghi pii a foglio 25 foglio 26 del B
Delle sue grancie, o fattorie da foglio 26 sino a foglio 28 prima
Delli spedali ad esso sotto posti come a foglio 29 sino a foglio 30
Entrata, e uscita generale dello Spedale come a foglio 31:32
Nomi de rettori che hanno governato questo Spedale 33:34:35
Università e arti, che fanno l’offerta al detto Spedale foglio 36
Informattione dello Spedale al conte di Virtù duca di Milano 37
Relattione dello Spedale di Santo Spirito di Roma 45
Origine dello Spedale di Santa Maria della Scala in Fiorenza 53
Relattione dello Spedale di Santa Maria Nuova di Fiorenza 54
Benefattori, che [h]anno lassato buone somme allo Spedale a foglio 58
Spedale antico e sua figura di questo di Siena a foglio 59
Figura della facciata di hoggi dello Spedale suddetto a foglio 60
Origine delli suoi spedali sotto posti da foglio 61 sino a foglio 65. 82
Padronati di più chiese e cappelle, che possiede da foglio 66 a foglio 67
Origine e figure delle sue grance o fattorie da foglio 68 sino 81
Più memorie da foglio 82 sino a grance vecchie foglio 84
Memoria di tutti li vescovi, e arcivescovi di Siena che ha messi in possesso,
come compadrone dell vescovado dall’anno 1298 in qua, all’anno 1715 a foglio 85
Bonificamenti, e resarcimenti fatti dal signor cavaliere Antonio Ugolini
rettore come si dice in questo foglio 86
[5v (n. a. 3v)] Chiese e cappelle che conferisce la Consulta dello Spedale a foglio 25
Chiese e cappelle che conferisce il signor rettore dello spedale a foglio 25
Titoli delli altari nella chiesa dello Spedale a foglio 88
Giorni di residenza in chiesa dello Spedale a foglio 89
Le grancie vecchie che possedeva lo Spedale a foglio 84
L’anno 1390 la Balìa di Siena elesse numero 8 deputati primi per il buon governo dello Spedale foglio 8[5]
Incoronatione della beata Vergine Maria nella nicchia in chiesa 25. 2°
L’anno 1390 il dì 7 settembre la Balìa di Siena, fece li primi sotto scritti deputati, o savi per il buon governo dello Spedale come si vede il contratto tra li contratti de privilegi de magistrati nella stanza de contratti e furono cioè[6]
Landoccio Fatti Piccolomini, Carlo Rigoli Malevolti
Conte, Conti banchiere, Bartolomeo di Francesco Buonagionte
Gabbriello di Pietro Azzone mercante
Bonaventura di Tura Bartali ritagliere
Giovanni di Mino Neri, Giovanni Galgani merciaro[7]
L’anno 1328 nel libro in 4° foglio delle Perpetue che lassò misser Giovanni di Tese Tolommei rettore in foglio 3 si trova che ci era l’angelo e la santissima Nuntiata il sabbato ci deve stare il lume ardente[8].
L’anno 1351 nello Spedale per fare il nuovo rettore del medesimo che fu missere Buonconte di Casa Conti sanese e furono a eleggere il medesimo numero 44 frati come per rogito di ser Angelo notaro, come si vedono descritti nella cartapecora per estenso nell’archivio di detto Spedale tutti dello Spedale[9].
Spese fatte per la cappella della musica nella chiesa dello Spedale come si vede il foglio in questo a foglio 27.
[6r (n. a. 4r)] L’anno 1356 il 5 aprile lo Spedale di Santa Maria della Scala, possedeva l’infrascritte grancie, come si vede nel libro dell suddetto anno esistente nella stanza de contratti in foglio 5. E in questo a foglio 84 le grancie vendute[10].
- Spedale di Fiorenza, fra Iacopo Tura vicario frate Pietro cancelliere foglio
- Santo Gimigniano fra Sano granciere e frate Pio suo compagno
- Poggi Bonzi frate Francesco spedaliere spedale di Calcinaia deliberattioni 1378 foglio 18
- Cuna frate Salvi Iacomi granciere e compagni
- Tressa frate Pietro Ancilli
- Sante Marie frate Ranuccio
- San Quirico frate Lorenzo
- Val di Orcia frate Giovanni
- Monticchiello frate Michele e compagno
2 Serre frate Mino Giuchi e compagno
- Campagnatico frate Mariano e compagno
- Sasso di Maremma Marco Mini
- Monte Pescali fra Pietro Corsi granciere
- Grosseto frate Ricco Ricci granciere
- Abadia al Fango frate Tofano
- Santo Angelo in Colle frate Niccolò Succi 22
5 frati dello Spedale che vivano del loro fuori di casa [foglio] 4 numero 5
15 frati che stanno fuori e conventuali come a foglio 4 numero 15
25 frati conventuali in casa come a foglio …[11] numero 25
7 donne che vivono in casa fuori del convento come a foglio 14 numero 7
5 donne non offerte come a foglio numero 5
79
Di contro
Alli statuti primi dello Spedale dell’anno 1266 in foglio 3 ci dice che il rettore dello Spedale, deve essere cavaliere, e ricevere dal reggimento la centura della cavalleria e sia almeno di anni 40. Come in questo a foglio 33[12]
[6v (n. a. 4v)] Nel libro con santo Giovanni esistente nella stanza de contratti, nell’archivio dello Spedale in foglio 35 si legge come da basso ciò per causa della chiesa della Santissima Trinità nel Laterino il venerabile vuomo Giovanni di Cecco di Giovanni Ugurgieri rettore e procuratore della chiesa parrocchiale di Santo Giovanni Battista di Corsano costituito avanti missere Lodovico abbate di Santo Galgano del Ordine cistersciense, e commissario apostolico, e giudice delegato dal papa Bonifasio, renunziò al detto abbate, la chiesa della Santissima Trinità fuori della porta del Laterino, e consegnò la detta pieve al venerabile vuomo Niccolò di Cecco di Giovanni Ugurgieri cherico sanese, come per rogito di ser Bartalomeo di Iacomo da Radicondoli, e ciò fu il 19 aprile 1402[13].
Per la riprova della Religione de padri di Santo Agostino, quando stavano al Laterino sotto il titolo della Santissima Trinità che il beato Sorore fondatore dello Spedale n’era tersiario.
L’infrascritti imperatori presero in protettione questo Spedale come per suoi privilegi originali nell’archivio di detto Spedale ali transunti nel libro di Esentioni in foglio 1 di detto Spedale a quali etc[14].
Errico imperatore il 17 febbraio
1241 Errico imperatore il 17 marzo
1313 Errigo Settimo imperatore il dì 9 maggio 1313.
E li originali sono nella stanza de Contratti tra le memorie dello Spedale tutti tre insieme.
[7r (n. a. 1r)] Del beato Sorore da Siena
Fondatore del grande Spedale di Santa Maria della Scala di detta città il quale venne alla luce il 25 di marzo dell’anno 832.
Nacque Sorore di Pietro, e Grasia suoi genitori i quali illustrorno l’oscurezza della fameglia, non meno con la propria che con la virtù del figlio. Non fu maraviglia che in quella casa fiorisse la virtù nella quale forse habitava più la gratia di Dio, che l’istessa Grasia madre di Sorore, la quale avanti al parto di questo eroe del Paradiso vidde in sognio se pure non fu visione alcune scale lunghissime che dalla terra poggiavano al cielo, et il suo figlio quale era per partorire di momento le saliva alla presenza di molti circostanti, che ne restavano stupefatti. Bel presagio di quello, che doveva fare Sorore, quando fusse venuto alla luce del mon[do] e forse la donna puotè indovinare, che per la grand[e] pietà del futuro figlio doveva fondarsi in Siena il grande Spedale di Santa Maria della Scala, e che egli con le proprie virtù haverebbe superata quella gran salita. Quando Sorore pervenne all’età docile fu posto ad imparare l’arte che il padre esercitava delle quali una era nobilissima, cioè la pietà, e l’altra plebea, cioè del ciabattino, acciò che i lumi della verità maggiormente spiccassero tra l’ombre del vilissimo artifizio. Cresciuto in età più provetta coltivò le virtù cristiane col vomere delle discipline, e con l’aiuto de digiuni, e con altri sperimenti di mortificattione, cercò d’arrivare all’altezza maggiore della santità. Haveva egli in Siena una picciola casetta, e tanto angusta, che a fatica egli [7v (n. a. 1v)] medesimo, vi poteva anche con grand’incommodo habitare; niente di meno la virtù dell’hospitalità, che nel suo petto teneva seggio non ordenario, la fece capace di molti pellegrini, che per la nostra città passavano. Ed essendo a poco a poco risaputo, non solamente da Sanesi, ma anche da altre nazioni, e prencipi quello che Sorore nella sua povera casetta operava con li poveri viandanti, ne seguì, che in processo di tempo ottenesse non solamente da cittadini buone limosine e ricchi legati, e da prencipi e sommi pontefici preziosi doni, mediante che venne poi il suo tugurio ad ingrandirsi nella maniera e ricchezza che hoggi si vede; ma quando volse gettare i fondamenti di tanta macchina trovò tre scalini di candido marmo, che erano di rimpetto al vicino tempio di Diana consagrato prima e dedicato alla beatissima Vergine Assunta al cielo. Hoggi da noi detta il Duomo e l[a] chiesa Metropolitana di Siena; il numero di quei scalini gli fu un augur[i]o (ma venuto dal cielo) d’amplificare con mag[giore] allegrezza, ed applicazione il già cominciato spedale, e quei gradini insieme con la scala già veduta da sua madre fu occasione di chiamare per l’avenire la casa sua suddetta lo Spedale di Santa Maria della Scala, all’arme o inseg[na] del quale pose la detta scala ponendovi in cima la santa croce acciò che fusse più facile arrivare alla gloria a colui, a cui è aperta la salita alla croce, la quale contrasegnata col titolo della beatissima Vergine era per dare più soav[e] la strada per arrivare a Christo Giesù Signor Nostro.
[8r (n. a. 2r)] Ma benché la Croce defendesse quella caritativa casa, nondimeno l’invidia invitò il demonio ad intorbidare così santa impresa, perché mascheratosi d’humana faccia d’un languido pellegrino, se ne va alla casa di Sorore, e lo prega che lo voglia appresso di sé alloggiare; fu alloggiato con maggior lautezza, che egli non haverebbe voluto, perché Sorore a momento trovò tanto credito, e tanta carità appresso i suoi devoti, che gli fece lautissima cena, la quale fu imbandita dalla carità; cenato che hebbe nel modo però che sogliono mangiare l’angeli, cioè similitudinariamente se ne andò a dormire.
La mattina volendo partire l’hospite ingrato, ed ingannatore rendette (è vero) gratie non ordenarie a Sorore per il cortese e munifico alloggio. È ben vero Sorore, che io sono venuto qua alla vostra casa a buona fede spintovi dalla fama, che voi siate un gran servo di Dio, ma vi ho trovato un grand’inganno, e non posso a bastanza maravigliarmi, né senza gran mio rammarico comportarlo. Io pensavo d’essere stato riceuto da un huomo di conosciuta bontà, e non da uno, che molto meglio sa usare le frodi, che rappezzare le scarpe, e che con i furti sporcasse la tanta di lui celebrata hospitalità. Dunque o Sorore sono io venuto alla tua casa per assicurarmi dalle frodi dell’hosti, e de locandieri con quel poco di argento che mi ritrovo, e tu mel hai involato come se fusse stato un avoltoio avido di denari. Ti giuro che niuno di noi o rimarrà in vita, o se ne partirà invendicato; a queste parole restò attonito Sorore, e non fidandosi a bastanza della sua innocenza curiosamente cercò per tutta la casa, se per sorte havesse potuto havere a trovare la perduta moneta. E non la ritrovando convocò tutti gli altri hospiti seriamente amonendoli che se havessero preso denari d’altri gli restituissero, acciò che [8v (n. a. 2v)] aggravati da tale errore non andassero per giusto giuditio di Dio alle fiamme dell’inferno. La novità di questo fatto percosse tutti nel cuore, e per mostrarsi innocenti, come in effetto erano portorono le loro sacchette o fagotti, vestimenti, e tutto ciò, che appresso di loro havevano, acciò che e Sorore, e ‘l finto, e ciaschedun altro restasse sadisfatto (da questo fatto cominciò dal sopra detto Spedale quella lodevole costumanza, che venendo i pellegrini colà depositino nominatamente a cosa per cosa tutte le loro bagagliole, e cosarelle appresso il pellegriniere dello Spedale, acciò che partendosene dal medesimo le possino a buona fede ricuperare). Ma il bugiardissimo accusatore protestandosi che conosceva tutti gl’altri essere innocenti, dà la colpa al solo Sorore, questo solo chiama in giuditio, e con la sua maledica fecondia tanto disse, quanto seppe, per persuadere non solamente al giudice, ma a molti cittadini, che Sorore era un ladro manifesto. Che farà Sorore innocente privo di ogni aiuto, e protezzione. Determinò difendersi a costo del medesimo scelerato calunniatore; però che mentre il giudice sta in pensiero d’incarcerallo come convinto del furto, e gli si levò un breve dal collo, e lo diede al giudice dicendoli e supplicandolo, che facesse giurare sopra quello (ove erano alcune sante reliquie) l’accusatore che sia vero quello, che avanti al suo tribunale haveva esposto, e poi facesse di lui quanto comportava la giustizia. A queste parole quasi che fusse stato fulminato dal cielo, lo scelerato accusatore, non senza grande strepito disparve. Così il demonio si spogliò dell’assunta apparente humana spoglia, per non esser costretto a dimostrarsi spergiuro a confusione di tanti christiani, che punto vi pensano [9r (n. a. 3r)] e per forza et a suo mal grado servì per maggiormente accreditare la santità di Sorore. E perché lo Spedale faceva progressi maravigliosi il medesimo nemico del genere humano malamente lo sopportava, onde quasi che ferito da tanti effetti di carità, che vedeva verso detto [e] quella santa casa erano cagionati dalla pietà de caritativi Sanesi, e di altri quasi che con il male altrui credesse potersi sollevare dal proprio male afflisse il corpo di Sorore con piaghe stravaganti, le quali meritò con la sua impareggiabil pasienza fussero medicate da un angelo. Ma quelli che non poté fingere con la crudeltà il servo di Dio (tanto e più gravemente) di superarle mediante le finte carezze, mentre che l’assalto insidiosamente la di lui prudenza in forma d’una smarrita fanciulla, la quale mostrava e nel sembiante, e ne gesti non era lontana da fare male, ma quella forma di faccia insidiosa non ispugnò con l’occhi il cuore guarnito di Dio del resto la di lui virtù, ogni giorno più si accresceva, quanto più dal medesimo si cercava di tenerla occulta. Provedde le cose future, et operando sopra ciò che può operare la natura fece molti miracoli come si leggono nella di lui vita. Ma già essendo venuto il tempo, nel quale doveva andare a ricevere in cielo la mercede delle sue sante operazioni, gli apparve la beatissima Vergine, che ne l’assicurò predicendoli, che ciò sarebbe seguito nel medesimo giorno, che ella sarebbe stata assunta in cielo. Dunque essendosi ammalato d’un’ardente febbre (forse di amore) due giorni avanti a quello, nel quale la beatissima Vergine si riverisce, ed honora per la sua santa assunsione in età d’anni sessantasei al concerto de chori angelici, che si sentirono dolcemente risuonare quella santa anima se ne volò insieme [9v (n. a. 3v)] con quelli al Paradiso il dì 15 agosto dell’anno 898.
Fu tenuto il cadavero sopra terra quattro giorni, e se bene era il tempo del sole leone rendé sempre gratissimo odore in segnio della sua incorrotta virtù, dalla quale tutto il popolo sanese fu allettato a riverirlo, anzi che il medesimo sacro cadavero, quando l’anno 1192 fu trasferito nella chiesa del detto Spedale fu visitato, e riverito da innumerabili cittadini, benché non sapessero il fatto di quella traslattione, ma solamente indotti a ciò da una aura soavissima di manifesta santità. In tal tempo le campane, e del Duomo e della chiesa dello Spedale volontariamente sonarono, senza aiuto alcuno, che le movesse. Sono già scorsi 801 anni, che questo santo corpo si trova intero, dimostrando a gl’huomini, che anche la vita e a corpi immortali, quando sono stati animati dalla virtù, e dal cielo, mostra tanti affetti di protettione allo Spedale, quale fondò, che già è cresciuto quasi immenso, come egli haveva predetto e giornalmente ne dimostra maravigliosi miracoli, particolarmente a infermi, o inferme di qualunque grado, che ricorrono devotamente al suo patrocinio in far toccare, camicie o altro al suo beato corpo per porsi poi addosso a detti infermi, che subbito se ne vede l’effetti mirabili di meglioramento o fine di lor male, qual reliquia si preserva sotto l’altare della cappella della beata Vergine Maria detta dell Manto in detto Spedale con grand venerattione e devottione di tutto il popolo e sei volte l’anno, per le solennità maggiori sta esposto sotto il detto altare all’adorattione pubblica. Il tutto a gloria di Signore Dominio Nostro e della beata Vergine Maria avocati di questa casa.
[10r (n. a. 4r)] Doppo della morte del beato Sorore fu governato questo Spedale da Padri, o frati detti di Santa Maria della Scala alli quali haveva il medesimo dato loro la buona regola di vivere e vestire con il conseglio di più padri spirituali, e particolarmente di monsignore Gualteramo vescovo di quel tempo di Siena, e dal Comune di questa città gli è stato sempre porto grand’aiuto sì di limosine, come di esentioni, e dal Capitolo de canonici di fuomo fu parimente alquanto tempo governato il detto Spedale e si trova l’ultimo prete o canonico l’anno 1108, che fu missere Pietro prete senza titolo di rettore, e dal pontefice Celestino terzo venne ordinato, e proibito a detti canonici che non si intermettessero per niente per l’avenire nell’affari di detto Spedale, come si vede copia di sua bolla nel libro terzo delle Memorie in foglio 114 e 295[15] e per contratto nel libro de Contratti A in foglio 2 dell’anno 1194[16] e dalla Republica di Siena per maggiore buon governo de poveri, fu provisto al detto Spedale un gentilhuomo sanese di buone qualità e ottimi costumi dandoli il titolo di rettore, e fu il primo missere Incontrato di Giovanni Incontrati, come si vede al terzo libro di Memorie a foglio 114 e 295[17] che fu nell’anno 1194 e da questo tempo in qua sempre a costumato di provedere al rettore, e hoggi vien efettato dal Serenissimo Gran Duca nostro padrone. E per la moltiplicità dell’infermi, pellegrini e proietti che in grand[e] numero giornalmente da tutte le parti concorrevano alla casa del beato Sorore, la quale si rendeva assai angusta et era dal portone comune dove si entra hoggi per andare ne fondi di detto Spedale, detto portone de [10v (n. a. 4v)] vetturali vicino al convento de fanciulli e fanciulle di hoggi dì; qual casetta bisogniò disfalla o guastalla per edificarvici sopra la chiesa sotto il titolo e devottione della beata Vergine Maria Annunziata per poter con più commodità amministrare indifferentemente tutti li santissimi sacramenti, all’infermi e fameglia di casa, sì come ancora per accrescer l’infermarie e pellegrinaio, e conventi, come si vede la licenza dell’edificattione di detta chiesa data da monsignore Bonfilio vescovo di Siena l’anno 1252 e di poi confermata detta licenza dal pontefice Alessandro quarto l’anno 1256 il terzo anno del suo pontificato, come si vede al primo libro di Memorie a foglio 23 e 61[18], e nel terzo libro di Memorie a foglio 5[19] e dal suddetto vescovo Bonfilio fu benedetta la prima pietra fondamentale, e posta con le proprie mani da per sé ne fondamenti e di poi sempre si è andato agumentando di fabbriche e ridotto nella vastità e grandezza che al giorno di hoggi si vede, sì come ancora da più sommi pontefici gli è stato concesso molti privilegi e indulgenze, particolarmente di poter amministrare i santissimi sacramenti indifferentemente a tutti e stati confermati di poi da altri sommi pontefici come si vedono le bolli, o privilegi nell’archivio di detto Spedale, assieme con altr[e] indulgenze di cardenali e vescovi e dall’infrascritti pontefici e imperatori li quali sono stati in persona nel detto Spedale, come pur si vedono registrati in questo a foglio 18.
[11r (n. a. 5r)] Sonetti sopra il beato Sorore da Siena fondatore dello Spedale
Nel dì che sceso alla Gran Madre in seno
Il divin Verbo due nature unìo
L’alma del buon Sorore quaggiù vestìo
Questo nostro mortal frale e terreno
Nel giorno poi che il Ciel fe più sereno
La Gran Regina e al figlio suo salìo
Lo spirto ancor del Pio Soror uscìo
Dal Carcer suo d’alta Virtù ripieno.
Così quel dì, che da divina prole
Scese a recar pietà, nacque Colui,
Che eresse alla Pietà sì vasta mole.
E nel dì che Maria co raggi suoi
Fé qual Astro, corteggio al suo bel sole
Fé guida e gloria e fé Corona a lui.
Sonetto secondo per il beato Sorore
Acciò dell’empio il cuore ingrato e stolto
Creda che un Dio quest’universo regga
Io non vuò già che verso il Ciel rivolto
Nei di Lui moti il proprio error ne regga;
Né che all’aria, alla terra ed al mar volto
L’alto governo in sì be libri ei legga
O che dell’Uom nell’alma o pur nel volto
Effigiato il gran motor rivegga
Guardi Sol di Soror le mura altere,
E come qui nobil pietà provede
Di tanti mali a sì diverse schiere
E negli annal se la grand Opra veda
Che sorse un dì per man di vile artiere
D’un Dio la providenza ammiri e creda.
[11v (n. a. 5v)] Memoria delle vite stampate del beato Sorore da Siena
Nella prima vita stampata in Siena l’anno 1585 a richiesta del signor commendatore e cavaliere di Santo Giovanni fra Claudio Saracini rettore dello Spedale di Santa Maria della Scala, e composta dal Padre fra Gregorio Lombardelli domenicano in foglio 38 e nel capitolo XV come Sorore con certi suoi compagni prese l’abito[20]; qual vita è in mano di me Girolamo Macchi scrittore maggiore di detto Spedale e nella facciata a tergo ci dice per causa del beato Sorore.
Perciò che io vengo a distendere, quel che in sustanza, si cava dalli annali de nostri antichi, da libri pubblici delle scritture autentiche, con l’affronto de tempi, da quel che mi diede in un quinterno manoscritto di carattere antichissimo in cartapecora, frate Ottaviano Zondadari di quella casa vuomo d’integra vita, e buoni costumi buona memoria, e parimente nella seconda vita del beato Sorore stampata il dì 4 maggio 1627 a richiesta di tre ministri del detto Spedale, e medesima dettatura del suddetto Padre Lombardelli al capitolo XV e dedicata al cavaliere Agostino Chigi rettore del suddetto Spedale ci dice come sopra[21] e detta seconda vita in mano del suddetto Macchi. Hogi il detto quinterno non si trova.
Questo frate Ottaviano figliolo di Buoninsegna Zondadari di Siena, fu allevato dallo Spedale, come si vede al libro de Commessi a foglio 80[22]. L’anno 1524 era scrittore in Capitolo, e il dì 27 marzo in domenica mattina e giorno di Pasqua di Resurrezione, offerse sé stesso, suoi beni, presenti e futuri, al tempo di missere Giovanni Tondi rettore, e gli fu promesso il vitto di pane, e acqua conforme alli altri frati, e lui promesse obbedienza e reverenza, come per contratto rogato da ser Bastiano Stralucci nostro cancelliere. Morì il detto fra Ottaviano Zondadari nello Spedale suddetto il dì 29 giugno 1581 a ore due e mezza di notte, come si vede al libro de Testamenti in detto Spedale a foglio 19[23].
[12r (n. a. 6r)] L’origine dello Spedal Grande di Santa Maria della Scala di Siena e diverse memorie del medesimo che si sono possute ritrovare da me Girolamo Macchi scrittore maggiore
Si dice dal già signor proposto, e teologo del Duomo di Siena Bartolomeo Benvoglienti sanese nella sua Istoria dell’accrescimento della città di Siena, stampata in Roma l’anno 1575, come il Duomo di detta città anticamente si chiamava Santa Maria della Scala come a foglio 19 in detto libro in mano del signor Uberto Benvoglienti[24].
Parimente si viene a credare tal verità che si chiamasse della Scala, da una copia di bolla del sommo pontefice Lu(cio) terzo del mese di febbraio dell’anno 799, il quale conces(se) indulgenza alli fratelli battenti, che stanno in Sant(a) Maria della Scala, che hoggi, è la Compagnia antichissima dell(a) beata Vergine Maria sotto lo Spedale Grande di Siena, qual copia di bolla è registrata nel libro antico di memorie di detta Compagnia in foglio primo, che stava sotto il Duomo.
E in detta Santa Maria della Scala, ci erano due Compagnie le quali certamente si crede fussero sotto alla tribuna del Duomo in quella stanza antichissima che si chiamava della Confessione. Una era della beata Vergine Maria e l’altra del santissimo Crocefisso; quella della beata Vergine Maria così hoggi la beata Vergine Maria sotto lo Spedale, che nel entrare in essa si scende delle scale, e sopra l’oratorio di essa si le(g)ge, Castissimum Virginis Oratorium Caste Memento Ingredi, cavate da quelle della porta di mezzo del Duo(mo), e l’altra, e il Crocefisso hoggi detto del beato Andrea Gallerani che queste due Compagnie sono le più antiche di Siena, e ancor(a) in questa per entrare in essa si scende delle scal(e) perché anticamente stavano allo scuro, e quasi sotto ter(ra), la prima circa l’anno 1200, si ritirò sotto le volti del(lo) Spedale dove è al presente, e la seconda a richiesta [12 v (n. a. 6v)] del beato Ambrogio Sansedoni si ritirò nelle grotti del convento di Santo Domenico in Campo Regio, e ci dimorò sino l’anno 1476 che vennero ad habitare sotto le volti dello Spedale della Misericordia hoggi detta la Sapienza dove sono al presente come si legge al libro Macchi a foglio 5 al discorso della stanza della Confessione nel Duomo di Siena[25].
Si dice, che il beato Sorore fondatore dello Spedal Grande di Santa Maria della Scala di Siena, che nell’anno 799 non era per ancora nato, il quale nacque il dì 25 marzo dell’anno 832 giorno della santissima Nunziata, fu figlio di Pietro ciabattino, e di donna Grasia sua consorte sanesi, li quali possedevano una loro piccola casetta in faccia a Santa Maria della Scala, come si legge nella di lui vita a foglio 9[26].
Visse Sorore fino all’anno 898. Morì in età di anni 66 il dì 15 agosto giorno della Santissima Assuntione della beata Vergine Maria, quando nella cattedrale di Siena si solenizzava le di lei glorie e il sacerdote nella messa cantata intonò Gloria in excelsis Deo e il detto beato spirò, come si legge nella di lui vita a foglio 61[27]. Mentre visse, si fece terziario di Santo Agostino, che questa Religione in quel tempo stava nella contrada del Laterino. Sì come ancora si fece ascrivare per fratello nelle dette 2 compagnie, come si vede nel libro di memorie della Compagnia della beata Vergine Maria suddetta in foglio primo il quale ce descritto il primo tra li santi e beati sanesi.
Circa l’anno 850 in età d’anni 18, doppo che furono morti li suoi genitori, gli restò quella piccola casetta che possedevano in faccia a Santa Maria della Scala, nella quale ancora il beato ci esercitava l’arte di suo padre di fare il ciabattino, e per volere di Sua Divina Maestà in questo tempo si diede principio alle sette opere di misericordia [13r (n. a. 7r)] e perché volse il medesimo porre il nome a questa sua pia casa, lo denominò ad honore della beata Vergine Maria lo Spedale di Santa Maria della Scala, sì per essere in faccia alla medesima come ancora per essere ascritto per fratello in quella Compagnia e in quella del santissimo Crocefisso, che erano nella stanza della Confessione in Duomo, e doppo da tutto il popolo è venuto denominato lo Spedale di Santa Maria della Scala, come al giorno di hoggi si chiama, come si dice di sotto, e in questo a foglio 18[28].
Volse fare l’insegnia, o arme al suo Spedale per impresa, form(ò) la scala con tre scalini a reverenza della santissima Trinità, come quello che era tersiario di Santo Agostino, che quando questa Religione stava nel Laterino, militavano sotto questo titolo della santissima Trinità; sì come ancora a reverenza della santa fede, speranza e carità, e sopra alli tre scalini ci pose la santa croce come era fratello della Compagnia del santissimo Crocefisso; e il più tempo antico di questa impres(a) si trova nell’archivio dello Spedale in un contratto dell’anno 1294 rogato da Ranieri notaio figlio di Gualtieri quale impresa di cera rossa, e ci è appeso in detto contratto un sigillo di tempo antichissimo, con l’arme di santo Agostino, cioè pastorale, mitra sopra e centola aviticchiata al pastorale, e nell’altra facciata con l’arme della scala antica[29]; e altro contratto assieme con il medesimo dell’anno 1048 che dice lo Spedale di Santa Maria della Scala il più antico si trova si trova in detto archivio, cioè in capitolo del detto Spedale un sigillo di argento antichissimo, con la beata Vergine Maria sedente, la quale a mano destra tiene la scala, e da mano sinistra il Nostro Signore, dalli piedi di essa un pellegrino orant(e) e intorno al sigillo si legge le sotto scritte parole Rectoris et Capituli Hospitalis Rugerum Sante Marie de Senis.
Sutor ultra crepidam
SVTOR VLTRA CREPIDAM
[13v (n. a. 7v)] Doppo morto il beato Sorore il 15 agosto dell’anno 898 restò il governo dello Spedale alli suoi frati che vivevano sotto la regola di sant’Agostino, come il medesimo ne era terziario, e chi governava haveva il titolo di vicario come alla di lui vita capitolo 29 foglio 63[30].
E al giorno di hoggi dandosi il possesso al nuovo rettore di detto Spedale, per antica consuetudine viene il Padre priore di Santo Agostino con due assistenti a cantare la messa solenne nella chiesa di detto Spedale, e doppo gli pone l’abito, e si conduce in Capitolo a pigliare il possesso dello Spedale; e passati alquanti giorni si fa il memoriale a Sua Altezza Reale nostro padrone, che il detto rettore non vesti da religioso, come si vede da più libri di deliberattioni nell’archivio di detto Spedale a quali etc.
Nel libro de contratti di detto Spedale in carta comune coperta con cartapecora dell’anno 1108 all’anno 1348 in occasione dell’elettione del nuovo rettore che fu l’anno 1314 si legge come da basso.
Lo Spedale fu eretto dal suo bel principio nell’anno di Nostro Signore Gesù Christo 850 ad honore e reverenza della Santa Sede apostolica romana, e dell venerabile vescovo di Siena, e del Capitolo de canonici del Duomo di Siena, e ad honore e esaltattione del Comune di Siena[31].
In altro libro bianco dell’anno 1517 all’anno 1536 detto de Conti Correnti Chiariti esistente nell’archivio di questo Spedale in foglio primo si legge come da basso[32].
Lo Spedale di Santa Maria della Scala della magnifica città di Siena, sostituito, costituito, e principiato, per le mani del beato Sorore. Come principiò l’ordine [14r (n. a. 8r)] del detto Spedale, e come fu sua industria destinare le sostanze qui alli povari in loro sussidio, e alli infermi curalli, li pellegrini ricettalli, alli gettadelli allevalli, e altre pie lemosine palesi e secrete da darsi, et altri beni, li quali per l’amor di Dio si faranno.
Stiede il corpo del beato Sorore sotto terra anni 294, cioè dall’anno 898 all’anno 1192, il quale avevano seppellito a piedi la sua casetta, che in quel tempo per ancora non erano introdotte le cure o parrocchie, e nel volere ingrandire lo Spedale di fabbriche per la multiplicità de povari che ci concorrevano, fu nell’anno 1192 ritrovato questo beato corpo al tempo di missere Incontrato Incontrati, il primo rettore che elesse la Repubblica di Siena, e dal operante, che faceva una fossa, per ritrovare fondamenti stabili per murare, gli fu disgrattiatamente con il ferro troncho un orecchio come si vede al giorno di hoggi mancargli, come si leg(ge) nella di lui vita capitolo 31 foglio 65[33].
Fu posto il suddetto corpo nel oratorio dello Spedale, che nel 1194 per ancora non haveva chiesa il detto Spedale, e si celebrava di ordine de sommi pontefici in altare portatile nell’inferiori e altre stanze di esso, come da più privilegi pontifici nell’archivio di detto Spedale a quali etc. e doppo l’anno 1256 di ordine del sommo pontefice Alessandro quarto si facesse la chiesa nello Spedale, e con la licenza già data l’anno 1252 da monsignor Buonfilio vescovo di Siena, a misser Ranieri Caccia Conti rettore dello Spedale, fu il corpo del beato Sorore posto nella sagrestia nuova di detto Spedale sotto all’armario dove hoggi stanno l’argenti.
[14v (n. a. 8v)] Si ripose hoggi poi questo beato corpo sotto l’altare della beata Vergine Maria dell Manto nella chiesa del detto Spedale, collocatoci il dì 7 giugno 1610, al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi rettore in occasione che si trasferì detta santissima Vergine dal suo luogo anticho, che era dove hoggi è il portone del cortile grande dall’infermarie, quale cappella vecchia ci fu fatta al tempo di missere Giovanni Buzzichelli rettore l’anno 1444 e sotto l’altare di essa ci stava il corpo del suddetto beato, che fu levato dalla sagrestia, e sono già anni 273 che è stato sempre sotto l’altare della beata Vergine Maria del Manto, a questo anno 1717 e giornalmente vengono persone a benedire pezze, e camice per infermi.
Luoghi dove si trova dipento il beato Sorore in Siena
Nel pellegrinaio dello Spedale, si vede in atto di fabbricare e dare aiuto alli muratori, e sotto a questa istoria si legge come da basso
Come avendo avuto limosina da canonici di crescere la casa di muraglie, e di letti, e venendo il vescovo con alquanti canonici fece a Sorore nuova limosina.
Fu dipenta questa istoria l’anno 1443 a Conti correnti a foglio 9[34].
In faccia al cancello di ferro della chiesa ce la sua statua.
Nell’andito del ministro de granari di detto Spedale ce la statua del beato.
In cantina grande di detto Spedale ce la sua statua grande.
In sagrestia della chiesa dello Spedale, e nell’armario dove stanno l’argenti, ce dipento, quale armario fu dipento l’anno 1445 da maestro Lorenzo dell Vecchietta pittore sanese e costò scudi 380 come a Conti Correnti C e a foglio 45 al tempo di missere Urbano di Pietro del Bello rettore[35].
Nel Duomo di Siena dalla parte della cappella della musica, ce dipento ritto, con le mani oranti.
[15r (n. a. 9r)] Sopra alla Congregazione della Carità della Compagnia della beata Vergine Maria sotto allo Spedale volgarmente detta la Cappelluccia, sopra a quelle due porti, ce dipento in atto di vedere dare il pane a prigioni[36].
Nella Cancellaria del Sale in Piazza, ce dipento il beato Sorore, con altri santi, il quale tiene la scala in mano in pittura e in essa ci sono due putti che salgano sopra detta scala.
Nella Compagnia di santo Roccho in Valle Rozzi, e sopra nella volta dalla porta de fiancho ce dipento.
Nella chiesa di San Crespino de calzolari [h]anno un quadro con il beato Sorore e anticamente questa università de calzolari veniva a fare l’offerta nella chiesa dello Spedale l’anno 1386 alle Deliberattioni foglio 148, 149, 150[37].
Nel libro di entrata e uscita dello Spedale dell’anno 1515 in foglio 1, tra gl’altri santi ce nominato il beato Sorore[38].
Il libro delle Deliberattioni di detto Spedale dell’anno 1596 in foglio 45 in una lettara del segretario di Sua Altezza Serenissima ce nominato il beato Sorore[39].
In una tavoletta antica, nella quale ci sono descritti alquanti rettori stati dello Spedale dietro ad essa, ce scritto di carattere antico il nome del beato Sorore, quale è nell’archivio di detto Sped(ale).
Nella visita della fameglia dello Spedale dell’anno 1519 e in foglio 19 ce uno si chiamava Sorori, sì come ancora in altra visita dell’anno 1700 ce un fanciullo si chiama Sorore[40].
L’anno 1598 il 4 aprile il signor cardinale Tarugi arcivescovo di Siena fece la visita alla chiesa dello Spedale, come al libro de Contratti a foglio 201 dice come da basso nella visita foglio 34[41].
Sub isto altare osservatur corpus integrum beati Sororis institutoris istus ecclesiae et Zenodocchii quod quidem admiratione valde dignum, est, et veneratione item[42].
Allo stracciafoglio dell’anno 1603 a foglio 282 si spese scudi 6 soldi 16 per fare la ramata allo sportello del beato Sorore[43].
[15v (n. a. 9v)] Il reverendo fratello Anibale Bocci infermiere stato dello Spedale Grande, possedeva un podere a Vignano, qual podere doppo la di lui morte ricadé al magnifico Angelo cordaio di casa Statii habitante in Siena in Santo Bastiano. Io Girolamo Macchi andai al suddetto podere con il suddetto reverendo Anibale Bocci, e mi fece vedere un tabernacolo antichissimo di legno quale si apriva a due partite era dipento in mezzo ci era la beata Vergine Maria sedente con Nostro Signore in braccio sinistro, e molti angioli sopra di essa con numero 7 santi, e una santa all’intorno. Nello sportello di mano sinistra ci era dipento Nostro Signore Crocefisso, e sopra di esso l’angelo Gabbriello; nello sportello a mano destra, ci era la deposittione di Nostro Signore dalla croce e a piedi ci erano le Marie, con tre santi, tra quali in mezzo di essi santo Agostino, e sopra di essa ci era la santissima Nuntiata[44], e dietro al suddetto tabernacolo ci era scritto l’infrascritte parole in lettare antichissime alla gotica Soror Michi Sodali inserviens Hospitali dedit Anno Dni D.C.C.C.XC. Visto da me Girolamo Macchi suddetto il dì 28 ottobre dell’anno 1701 mentre il suddetto Bocci era infermiere di detto Spedale.
Il beato Sorore che è nell’andito dell ministro de granari, si trova nel libro dell’inventari dell’anno 1508 in foglio 210 e in altro libro di inventari dell’anno 1547 in foglio 71[45].
Monsignor Ascanio Piccolomini arcivescovo di Siena il dì 4 di marzo fece la visita alla chiesa dello Spedale, come si legge in essa a foglio 19, ci dice come da basso
“Sub isto Altare retinetur Corpus integrum Beati Sororis Fundatoris dicti Hospitalis”[46].
Monsignore Ascanio Piccolomini secondo il dì 30 di giugno [16r (n. a. 10r)] dell’anno 1660 fece la visita alla chiesa dello Spedale come arcivescovo di Siena, come alla visita in foglio 45 dice così
Sub isto Altare retinetur Corpus integrum Beati Sororis Fundatoris dicti Hospitalis [47].
Il cardinale Celio Piccolomini arcivescovo di Siena il dì 28 marzo 1681 fece la visita alla chiesa dello Spedale come si legge in essa in foglio 122 cioè
“Sub inde fuerunt ingressi Cappellam B. M. V. dell Manto quam venerati fuerunt, et viderunt integrum Corpus Beati Sororis Fundatoris dicti Hospitalis in Capsa tela serica rubri coloris optime custoditum”[48].
E dal suddetto tempo in qua non è stata fatta più visita a detta chiesa.
E giornalmente vengano diverse persone, sì della città e Stato di Siena a fare benedire camice, pezze e altro al corpo del beato Sorore, per l’infermi e creature per ottener sanità.
Al libro Conti Correnti P dello Spedale dell’anno 1449 in foglio 24 ce uno si chiamava Sorore di Milano Corsi[49].
Al libro di Conti Correnti I di detto Spedale in foglio 1 dell’anno 1511, ci dice il beato Sorore primo fondatore di questa santa casa[50].
A Conti Correnti 2 G dell’anno 1512 in foglio 138 si trova il beato Sorore nuovamente fatto da Salvadore di Cornelio da Fiorenza e al detto libro foglio 164 Bartalomeo di David pittore dipense il detto beato Sorore, e il pilastro e l’archo lì dove è posto in faccia la chie(sa)[51].
A Conti Correnti dell’anno 1517 all’anno 1530 detto de Chiariti in foglio 1 lo Spedale costituito, e principiato dal beato Sorore.
Si dice, come nella nella [sic] terza istoria che è dipenta nel pellegrinaio dello Spedale, che allude alli commessi e commesse quali venivano a pigliare l’abito di questo Spedale, la quale fu dipenta l’anno 1443 da maestro Domenico di Pace[52] [16v (n. a. 10v)] pittore la quale costò fiorini 50 e sotto a detta istoria si legge così
Beato Agostino Novello
“Come Santo Agostino le lo dié l’abito al Rettore dello Spedale ciò è fu il B.to Agostino Novello Agostiniano Palermitano perché si trova nella di lui vita mano scritta di carattere antico nella cancellaria di Monsignor illustrissimo arcivescovo di Siena, in un Libro in quarto con cuperte di legno e solo una fibbia, al Capitolo quinto dice così Diede l’abito alli Frati dello Spedale di Santa Maria di Siena”. Vista e letta da me Girolamo Macchi.
E si viene a certificare ancora da una cartapecora manoscritta di carattere antico dell’anno 1305 al tempo di missere Restauro di Gionta Menghi rettore di detto Spedale, qual carta si conserva nell’archivio di detto Spedale tra i tre libri del Ordini e Costituttioni del detto Spedale nella stanza de Contratti la quale si crede certamente sia scritta di propria mano del detto beato Agostino Novello perché consista la riforma di più ordini da osservarsi da frati e furono tali ordini approvati da medesimi e rogati dal notaro nella quale carta ci viene nominato il detto beato Agostino[53].
Morì il detto beato Agostino Novello l’anno 1310 il quale era assai amico del suddetto Restauro di Gionta Menghi rettore.
Beato Sorore
L’anno 1682 il 30 di maggio il signor cardinale Flaminio del Taia sanese scrisse una lettera al signor Tommasso Bandinelli rettore dello Spedale quale lettera era responsiva in proposito desiderava il detto signor rettore la beatificattione del detto beato Sorore quale lettera è tra le memorie di Girolamo Macchi nel libro detto Origine dello Spedale in foglio 8[54].
L’anno 1681 dalle quattro Compagnie destinate per fare la processione della domenica in Albis che furono la Compagnia di San Giovanni Battista sotto il Duomo priora, la Compagnia della Beata Vergine Maria del Ponte allo Spino, la Compagnia di Santo Michele Arcangiolo di [17r (n. a. 11r)] di dentro, la Compagnia di Santo Rocco a Pilli le quali volevano portare processionalmente in detta domenica il corpo del beato Sorore ma non fu permesso, per non essere beatificato, come al detto libro foglio 10[55].
L’anno 1444 al tempo di missere Giovanni di Francesco Buzzichelli rettore, fu levato il corpo del beato Sorore, di sotto all’armario delle sante reliquie di sagrestia, hoggi l’armario delli argenti, e fu messo sotto all’altare della beata Vergine Maria dell’Manto, nella cappell(a) del cancello, che questa cappella anticamente era dove prese(nte)mente dorme il corticellaio, è in faccia alla porta di san(ta) Crestina, che si va giù alle sepolture, che non ci era quel portone che si entra nel cortile grande dall’infermarie, né ci era la porta in faccia al detto portone, che hoggi si entra nel(lo) Spedale, e in detto tempo si entrava nello Spedale per (la) porta della chiesa, e il suddetto anno fu dipenta la beata Vergine Maria dell’Manto nel suddetto primo portone da Domenico di Bartalo pittore sanese e doppo nell’anno 1513 sotto alli piedi di detta beata Vergine Maria del Manto, ci fu dipenta quella tavola con la Santissima Trinità che hoggi è nel cortile grande dall’infermarie e sopra l’altare portatile dell’infermarie qual tavo(la) dipense maestro Domenico di Pace pittore; e nel’ anno 1610 si fece più commodo l’ingresso dello Spedale al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi con levare la suddetta beata Vergine Maria, e beato Sorore e collocare il tutto nella cappella già detta del Santissimo Chiodo dove sono al presente, e per levare il passo per chi(unque)[56].
L’anno 1714 del mese di agosto, in Roma da un Padre giesuito (in) occasione di predicare per la beata Vergine Maria le sue lodi, entrò in corso dello Spedale Grande di Siena di Santa Maria della Scala che è sotto la di lei protettione, e del beato Sorore fondato(re) del medesimo, che di povero ciabattino, fatta sì grand pia casa [17v (n. a. 11v)] e l’esaltò nel suo discorso assai bene in questa sua predica, così venne aviso in Siena in lettera al signor cavaliere Alcibiade Lucarini rettore della Beata Vergine Maria di Provenzano, e il medesimo mostrò la lettera a me Girolamo Macchi.
Festa di marzo[57]
L’anno 1359 fu ordinato dal Publico che si solenizzasse nella chiesa dello Spedale, la festa della Santissima Nuntiata, che appunto in questo anno vennero le sante reliquie come a libri delle Reformagioni della città; e l’anno 1436 ordinò il Publico offerire in detto giorno cera libbre 48 e venire solennemente alla benedittione delle sante reliquie, come al libro de Privilegi a foglio 17[58] e l’anno 1449 fu ordinato dal detto Publico offerire due prigioni in detta festa come al libro di Pigioni dello Spedale segnato 3 G a foglio 17[59], e l’anno 1604 al tempo del signore cavaliere Agostino Chigi rettore, fu ordinato che ancora la fameglia di casa in detto giorno offerisse la cera, come al libro delle Deliberattioni dell’anno 1596 al 1604 in fogli 224, 225, 226[60], e in questo a foglio 30 e la festa si trova l’anno 1364 al libro di Pigioni foglio 9[61].
Balsana
L’arme bianca, e nera della città di Siena, si messe nelle facciate dello Spedale l’anno 1309 di ordine del Publico nella conformità che ce l’havevano gl’altri spedali di Siena alla lettera A libro di Memorie del Macchi[62].
Archivio
Archivio dello Spedale fu fatto in anno 1344 come in detto libro alla lettera A[63].
Ruota
Acqua del pozzo grande della ruota, come alla lettera A.
Consulta
Consulta dello Spedale possa decidere cause, attenenti al medesimo come per l’ordine della Balìa del dì 27 settembre 1436 nel libro de Capitoli rogato ser Bernabeo Guaricci da Tochi foglio…[64]
Vendere
E l’anno 1433 fu ordinato che la detta Consulta non possino vendere poderi, né case senza licenza, al libro de Privilegi foglio 77[65].
[18r (n. a. 11.2°r)][66] Nel libretto in ottavo foglio di maestro Vincensio Bozzaghi calzolaro di Siena qual libretto è intitolato Pigioni di buttiga di carte numero 95 dell’anno 1565 all’anno 1604 nel quale ci sono scritti molti ricordi successi in Siena e ci è notato il ritrovamento della beata Vergine Maria di Provenzano, e in foglio 11 si legge il sotto scritto ricordo, quale è in mano di me Girolamo Macchi.
Ricordo, come hoggi questo dì 14 di marzo 1584 venne in Siena quattro giovani di anni 18 el più, figli di re, e nipoti di re, vennero dall’Indie Nuove, e il suo paese chiamato Lapazzo, e il suo parlare non si intendeva, avevano un poco di latino, e per loro guida avevano preti ingiesuati come Teatini. Andonno a Duomo per vedello; era tutta la chiesa piena, si messero inginocchioni dinanzi all’altare grande, cavonno il braccio di Santo Giovanni e glielo denno a baciare con grand[e] devottione per mano dell’illustrissimo e reverendissimo monsignor Ascanio Piccolomini arcivescovo di Siena.
Dipoi furon menati allo Spedale, e presero il perdono all’altare grande, e presero dipoi el camino e entronno nella cappella del Chiodo accompagnati con l’onorando missere Claudio Saracini rettore e gli mostronno il chiodo con il quale fu confitto il Nostro Signore Gesù Cristo e gli e lo denno a baciare con grand devottione, e toccarono le loro corone, con molte altre reliquie.
E dipoi andonno a vedere gli ammalati e tornorno indietro e entronno nella cappella della Madonna dell Manto, e gli mostronno il corpo del beato Sorore.
Dipoi entronno in cocchio e andonno alla volta di Santo Agostino, presero il perdono e vennero alla volta della Piazza, gironno la Piazza [18v (n. a. 11.2°v)] la quale era piena di gente per vedergli entronno nel Chiasso Largo e smontonno alla chiesa de Teatini di qui non gli andai più dietro.
Memoria delli altari, che erano nella chiesa dello Spedale l’anno 1575 quando venne il visitatore apostolico, che fu il cardinale Maffeo come si vede alle visite della chiesa suddetta in foglio 11 e prima
L’altare maggiore del Salvatore
L’altare della beata Vergine Maria Assunta
L’altare di santa Lucia
L’altare del Giudisio
L’altare di santa Anna e santo Giovacchino
L’altare di santo Michele Arcangelo
L’altare della cappella dell Manto, e sotto a esso il corpo del beato Sorore fondatore
L’altare di santo Andrea
L’altare di santo Bartalomeo
L’altare di santo Biagio
L’altare di santo Pietro
L’altare della cappella del chiodo di Nostro Signore
L’altare di santo Antonio
L’altare di santo Bernardo
Numero 14 Vedi in questo a foglio 88[67]
12 povari
[19r (n. a. 12r)] Missere Lodovico Borghesi il 30 di gennaio 1548 lassò li suoi beni di Torrita, cioè la Vacella, e l’Interrato acciò tre volte la settimana si dia desinare a 12 povari cioè domenica, mercoledì e venardì e non si possino alienare, come per suo testamento nel nostro libro de Testamenti dell’anno 1499 al anno 1630 in foglio 122[68].
Infermaria messa
La messa che si dice nell’infermaria grande e piccola, hebbe origine nell’anno 1265, con consenzo del vescovo Tommasso di Siena per sua licenza del 7 aprile al libro terzo di Memorie a foglio 467[69], e fu dipoi confermata il dì 15 maggio di detto anno in Perugia dal sommo pontefice da papa Clemente quarto il primo anno del suo pontificato e in detto libro foglio 115[70] e si costuma al giorno di oggi, che per il passato, si diceva altrove.
Notari obbligo
I notari sono tenuti e obbligati denunsiare allo Spedale li lassiti stati fatti al medesimo, in termine di un mese altrimenti caschino in pena di scudi 200, come si vede al libro de Testamenti dell’anno 1437 all’anno 1505 in foglio 1[71] per rogito di ser Bernabò del dì 21 dicembre 1407 e al libro de Capitoli in foglio 71[72], e l’anno 1710 di ordine di Sua Altezza Reale si innovò il bando, e si publicò per tutta la città di Siena, al tempo del signor cavaliere Antonio Ugolini rettore, come per detto bando posto nel libro delle Denunsie de notari nell’archivio di detto Spedale nella buca de Fidecommissi al quale etc. e copia affissa in Capitolo[73].
Pitture
Pitture che sono sotto il tetto nella piazza dello Spedale, ci furon dipente da Battista, Christofano, e Onofrio, le quali costonno scudi 300 e furon fenite il 27 febbraio 1481, come al Libro Bigio in foglio 391[74] che in quest’anno ci si fece il tetto sopra, come alla lettera T nel libro di Memorie Macchi, e sotto al detto tetto, ci stava la Signoria e magistrati quando si dava la benedittione al popolo da una linghiera per di fuori che la chiesa dello Spedale per ancora non era ingrandita in questo 2 e detta linghiera o pergolo fattoci l’anno 1364.
[19v (n. a. 12v)] Murelli
E l’anno 1378 nella piazza dello Spedale, e nella facciata della chiesa ci furono fatti quei murelli al tempo di missere Bartalomeo Tucci rettore, per sedervi la Signoria e magistrati, quando venivano alla benedittione delle sante reliquie come al libro delle Deliberattioni di questo anno a foglio 17 che si dava detta benedittione da una linghiera[75].
Canonici
L’anno 1379 lo Spedale diede una possessione a canonici del Duomo, la quale era a Montecchio, e se gli diede, per potere seppellire tutta la fameglia, pellegrini, cittadelli, e altri, come per contratto rogato da ser Bartalomeo Tellini al suo protocollo di questo anno al tempo di papa Urbano sesto e di misser Galgano di Lolo Bichi rettore[76].
Querciola
L’anno 1368 da Grifo di Lotto di Matteo Stefani, fu lassato allo Spedale il podere della Querciola dal Bozzone, per il mantenimento della cappella delle sante reliquie, come al libro di Donattioni a foglio 69 di detto anno[77], e l’anno 1379 fu ordinato comprarsi un palio per porsi avanti alla reliquia del Santo Chiodo, quando si porta processionalmente per la città, come alle deliberattioni di questo anno a foglio 17[78], e l’anno 1384 fu deliberato che il Santo Chiodo, si porti da per sé avanti le reliquie del Duomo come alle Deliberattioni foglio 83[79].
Sante reliquie
L’anno 1478 il 29 gennaio si fece il luogo per tenere le sante reliquie, e si spese scudi 53.5 per numero 4 perni tondi per le colonne, pavimento sotto il cassone, 500 pezze di oro per il palcho e dipentura, come al libro Conti Correnti bigio a foglio 73[80], che per il passato stavano nell’armario in sagrestia, e hoggi stanno sopra alla beata Vergine Maria dell Manto collocateci il 7 giugno 1610.
Ciborio
Il ciborio che hoggi è nell’altare maggiore del Duomo, era dello Spedale nostro il quale ci fu levato il dì 24 agosto dell’anno 1506 al tempo di Pandolfo Petrucci rettore del Opera, e di Giovanni di Lodovico Tondi rettore dello Spedale, e alle Deliberattioni a foglio 229[81].
[20r (n. a. 12.2°r)] Sante reliquie
Le sante reliquie dello Spedale ce un contratto nel protocollo di ser Riccho Lenzi dell’anno 1363 all’anno 1367 in foglio 54 sino foglio 59 le quali vennero dal mese di ottobre, e la città di Siena spese in fare le feste fiorini 1625[82] come alle croniche di Siena foglio 101[83].
Riforme
La riforma dello Spedale fu fatta di ordine di Sua Altezza Serenissima il 5 dicembre dell’anno 1591 come al libro de Capitoli foglio 79 a 87[84] e si vede ancora la tavola in Capitolo, e tre libri antichi ci sono.
Sante reliquie
Lo Spedale per causa delle suddette sante reliquie, pagava l’anno fiorini 200 dal dì 24 aprile 1359 come si vede al libro Vitale dell’anno 1350 all’anno 1456 in foglio 144[85]. Lo Spedale fin che visse Pietro Torrigi[a]ni Luchina sua moglie e Antonio suo figlio pagò in tutto fiorini 3660, come si vede pagamento per pagamento nel libro della copia dei Contratti di dette sante reliquie esistente nella cassetta a tale effetto nella stanza de Contratti nell’archivio di detto Spedale a foglio 36[86].
Religioni
Le Religioni di Siena de frati cioè quelle che cerano nell’anno 1618 sono tenute ogn’anno mandare due messe nella nostra chiesa per il dì 25 marzo, festa principale dello Spedale come si dice ad Uscita di questo anno suddetto segnato 4 K in foglio 56 al quale etc[87].
Santo Stefano
La reliquia di santo Stefano papa e martire, cioè tutta la testa che possedeva questo Spedale tra l’altre sante reliquie a richiesta del serenissimo gran duca Cosimo terzo di Toscana, gli fu concessa e consegnata il dì 15 aprile dell’anno 1683 per mandarsi a Pisa a dove il futuro mese di maggio si doveva fare una solenne processione per havere ottenuto Sua Altezza Reale per la Religione il corpo del medesimo santo, come al libro delle Deliberattioni in foglio 131 e 132[88].
Don Pio
A tempo del governo di rettore dello Spedale del reverendissimo abbate don Pio Nuti olivetano, il quale fu ancora generale della Religione fece fare la gelosia alla finestra del signor rettore dello Spedale, [20v (n. a. 12.2°v)] si cominciò a non vestire più frati dello Spedale, e ciò fu dal dì 3 luglio 1596 che prese il possesso al 18 dicembre che morì, e fu portato a Monte Oliveto a Porta Tufi, come alle Deliberattioni a foglio 30[89], sì come ancora nel suo governo, mandò via tutta la fameglia che haveva moglie, particolarmente li grancieri, fece fare duecento camice per l’infermi e inferme. Ordinò alli serventi se gli facesse l’habito più longo, ordinò la sera si scrivessero li pellegrini, e levò li fanciulli grandi che dormivano in pellegrinaio, e gli fece il luogo separato dove sono hoggi e fece per li medesimi ordini nuovi per bene educarli, come si legge nel suo copia lettere nell’archivio.
Datii apostolici
Lo Spedale nostro per liberarsi dalli datii, e pesi che si imponevano dalla sede apostolica, fece conventione, e capitolò con monsignor Renaldo vescovo di Siena, e il clero, al quale, lo Spedale diede una possessione a Santa Reina, come si vede il contratto del dì 29 marzo 1337 rogato da ser Pepino già di Nuccio da Sovicille nella cassetta de Privilegi[90].
Appoggiatoi
L’appoggiatoi o braccialetti di pietra che sono dalle scale per andare nel palazzo del signor rettore, ci furono messi l’anno 1588 in braccia 55 a scudi 2 soldi 5 il braccio come a Conti Correnti 3 H a foglio 120[91].
Acquaio
L’acquaio di marmo dentro nel refettorio a numero 5 colonne ci fu fatto l’anno 1463 come alle Deliberattioni foglio 172 il quale fece maestro Pietro da Cortona scarpellino[92].
Fanciulle calze
L’arte di fare le calze le fanciulle dello Spedale, ci fu introdotta l’anno 1603 il 21 aprile al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi, come al suo libro de ricordi a foglio 53 nell’archivio[93].
Prigione
Il Comune di Siena fece contratto il dì 21 novembre 1449 di dare ogn’anno in perpetuo il dì 25 marzo un prigione al libro de Privilegi[94].
Cresima
L’anno 1547 cresima de fanciulli, e fanciulle dello Spedale fatta in sua chiesa l’anno 1547 il 10 luglio da un vescovo de Petrucci di casa Petrucci [21r (n. a. 13r)] che tra tutti furono in numero di 300 come si vede notato nel libro dell’Infermi dell’anno 1544 all’anno 1550 a foglio 199[95].
Sacri Chiodi
La Congregazione de Sacri Chiodi, che hoggi è dalli Padri Carmelitani Scalzi, ebbe origine qui nello Spedale e giù dalle sepolture di Santa Crestina; il suo fondatore fu Padre Teo Guerra da Marciano infermiere dello Spedale come alle Deliberattioni foglio …[96] e doppo usciti dallo Spedale si ritironno in Santo Giorgio, e l’anno 1700 andonno ad habitare dove sono al presente.
Refugio e Abbandonate
Le due Congregazioni delle vergini Refugio, e Abbandonate, si sottoposero allo Spedale di ordine di Sua Altezza Serenissima il dì 30 dicembre 1612, come al libro de Capitoli a foglio 104 e Deliberattioni foglio 138[97].
Chiesa ingrandita
La chiesa dello Spedale, fu ingrandita di muraglie e soffitta al tempo di missere Niccolò di Gregorio Ricoveri rettore, come alle Deliberattioni 169 e ciò fu l’anno 1466[98].
Case Petrucci
Dove hoggi è il palazzo di Sua Altezza Reale ci erano sei case dello Spedale le quali furono vendute al signor Iacomo Petrucci, per farci il suo palazzo e ciò fu l’anno 1487 come alle Deliberattioni foglio 16[99].
Deputati
Deputati dello Spedale, l’anno 1433, furono dati in aiuto del signor rettore dello Spedale dal Comune di Siena, e ciò fu il dì 29 settembre di ordine de quattro signori di Biccherna in numero di sei acciò che li negotii dello Spedale vadino bene, come al libro de Privilegi a foglio 7 e 9 e che potessero tenere ragione a fare cause da per loro[100], e l’anno 1512, il dì 21 maggio, gli fu concesso, da magnifici offisiali di Balìa, che abbino libera autorità reale e personale contro li suoi debitori, come al libro de Capitoli a foglio 67 e 77[101] e avanti erano 9 cittadini, come al libro delle Deliberattioni 1404 foglio 82[102]. E il dì 9 luglio 1556 di ordine della Balìa, che solo quattro deputati bastassero per il Capitolo del suddetto Spedale [21v (21v (n. a. 13v)] come alle Deliberattioni a foglio 48[103], quando ne more uno… si manda si trova al libro Vitale dell’anno 1346, il Comune di Siena ne eleggeva sei in aiuto del signor rettore a foglio 24[104].
Eredità de figli
L’eredità de figli dello Spedale morendo ab intestato, si devolva allo Spedale, sì come ancora la rintegratione delle doti delle fanciulle del medesimo, come si vede al libro de Capitoli a foglio 71[105]. Eredità con il benefitio della legge e inventario a foglio 18[106] e Deliberattioni 1450 foglio 17[107].
Franchigia di gabelle
Franchigia delle gabelle, fatta allo Spedale da signori quattro esecutori della General Gabella del Comune di Siena l’anno 1538, come si vede al libro de Capitoli a foglio 75 sotto rogito di ser Francesco Petroni del dì 27 novembre anno detto[108].
Franchigia Dogana
Franchigia di non pagare il passo alla Dogana, al magistrato de Paschi, non solo per la nostra parte, ma anco per la parte de’ socci, cioè fiorini 600 per privilegio e fiorini 800 per franchigia comprata dal Comune di Siena per il prezzo di fiorini 700 di oro, come per contratto rogato da ser Antonio Vitelli notaro di Balìa il dì 4 maggio 1501 come al libro de Capitoli e Privilegi foglio 63[109].
Fanciulle dello Spedale
Fanciulle dello Spedale, cioè del convento di sopra, di mezzo pellegrinaio, in che tempi dell’anno devono cavarsi, e per quali solennità, e particolarmente il maggio e settembre il mandarle al podere di Ravacciano alla ricriattione ma non ce obbligo, come si dice alla Visita dell’anno 1617 foglio 7[110].
Fanciulli dello Spedale
Fanciulli dello Spedale terminati, che [h]anno gli anni 18 se ne vadino di casa, come si vede alle Deliberattioni dell’anno 1513 a foglio 6[111] e parimente a detto libro in foglio 132 sotto il 30 di marzo e adesso ridotto il tempo terminato che [h]anno gli anni sedici.
Fanciulle grandi
[22r (n. a. 14r)] Le fanciulle grandi dello Spedale, per la pigione annua, e altro, messa detta pigione dal signor cavaliere Agostino Chigi rettore come si vede nel libro de ricordi del medesimo in foglio 202 e 203 esistente nell’archivio dello Spedale nella stanza de Contratti[112].
Infermi
L’infermi che venivano allo Spedale, si principiò a tener conto quando entravano in letto il dì 6 novembre 1430 come per deliberattione si vede nel libro del 1404 all’anno 1443 in foglio 243[113] sì come ancora, si principiò a tenere conto di quelli che morivano al tempo di missere Niccolò di Galgano di Guccio Bichi rettore, e che li medesimi infermi sieno bene custoditi alle Deliberattioni 1453 a foglio 30 al tempo di missere Pietro di Niccolò Bulgarini rettore[114].
Cinque letta
Infermaria nuova delle cinque letta per li nobili fu fatta l’anno 1617 come ad Uscita 4 I a foglio 50[115] e al libro delle Deliberattioni di questo anno a foglio 123 al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi rettore[116] e si vede il ricordo nel suo libro di ricordi[117].
Letti
Fra Mario di Mino l’anno 1530 lassò allo Spedale fiorini 800 acciò si facessero tanti letti per l’infermi cioè fiorini 600 per l’infermi e fiorini 200 per l’inferme come allo stracciafogli bislongo di questo anno a foglio 166[118].
E al tempo di missere Bartalomeo Tucci rettore ne furono fatti molti de letti di legniame che fu l’anno 1379 come si vede al libro delle Deliberattioni di questo anno in foglio 63[119].
L’anno 1628 al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi rettore furono fatti letti di ferro numero 177 per l’infermarie dell vuomini e donne, pellegrini conventi de fanciulli e fanciulle, come al libro delle Deliberattioni in foglio 98 e foglio 105[120] e nel libro de ricordi de signor rettore a fogli 70, 72, 73, 74 e altri fogli 141[121].
[22v (n. a. 14v)] Refettorio. Desinare.
L’anno 1383 il dì 15 maggio il mangiare le Pasque in refettorio tutti assieme fu ordinato al tempo di missere Giovanni di Iacomo Iandaroni rettore come al libro delle Deliberattioni a foglio 49[122] già ci s’andava il 25 di marzo festa principale di questa santa casa, e per Pasqua di Natale, che queste due furono levate al tempo del signor conte Scipione Ballati rettore, e lassò solo si andasse per Pasqua di resurrettione, sì come si costuma hoggi.
Pellegrinaio
Il pellegrinaio per l vuomini, fu accresciuto l’anno 1379 con li suoi cordoni, come alle Deliberattioni in foglio 44[123] e l’anno 1465 si mattonò il medesimo e nell’anno 1443 ci fu dipento l’istorie da Domenico Bartali pittore sanese come a Conti Correnti C in foglio 49[124] e il sopra detto anno 1379 fu fatto il pellegrinaio delle donne a foglio 63 del dì 21 dicembre di detto anno[125].
Privilegi
Privilegi dati dal Comune di Siena allo Spedale e statuti il dì 26 ottobre dell’anno 1376, come al libro de Privilegi nell’archivio in foglio 3, 68, 75, 85 e dipoi confermati il dì 27 novembre 1538, come al detto libro foglio 75[126].
Piazza. Cimitero.
La piazza dello Spedale anticamente era cimiterio, e lo Spedale ci possedeva delle sepolture, come si vede nel libro delli Statuti Vecchi della città in foglio 3 esistente nell’archivio nel qual libro si legge come da basso[127] e in un quinternetto De Plateis emundis seppellitur corpora hominum Rubrica XVI[128], e come si legge alle Deliberattioni di questo anno a foglio 27 e 45[129] ne nacque lite fra il Duomo e Spedale perché l’anno 1378 il detto Spedale ne fece di nuovo, e parte gli furon lassate come alle Deliberattioni a foglio 27, 45 suddette[130] e le scale del Duomo furono fatte l’anno 1383 nel terreno [23r (n. a. 15r)] dello Spedale del mese di aprile come alle Deliberattioni foglio 46[131] e per detta lite fu determinato che si facesse un rigolo di pietre per divisione dal Duomo e Spedale come si vede hoggi.
Sepolture
E l’anno 1443 furono fatte sepolture numero 87 da Santa Crestina, come al libro Conti Correnti G in foglio 107, 111 e 201[132] e l’anno 1592 ci fu fatto il camposanto, e l’anno 1711 fu cuperto mezzo per farci sopra il bancheggio della cera, e l’anno 1613 fu fatto in chiesa dello Spedale quel bello deposito per li rettori, sacerdoti e fameglia di residenza, il quale costò scudi 2065 come al libro C Conti Correnti a foglio 165[133], le quali li furono votate il 13 novembre 1710 e gli fu dato scudi 6 per sepoltura e numero 27 ne votonno di quelle da Santa Crestina.
Santo Galgano
La testa di santo Galgano, e altre reliquie del medesimo, l’anno 1407 il dì 4 aprile erano in deposito qui nello Spedale, e d’ordine di missere Pavolo di Pavolo Serfucci monaco olivetano e rettore di detto Spedale, fu prestata a missere Agnolo de Servi economo e procuratore dell monastero di Santo Galgano in Siena come alle Deliberattioni 1404 a foglio 62[134].
Scaloni
Scaloni di marmo in numero di 60 fatti per andare ne dormentori de preti furono fatti l’anno 1625 cioè principionno di sotto dalla panettaria sino di sopra a detti dormentori, come al libro 2 P Conti Correnti a foglio 27 e 64[135] e libro dell’Usufrutti a foglio 110[136] a scudi 3 soldi 5 l’uno e l’anno 1522 furon fatti quelli dal signor rettore libro 2 O foglio 117[137].
Sepolture
L’anno 1692 li archi che sono sopra alle dette sepolture pativano da fondamenti e con pericolo di rovina, bisognò resarcire ne fondamenti con spesa di scudi 433. 4. 6. 8 e li fratelli di Santa Caterina della Notte per alquanto tempo si partinno dallo Spedale, e andonno ad offisiare in Santa Caterina in Fonte Branda nella di lei camera, come al libro di Memorie alfabetico dello Spedale alla lettera S[138].
[23v (n. a. 15v)] Santissima Trinità
Tavola dipentavi la Santissima Trinità, che è nel cortile grande dell’infermarie e sotto ad esso ci sta l’altare portatile di dette infermarie la quale già anticamente stava sotto alla beata Vergine Maria del Manto quando stava l’in quel portone vicino per la parte hoggi dalla porta principale dello Spedale, qual tavola la dipense Domenico di Pace pittore e il legnio Pietro legnaiolo come al libro Conti Correnti 2 G a foglio 28, Entrata 2 C foglio 3[139].
Santo Micalangelo
Quel quadro rotondo che è sopra la porta, e vicino a questa detta di sopra, è pittura di Domenico Beccafumi volgarmente detto Mecarino, il quale stava in chiesa nell’altare sotto il titolo di santo Michel Arcangiolo, ma per esservi delle figure ignude, in occasione della visita di monsignor arcivescovo fu interdetto, e posto in detto luogo dove si vede hoggi.
Tabernacolo o ciborio
Tabernacolo, o ciborio di bronzo, il quale hoggi è nell’altare maggiore di Siena era dello Spedale e in esso, ce la scala e lo fece maestro Lorenzo dell Vecchietta per porsi nell’altare maggiore dello Spedale per il santissimo sacramento, quale maestro lo consegniò il 11 di gennaio 1472 e lo fece nel borgo di Cammullia, e costò fiorini 1150 e gli si diede una casa a sua vita durante come al libro Conti Correnti T a foglio 63[140] e doppo bisognò darlo al Duomo e il detto Vecchietta fece per sé proprio un bellissimo Christo di bronzo, che hoggi è nell’altare maggiore dello Spedale, il quale lo diede al detto Spedale e ci fondò la cappella sotto questo titolo e la dotò in un suo podere che possedeva a Orgia, come costa per contratto del dì 10 maggio 1479 rogato da ser Bartalomeo di Niccolò Muccini[141], e si vede nel libro de Testamenti di detto anno foglio 257 e al lbro di Memorie di Girolamo Macchi alla lettera C[142].
Argenti
L’anno 1630 il signor cavaliere Agostino Chigi fece li sei candelieri d’argento, croce, pila e asperges gli quali sono libbre 101 2/3 per scudi 1486 e lire 6 a Conti Correnti A in foglio 308[143] e a Uscita 4 V a foglio 61[144].
[24r (n. a. 16r)] Seminario Soleti
Il già signor Federigo Soleti allevato dallo Spedale, fu computista generale della reverendissima Camera Apostolica al tempo del pontificat[o] di papa Urbano ottavo, e doppo la di lui morte che fu nell’anno 1645 eresse il Seminario Soleti e lo sotto messe allo Spedale, con il fondo di circa scudi quarantaduemilia ne Monti di Roma, acciò si mantenesse il rettore di detto Seminario, il maestro, e dodici alunni figli dello Spedale, e il quoco; sì come ancora quattro cappellani quotidiani, e ogn’anno dieci doti alle fanciulle dello Spedale e fiorini 20 l’anno alla sagrestia del medesimo per gli utensili e ogni 25 anni si facci un panno di broccato per la chiesa di detto Spedale, e quando si fa il detto panno, non si dien le doti a dette fanciulle, come per suo testamento nel nostro libro de Testamenti si vede in foglio 238 al quale etc[145].
Limosine
Per antica consuetudine, si dava per limosina, e con suppliche farina in pane fatto moggia sessanta e vino some cento alli povari della città e di contado, e si durava mesi sei, si principiava il mese di gennaro, e si durava tutto il mese di giugno; questa limosina, fu levata al tempo del governo del signor rettore Scipione Ballati. Perché le limosine allo Spedale gli crescenno per altri versi, cioè con venire più infermi, più proietti, e pellegrini sì come ancora li mezzaioli di campagna esser restati quasi tutti senza pane, e altri disastri de tempi che corrivano e corrono al presente.
Limosine di grano dato all sotto scritti l’anno 1618 e 1619.
A Padri Giesuati moggia 4
Monache di Santa Chiara 2
Monache del Paradiso 3
Monache di Santa Monaca 1 staia 12
Monache della Concettione 2
12.12
Monache di San Francesco moggia 2
Alli mendici moggia 1. 12 del’infrascritti
Padri Osservanti moggia 1
Refugio e Abbandonate moggia 6
Derelitte moggia 1.12
Signore Marcello Biringucci 3
[24v (n. a. 16v)] Se l’infrascritti ministri dello Spedale fussero offesi, si doveva spendere delli denari dello Spedale come alle Deliberattioni dell’anno 1378 al 1381 in foglio 62 e ciò fu l’anno 1379[146].
Per il signor rettore si spenda fiorini numero 2000 d’oro.
Per ciascun frate, avocato, notaro, o procuratore fiorini numero 1000.
Per ciascuno altro di fameglia fiorini numero 500 secondo l’offesa.
Memoria delle sante reliquie
Le sante reliquie si vede avanti che fusse fatto l’armario nella sagrestia, le tenevano nella cappella di santa Crestina, come si dice in questo a foglio 42 la quale era laggiù dalle sepolture e dopo in detto anno e dopo dove sono hoggi.
Ricordo delle reliquie che possedeva lo Spedale l’anno 1356 avanti che venissero quelle che sono hoggi nel cassone delle sante reliquie, le quali vennero di Costantinopoli l’anno 1359, e le prime si vedono nel libro dell’Inventari in conseglio di frate Luca Sermoglini sagrestano, come all’Inventari 1356 foglio 28[147] erano l’infrascritte: un pastorale da vescovo, tre mitre, e due anelli
Due cannoni di christallo con reliquie
Una Nostra Donna di alabastro
Una croce smaltata di vetro
Due reliquiari di legnio lavorato[148]
L’anno 1683 il venardì santo, fu il primo anno che il Santo Chiodo si tenesse esposto tutto il giorno nella chiesa dello Spedale, che già l’anno 1682 fu portato processionalmente dalle Quattro Compagnie e per il passato si teneva esposto il 25 marzo con l’altre sante reliquie e hoggi nel suddetto giorno e si dava la benedittione.
Maestro Bertino fece il pergolo per mostrare le reliquie per di fuori l’anno 1364, come a Conti Correnti B a foglio 218 hoggi guasto[149].
[25r (n. a. 17r)] Adi 28 di maggio 1359 in Venetia. Queste sono le reliquie che Pietro Torrigiani da Signia consegnò a frate Andrea gran sindaco e procuratore dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, come per contratto di ser Albertino Plastellini di Bol…[150]
- Un libro di Evangeli scritto in lingua greca da santo Giovanni Boccadoro cuperto di oro e di argento smaltato e con molti santi nelle cuperte.
- Una tavoletta con tre immagini cioè il Salvatore, San Pietro e San Pavolo antica guarnita di argento tutta.
- Una cassetta di argento nella quale ci son l’infrascritte reliquie: un chiodo della mano sinistra del Nostro Signor Giesù Christo, porpora del vestimento di Nostro Signore, una cassetta di argento dove fu dentro la detta porpora.
- Una cassetta di oro smaltata, dentro della spogna, lancia, canna, peli della barba e sangue del Nostro Signore Gesù Cristo.
- Una croce di oro piena del legnio della Santa Croce.
- Mezzo velo e mezza cuffia della beata Vergine Maria e centura di essa.
- Osso di san Pietro Apostolo.
- Una reliquia di san Pavolo Apostolo guarnita di argento.
- Reliquia di san Bartolomeo Apostolo guarnita di argento.
- La testa di santo Antonio di Vienna.
- La testa di santo Stefano martire.
- Una reliquia di san Giovanni elemosinario.
- Un dito di san Filippo Apostolo.
- Reliquia di santi Rodii.
- Reliquia di san Martino papa.
- Una reliquia di santo Archisorato.
- Una reliquia della gamba di san Gregorio[151].
[25v (n. a. 17v)] 18. Reliquia di santo Ippolito.
- Reliquia di santo Ermolaio.
- Reliquia di santo Pantaleone.
- Reliquia di santo Quirico guarnita di argento dorato.
- Reliquia di santo Teodoro.
- Reliquia di santo Giovanni Boccadoro.
- Reliquia di un braccio di santa Castritea guarnita di argento e pietre pretiose.
- Una reliquia di santo Cosimo e Diamiano guarnita di oro.
- Della pietra del sepolcro di Nostro Signore legata in oro.
- Un pezzo di pietra del monumento di Nostro Signor.
- Una reliquia di santo Liberato con due perle legate in oro.
- Unum camaurum Nostre Domine guarnito di oro e perle e pietre.
- Una pietra di santo Demetrio guarnita come sopra.
- Una reliquia di santo Gregorio legata in oro e guarnita.
- Una reliquia di santo Ermete martire.
- Una reliquia di santo Giorgio in uno Agnius Deo di oro.
- Una reliquia di santo Maccario.
- Una costola di santo Andrea Apostolo guarnita di argento.
- Un braccio di santo Biagio guarnita di argento.
- Una gamba di santo Tommaso Apostolo in argento.
- Una gamba di santo Odone di Alemagnia.
- Un braccio di santo Andromaco.
- La testa di santa Crestina vergine e martire.
- Osso della testa di santo Stefano iun[i]ore.
Erano dentro in una cassetta grande dorata, e in una cassetta di cipresso, e in un goffanetto di osso.
[26r (n. a. 17.1r)] E molte di queste sante reliquie restano nel cassone di esse nella cassetta dorata dove vennero, le quali non si mostravano per non esservi l’urne in esse, e come si legge nella copia del contratto della consegnia fatta di dette sante reliquie qual copia è tra l’altre copie in un libro a tal effetto fatto, il quale è nell’archivio del suddetto Spedale nella stanza de Contratti nella scanzia delli negotii di detto Spedale, e li originali de contratti sono nel cassone dove stanno dette sante reliquie in uno cassettino di legno serrato a due chiavi.
Furono stimate in quanto al oro, argento, perle e altro che ci era per adornamento delle medesime fiorini di oro numero 3000, e lo Spedale in diversi tempi pagò alli Torrigiani fiorini d’oro numero 3360 come si vede in detto libro a foglio 30.
L’istesso anno 1359 che vennero le sante reliquie nello Spedale e fu il mese di ottobre la città di Siena spese fiorini 1625 per fare le feste di allegrezza, come si legge nelle croniche di Siena in foglio 101[152], e fu ordinato farsi la festa, libro di Esentioni foglio 114 nello Spedale[153].
Fu ordinato ancora che nella chiesa dello Spedale si solennizzasse la festa della Santissima Nuntiata ogn’anno, come al libro delle Reformagioni in foglio …[154] Così mi disse il signore dottore Fancelli cancelliere di dette Reformagioni e per il 25 marzo 1359.
Anticamente si dava la benedittione con dette sante reliquie da una linghiera, che era tra la porta della chiesa, e la porta murata, che corrispondeva nella piazza e quei murelli e il tetto sopra, furono fatti a posta, per la quale linghiera fu fatta l’anno 1364 da maestro Bernino come si vede al libro B Conti Correnti a foglio 218[155].
[26v (n. a. 17.1v)] Signoria
e perché in questo tempo la chiesa dello Spedale era piccola non ci capiva il popolo, e doppo dal signor rettore Niccolò di Gregorio Ricoveri fu ingrandita di muraglie e soffitta.
Signoria
e magistrati di Siena quando si dava la benedittione perché la chiesa dello Spedale non era per ancora ingrandita, e fecero decreto publico l’anno 1436 di portare cera libbre 48 a offerire il dì 25 marzo e due prigioni come al libro de Privilegi in foglio 16 per la cera e prigioni 1443 foglio 41[156].
La testa di santo Stefano papa e martire, che era tra le sante reliquie dello Spedale, la volse il Serenissimo Gran Duca Cosimo Terzo di Toscana di Casa Medici al quale fu consegnata il 19 aprile 1683 perché già il medesimo haveva ottenuto il corpo di questo santo per la Religione de signori Cavalieri di Santo Stefano protettore di questa Religione, e il prossimo mese di maggio, in Pisa dovevano fare una solenne processione e dal nostro Spedale gli fu mandata in Pisa per il reverendo Carlo Bartalini curato di Santo Pietro in Banchi di Siena cerimoniere di questa [Religione dei] cavalieri di Siena il suddetto giorno e l’anno santo 1700 il suddetto Serenissimo Gran Duca nel suo ritorno che fece di Roma, si trattenne sei giorni in Siena, e venne a visitare le sante reliquie dello Spedale, e volse parte del osso di santa Maria Egizziaca.
Nel protocollo di ser Ricco Lenzi dell’anno 1363 al 1369 in foglio 54 sino a foglio 59 ce la quittanza delle sante reliquie quale è nell’archivio di detto Spedale nella stanza nuova[157].
[27r (n. a. 17.2r)] Cappanna sopra la sala e in questo foglio 1.
La cappanna della paglia sopra alla sala del palazzo del signor rettore, ci fu fatta l’anno 1479 al tempo di missere Cino de Cinughi rettore, e alzò al pari del cornicione nella chiesa e fece guastare il tetto che secondava quello si vede hoggi e ci fece fare cinque finestre, e sopra di essi cinque armi di pietra, come si legge nel libro di quest’anno con cuperte rosse in foglio 186 il quale è tra li Conti Correnti antichi nell’archivio dello Spedale da cassoni de contratti[158]. E il suddetto rettore l’anno 1482 fu fatto Capitano di Popolo dalla Repubblica, come al detto libro foglio 211[159] che avanti si facesse questa alsata il tetto, che si vede hoggi andava andante sotto alle finestre del palazzo del signor rettore, come in questo foglio 1 e foglio 60.
Sante reliquie
L’anno 1478 il dì 29 gennaro, si fece il luogo per tenere le sante reliquie, e si spese lire 53. 5 – per numero 4 perni tondi per tenere le colonne, pavimento sotto il cassone, 500 pezze di oro per il palcho, e dipenture, come si vede al libro Conti Correnti Bigio a foglio 73[160], che per il passato stavano nell’armario della sagrestia, e hoggi sono in questo luogo sopra alla beata Vergine Maria dell Manto postaci l’anno 1610 e nella suddetta spesa, non ci sono comprese le colonne, cassone e altro, e le chiavi di questo cassone, una la tiene l’eccelso signor Capitano di Popolo, e l’altra il signor rettore dello Spedale.
Nella stanza nuova de Contratti nell’archivio 1478 Giovanni di Christofano depense la cappella delle reliquie, dove è il cassone ricevé lire 17 soldi 12[161].
[27v (n. a. 17.2v)] Pontefici
Si trovano numero 30 pontefici in più e diversi tempi cioè dall’anno 1194 all’anno 1524 li quali tra tutti [h]anno concesso numero 200 bolli, o privilegi, d’indulgenze, immunità ecclesiastiche, e altro, come si vede distintamente ciascun pontefice da per sé nel libro a tale effetto formato da foglio primo sino a foglio 64 e dette bolli, o privilegi nella scanzia di numero 1 fascetto per fascietto, e il detto libro è nella stanza de Contratti[162].
Cardinali
Parimente si vedono numero 12 cardinali, li quali [h]anno concesso indulgenze e altro dall’anno 1289 all’anno 1484 in numero 23 cartepecore come si vede nel suddetto libro da foglio 73 sino 81 e li originali sono al numero 5 nella scanzia e in detta stanza[163].
Vescovi e arcivescovi
Parimente si vedono numero 51 vescovi, li quali [h]anno concesso più indulgenze e altro dall’anno 1090 all’anno 1316 come si vedono nel suddetto libro da foglio 87 sino a foglio 95 e tra essi ce ancora dell’arcivescovi e li originali sono nella scanzia al numero 5 in detta stanza[164].
Ci sono numero 14 lettare di vescovi, e arcivescovi stati di Siena dall’anno 1245, all’anno 1578 come si vede le medesime nella scansia al numero 9 affisse insieme e in detto libro fattone in sunto memoria[165].
Alquante altre cartepecore o lettare di abati, e altri religiosi.
Vescovi
Vescovi che [h]anno servito lo Spedale per cappellani.
Un vescovo sanese de Padri de Servi fu cappellano l’anno 1386 il 15 marzo, come alle Deliberattioni si vede a foglio 164[166].
Il vescovo Martino era cappellano l’anno 1396 il 7 maggio come alle Deliberattioni foglio 384[167].
Un vescovo de Frati Minori il 27 di giugno era cappellano come alle Deliberattioni di questo anno a foglio 22[168].
[28r (n. a. 18r)] Notisia del ciborio di bronzo dello Spedale Grande di Santa Maria della Scala di Siena che oggi è nell’altar maggiore in Duomo e del Salvatore che è nell’altar maggiore dello Spedale
Da Lorenzo di Pietro Vecchietta scultore e pittore sanese a spese dello Spedale, fece il tabernacolo, o ciborio di bronzo per doversi mettere nell’altar maggiore di detto Spedale doppo che fu ingrandita la chiesa di esso Spedale e costò fiorini 1150 e lo consegniò allo Spedale il dì 11 gennaro 1472, come si vede al libro Conti Correnti T in foglio 63[169] e alle Deliberasioni a foglio 229 al tempo di missere Niccolò di Gregorio Ricoveri rettore di detto Spedale fiorini 1150[170]
Ricordo come il dì 24 agosto 1506 il suddetto ciborio o tabernaco(lo) ci fu levato con tutto il suo fornimento da Pandolfo di Bartolomeo Petrucci rettore del Opera del Duomo, e contro alla volon(tà) di missere Giovanni Battista di Lodovico Tondi rettore dello Spedale il quale levonno di lor mano dalla nostra guardarobba ve(cchia) in più culle e portollo su nell’altar maggiore del Duomo e allo Spedale gli volevano dare la tavola che avevan(o) levata dal suddetto altare, che oggi è quella dell’altar di sant(o) Anzano in Duomo con la beata Vergine Maria e li quattro avocati della città e (li) altri santi, che dipoi non si è visto altro.
Al libro bislongo di Ricordi e Riceute dell’anno 1528 all’an(no) 1569 in foglio 243 ci sono de ricordi mediante il suddetto cibori(o) qual libro è esistente nell’archivio di detto Spedale[171] e (nell‘)armario de Conti Correnti, dalli stracciafogli de quali ricordi metto qui il transunto. Lo Spedale lo tenne anni 34 e non fu messo mai in opera.
[28v (n. a. 18v)] Molto magnifico et eccellente signor governatore
Il tabernacolo, che oggi è nell’altar maggiore del Duomo, fu già dello Spedale nel quale ci è l’arme della Scala come al libro…[172]
Chi governava lo Spedale altre volte [h]a fatto diligenza che sia satisfatto della valuta, se non in tutto almeno in parte.
Fu dall reggimento dell’anno 1553 cognosciuta e esaminata tal causa. Volendo che lo Spedale fusse in parte sadisfatto, sopravenne le guerre e impedì il successo.
Havendo lo Spedale avanti la guerra, venduto al Opera del Duomo e per suoi bisogni un suo molino macinante detto il Molino di Monteroni per fiorini 1550 e con regresso di potello ricomprare venne la guerra, e fu tutto rovinato e dipoi non stato mai racconcio per la grave spesa che ci bisogniava perché l’Opera dubita che acconcio che fusse con grandissima sua spesa, che lo Spedale non abbi comprato di Murlo. che né l’uno né l’altro si vuole.
E lo Spedale riavesse il detto mulino così guasto per parte della ricompresa del tabernacolo acciò in parte la sua giustizia senza danno del Opera del Duomo.
Al libro vecchio delle Perpetue del Grano in foglio 77 ce il lodo di monsignor Niccolini governatore di Siena per causa delle moggia 3 di grano per causa di detto molino e così si costuma hoggi dì.
Il leggio quadro per il choro di chiesa, fu fatto l’anno 1588 e costò scudi 210 il quale fece maestro Benedetto di Giovanni legnaiolo di Monte Pulciano habitante in Siena al libro Conti Correnti 3 N a foglio 116 ci è di presente[173].
[29r (n. a. 18.1r)] L’anno 1479 il dì 10 maggio il Christo di bronzo resuscitato che di presente è nell’altare maggiore dello Spedal Grande di Santa Maria della Scala, lo lassò al detto Spedale maestro Lorenzo di Pietro dell Vecchietta, che ci fondò la cappella sotto il titolo del Salvatore, come si vede al libro de Testamenti di questo anno in foglio 257 sotto rogito di ser Bartolomeo di Niccolò Nuccini al quale si abbi relatione[174].
Fu fatto il suddetto Christo di bronzo dal suddetto maestro Lorenzo Vecchietta il dì 20 di febbraro 1476 e ci fondò la cappella sotto il titolo del Salvatore, e dotò la medesima cappella in un suo podere a Orgia, come si legge la donatione per via della Consulta dello Spedale nel libretto de Testa(menti) o Padronati con cuperte di cartone in foglio 7 a tergo nell’archivio dello Spedale nella buca o scansia de Testamenti Fidecommissi e contratto nella buca della chiesa nell’archivio[175].
E doppo la di lui morte volse essere sepolto a piedi la sua cappella la quale era qui nello Spedale dove hoggi è la porta di ferro della chiesa di detto Spedale, e lassò che offisiasse la suddetta cappella ser Bartolomeo Vecchietta suo fratello il quale venne a morte e ancor lui volse esser sepolto dal suo fratello Lorenzo, e quest’anno 1712 del mese di marzo in occasione di metter su la detta porta nuova di ferro, lì dallo scalone si ritrovò li due corpi di detti morti, fatta questa notisia da me Girolamo Macchi scrittore maggiore per memoria.
Maestro Lorenzo di Pietro dell Vecchietta adì 29 settembre 1445 dati fiorini 380 per opera fatta di suoi colori e oro nell’armario in contro l’altare in sagrestia grande di nostra chiesa, e per dipentura ancora del oriolo fatto di accordo con messere Urbano nostro rettore a Conti Correnti a foglio 4[176].
[29v (n. a. 18.1v)] Dotò Lorenzo dell Vecchietta la sua cappella del Salvadore in uno podere a Orgia come a contratti a foglio …[177] e doppo lo Spedale vendé il suddetto podere a Lodovico Tancredi Tancredi [sic] per fiorini 400, come si vede nel libro di Compre e vendite in foglio 51 e ciò fu il 13 ottobre 1514[178] qual podere aveva lassato a ser Bartolomeo di Giovanni Vecchietta prete suo fratello fin che viveva, e doppo allo Spedale come si vede il testamento di detto ser Bartolomeo nel libro de Testamenti al foglio 218 dell’anno 1510 all’anno 1515[179], e l’anno 1714 furono ritrovate le loro ossa apud la chiesa dal cancello nuovo di ferro fatto l’anno 1714.
Morì Lorenzo dell Vecchietta l’anno 1480 come a Conti Correnti G in foglio 507[180] e furono ambi due sepolti nello Spedale a piedi la chiesa dove era la cappella loro.
L’istorie due che sono in pellegrinaio dell vuomini cioè quella sopra alla porta dove è il campanello che è il sognio della madre del beato Sorore, e quell’altra in faccia sopra all’arco, le dipense, maestro Lorenzo dell Vecchietta e sotto a quella della madre ci è scritto il nome dell Vecchietta.
Figure di terracotta che sono sopra l’organi in chiesa dello Spedale, le fece maestro Carlo di Andrea calderaio e costonno lire 87 soldi 15 come al libro 2 L a foglio 14 l’anno 1517[181].
Pezze o pannelle di oro numero 39900 andonno nelli organi fatti l…[182].
Lo Spedale vendé il podere di Orgia dell Vecchietta fiorini 400 l’anno 1513 a Lodovico di Tancredi Tancredi di lire quattro per fiorino come a Conti Correnti 2 H a foglio 192 e posto di sopra[183].
[30r (n. a. 18.2r)] Questi sono pontefici e impera[tori]
che sono stati nello Spedale
L’imperatore Federigo secondo il 17 di marzo dell’anno 1241 venne nello Spedale di Siena, e lo prese in sua protettione, al tempo di missere Caccia Conte rettore[184].
L’imperatore Errico settimo il 9 di maggio dell’anno 1313 venne nello Spedale di Siena, e lo prese in sua protettione al tempo di missere Iacomo di Christofano del Mancino rettore, come per loro privilegi nella cassetta[185].
Papa Urbano sesto il 14 ottobre 1387 ritrovandosi nella città di Siena, venne nello Spedale, e gli concesse indulgenze, e privilegi al tempo di messer Giovanni Iandaroni rettore[186].
Papa Gregorio decimo secondo ritrovandosi in Siena venne nello Spedale, e concesse indulgenze e privilegi, particolarmente all’infermi, inferme, e fameglia di detto Spedale, al tempo di messer Pavolo di Pavolo Scafucci rettore e fu il 18 ottobre 1406[187].
Papa Eugenio quarto il 3 di settembre 1443 ritrovandosi in Siena venne nello Spedale, e concesse molt’indulgenze e privilegi, al tempo di messer Giovanni di Francesco Buzzichelli rettore, e indulgenza perpetua per il 25 marzo[188].
Papa Pio secondo de Piccolomini di Siena il 27 di marzo dell’anno 1464 ritrovandosi in Siena visitò questo Spedale, e gli concesse indulgenze e privilegi al tempo di misser Niccolò di Gregorio Ricoveri rettore[189].
Come si vede dalle loro bolli, e privilegi nella cassetta a tale effetto tenuta, la quale è esistente nell’armario dell’archivio di detto Spedale, oltre a molt’altre che non ne fo mentione.
[30v (n. a. 18.2v)][190] E tre vescovi si trova, che hanno servito questo Spedale per cappellani all’infermi, e altro vescovo oltramontano morì nell’infermerie, sì come il duca di Guisa morì nella nostra grancia di Cuna l’anno 1640, oltre a molt’altri prelati, e persone di santa vita hanno servito e terminato li suoi giorni al servisio de poveri in questo Spedale, che il numerarli sarebbe impossibile, solo basta dire de nostri santi e beati sanesi che gli è stato strada per condurli al cielo[191].
Pellegrino orante
L’impresa, o insegnia di questo Spedale, già è stata da suo bel principio la scala, che fu ritrovata dal beato Sorore ne fondamenti li 3 scalini di marmo bianco come si legge nella di lui vita[192], e di poi doppo la di lui morte fu sempre seguitata, sì come si seguita di presente, è ben vero, che vi aggiunsero dipoi per insegnia di detto Spedale un pellegrino viandante orante, dalla grande multiplicità, che concorrevano, come si legge il segnio di tal impresa del pellegrino nel libro chiamato Deposito D dell’anno 1350 in foglio 1, 11, 13[193] come hoggi si vede il sigillo di argento in carteggio del signor camarlengo con tale impresa al tempo di Mino di Cino, rettore è hoggi questa si è tralasciata[194]. E da che si edificò la chiesa sotto il titolo della beata Vergine Maria Annunziata, si fa ancora per impresa o insegnia la beata Vergine sedente, con il Nostro Signore ritto nelle ginocchia con tenere in mano detta Vergine la scala antica impresa di questa santa casa, quale ancor questa di presente serve per sigillar scritture, che devono andar fuori di Stato,
l’arme della città bianca, e nera detta la Balsana, si pose nelle [31r (n. a. 19r)] muraglie di detto Spedale fino dell’anno 1309 di ordine del Comune di Siena, il quale haveva ordinato al suo podestà, che desse l’ordine al rettore dello Spedale, nella conformità che ce l’havevano gl’altri spedali, cioè quello della Misericordia, e quello di Santo Lazzaro e fu il 7 maggio di detto anno.
Al presente si governa da persone secolari (ancor che il beato Sorore vi costituisse frati, sotto la regola di santo Agostino, quali si sono sperti, al tempo dell’illustrissimo signor rettore Agostino Chigi stato di detto Spedale) e si trovano haver governato il medesimo Spedale dall’anno 1108 in qua rettori numero 59 sino al presente anno 1709, e nell’ingresso, o possesso di ciascun rettore si costuma fino al giorno di oggi il cantar la messa solenne nella chiesa di detto Spedale dal padre priore di Sant’Agostino, con 2 suoi frati assistenti, a quali per recognittione, se gli dà lire 6 dal signor camarlengo dello Spedale, a tutti e tre per essere stato terziario di detto Ordine il detto beato.
Il capo di questo Spedale, come sopra è un gentil huomo sanese, con titolo di rettore, il quale viene eletto dal serenissimo granduca di Toscana, con solenne pompa, e lunghe cerimonie, con farlo anco cavaliere di Speron d’oro per le mani dell’illustrissimo eccellentissimo Capitan del popolo, nella sala del Consiglio del pubblico palazzo di Siena[195], e il primo rettore che avesse questa dignità fu messer Carlo di Agnolino Bartali, fatto il dì detto pubblicamente in Duomo per le mani del detto re, come al libro delle Donazioni dell’anno 1347 all’anno 1400 in foglio 184[196], sì come ancora [31v (n. a. 19v)] il rettore protempore dello Spedale tiene il quarto luogo tra la Signioria dall’anno 1517 in qua, e fu il primo a risedere in questo luogo missere Giovanni di Francio Bucci, come si vede per contratto nel libro de Privilegi a foglio 72[197], e in detta funtione del possesso, si recita un’oratione bellissima, da uno degli illustrissimi signori eccellentissimi, in lode del medesimo signor rettore novello, e terminata detta oratione, si trasferisce tutto il Senato e magistrati con trombe, e tamburi alla chiesa dello Spedale, per dargli il possesso, e hoggi vien governato dal ottima integrità, bontà e diligenza dell’illustrissimo signor cavaliere Antonio Ugolini dal dì 13 febbraio 1709 in qua, al quale per sua provisione se gli assegnia l’anno dallo Spedale scudi 300 e li soliti regali, come anco li medicamenti gratis per sé e sua signora consorte, e volendo tener carrozza, se gli deve dal detto Spedale somministrare, biada, e paglia per due cavalli solamente e non altro, e lettiga per compagnare a tutte spese dello Spedale.
In aiuto di detto illustrissimo signor rettore, si eleggono quattro signori gentil’huomini senesi detti deputati, o savi, e sono uno per Monte della città, cioè Popolo, Gentilhuomo, Reformatore e Nove, e durano 2 anni per ciascuno, et ogni anno se ne mutano due, a quali si legge la reforma de capitoli, e ordini di detto Spedale, e se gli fa giurare l’osservanza, e vengono eletti dalla Balìa, per occasione di consultare, e deliberare li negotii di detto Spedale, quali insieme con il cancelliere si radunano nel luogo solito del Capitolo ogni 15 giorni, con tenere il libro delle deliberattioni, e delle notificattioni, e dare audienza, spedir cause, e tener ragione [32r (n. a. 20r)] a quelle persone, che havessero a trattare seco d’interessi per cause civili, che in tal caso è magistrato da per sé, e li cittadini, polisie, e catture sono stampate in nome del medesimo Spedale, per parte del rettore, e savi suddetti per privilegio concessoli dal Comune di Siena il dì 28 settembre 1433, cioè che li cittadini, che erano eletti al governo, e mantenimento di esso Spedale, fussero giudici competenti in tutte le quistioni, e liti, acciò da procuratori non fusse stranito il detto Spedale, e tal concessione si vede nelli statuti antichi della città di Siena, nel luogo dove dice de causis ectc[198].
Haverà di entrata annua lorda un anno per l’altro in tutto scudi 37000 [e] questi sono la maggior parte in grascie, e in avanzi di prezzo delle medesime, che si trovano per commodo della scrittura, e d’uscita haverà in tutto scudi 41000, cavata dal ragguaglio di anni 6, sì che è andato in scapito un anno per l’altro di scudi 4000, e questi è bisogniato per supplire alle gravi spese, che ha il pigliare denari a interessi, vendere qualche stabile, e indebitarsi con diversi, e fino a questo anno 1709 si ritrova di debito in tutto scudi 36591, detratti li suoi crediti, tra denari fruttiferi, frutti di essi, depositi, e frutti de vitalitii, e artisti, e questo scapito depende dal gran numero d’infermi, e di baliatici, che da molti anni in qua vi concorrono, sì come ancora delli beni in campagna che non fruttano, e per esser calato ogni affare sì della città che di campagna e l’opere piie, che giornalmente esercita si possono argumentare dalla nota della fameglia che giornalmente governa e stipendia sì in Siena, come in campagna, e sono cioè:
[32v (n. a. 20v)] Nota della fameglia che giornalmente stipendia lo Spedale sì in Siena, come in campagna,
e gli dà il vitto, e prima
L’illustrissimo signor rettore l’anno scudi 300 e medicamenti senza vitto n. 1
Il signor camarlengo solamente scudi 60. Hoggi con il vitto n. 1
Padre sagrestano, cappellani diversi numero 20 e 4 cherici in tutto n. 24
Tre signori medici solo la provisione di contanti e 3 astanti il vitto n. 6
Scrittore maggiore, revisore, 2 scrittori delle grance, e aiutante n. 5
Ministro delli granari, e serva n. 2
Scrittore de bali, pagatore, aitante, e scrittore dell’infermi n. 5
Capo cerusico, sotto cerusico, cerusico delle donne e 3 giovani n. 6
Capo spesiale, sotto spesiale, garzone, e 5 giovani studenti n. 8
Infermiere, sotto infermiere, 2 fioralisi, e 16 serventi all’infermeria n. 20
Panettiere, capo fornaro, e 2 garzoni al forno n. 4
Garzone de granari, cantinaio, stallaio, ortolano, e castronaio n. 5
Garzone delle legna e 4 vetturali sono in tutto n. 5
Credentiere, quoco, e 2 garzoni. Il corticellaio, e garzone n. 6
Infermi, e inferme ne letti un giorno per l’altro in Siena n. 120
Infermi in Grosseto un giorno per l’altro n. 26
Pellegrini, e pellegrine un giorno per l’altro e per una sera n. 25
Fanciulle maggiori nel convento di sopra e padrona n. 109
Fanciulle del convento di mezzo e donne n. 79
Fanciulle del pellegrinaio e 2 monache n. 37
Portiere e consorte, e maestra del tessare n. 3
Fanciulli maggiori all’horti numero 12, e il direttore d’essi n. 13
Fanciulli piccoli a squola, numero 35, e 5 matrone n. 40
Balie lattanti in casa n. 6, la padrona, lavandara, 6 fanciulli n. 14
Segue n. 564
[33r (n. a. 21r)] Segue la nota della fameglia come per la somma di contro n. 564
Divezzanti in casa numero 11 e donne per detti 5 n. 16
Fanciulli, e fanciulle a latte per la città, e in campagna n. 114
Fanciulli, e fanciulle che sopra a mezzo prezzo n. 451
Fanciulli, e fanciulle a retta a grano n. 6 l’anno, e il vestire n. 366
12 grancieri in campagna, lor consorti, scrittori, serve, e garzoni n. 76
Garzoni diversi, alle vacche, e cavalle, e bufale n. 12
Mezzaioli in tutto ne poderi tra donne, e huomini sono n. 1320
E inoltre, 21 giorno del mese si dà a tutti li prigioni delle carceri secrete, e Stinche, un pane di libbra per ciascuno, e alli soprastanti di esse carceri libbre 20 il giorno, che un giorno per l’altro vi va pane libbre 85, e li prigioni sono circa 65 e questo segli dà per carità, e non per obbligo. n. 65
La domenica, mercoledì, e venardì, si dà la colattione a numero 13 poveri pellegrini essendoci, se no a poveri della città, e questo per il lassito fatto dal signor Lodovico Borghesi il 30 gennaio 1548 a Testamenti a foglio 122[199], e per il passato si dava a numero 12 la domenica n. 13
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Per carità si dà il mese pane libbre 150 cioè, a Padri Cappuccini libbre 50 e vino boccali 44, Osservanti libbre 10, San Domenico libbre 10, Santo Spirito libbre 10, Orfani libbre 10, Mendici libbre 10, San Francesco libbre 10, Castell Vecchio libbre 10, Convertite libbre 10, e monache di Campanzi libbre 10, Derelitte libbre 10, et inoltre a 7 conventi se gli dà li medicamenti parimente per carità soliti darsi all’infermi dello Spedale, e sono cioè li Padri Cappuccini, Cappuccine, Convertite, Refugio, Abbandonate, Orfani, e Mendici, e a molti poveri della città secondo le ricette de medici in tutto ascendono circa scudi 270.
[33v (n. a. 21v)] Alli figli masti di detto Spedale, quali vi sono stati esposti in pila, o vero stati raccolti, se gli dà il vitto, e vestire a sufficienza, e si tengono fino all’età di anni 16, e se gli fa imparare il mestiere che vogliano, e quelli, che si conoscano haver buon ingegnio, si incaminano alli studi, si esercitano per le scritture di detto Spedale, e se ne alleva per li grancieri in campagna o fattorie, come ancora per la spesiaria, e medicaria de quali ne suol riuscire de virtuosi assai in ogni genere.
Alle figlie parimente state esposte che sopra se gli dà il vitto, e vestire a sufficienza, e queste si ritengano a vita, e volendone il signor rettore mandarne via, fino che non hanno l’età d’anni 45, vi va con qualche sorte di riguardo, e la maggior parte di esse pigliano l’habito nero, e si tirano avanti per matrone per custodire l’altre, e doppo l’età di anni 16 se gli fa pagare pavoli 12 l’anno a quelle del convento detto di sopra per ciascheduna, e si gli relassa ogni sorte di lavoro, che soglion far per altri, e adesso se gli è introdotto l’arte del tessare, acciò che maggiormente si trovino d’accasare, o maritare, e maritandosi, lo Spedale gli provede della dote, cioè a quelle state esposte in pila di nascita gli dà di contanti fiorini 90, e tutte quelle robbe che si trovano di lor donamento, e alle raccolte gli dà scudi 25, e tutto il suo donamento, che ben spesso per la loro industria ascenderebbe a più il donamento, che la dote poi che tutto quello che guadagnano con loro fatiche, o industrie, o che da parenti gli è dato, è tutto loro, e lo Spedale non gli leva cosa alcuna.
[34r (n. a. 22r)] Lo Spedale per liberarsi dalli datii e pesi che si imponevano dalla reverendissima Camera Apostolica, fece conventione con il monsignore Rinaldo vescovo di Siena, e con il clero, e gli diede lo Spedale una possessione a Santa Reina, come per contratto in cartapecora del dì 29 marzo 1307 rogato da ser Pepino già di Nuccio da Sovicille, nella cassetta de Privilegi[200].
Papa Pavolo secondo dà facoltà, che i figli dello Spedale si possino far sacerdoti, e tener cura di anime, e godere altri gradi ecclesiastici, come per sua bolla dell’anno 1464 nell’armario, nel libro delle Bolli pontificie[201].
L’anno 1538 confermatione delli signori 4 esecutori della generale Gabella del Comune della città di Siena, che lo Spedale non sia tenuto a pagare gabella di sorte alcuna, come per contratto rogato da ser Francesco Petroni il dì 27 novembre anno detto, come al libro de Contratti a foglio 75[202], e di poi stato confermato da Sua Altezza Reale, et hoggi al presente si mantiene, eccetto che, se lo Spedale vende grano alla marina, gli fanno pagare la tratta di lire 9. 1. 8 del moggio, sì come ancora quando vende li maiali, che gli fanno pagare tratta a’ Paschi, e gabella in dogana, e ancora acquistando de beni, gli fanno pagare l’estimo, che è imposto in quei beni acquistati.
Il detto Spedale è franco di pagare il passo della dogana a’ Paschi non solo per la sua parte, ma ancora per la parte del soccio cioè per lire 600 per privilegio, le lire 800 per franchigia comprata dal Comune di Siena per scudi 700 d’oro, al libro dei Capitoli a foglio 63 rogato ser Antonio Vitelli il 4 maggio 1501[203].
Beata Vergine Maria sotto lo Spedale
[34v (n. a. 22v)] Sotto alle volte di questo Spedale, vi sono tre Compagnie di secolari, cioè la Compagnia della beata Vergine Maria detta de Disciplinati, la quale è antica, si crede quanto lo Spedale, che oltre all’esser ricca, e li fratelli della medesima tutti gentil huomini, e cavalieri e persone titolate e di pezza, è famosa per tutta l’Italia, per le buone opere, che fa per essere stata sempre un seminario di santi huomini, da dove sono discesi tanti santi come habbiamo nelle vite de santi senesi, la quale non paga allo Spedale censo annuo di sorte alcuna.
Santo Girolamo
La Compagnia di San Girolamo parimente de Disciplinanti, questa è di huomini parte nobili, e cittadini, e artisti, alla quale lo Spedale concesse il sito il dì 15 febbraio 1436, come al libro delle Deliberattioni dell’anno 1435 all’anno 1450 in foglio 72[204] e paga l’anno per contro cera lavorata libbre cinque gialla.
Santa Caterina da Siena della Notte
E la Compagnia di Santa Caterina da Siena detta della Notte, questa parimente è de Disciplinanti, e sono cittadini, e artisti, la quale paga di censo l’anno a questo Spedale, cera bianca lavorata libbre 2 per il sito concessoli di 2 stanze, come si vede alle Deliberattioni dell’anno 1604 all’anno 1612 in foglio 71 e 140[205], oltre all’antico padronato che vi haviamo in esso, come al libro de Patronati dell’anno 1377 in foglio 59[206], che tutte tre le dette Compagnie, sono frequentate da’ fratelli di esse, la mattina di buonissima hora tutte le feste comandate, e in altri tempi dell’anno, a dove oltre a recitare li divini offici, vi si confessano, e comunicano, e fanno altre opere da buon christiani, e nella loro sagrestia vi hebbe origine la Congregazione de Sacri Chiodi, introdotta da Matteo Guerra da Marciano infermiere dello Spedale, e hoggi detta Congregazione è a San Giorgio[207].
[35r (n. a. 23r)][208] Della chiesa dello Spedale
Questa fu fatta l’anno 1252 come si dice in questo a foglio 1.
Sotto il titolo della santissima Nunsiata, avocata, e protettrice di questa pia casa, la quale chiesa è tenuta con grand’ magnificenza di sacerdoti, confessori, e cherici; si offisia come collegiata corizzandovisi ogni giorno, come i Regolari, et in essa sodisfacendo a molti legati di messe, cappelle et offitii, e obblighi, che da più benefattori son stati lassati, che a tale effetto nella sagrestia vi si tiene la nota in tavola, compreso al padre sagrestano di adempire a tutti i suddetti obblighi, e vi si usa assai diligenza; e l’anno 1379 da papa Urbano sesto fu concessa la licenza delle sepolture. L’anno 1359 furono date le sante reliquie da messer Pietro Torrigiani fiorentino, e l’anno 1378 si fecero li murelli fuori della chiesa, per la Signoria e magistrati che ogn’anno venivano alla benedittione di dette sante reliquie, la quale si dava da una linghiera tra la porta della chiesa, e la porta murata.
L’anno 1462 si fece la libraria dei libri di canto fermo per detto, e l’anno 1471 si allongò, e vi si fece la soffitta bellissima, sì come vi si fecero le residenze, che hoggi sono nel cortile grande nel salone dall’infermeria. L’anno 1472 vi si fece il ciborio di bronzo, il quale hoggi è nell’altar maggiore del Duomo, e l’anno vi si fece il Christo resuscitato, il quale di presente è nell’altar maggiore. L’anno 1519 vi si fecero l’organi, l’anno 1575 si fece dipegnere tutta la nicchia dall’altar maggiore, e vi si fece lì 2 angioli di bronzo. L’anno 1601 si principiò la cappella della musica, e fu di poi terminata l’anno 1630. L’anno 1608 si principiò in essa le 4 porti di macignio bigio, e l’anno 1610 vi si [35v (n. a. 23v)] trasferì processionalmente la beata Vergine del Manto, la quale per l’adietro era nella facciata dove hoggi è il portone, che si entra nell’andito grande dall’infermarie, e spesiaria, e sotto all’altare di detta immagine, vi si pose il corpo del beato Sorore fondatore di questa santa sasa, che per il passato stava in sagrestia, e l’anno 1613 vi si fece il deposito di marmo per li rettori, i ministri con il resarcimento delle sepolture; l’anno 1630 vi si fecero li candelieri, e croce, e altro di argento; l’anno 1671 vi si principiorono li 5 altari di pietra da casa Chigi, e altri; l’anno 1680 vi si fece la cappella di suor Lisabetta Biagini con 4 cappelle quotidiane; e in questo anno vi si fecero li broccatelli, a spese di piie persone, e le residenze di noce a balaustri a spese dello Spedale. E per il 25 marzo per il solito ogn’anno vi si celebra la festa della santissima Nuntiata, a dove la mattina doppo la predica, a offerta di tutta la fameglia, si dà la benedittione delle sante reliquie in numero 19 con l’intervento dell’illustrissima Signoria, e magistrati con offerta di cera gialla libbre 48 e 2 prigioni, e grandissimo concorso di popolo della città e Stato, et è una delle belle feste che si facci in tra l’anno nella città, e lo Spedale, 15 giorni avanti la festa, e 15 giorni doppo fa franchigia alli suoi debitori, per consuetudine antica, e questo capo della sagrestia dà di spesa un anno per l’altro scudi 1340, netto de funerali, e cerumi di colature, e denari delle cassette.
Lo Spedale o suo rettore ha sotto di sé li 2 conventi delle vergini dell’Abbandonate e Refugio dall’anno 1612 in qua d’ordine di Sua Altezza Serenissima, che si vede al libro de Capitoli a foglio 104[209], sì come ancora il seminario Soleti, dall’anno 1642 di ordine del già signor Federigo Soleti fondatore.
[36r (n. a. 24r)] Vi sono l’infermarie per l’huomini, e donne, cioè, religiosi, nobili, e comuni, ogni sesso separato da per sé, che tra tutte le dette infermarie vi sono letti numero 137 cioè nell’infermaria grande di mezzo numero 30, nell’infermaria piccola numero 30. Nell’incurabili numero 13. Infermaria de’ nobili 5, nelle 5 letta per li religiosi, e fameglia numero 5, per li feriti numero 3, stanza de prigioni, e serventi numero 3, infermiere, e sotto infermiere numero 2, serventi numero 16, e nell’infermaria delle donne numero 30, che un giorno per l’altro si trova, esservi infermi tra tutti numero 120 a’ quali si dà il vitto, e medicamenti necessari sì spirituali, come temporali. Si tengano dette infermarie ben proviste, di biancarie, cuperte, matarazzi, e altri mobili necessarii a tale effetto. Ogni giorno, o nell’una, o nell’altra infermaria capace, vi è la santa messa, che a tale effetto vi sta 3 sacerdoti, e due cherici per la raccomandattione dell’anime; e alle donne doppo l’estrema unsione, gli assiste una di quelle matrone. Si tengano a questo effetto stipendiati 4 signori medici de più ansiani della città, 5 astanti partecipanti, e 4 sopra numerarii; cerusici 4, serventi con li beccamorti 18, e le fanciulle al servizio dell’inferme numero12, e un anno per l’altro si consuma in questo capo dell’infermarie tra ogni cosa scudi 4248 al netto de panni, e denari de morti, e si riceve tutti l’infermi di qualunque infermità, purché non sieno mali incurabili, e l’anno 1379 lo Spedale diede una possessione a canonici del Duomo, posta a Monte Ecchio, per poter seppellire tutta la fameglia, pellegrini, proietti, e altri come per contratto rogato ser Bartolomeo di Francesco Tellini notaio sanese quale contratto, è nella cassetta de Privilegi[210].
[36v (n. a. 24v)] Si ricevono li fanciulli, e fanciulle di nascita, et anco qualche volta di quelli grandicelli, che da’ suoi genitori sono lassati di notte tempo all’intorno dello Spedale, e per quelli di nascita vi è a tale effetto una pila di marmo bianco, e nero vicino alla porta principale di detto Spedale; si tengano in casa numero otto balie per nutrire dette creature, fino a tanto che venghino balie di fuori a pigliare a balia ciascuna di esse creature, e dalla gran quantità, che per il passato ne comparivano, sì come ancora vi si trovava molte fraudi, si è posto adesso in usanza, quando sono poste in pila o portate alle balie fintamente, subbito dette creature si fanno marcare da un cerusico, nella conformità, che usa di presente lo Spedale di Santo Spirito di Roma, e se gli fa la scala con la lancetta, e nero di fumo in un piede; al presente vi sono creature a latte numero 114, che alle balie finché non l’hanno divezzati, se gli dà lire 5 il mese, una culla, 3 pezze lane, 3 line, e 3 fascie; de divezzi per la città e in campagna, ve ne sono numero 451, che alle balie gli si dà il mese lire 3. 10. -, e alle creature, calze, scarpe, gonnella, e camicia l’anno; fanciulli, e fanciulle a retta ve ne sono numero 366, a’ quali si dà l’anno grano staia 6, e alla maggior parte di essi il vestire, sì che tra il salario, e vitto delle balie, e donne de divezzati, e divezzanti, che stanno giornalmente in casa di Siena, e tra salarii, e vestimenti delli fanciulli, e fanciulle, che sono per la città, e fuori in questo capo vi si spende un anno per l’altro scudi 7798 in tutto.
[37r (n. a. 25r)] Dentro nello Spedale vi è una ben finita spesiaria, per commodo dell’infermi, e inferme, sì come ancora per far lemosine di medicinali a’ povari della città, come anco a’ soliti 7 conventi mendicanti della città, e da alcuni anni in qua vi si è introdotto il vendere medicinali, e robbe vive, e in capo all’anno vi si riconiosce qualche sorte d’utile, per esservi capo maestro di buona qualità, e altri giovani assistenti; vi sarà in essa di capitali di medicamenti, e robbe vive circa a scudi 3500 senza li mobili necessari a essa, e l’anno 1696 vi si è introdotto il far la cera per nostro consumo, e per vendersi, e fino a questo anno 1697 vi si è introdotto già di capitale in detta ceraria per scudi 1000 in circa, e vi sono in tutto persone numero 12.
Vi si tiene ancora le due medicarie dell’huomini, e donne per servizio dell’infermi, e feriti, che alla giornata vengono, e la spesa di questo capo si unisce all’infermarie per esser al servisio dell’infermi, e vi è il capo cerusico, cerusico delle donne, sottocerusico, tre giovani per imparare, 2 fanciulli, e onsionario, e danno di spesa in tutto da scudi 350. – un anno per l’altro.
Vi è un bellissimo archivio, o scrittoio, con bell’ordine di libri delle grancie, e altri libri della casa di Siena, sì antichi come moderni, e molti contratti in numero 6 cassoni, parte attenenti alla città di Siena, e parte a particolari, che questo presente anno 1697 quelli contratti attenenti alla città di Siena sono stati rivisti tutti dal reverendo prete Antonio Sestigiani, che si vede da suoi quinternetti, e il tutto si tiene a scrittura doppia, secondo il costume antico di questa santa casa, ciò che si appartiene a essa etc. e con l’assistenza di Girolamo Macchi scrittore maggiore.
[37v (n. a. 25v)] Paga ogn’anno di perpetue a più chiese della città, e luoghi pii l’infrascritte grascie, e contanti, per lassiti.
Denari contanti per il signor Barbi, suor Lisabetta e altri scudi 452. –. –
In medicamenti per il lassito del signor Barbi scudi 50. –. –
Grano moggia 22 e staia 22 a scudi 12 scudi 275. –. –
Vino some 20 staia 1 a lire 12 scudi 34. 5. –
Olio staia 5 a lire 10 scudi 7. 1. –
Carne di castrato staia 50 scudi 1. 6. –
Polli numero 8 scudi 1. 1. –
Zuccaro staia 7 scudi –. 4. ⅔.
Pannolino braccia 24 scudi 3. 5. –
Farina moggia 2, in pan fatto scudi 28. 4. –
Cera effettiva a Padri di San Francesco staia 50 gialla scudi 10. 5. –
Cera staia 163 a soldi 8 la staia scudi 9. 2. 4
Cera effettiva per li 2 doppieri in Duomo continue scudi 65. –. –
Cera per le Madri Cappuccine per l’esposte scudi 20. –. –
scudi 959. 5. –
Ha il padronato nel dare il possesso all’arcivescovo di Siena dall’anno 1292 in qua, come erede di casa Antolini, si come nella pieve di Santa Colomba, San Giusto a Casciano, e San Pietro in Castell’Vecchio di Siena, quali per ricognizione pagano il censo annuo come si vede al libro de Cenzi. Oltre la data, e nomina di molte, chiese, e cappelle, sì in Siena, come fuori di Siena, le⸱quali per la multiplicità Memorie, in questo 39 e si possono vedere dal libro de patronati di detto Spedale etc.[211]
[38r (n. a. 25.2°r)] Memoria delle chiese e cappelle, che lo Spedale grande di Santa Maria della Scala di Siena conferisce come compadrone di esse cioè l’illustrissima Consulta del medesimo; come si vede al libro de Padronati, e prima
Dare il possesso all’arcivescovo di Siena dall’anno 1298, come si vede al libro 1298 in qua a foglio 76
Pieve di Santo Giusto a Casciano de Pini sopra Tressa foglio 76
Pieve di Santo Pietro, e Pavolo in Santa Colomba foglio 76
Santo Pietro in Castell’Vecchio di Siena come foglio 77
Cappella di Santo Crescentio nel Duomo eretta l’anno 1437 da missere Carlo di Agniolino
Bartali vescovo di Siena e rettore stato dello Spedale grande foglio 77[212]
Chiesa di Santa Agniesa a Vigniano dall’anno 1463 foglio 78
Cappella di Sant[o] Tommasso di Conturbia nella terra di Casole dall’anno 1343 in qua come a foglio 78
Cappella di Santo Gregorio nella cappella del Manto 79
4 cappelle nello Spedale del già signor Federigo Soleti e con l’intervento di un fratello
della Beata Vergine Maria sotto alle Volti dello Spedale come a foglio 79
Cura di Santo Iacomo a Cuna dall’anno 1306 foglio 80
Spedale di ser Torello fuori di porta⸱Cammullia dall’anno 1397 in qua come al detto libro foglio 81
Cappella di Santo Girolamo nella parrocchia di Santo Vincenti in Siena già di casa Caldarini
hoggi n’è cappellano il reverendo Grifagni come a foglio 82
[38v (n. a. 25.2°v)] Segue le pitture antiche che sono sotto il tetto nella piazza dello Spedale, come in questo a foglio 12
Pietro Lorensetti pittore sanese, ce ne dipense due dell’istorie sotto il tetto verso il convento delle fanciulle l’anno 1331. Una quando la beata Vergine Maria salì li gradi accompagnata da Giovacchino, e nel altro il di⸱lei sposalizio, come alle Pompe Sanesi a foglio –[213].
Ambrogio Lorensetti fratello del suddetto dipense altra storia a⸱fresco e fu la nascita della beata Vergine Maria a dette Pompe[214].
Il quadro della Santissima Trinità che è nel cortile grande la dipense Domenico di Pace sanese come a Conti Correnti 2. F a foglio 279[215].
Quadro di santo Michel’Arcangelo nel cortile grande fu opera di Domenico Beccafumi detto Mecarino, qual quadro già stava in chiesa, e per esservi delle figure ignude fu ordinato levarsi, e porsi dove è al presente.
La Madonna dell Manto fu dipenta l’anno 1444 da Domenico di Bartalo pittore sanese.
Crocefisso in tavola già stava in refettorio e hoggi è nell’infermaria lo fece maestro Taddeo di Bartalo pittore sanese l’anno 1420. Pompe Sanesi foglio 339[216].
Il quadro di santa Teresia è opera di Carlo Maratta di Ancona.
Il quadro di santa Francesca Romana, è opera del reverendo Antonio Nasini sanese.
Il quadro dell’Assunta, è opera di Pietro Lucattelli fiorentino.
Il quadro della Santissima Nunziata, è opera del Morandi fiorentino.
Francesco di Giorgio dipentore dipense l’incoronattione della beata Vergine Maria dall’altare maggiore, come a Conti Correnti T a foglio 38 per lire 98. 13 l’anno 1471[217].
[39r (n. a. 26r)] Cappelle e chiese che conferisce solo il signore rettore dello Spedale,
come rettore come al libro de Padronati
Cappella di santa Maria e santo Sebastiano nel Duomo di Siena fondata l’anno 1430 dal
signor cardinale Antonio Casini foglio 77[218]
Cappella di santo Tommasso di Aquino in Duomo dall’anno 1469 foglio 38
Cappella della santissima nascita di Nostro Signore nella chiesa 72
di Santo Pietro in Castell’Vecchio dall’anno 1452 a foglio 79
4 cappelle di suor Lisabetta Biagini nella chiesa dello Spedale foglio 80
Cappella della Santissima Nuntiata dell’infermaria di Grosseto foglio 81
Cappella di missere Giovanni Scala nello Spedale al Manto cioè il cappellano lo deve eleggiere
casa Bulgarini e deve essere un⸱figlio dello Spedale, come a foglio 81
La pieve di Santa Maria del Castello di Prata a foglio 81
2 cappelle di casa Turamini una in Duomo, e l’altra Spedale 81
2 cappelle in Duomo erette dal già signore arciprete Volunio Orlandini, una delle 5 piaghe,
e l’altra di santo Gaetano 81
Cappella di santa Maria Maddalena de Pazzi nell’Abbandonate foglio 83
Pieve di Santo Niccolò dello Spedaletto grancia foglio 74
Cappella di santo Bernardino al Castello grancia foglio 74
Chiesa di santo Salvadore a Santo Giusto grancia foglio 74
Cappella di santa Maria Maddalena alle Serre già in grancia e hoggi la Beata Vergine Maria
della Piaggia come foglio 74
Chiesa di Santa Caterina delle Ruote in Monte Isi grancia foglio 74
Cappella della Santissima Nunsiata nella chiesa de Padri di Santo Francesco manoscritto quinto 74
Cappella de santi Girolamo, Bernardo, Caterina e Anzano nella chiesa de Padri di Santo Francesco di Siena già di casa Saracini, la quale offisiano l’istessi Padri.
39v (n. a. [26v)] Il contratto dell’anno 1390 del dì 7 settembre per li signori deputati primi dello Spedale datigli il Comune di Siena in aiuto del signore rettore rogato da ser Michele di Iacomo Cheli di Siena sono già anni 340 a quest’anno 1730 come si dice in questo a foglio 3[219].
Pitture che sono nella nicchia dall’altare maggiore nella chiesa dello Spedale cioè quella di mezzo che è l’incoronatione della beata Vergine Maria, la quale la dipense maestro Francesco di Martino pittore l’anno 1471 al tempo di missere Niccolò di Gregorio Ricoveri rettore il quale ingrandì la chiesa del detto Spedale e costò lire 98. 4. 4 come al libro a foglio –[220] e il 1731 di agosto si guastò per farle di nuovo le due parti laterali che sono di qua e di là e sopra il Padre Eterno le dipense maestro Pietro di Achille pittore fiorentino, come a Conti Correnti 2. F a foglio 38 e costonno lire …[221] al tempo del signore rettore fra Claudio Saracini, e fece dipegnere ancora nel pellegrinaio dell’vuomini e costonno lire …[222] come si vede dall’arme di detto signore rettore in esse.
Il quadro della Santissima Trinità che hoggi è nel cortile grande dall’infermaria che stava a piedi della beata Vergine Maria dell Manto quando stava dal portone grande dall’infermarie lo dipense maestro Domenico di Pace pittore sanese, come a Conti Correnti 2. F a foglio 219[223].
Il quadro grande sotto il titolo di santo Micala[n]gelo il quale già stava in chiesa, lo dipense maestro Domenico Becca Fumi pittore sanese come si dice in questo a foglio 15 e per esservi delle figure ingniude fu levato e posto dove è.
L’anno 1444 fu dipento una beata Vergine Maria di Pietà detta dell Manto, la quale dipense maestro di Domenico di Bartalo pittore sanese la quale dipense nella cappella a tale effetto a dove hoggi è il portone del cortile, e numero 6 istorie in pellegrinaio come si vede ? 1280 a Conti Correnti segnato O in foglio 99[224].
[39/1][225]
[40r (n. a. 26.1r)] Del beato Sorore fondatore
- Prima vita 1585
La prima vita che fu messa alle stampe l’anno 1585 del beato Sorore fondatore dello Spedale grande di Siena, fu cavata da un manoscritto antichissimo in carta pergamana [sic], qual libro era nello Spedale, e fu dato al molto reverendo Padre Gregorio Lombardelli domenicano che ne componesse in meglio dettato detta vita, il quale libro gl[e] lo consegniò frate Ottaviano Zondadari frate dello Spedale, come si legge nella medesima Vita al capitolo 25 di essa e a carte 38 e ciò fu con ordine del signor cavaliere fra Claudio Saracini rettore.
- 4 maggio 1627
E perché della prima stampa ne furono stampate poche, e avevano assai richiesta, l’anno 1627 al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi rettore ne furono stamp[a]te molte altre con l’effigie del beato Sorore, e con la medesima dettatura delle prime come si vede nell’una, e l’altra Vita in mano di me Girolamo Macchi scrittore maggiore e da me si è fatto ogni sorte di diligenza di trovare in questo archivio dello Spedale, sì come in quello di Santo Domenico, il detto manoscritto di carattere antico dal quale è stato con…[226] detta vita, e non è stato possibile il ritrovallo perché so(no) restate in potere del suddetto Padre Gregorio Lombardelli.
Si dice che l’oratorio antico dello Spedale era tra l’organo e cappella della musica dove hoggi sono li scaloni di chie(sa) e detto organo e cappella non ci erano fattici doppo dell’ing(ran)dimento della chiesa, che dalli scaloni in giù erano in (questo) e la sagrestia di detto oratorio era dove hoggi vanno (i) seminaristi a porsi le cotte, e quando fu ritrovato il corpo del beato Sorore fu messo in detta sagrestia che fu nell’anno …[227] che appunto dove era l’antico oratorio era appunto la piccola casetta del beato Sorore fondatore di detto Spedale.
Molti anno difficultà il credere che il corpo del beato Sorore che (si) vede hoggi sotto alla beata Vergine Maria dell Manto nella chiesa (di) detto Spedale, si risponde che doppo il di lui ritrovam(ento) lo [40v (n. a. 26.1v] Spedale ci è stato sempre a centinara di persone e preti piamenge buoni servi di Dio e religiosi della regola di Santo Agostin(o) e l’anno 1444 fu levato sotto dall’armario delle sante reliquie di sagrestia e fu portato dove fu dipenta la beata Vergine Maria dell Manto che fu dove hoggi è il portone per entrare nel cortile grande dello Spedale, e ci stiede fino all’anno 1611, che dipoi la beata Vergine Maria fu portata nella cappella del Santo Chiodo con il corpo del suddetto beato Sorore dove è al presente, e da monsignor Bossio visitatore apostolico, e dal cardinale Tarugi arcivescovo di Siena è stato ricognosciuto per tale, e da miracoli che giornalmente va oberando a pro de christiani come alle loro Visite nella Entrata segnata 2 N in foglio 9 si trova nominato il beato Sorore che il suo corpo stava in chiesa vicino all’altare dell’Assunta.
Tre vite stampate del beato Sorore, sono nella stanza de Contratti dell’archivio lì dalle 7 opere di Misericordia, con 3 libri di Memorie dello Spedale e sono di me Girolamo Macchi.
E giornalmente, che vengono persone della città a benedire pezze, camice per infermi sì come del contado, che ogn’uno ricorre alla sua pietà, e misericordia.
[41r (n. a. 26.2r)] Delle sue grancie, o fattorie
Possiede nello Stato di Siena, oltre a quello, che possiede nello Stato della Chiesa, e di Fiorenza numero 13 grancie, o fattorie, che con le loro entrate corrispondono al mantenimento dello Spedale in Siena, come si vedrà le loro rendite al suo luogo, li nomi delle quali sono questi, cioè grancia di Cuna, Serre, Montisi, San Quirico, Spedaletto, Castelluccio, San Giusto, Camigliano, Grosseto, Prata, e Masse intorno alla città, il Santo, Monte Pescali.
Dichiarattione di dette grancie
La grancia di Cuna in Valdarbia vicino a Siena a miglia sei, questa è la principale di tutte l’altre grancie, la quale consiste in poderi numero 42, in allogagioni 29, in 3 mulini, e molte case de pigionali; vi habita dentro di fameglia per[s]one 8, ne’ poderi, vi sono persone in tutto numero 343, e atte al lavoro numero 108. Vi è in detti poderi di capitale di bestiami per scudi 6360[228].
Vi si fa carità di alloggio, e vitto alli riligiosi viandanti, e per altri poveri viandanti, vi è lo spedaletto a Tressa; riceve le creature, e le manda a Siena a questo Spedale, sì come ancora, vi è la chiesa parrocchiale, la quale è padronato libero dello Spedale, e si dà a vita, e vi sono 2 cappelle una di Santa Anna, e l’altra della Visitattione della beata Vergine Maria, e si celebra in tutte due.
Rende di frutto un anno per l’altro lordo, o in tutto scudi 6960. 5. –.
Serre castello lontano da Siena miglia 14, questa consiste in poderi numero 23, in allogagioni 22, in 4 mulini, e molte case di pigionali; vi habita dentro di fameglia persone numero 3; [41v (n. a. 26.2v)] ne’ poderi vi sono persone numero 172 e atte al lavoro numero 60; vi è in detti poderi di capitale di bestiami per scudi 3472[229]. Vi si riceve le creature, e le trasmettano a Siena. Vi è la chiesa della Madonna della Piaggia ius padronato dello Spedale. Il romitorio di Sarri, con la chiesa, e si celebra in tutte due, e la Compagnia di Santa Caterina da Siena è posta nel terreno dello Spedale, e per ricognizione paga il censo annuo di cera; rende di frutto lordo un anno per l’altro in tutto scudi 3184.
Monte Isi castello lontano da Siena miglia 18, questa grancia consi[s]te in poderi numero 17, in allogagioni numero 14 e case di pigionali; vi habita dentro persone numero 4 di fameglia, e ne poderi vi sono persone numero 112 e atte dal lavoro numero 40. Vi è in detti poderi capitale di bestiami per scudi 2457[230]. Vi si riceve le creature, e le trasmettano a Siena; la Confraternita della Madonna della Torricella, è posta nel sito dello Spedale, e paga il censo di cera l’anno, e vi si celebra, sì come ancora in altra cappellina incontro alla grancia; rende di frutto lordo in tutto un anno per l’altro scudi 2166.
San Quirico terra, e marchesato lontano da Siena miglia 20, questa grancia consiste in poderi numero 20, in allogagioni 13, un mulino, e case di pigionali; vi habita in grancia di fameglia persone numero 3, e ne poderi vi sono persone numero 92, atte al lavoro numero 35; vi è di capitale di bestiami per scudi 2551[231].
Vi è lo spedaletto per l’infermi, e inferme, quali doppo qualche giorno si trasmettano con cavalcatura verso Siena.
[42r (n. a. 27r)] Si alloggiono li pellegrini, e si provede giornalmente l’elemosina, li Padri Cappuccini, si riceve li proietti, e si trasmettano a Siena a questo Spedale; nel convento di San Francesco di detta terra, vi sono 2 altari dello Spedale, e la torre di detta terra è dello Spedale, che hoggi ne paga il censo di cera libbre 2 l’anno il signor marchese Chigi padrone; rende di frutto lordo in tutto un anno per l’altro scudi 1952.
Spedaletto in Val d’Orcia lontano da Siena miglia 23, questa grancia consiste in poderi numero 25, in allogagioni numero 17, e case di pigionali, vi habita dentro in grancia di fameglia persone numero 3 e ne poderi vi sono persone numero 155, atte al lavoro numero 60; vi è di capitale di bestiami per scudi 4492[232]; vi si ricevono le creature, e si trasmettano a Siena; vi è la pieve sotto il titolo di San Niccolò dentro in grancia; è padronato libero dello Spedale; rende di frutto lordo in tutto un anno per l’altro scudi 3318.
Castelluccio Bifolci lontano da Siena miglia 28, questa grancia consiste in poderi numero 22, e allogagioni numero 17; vi è l’ostaria della Foce, con case di pigionali; vi habita dentro di fameglia persone numero 3; ne’ poderi vi sono persone numero 130, atte per il lavoro numero 46; vi è di capitale di bestiami in detti poderi per scudi 3963[233]. Vi è dentro la chiesa sotto il titolo di san Bernardino da Siena, la quale si offisia solo le feste per commodità del granciere; vi si riceve le creature, e rende un anno per l’altro lordo in tutto scudi 2690.
[42v (n. a. 27v)] San Giusto in Vescovado, questa grancia è signioria libera dello Spedale, e non è sottoposta a pagar datii di sorte alcuna è lontana da Siena miglia 14. Consiste in poderi numero 10, in allogagioni numero 7, vi sono alcune case di pigionali, persone in tutto numero 47, atte al lavoro numero 17, e dentro in grancia vi habita solo il granciere e serva; vi è di capitali di bestiami in detti poderi per scudi 1697[234]. Vi è la chiesa sotto il titolo di San Salvadore, la quale è padronato libero dello Spedale, vi si ricevono le creature, e si trasmettano a Cuna, e rende un anno per l’altro lordo in tutto per scudi 800.
Camigliano lontano da Siena miglia 22, questa grancia consiste in poderi numero 14, in allogagioni 8 con case di pigionali, vi habita il granciere e consorte; ne poderi vi sono in tutti persone numero 68 e atte al lavoro solo numero 22; vi è di capitali di bestiami per scudi 1940 in detti poderi[235]; vi si riceve le creature, e si trasmettano in Siena, rende un anno per l’altro lordo in tutto per scudi 1140.
Santo, e Serre a Petriolo lontano da Siena miglia 14, questa grancia consiste in poderi numero 10, in allogagioni numero 9, e 10 case di pigionali in più luoghi; vi habita il granciere, consorte, e uno scrittore; vi sono ne’ poderi persone numero 72, atte al lavoro numero 25; vi è di capitale di bestiami per scudi 2040[236], e rende un anno per l’altro lordo in tutto per scudi 1300, con pagare in Siena 4 cappellani, dote a fanciulla nobile, 2 lumi continui di cera in Duomo, e cera alle Cappuccine per detta.
[43r (n. a. 28r)] Grosseto città lontano da Siena miglia 40, questa grancia consiste tutta in lavori a mani, e da numero 33 case, e buttighe in Grosseto; vi si tiene l’hospitalità, o infermaria per l’infermi, per quel presidio, e altri huomini di campagna, con numero 24 letti, e al servisio della grancia vi sono persone numero 5, al servisio della spesiaria 3, e dell’infermaria numero 7, e gli viene hoggi somministrat,o dalla grancia di San Giusto, del Santo, e Camigliano, e si tiene più per benefisio pubblico, che per l’utile, che lo Spedale ne ricavi, e per utile dell’infermi, vi si tiene anco la spesieria, e nell’infermaria, vi si celebra la santa messa, e vi si tiene il sacerdote stipendiato per amministrare li santissimi sacramenti all’infermi, e fameglia di casa, e si paga ogn’anno al Capitolo de signori canonici del Duomo di Grosseto grano moggia uno, e sotto la cura di questa grancia, hoggi vi si è posto anco Monte Pescali. Vi si tiene a nostre mani la massaria di Cavalle, che vi sarà di capitali per scudi 1422 la quale serve per tribbiare, come ancora si vendono de polledri, e riescano di buona qualità, sì come ancora vi sono per scudi 657 in circa di bufali[237].
Monte Pescali castello, lontano da Siena miglia 34, questa grancia parimente consiste tutti i lavori a mani, e hoggi si tiene in affitto dal signor marchese Guadagni, e ne paga l’anno grani moggia vinti, il quale si trasporta in Grosseto, per il mantenimento di quello spedale, e l’anno 1506 si fecero li patti, conventioni, e capitoli con la Comunità, al libro quinto Memorie 204[238].
[43v (n. a. 28v)] Prata castello in Maremma lontana da Siena miglia 24, questa grancia fu comprata dallo Spedale, dal Comune di Siena l’anno 1492, la quale è come signioria libera, e vi sono buone bandite; seminano li particolari, e pagano il terratico, e chi vi tiene il bestiame paga l’annovero e li proventi della comunità, cioè forno, ostaria, e macello si vendono per lo Spedale; hoggi si è data in affitto per scudi 400 l’anno; vi è la pieve padronato libero dello Spedale, la quale si dà a vita, e vi è anco sotto la cura di questa grancia molti beni in Perolla, li quali si fanno a nostre mani, come ancora vi è la massaria di Vacche, che parimente si tengano a mani nostre, e vi sarà di capitale per scudi 3146, e rende un anno per l’altro lordo in tutto scudi 1196[239].
Le Masse sono poderi intorno alla città di Siena numero 18; in allogagioni numero 16, vi sono due habitattioni per il granciere, una a Bossi, e l’altra a San Rocco a Pilli; vi sono persone in detti poderi numero 128, e atte al lavoro numero 53; vi è di capitale di bestiami in detti poderi per scudi 1799[240]. Vi sono più tagli di boschi per legnia, per la casa di Siena, a Filetta, Lame, Querciuola, e Simignano, e al Piano delle Fornaci vi è una fornace di lavor quadro, che se ne cava scudi 30 l’anno, e vi è anco annesso la chiesa sotto il titolo della beata Vergine delle Nevi, la quale si fa offisiare dal curato di San Bartolomeo a Monistero, e gli si dà lire 80 l’anno; rende questa grancia un anno per l’altro lordo in tutto per scudi 2342.
[44r (n. a. 29r)] Delli spedali ad esso sottoposti
Lo Spedale di Santa Caterina delle Ruote, dentro nella città di Todi, questo ci fu lassato l’anno 1421 da ser Lorenzo di Leone Manni di detto luogo, nel quale vi si ricevono infermi, e inferme, che a tale effetto vi sono 17 letti; vi si elegge persona nobile con titolo di priore da questa Consulta dello Spedale, e le sue entrate si spendono nel luogo[241], e per segnio di padronanza di questo Spedale di Siena, deve mandare ogn’anno per censo lire 100 in una passarina per questi infermi, come al quinto libro di Memorie 195 in questo 33[242].
Lo Spedale dentro nella città di San Miniato al Tedesco in quello di Fiorenza, il quale l’edificommo con li nostri propri denari fino l’anno 1333, come si vede il contratto etc.; vi si riceve fanciulli, e fanciulle, quali si fanno allevare, le fanciulle si mettano in convento fino a tanto si trovino da maritare, e li maschi segli fa imparare l’arte. Vi si elegge al governo di esso persona nobile da questa Consulta dello Spedale, e la maggior parte dell’entrate si spendono per il suo mantenimento, e viene di avanzo poco, o niente, e deve pagare per annuo censo lire 72, al libro quarto di Memorie 93, e quinto a foglio 170 in questo 37[243].
Lo spedale della Santissima Nuntiata nella città di Acquapendente, fu fondato da donna Alessandra del già Bartolomeo Ceccarelli di detto luogo, come per suo testamento del 27 febbraio 1406[244], come al libro quarto di Memorie in foglio 27, la quale ci lasciò il padronato, di detto spedale, e si è goduto fino all’anno 1691, di poi arbitrariamente, da monsignor Alessandro Fedeli di Urbino, e vescovo di Acquapendente ci fu levato il detto possesso, e in detto spedale [44v (n. a. 29v)] si ricevevano infermi, e inferme, gli si facevano curare, parimente si alloggiavano li pellegrini, e segli faceva lemosina di pane, e vino, sì come ancora si ricevevano li proietti, e si trasmettevano a Siena, e si consumavano tutte l’entrate in detto luogo, e pagano di censo l’anno a questo di Siena lire 12 in questo a foglio 34[245].
Spedale dentro nella terra di Proceno, il quale si crede, che fusse di donna Sibia, e ce lo desse a noi fino dell’anno 1434, come si vede nel libro dell’Inventarii dell’anno 1427 all’anno 1463 in foglio 80[246]; vi si riceve l’infermi, e vi stanno qualche giorno, di poi si trasmettano a Pian Castagnaio, e in Acqua Pendente secondo a dove sono incaminati, hoggi si è dato in affitto per scudi 13 romani l’anno come al libro de Censi a foglio 98, e in questo 35[247].
Spedale di Santo Michele dentro nella terra di Pian Castagnaro, si sottomesse volontariamente a questo nostro di Siena l’anno 1479 il dì 24 ottobre, il quale di presente si gode, come si vede al quinto libro di Memorie a foglio 85 come per il contratto rogato da ser Mario di ser Lodovico di Iacomo di Gabbriello da Siena[248]; vi si riceve l’infermi, e viandanti, come anco li proietti; si consumano quelle poche di entrate, che rende nel luogo, e paga l’anno per censo lire 8 a questo nostro di Siena, e in questo 36[249].
Furono tassati questi spedali a pagare il censo, l’anno 1508, come alle Deliberattioni a foglio 12[250].
[45r (n. a. 30r)] Spedale di Santa Maria della Scala in Fiorenza vedi in questo a foglio 52 e altri spedali come in questo a foglio 60[251].
Li tre spedali, cioè Poggi Bonsi, Barberino, e Monte San Savino hoggi sono fatte commende dell’illustrissima, e sacra Religione de cavalieri di Santo Stefano dal dì 9 giugno 1590 di ordine del sommo pontefice Sisto quinto, li quali furono concessi al serenissimo gran duca di Toscana, con pagare però a questo Spedale ciascuno di essi l’annuo censo, cioè, Poggi Bonsi lire 17, Barberino lire 14, e Monte San Savino lire 8, sì come di presente continuano, come per contratto di ser Flaminio Micheli nel nostro libro de Contratti a foglio 56[252]; e la nomina dell’elettione de commendatori, di ragione si appartiene allo Spedale nostro in questo 37[253].
Ogn’anno il dì 25 del mese di marzo festa della santissima Nunsiata[254], e festa principale di questo Spedale, tutta la fameglia passa a offerta, sì come ancora tutte le suddette grancie, spedali, e luoghi sotto posti al medesimo, con offerire cera processionalmente, e doppo a detta offerta si dà la benedittione delle sante reliquie, e si fa una delle sontuose feste, che si faccino nell’anno in Siena, con grandissimo concorso di popolo, e sta tutto il giorno scoperto il corpo del beato Sorore fondatore di questo Spedale, il quale è sotto l’altare della beata Vergine detta dell Manto, tenutovi con grandissima venerattione, che per esser bello, e intero, genera maraviglia e stupore, a chiunque lo vede, e giornalmente per lui Dio mostra miracoli, e tra gl’altri questo. Che se alcuna creatura ha infermità che stenti, né si conosca meglioramento, o peggioramento segli facci toccare a detto beato le pezze, fascie, o camicia dell’infermo, si vede il meglioramento, o muore.
[45v (n. a. 30v)] Uscita generale dell’piissimo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena cavata dal ragguaglio di anni sei cioè dal primo luglio 1689 a tutto il 30 di giugno 1695, e sono in tutto lorde, un anno per l’altro
Dare
La sagrestia di chiesa per cera, paramenti, vitto, e provisioni e altro scudi 1341. 1. 10. –
L’infermarie per vitto, biancheria, salarii, medicamenti e altro scudi 4275. –. 10. –
Spesiaria in Siena, vitto, provisioni, e provedimenti per essa scudi 1612. 4. 8. –
Baliatici a latte, e divezzati per salarii, vitto, e vestimenti scudi 7759. 3. 10. –
Limosine, a pellegrini, poveri, e conventuali per scudi 594. –. –. –
Presenti annui a’ più benevoli in grascie per scudi 162. 5. 10. –
Vestimenti de fanciulli, e fanciulle grandi, e piccole in convento scudi 573. 4. 10. –
Fameglia di casa salariata scudi 2109. 1. –. –
Frutti di scudi 32200 passivi e di scudi 9690 vitalitii scudi 1916 –. –. –
Spesiaria di Grosseto per vitto, provisione e provedimenti per scudi 812. –. 10. –
Perpetue annue, che paga in grasce, e contanti scudi 959. 5. –. –
Spese del pollaio, che si tiene in Siena scudi 165. 4. –. –
Sposalitii delle fanciulle un anno per l’altro scudi 30. –. –. –
Spese per il capo di lassiti da più persone scudi 15. –. –. –
Spese di muraglie, e resarcimenti di casa per scudi scudi 162. 1. 10. –
Spese diverse di casa con l’artisti scudi 520. 6. –. –
Spese de muli 1011, e cavalli 102, che stanno in Siena scudi 862. 6. –. –
Infermaria di Grosseto per vitto, salarii, biancheria, e medicamenti scudi 654. 2. –. –
Logro generale in Siena, de fanciulli, fanciulle, servitori, garzoni, e altri scudi 3834. 1. 2. –
Provisione all’illustrissimo signor rettore scudi 300. –. –. –
Doti a fanciulle nobili, cera per li doppieri, in Duomo, e Cappuccine scudi 260. 4. –. –
Disavanzi di prezzo di grasce del ministro in Siena scudi 180. –. –. –
Segue avanti scudi scudi 29101. 2. –. –
[46r (n. a. 31r)] Entrata generale dell piissimo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, cavata dal ragguaglio di anni sei, ciò è dal primo luglio 1689 a tutto il 30 di giugno 1695, e sono in tutto, un anno per l’altro
Havere
Sagrestia di nostra chiesa per cerumi, e funerali per scudi scudi 89. 6. 10. –
Infermarie per denari, e panni de morti per scudi scudi 75. 2. –. –
Spetiaria per medicamenti, e denar cavati, e altro scudi scudi 3212. 4. 10. –
Limosine di sale da Sua Altezza Serenissima. cera, e altro da diversi scudi 256. –. –. –
Frutti delli denari de monti di Roma, Fiorenza, e Siena scudi 447. 3. –. –
Spetiaria di Grosseto per medicamenti denari, e altro scudi 1110. 5. 10. –
Perpetua annua dal magistrato de Paschi scudi 3. 3. –. –
Vuova, che si retraono dal gallinaio in Siena scudi 60. 1. –. –
Da pigionali di nostre case, e buttighe scudi 398. 6. –. –
Lassiti da più persone un anno per l’altro scudi 845. –. –. –
Da spese di muraglie, per il canape, e paglie prestate scudi 7. 6. –. –
Spese generali di casa, per diversi materiali scudi 56. 4. 10. –
Spese di muli, e cavalli per vetture di lettiga scudi 42. 6. –. –
Infermaria di Grosseto, per denari, e panni de morti scudi 55. 6. –. –
Tasse dalle fanciulle in convento, e diverse grascie ricresciute scudi 359. 4. –. –
Avanzi di prezzi di grascie in Siena scudi 570. 1. 8. –
Stabili venduti al ragguaglio d’un anno per l’altro scudi 70. –. –. –
Avanzi trovati nelle massarie di bestie per capitali scudi 6900 scudi 495. 6. –. –
Avanzi trovati ne capitali de bestiami de mezzaioli scudi 2476 scudi 276. –. –
Capitali di bestiami in … scudi 9876 [sic]
Segue avanti scudi 8434. 2. 8. –
[46v (n. a. 31v)] Segue l’uscita generale dello Spedale in tutte lorde come indietro scudi 29101. 2. –. –
Nelle grance o fattorie
La grancia di Cuna dà di spesa un anno per l’altro scudi 2402. 3. –. –
Serre a Rapolano dà di spesa come sopra scudi 1201, 4. 10. –
Monte Isi dà di spesa come sopra scudi 769. 5. –. –
San Quirico dà di spesascudi 960. 3. –. –
Spedaletto in Val dorcia dà di spesa scudi 1686. 5. –. –
Castelluccio Bifolci dà di spesa scudi 1025. 2. –. –
Santo, Serre a Petriolo, dà di spesa scudi 605. 1. –. –
Camigliano dà di spesa scudi 512. 3. 10. –
Prata di Maremma dà di spesa scudi 530. 4. –. –
Grosseto con Monte Pescali dà di spesa scudi 1207. –. –. –
Masse in torno Siena danno di spesa scudi 502. –. –. –
San Giusto dà di spesa scudi 495. 2. –. –
In tutto sono scudi 41000. –. –. –
Uscita scudi 37000. –. –. –
scudi 4000. –. –. –
[47r (n. a. 32r)] segue l’Entrata generale dello Spedale come in questo a foglio scudi 8434 2. 8. –
Le grance, o fattorie
La grancia di Cuna in Val darbie rende in tutto lordo scudi 6960. 5. –. –
Serre a Rapolano rendano come sopra scudi 3184. –. 12. –
Monte Isi rendesse tutto scudi 2165. 6. 10. –
San Quirico rende in tutto scudi 1952. 4. –. –
Spedaletto in Val dorcia rende scudi 3318. 5. 10. –
Castelluccio Bifolci rende come sopra scudi 2690. 1. –. –
Santo, Serre a Petriolo rende scudi 1302. 5. –. –
Camigliano rende scudi 1140. 3. 10. –
Prata in Maremma rende scudi 1196. 4. –. –
Grosseto e Monte Pescali rende scudi 1518. 4. –. –
Masse intorno Siena rendono scudi 2342. 6. –. –
San Giusto in Vescovado rende scudi 792. 1. 10. –
In tutto sono scudi 37000. –. –. –
Sì[255] che tutta l’entrata lorda di questo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena ascende a fiorini 37000 al ragguaglio di anni 6, un anno per l’altro, e l’uscita è scudi 41000, è maggiore l’uscita dell’entrata scudi 4000 unitamente tra la casa di Siena, e le grancie, e per supplire alle spese, è bisogniato pigliar denari a interessi, vendere qualche capitale, diminuito il capitale de bestiami, e indebitarsi con diversi, e non depurata cosa alcuna.
Parimente si è visto l’entrata della casa, di Siena al netto, come anco l’avanzi delle grance al netto delle loro spese, cavato dal ragguaglio di anni sei, che hanno somministrato a Siena, l’entrata ascende a scudi 19562. 7. 5, –, e l’uscita depurata dall’entrata si vede che ascende a scudi 23620. 5. –. – e maggior l’uscita in Siena scudi 4058. –. –. – non è depurata da semi e molte altre spese che non fanno entrata solo per vedere apresso, e poco detta entrata e uscita.
Quanto sia l’utile di questo Spedale apporti al mondo, è pur troppo noto col il maritar tante fanciulle, e incaminare alle virtù, et arti tanti fanciulli, che vediamo, che ne sono esciti infiniti eccellenti in ogni scienza, e professioni, di religiosi in tutte le Religioni, cerusici, scrittori, computisti, e infinitissimi di artisti accasati in Roma, in Siena, e in diversi luoghi, poi che lo Spedale dà tanta commodità, et occasione d’imparare a tutti, che vengano di diverse parti, per far la pratica in medicina, chirurgia, et apprendere il modo di tener la scrittura doppia, delle quali per il bel ordine, e buoni caratteri di scrivere, che vi si mantiene porta il vanto de più famosi spedali d’Italia.
Preghiamo Iddio, e la beata Vergine et il beato Sorore fondatore, che prosperi e man(ten)ga questo Spedale a honore di Sua Divina Maestà, con utile del prossino, e salute dell’anime nostre Amen etc.
[47v (n. a. 32v)] Nomi de rettori, che si trovano havere governato questo piiio Spedale
doppo la morte del beato Sorore fondatore del medesimo Spedale, cioè
Il beato Sorore figlio di Pietro ciabattino, e di donna Grasia da Siena fondatore di questo Spedale, nacque l’anno 832 il dì 25 del mese di marzo, e morì tersiario dell’Ordine di Santo Agostino il dì 15 agosto dell’anno 898 come si legge nella di lui vita nel capitolo 28, a carte 61.
Doppo a molti anni si trovano l’infrascritti rettori:
- L’anno 1108 missere Pietro prete, come per nota in foglio antico a…[256]
- L’anno 1194 misser Incontrato di Giovanni Incontrati rettore, eletto dalla republica come al terzo libro di Memorie a foglio 114 e nel medesimo a foglio 295 vi è copia del lodo dato da papa Celestino III contro li canonici, e a Contratti A 2[257].
- L’anno 1200 missere Beringhiero rettore come al terzo libro suddetto foglio 99[258].
- L’anno 1207 missere Portonario, come a Contratti A in foglio 2 e 9 Testamenti[259].
- L’anno 1210 misser Vinceguerra di Sinibaldo rettore, a Contratti a foglio 7 e 13[260].
- L’anno 1218 missere Caccia Conte rettore, come a Contratti a foglio 8[261].
- L’anno 1243 missere Accatta Pane di Rinaldo Piccolomini rettore al terzo libro 465[262].
- L’anno 1246 missere Ranieri di Stefano Caccia … al terzo libro 145 e 413[263].
- L’anno 1256 missere Ugo di Buoninsegnia rettore al detto a foglio 287[264].
- L’anno 1261 misser Michele di Stefano al primo libro di Memorie foglio 81[265].
- L’anno 1265 misser Aldobrando Parabuoi, come al terzo libro a foglio 3[266].
- L’anno 1266 misser Iacomo Bencivenni detto Fecciaio, al secondo libro a foglio 55[267] e il 20 novembre 1286 renunsiò la carica[268].
- L’anno 1286 missere Orlando di Guglielmo dottore da Chiusure eletto il 13 novembre al libro primo di Memorie a foglio 40[269], e morì il 4 febbraio 1304.
[48r (n. a. 33r)] 14. L’anno 1304 missere Ristoro di Gionta Menghi cavaliere ierosolemitano, come a Testamenti a foglio 154[270] questo lassò il palazzo, e casamenti di Cuna con poderi 4.
- L’anno 1313 missere Iacomo di Christofano del Mancino fu eletto il dì 6 giugno. Morì il 28 di settembre 1314 al terzo libro di Memorie a foglio 277 e 279[271]. Questo in chiesa il primo era cavaliere.
- L’anno 1314 missere Giovanni di Tese Tolommei fu eletto il 28 settembre 1314. Come al libro quarto di Memorie a foglio 182 e a Contratti H in foglio 1 e 7[272]; questo lassò beni alle Serre, particolarmente 3 mulini a Rapolano, et è il primo, che sia scolpito la sua arme nel deposito di chiesa fattovi l’anno 1613.
- L’anno 1338 missere Buon Conte di Meio Casa Conti eletto il 13 febbraio; morì il 24 di marzo 1340 al libro di Perpetue a foglio 223[273].
- L’anno 1340 missere Baco del Priore Baglioni.
- L’anno 1350 missere Mino di Cino Ugone Cinughi fu eletto il primo gennaro anno detto. Morì il 8 agosto 1351 nel libro di Depositi D a foglio 170 e preste, e al libro de Religiosi a foglio 228[274]. Questo donò la bella chiusa murata alle Serre.
- L’anno 1351 missere Cione di Mino Rossi Montanini fu eletto il 9 agosto di detto anno, come al primo libro di Memorie a foglio 109, e libro Vitale a foglio 72[275].
- L’anno 1356 messer Andrea Tori come al lbro quarto di Memorie a foglio 416, e l’anno 1359 gli furono date le sante reliquie come al libro di Memorie a foglio 1[276].
- L’anno 1362 missere Galgano di Lolo Bargagli come al quarto libro suddetto 514 e morì il primo ottobre dell’anno 1374, come al libro dell’Usufrutti 270[277].
- L’anno 1374 missere Bartolomeo Tucci de Rimbotti morì il dì 24 g]i]ugno 1383. Come al libro delle Deliberattioni a foglio 55 primo eletto il 2 ottobre 1374 Donattioni 92[278].
- L’anno 1383 missere Giovanni di Iacomo Iandaroni eletto il 30 di giugno 1383 come al detto libro delle Deliberattioni primo a foglio 57[279]; questo rettore diede il romitorio di Campraia dello Spedale, a San Bennardino per il buon servisio prestato all’infermi come a dette a foglio 9, e morì il 27 di ottobre 1404 come a dette a foglio 24. Con pagare per censo cera libbre 1 l’anno[280].
[48v (n. a. 33v)] 25. L’anno 1404 missere Pavolo di Pavolo Serfucci olivetano, fu eletto il 4 di novembre come alle Deliberattioni a foglio 24, e morì il dì 24 luglio 1410 a dette a foglio 110[281].
- L’anno 1410 missere Carlo di Agnolino Bartali fu eletto il 26 di luglio come a dette a foglio 110[282], questo è il primo cavaliere di Speron doro fatto pubblicamente in Duomo dal re di Francia, come al libro delle Donattioni ali Usufrutti a foglio 43[283]. Fu eletto rettore il dì detto e il 30 di settembre 1427 fu fatto vescovo di Siena come alle Deliberattioni 204[284]. Morì il dì 14 settembre 1444, come al libro de Padronati a foglio 44 e fu sepolto in Duomo avanti all’altare di santo Gaetano.
- L’anno 1427 missere Antonio di Matteo di Guido Allegretti, fu eletto il 28 ottobre come (alle) Deliberattioni a foglio 207. Morì il dì 19 novembre 1427. Come a dette a foglio 209[285].
- L’anno 1427 missere Niccolò di Galgano di Guccio Bichi fu eletto il 19 novembre alle Deliberattioni a foglio 210 e il 30 gennaio 1434 fu deposto come a dette a foglio 264[286].
- L’anno 1434 missere Giovanni di Francesco Buzzichelli fu eletto il 18 marzo come alle Deliberattioni in foglio 266. Morì il dì 16 settembre 1444 a dette 84[287].
- L’anno 1444 missere Urbano di Pietro del Bello fu eletto il 17 settembre 1444 come alle Deliberattioni a foglio 83. Morì il 19 aprile 1450 come a dette 173[288].
- L’anno 1450 missere Pietro di Niccolò Bulgarini fu eletto il 17 maggio 1450 come a dette foglio 176. Morì il 11 di luglio 1456 come alle Deliberattioni 66[289].
- L’anno 1456 missere Niccolò di Gregorio Ricoveri fu eletto il 18 giugno 1456. Come a dette a foglio 69. Morì il 18 gennaio 1476 come a dette a foglio 258[290]; questo ingrandì la chiesa vi fece la bella soffitta, e fece le residenze, hoggi dall’infermaria.
- L’anno 1476 missere Bartolomeo di Christofano Bardi eletto il dì 27 gennaio 1476 alle Deliberattioni 260. Morì di peste il 14 agosto 1478 a dette 271 e fu il contaggio grande[291].
- L’anno 1478 missere Salibmbene [sic] di Christofano Capacci fu eletto il 15 febbraio come alle Deliberattioni e libro Vitale a foglio 103. Fu deposto il 8 di luglio 1480 di ordine della Balìa a dette a foglio 282[292].
[49r (n. a. 34r)] 35. L’anno 1480 missere Cino di Francesco Cinughi fu eletto il 8 agosto 1480 come alle Deliberattioni a foglio 283, il 31 di gennaio 1482 fu deposto di ordine della Balìa, come al libro Vitale a foglio 110 e fu rimesso il Capacci[293].
- L’anno 1482 missere Salimbene di Christofano Capacci, fu rimesso rettore il dì primo febbraio 1482, come al libro Vitale a foglio a foglio [sic] 121 e Deliberattioni a foglio 296[294]. Morì il 3 di novembre 1497 alle Deliberattioni foglio 49[295]; e l’anno 1683 il dì …[296] gennaio nel fare li fondamenti dell’altare di san Francesco, fu ritrovato il detto cadavero, assieme con donna Margherita Sozzini sua consorte belli e stietti senza alcuna macula, come si legge nella pietra nel pavimento vicino al detto altare in nostra chiesa.
- L’anno 1497 missere Daniello di Gheri Bulgarini, fu eletto il 19 di novembre 1497 come alle Deliberattioni a foglio 5 e al libro Vitale a foglio 173[297].
- L’anno 1503 missere Pier Filisiano di Bartolomeo Benassai fu eletto il 17 di maggio 1503 come alle Deliberattioni a foglio 73. Morì il 17 luglio 1505 a dette 90 e al libro Vitale a foglio 201[298].
- L’anno 1505 missere Giovanni Battista di Lodovico Tondi fu eletto il 31 agosto 1505, come a dette a foglio 90 e morì il 10 aprile 1507 a dette 99 e Vitale 212[299].
- L’anno 1507 missere Marco Antonio di Lodovico Tondi fratello del suddetto. Fu eletto il 10 maggio 1507, e si partì di rettore l’anno 1508, al Vitale 216[300].
- L’anno 1508 missere Bartolomeo di Iacomo Buonaventuri, come alle Deliberattioni a foglio 52[301] e governò sino all’anno 1516.
- L’anno 1516 missere Marco Antonio di Lodovico Tondi il dì 11 maggio 1516 ritornò rettore come alle Deliberattioni a foglio a foglio [sic] 139 e come al libro Vitale a foglio 316, morì il 30 di agosto 1516, come alle Deliberattioni a foglio 153[302].
[49v (n. a. 34v)] 43. L’anno 1516 missere Iacomo di Antonio Vescovi, fu eletto il 28 di settembre 1516, come alle Deliberattioni a foglio 158 e morì il dì 8 marzo 1517, come al libro Vitale a foglio 232[303].
- L’anno 1517 missere Giovanni di Franco Bucci, fu eletto il dì 21 marzo 1517, come alle Deliberattioni a foglio 191. Morì il 24 agosto 1519 come al libro Vitale a foglio 235 e questo fu il primo rettore che havesse il terzo luogo tra la Signoria nella conformità che costuma hoggi come per contratto nel libro de Privilegi a foglio 74 il 17 dicembre 151…[304]
- L’anno 1519 missere Giovanni di Filippo Tondi fu eletto il 18 settembre come alle Deliberattioni a foglio 104. Morì il 28 aprile 1527 come a dette Deliberattioni a foglio 233 e al libro Vitale a foglio 239[305].
- L’anno 1527 missere Antonio di Iacomo Turamini, fu eletto il 16 di maggio 1527 come alle Deliberattioni a foglio 235. Morì il 17 di marzo 1529 come a dette Deliberattioni foglio 252 e libro Vitale a foglio 260[306].
- L’anno 1529 missere Francesco di Tone Salvi fu eletto il 23 marzo 1529 come alle Deliberattioni a foglio 253. Morì il 23 di febbraio 1555 come al libro de Censi Vitalitii a foglio 40[307], ben che l’anno 1552 nel assedio della città renuntiò la carica di rettore.
- L’anno 1552 missere Scipione di Marco Antonio Venturi fu eletto in luogo del suddetto il 5 aprile 1552 come alle Deliberattioni a foglio 1 e il dì 8 marzo 1561 renuntiò la carica al serenissimo Cosimo Medici duca di Fiorenza, come alle Deliberattioni a foglio 127 padrone di Siena, e nel suo governo vi hebbe grand[i] travagli mediante la guerra, e assedio della città di Siena.
[50r (n. a. 35r)] 49. L’anno 1561 missere Girolamo di Giovanni Biringucci fu eletto il dì 8 marzo anno detto il primo dal serenissimo Cosimo Medici duca di Fiorenza, come alle Deliberattioni a foglio 127. Morì il 25 di giugno 1572, come a dette a foglio 6, e al libro di Censi Vitalisi a foglio 45[308] risquoté la nostra grancia del Castelluccio Bifolci, la quale era in pegnio dalla serenissima duchessa di Fiorenza.
- L’anno 1572 missere Claudio di Sinolfo Saracini cavaliere ierosolemitano fu eletto il 7 luglio 1572, come alle Deliberattioni a foglio 8 e il 19 giugno 1593 gli diedero per coadiutore il signor Pindaro Allegretti, come a dette foglio 240. Morì il 5 ottobre 1593 a dette foglio 245[309].
- L’anno 1593 missere Pindaro Allegretti già coadiutore, fu eletto il 6 ottobre da Sua Altezza Serenissina con qualche repugnianza, e di poi accettò la carica di rettore e governò a tutto maggio 1596, e renunziò.
- L’anno 1596 il molto reverendo Padre don Pio del già Ambrogio Nuti olivetano, e stato generale di detta Religione, fu eletto il 3 di luglio 1596 come alle Deliberattioni a foglio 7. Morì il dì 18 dicembre 1597 e fu portato a seppellire al convento di Monte Oliveto a dette Deliberattioni foglio 30[310]. Fu la prima causa che si esaurissero i frati del beato Sorore fondatore dello Spedale.
- L’anno 1597 il molto illustre signor cavaliere Agostino Chigi, fu eletto il 19 di febbraio 1597 come alle Deliberattioni a foglio 45 e il dì 5 novembre 1636 gli fu dato per coadiutore il signor Laurenzio Docci, come a dette Deliberattioni a foglio 10. Morì a casa sua il 12 luglio 1639 a dette a foglio 41[311].
- L’anno 1639 l’illustrissimo signor Laurenzio Docci fu eletto il 13 luglio 1639 come alle Deliberattioni foglio 41 e il dì 16 gennaio 1656 gli fu dato per coadiutore il signor Niccolò de Rocchi, morì il 8 di maggio 1660 come alle Deliberattioni a foglio 69[312].
[50v (n. a. 35v)] 55. L’anno 1660 l’illustrissimo signor Niccolò de Rocchi il dì 9 maggio 1660, come al libro delle Deliberattioni a foglio 69 il 27 di giugno 1667 morì alla grancia del Castelluccio in occasione di visita e si fece condurre in Siena, come alle Deliberattioni di detto anno a foglio 122[313].
- L’anno 1667 l’illustrissimo signore conte Scipione Ballati, fu eletto il dì 21 ottobre 1667 come alle Deliberattioni a foglio 132. Morì il 10 di novembre 1678, come alle Deliberattioni a foglio 59[314].
- L’anno 1678 l’illustrissimo signor Tommasso Bandinelli già cavaliere fu eletto il 25 di febbraio 1678, come alle Deliberattioni a foglio 65 e il 12 febbraio 1684 renunsiò la carica di rettore, e si fece prete come a dette Deliberattioni a foglio 155[315]. Esercitò di poi la carica, come vice rettore il signor Ottavio Marsili cavaliere.
- L’anno 1685 l’illustrissimo signor Antonio Maria Tommasi prese il possesso il dì 28 ottobre 1685 come alle Deliberattioni a foglio 177 e passò da questa all’altra vita il dì 12 aprile 1695 in martedì a dette[316].
- L’anno 1695 l’illustrissimo signore Emilio Borghesi della Ciaia prese il possesso il 7 luglio in martedì come alle Deliberattioni[317].
- L’anno 1709 si licenziò dal servisio per la sua impotenza etc. l’illustrissimo signor cavaliere di Santo Stefano Antonio Ugolini fu eletto per nuovo rettore da Sua Altezza Reale, e il dì 13 febbraio 1709 in giovedì mattina, prese il possesso del medesimo con grand honore, e allegrezza di tutto il popolo, come alle Deliberattioni a foglio …[318] Signor Antonio del signor Alessandro Ugolini hoggi vivente morì il dì 5 settembre 1730 e fece erede lo Spedale de suoi beni del Sasso di Maremma.
- L’anno 1730 il dì 5 ottobre 1730 fu eletto di moto proprio da Sua Altezza Reale il signor Galgano Lucarini Saracini, e il dì 28 prese il possesso del mese [di] dicembre di detto Spedale e il 2 di maggio 1731 gli morì in detto Spedale un suo figlio di anni 23 si chiamava Alcibiade. Morì di accidente popletico li 19 novembre 1739 a ore 21. Libro Conti Correnti N a foglio 201 e seguono avanti in questo a 90[319].
[51r (n. a. 36r)] L’università e arte delli calzolari di Siena facevano anticamente l’offerta di cera allo Spedale, perché vi avevano la cappella in chiesa di detto Spedale, e la facevano il giorno del 2 febbraio, e dipoi il 25 di marzo e principiorno nell’anno 1382 come si vede alle Deliberattioni in foglio 18, 21, 40, 148 e foglio 29[320], e di poi si partinno.
L’università e arte delli pizzicaioli di Siena il 6 maggio 1444 si obbligò pagare ogn’anno in perpetuo allo Spedale cera gialla libbre 25 il giorno dell’ottava della Candelora, e lo Spedale gli assegniò una stanza per le loro radunate, e il giorno della loro festa lo Spedale gli deve far cantare messa solenne, con il vesparo con l’organi, come al libro de Contratti a foglio 24 e Deliberattioni dell’anno 1450 a foglio 64, 83 e al libro di Memorie dell’anno 1453 all 1466 foglio 38[321].
L’università et arte delli dipentori di Siena si trova che dall’anno 1505 in qua pagano allo Spedale lire 4 l’anno per causa della stanza concessali nello Spedale e per il giorno di san Luca segli canta messa solenne nella cappella del Manto, come si vede al libro di Pigioni 3 P a foglio …[322] e l’anno 1596 fecero memoriale per trasferire detta cappella, come si vede alle Deliberattioni in foglio 220[323] e gli fu concesso alla Madonna del Manto, a dove si obbligorno di dipegnierla tutta, sì come fecero; e dipoi perché si veniva scortecciando, fu tutta imbiancata, come si vede hoggidì, e la cappella di santo Luca fino dell’anno 1387 si trova al nostro libro delle Deliberattioni di detto anno a foglio 173[324], la quale fu concessa a missere Biagio vescovo di Chiuci durante la sua vita, e doppo ancora per anni 30 per havere fatto del bene a povari dello Spedale, qual cappella era a lato alla sagrestia vecchia a dove hoggi è lo spogliatoio del Seminario Soleti in nostra chiesa a mano sinistra, si è trovato che detta cappella, la fece fare donna Becca moglie di Buonaccio cavaliere 1365, e l’anno 1379 lo Spedale la diede a pittori alle Deliberattioni foglio 53[325].
[51v (n. a. 36v)] L’anno 1302 il dì 28 agosto fu fatto consiglio da governatori di Siena, che lo Spedale potesse fare allattare i proietti con latte di capre, come si vede al primo libro di Memorie a foglio 104[326].
Adì 28 ottobre 1701 io Girolamo Macchi mi trasferii a Vignano nel podere del reverendo prete Padre don Anibale Bocci sanese il quale mi mostrò un tabernacolo, alla gotica che si serrava a 2 partite, e vi era dipento la beata Vergine Maria con Nostro Signore in braccio sinistro, con molti angeli sopra di essa, e 7 santi con una santa di qua e di là e nello sportello a mano destro [sic] vi era il Nostro Signore crocefisso e sopra d’esso l’angelo Gabbriello, e nello sportello a man sinistra, vi era la deposittione dalla croce di Nostro Signore con le Marie e 3 santi tra’ quali vi è santo Agostino e sopra di essi vi era la santissima Nunsiata e dietro al detto tabernacolo antico vi era scritto come da basso in mano antica bene
Soror Michi Sodali inserviens Hospitali dedit
- D. D. C. C. C. XC Anno 890
Il ciborio o tabernacolo antico suddetto visto stava così[327]
Il[328] detto tabernacolo in oggi esiste nell’archivio dello Spedale avuto dagli eredi del sopradetto signor Bocci cioè dal signor dottor …[329] Stazi figlio d’Angelo Stazi nipote di detto Bocci come appare per legato nel testamento del 15 maggio 1711 rogato ser Gaetano Ciofi in questi termini Item un altro quadro dipintovi una Madonna all’antica alla gotica che si serra, nel piedestallo della quale vi è una memoria che fosse del beato Sorore da darsi al detto signor Angiolo Stasi nipote. Io frate Giovanni Domenico Ristori sagrestano l’ottenni con dare al medesimo signore dottore alcune carte cronologiche d’imperatori, pontefici, ed altro etc. il 1745.
[52r (n. a. 37r)] Memorie per l’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena cavate dal terzo tomo
del reverendo Sigismondo Titio dell’anno 1399.
E prima mediante lo Spedale di Milano per dare regole a quello Spedale di Milano.
Istanza fatta da Giovanni Galeazzo conte di Virtù, alli Sanesi, e loro risposta[330]. Era duca di Milano.
Giovanni Galeazzo conte di Virtù disse di volere essere reso informato dell’origine, e fondatione del piissimo Ospedale della Scala, del governo, e delle distributioni, entrate, e rendite del medesimo, del modo d’eleggiere gl’officiali, e loro autorità, da chi e come si calcolino in conti, e che numero di laici, e cherici si tenghino, e se vi stiano alcuni cappellani, i quali possino somministrare i santissimi sacramenti, e che offitiino in detta chiesa. Ebbe da Sanesi questa risposta.
L’Ospedale di Santa Maria della Scala, situato avanti la catted(ra)le maggiore di questa città, ha in mezzo una bella piazza, circondata da tre fianchi, a prima vista vi son(o) dipinte istorie della beata Vergine più nobili, e più insigni dell’altre, ha il suo ingresso a tre porte, e quando s’entra nella chiesa si vede spatiosa et ampla essendo or(n)ata di dieci altari. In disparte poi ha una cappe(l)la dove, è posto il Chiodo di Nostro Signore e molte altre reliquie degne di venerazione. La sagrestia di detta chies(a) è a mano destra su dall’altare maggiore addobbata, et ornata di stimatissimi paramenti.
Nell’escire fuori di chiesa, s’entra subbito in infermeria, dove sono posti cento trenta letti per ricevere l’infermi passeggieri, et altri etc.
[52v (n. a. 37v)] Non molto lontano da questa infermeria, vi è la cancellaria, dove fa consulta il rettore, et in questa camcellaria vi è il luogo del camarlengo, e lì vi sono i libri, e codicilli con altre scritture della santa casa. Che il Capitolo.
Vi è vicina la spetiaria dove sta sempre uno speziale per fare medicamenti, confettioni, et altro per l’infermi. Non lungi vi è la cucina dell’infermi bene composta, ove dimorano i quochi secondo l’ordine del medico. Hoggi tutt’una.
In faccia poi vi è il guardarobba da tenervi, e matarazzi, e pelli, essendoci uno per servitio dell’infermi.
Vi è ancora un luogo detto arsenale dove si ripongono i panni, e fagotti dell’infermi, e degli pellegrini per essere conservati.
Vi è ancora il luogo da far barbe, e tagliare capelli per servitio degl’infermi, frati ancora, e di tutta la fameglia di casa. Hoggi stanze dell’infermiere e medicani, e ceraria.
Passando più in dentro si trova un bellissimo portico colle sue colonne, e vicino vi è il luogo dove si prepara il vitto per la mattina, e per la sera per li educati, et alunni, per i poveri vergognosi, et anco per la fameglia. Hoggi corticella.
Non molto lontano vi è la cucina, dove si prepara, non solo per li huomini, ma anco per le femmine, et ancora per li preti, e generalmente per tutta la fameglia.
Inoltre vi è vicino un grande e riguardevole refettorio, dove si prepara per i frati, preti, cherici, diaconi, suddiaconi, et acoliti, et a tutta la fameglia, che serve detto Ospedale.
Vicino vi è la dispenza del pane, e del fornaio e lì vi è assegnato uno dei frati, il quale fa prepa[ra]re per il convento, e per la fameglia, e dal medesimo si somministra il pane.
Vicino vi è un luogo grande, e spatioso, nel quale si rivedono i conti dell’Ospedale. Hoggi il Capitolo.
[53r (n. a. 38r)] Nel medesimo luogo, e sito, vi sono moltissime camere per quelli, che erano di servitio. Tutti questi edificii superiori son fondati, e posti sopra le volti, ordinati a piano.
Ascendendo poi nelle camere più alte, ascendi sempre per le scale di pietra, e sopra il portico trovi, la prima, e nell’istesso tempo la seconda, e nel medesimo luogo vi è un luogo con gran splendore con altre camere oneste e con moltissimi letti, et in questi letti si riceve qualche forastiero generoso e riguardevole, o se stia bene, o se habbia male; benché ciò succeda di rado, pertanto in questi luoghi non vi è ordinata provisione, quale solo resta nella discrettione del rettore.
Sopra tutti questi edificii qui raccontati, eccettuata la chiesa, sono dormentori e camere guarnite, e rifenite di letti per comodo dei frati, preti, e cherici dell’istessa fameglia, e di pellegrini nobili, se si dasse il caso, che ci venissero. Imperoché questi letti sono separati dai letti dei preti.
Quando tu ti trasportarai, qui a basso coll scendere per vinti passi, si gionge ad un arco o vero piazzuola quadrata, e circondata da portici colle sue colonne, dove vi è una cisterna coll’acqua, e lii vi sono forni per quocere il pane per il bisogno dell’Ospedale e nel medesimo luogo vi sono madiette nelle quali si conservano i grani, e le farine, come ancora diverse sorti di biade[331]. Sono questi conservatorii bene ordinati che per la larghezza, e per la fattura sarebbero decenti per qualsivoglia principe del mondo.
Inoltre vi sono in questi recinti molti letti nelli quali è solito porvi i pellegrini per dormire, quando le camere di sopra non bastassero.
[53v (n. a. 38v)] Vi sono qui luoghi spatiosissimi per le paglie, fieni et altro per le bestie, et ancora vi è il luogo per conservare le legna.
Inoltre in questi luoghi vi sono le abitationi, dei fornari, dei mulattieri, e di quelli che stanno al servizio di questa santa casa, né sono lontane le stalle delli cavalli e delle altre bestie da caricarsi. Imperoché tutte queste abitationi vi sono da che tu scendessi a basso sopra le volti, vi sono altre volti.
In questo simile andito vi sono luoghi per conservare olio, sale, carni, e cacii. Imperoché li sogliono chiamare dispenza o guardarobba.
Non lungi di qui è il macello, nel quale si spezzono le carni per servitio dell’Ospedale. In verità avanti che tu gionga al macello troverai un pozzo di acqua che scende, e sale così alto, e così nobile, da paragonarsi a qualsivoglia, posto in una piazzetta; né è lontana da questa piazza l’arte del legnaiolo, del fabbro posti quivi per servizio dell’Ospedale e delle sue case poste in diversi luoghi della città.
Inoltre vi è un chiostro circondato da muraglie, e grande nel quale vi si mantiene un gran numero di polli per nutrimento dell’infermi, e per havere dell’vuova fresche.
Sopra l’istesse volte, è posta la cantina per conservare il vino così nobile, et amplia adornata di molte e varie botti e bellissime, e grandissime, che chiunque l’osserva se ne fa maraviglia.
Da capo di detto Ospedale vi è l’ospedale delle donne; in quello vi si ricevono le donne povere, et ammalate, sì ancora i fanciulli esposti, et abbandonati, e si educano. Questa abitatione è bellissima, e stabilissima per i fondamenti, adorna di molte supellettili, e massaritie necessarie, et vi sono moltissime abita(tioni) [54r (n. a. 39r)] a raccontare le quali sarebbe gran tedio a chi legge.
Doppo questi tutti edificii vi è un orto, et un giardino e ornato di erbe, d’inzalate, di alberi e di pomi, per sovv(e)nire ai bisogni dell’Ospedale.
Inoltre vi è un luogo in questo ospedale sì devoto et onesto, che non si trova nel mondo uno tanto fiero, et inumano che entrando in questo luogo non si penta delli suoi peccati. Imperoché il titolo di questo luogo si è la Compagnia della beata Maria Vergine. Vengono in questa Compagnia moltissimi huomini, e di buona coscienza, cittadini inclinati a fare delle limosine, a disciplinarsi. Questo basti intorno alli edificii, benché habbia io tralasciate per la brevità moltissime cose appartenenti a detto Ospedale.
Ora si volti il discorso all’abitationi del rettore sì dei frati dell’Ospedale, i quali vivono ad uso di convento. Sì che adunque l’abitazione del rettore sta attaccata all’istesso Ospedale et è contin(ua) al medesimo. Le porti della quale abitatione, e l’ingresso sono vicine alle porti della chiesa più da basso. È una nobile, et egregia abitatione di tal maniera che vi potrebbe abitare qualsivoglia huomo onoratissimo. Intorno intorno vi sono le celle dei frati, nelle quali abitano, e questi vivono conventualmente, ma ciascuno da sé, a spese però dell’istesso Ospedale.
Il modo di governare questo Ospedale sì del rettore, come delli officiali è questo.
Imperoché vacando il luogo per la morte del rettore, il vicario, e Capitolo dei frati del detto Ospedale uniti insieme, fanno una nuova elettione, e scelgono un huomo da bene e savio, cittadino sanese, quale sperano debba essere idoneo, esatto a quel governo, imperoché quella elettione, acciò l’eletto non possa ricusare, ma [54v (n. a. 39v)] ma [sic] col vigore della republica venga corroborato quell’officio, è portato subbito al magistrato principale, e governatori della città, i quali forsano l’eletto ad accettare. L’eletto poi se non è cavaliere fa di bisogno, che sia creato, e nominato dalla republica, il quale havendolo il sopradetto magistrato nominato cavaliere, l’accompagnono dal Palazzo Publico, all’Ospedale dove, è indotto dai frati al possesso vestito dell’abito, e del segno dell’Ospedale. La carica del quale dura sempre, né mai vien rimosso, se non si fosse saputo, che fosse stato di cattiva vita o per qualche altro caso d’infermità mediante il quale non possa esercitare la carica. Li si assegna il salario, che pare decente al Capitolo, e frati dell’istesso Ospedale[332]. Ora però ciascun anno sono stati assegnati trecento fiorini dei quali e con i quali possa vivere lui, e la sua fameglia.
Inoltre dai medesimi si elegge uno vicario, il quale essendo lontano il rettore, o impedito in qualche altro modo, ha facoltà di potere radunare la Consulta, e Capitolo, sì ancora di proporre.
Imperoché ciò che si determina allora si deve tenere per fermo, e stabile, come se vi fosse intervenuto l’istesso rettore. Imperoché il Capitolo ha facoltà di fare ciò che giudicano essere espediente all’Ospedale, et inoltre di vendere, di alienare, e di donare il tutto in utile delli poveri.
Inoltre si elegge un camarlengo, et anco uno scrittore, i quali fanno il computista, e rendono conti con tutti quelli i quali hanno interessi col predetto Ospedale; alle mani del camarlengo del detto Ospedale giungono le rendite, e l’entrate, e dal medesimo si satisfà a tutte le spese dell’Ospedale, et alli salari, et a pagare i creditori; e di sopra più il camarlengo ha autorità e potenza sopra tutta la fameglia, ciòè di riceverla e mandarla via, [55r (n. a. 40r)] sì di dare, di accrescere, e diminuire i salari.
Si elegge anco un ministro dei granari alle mani del quale giongono il grano, le biade, i legumi, che si portano, e sono dell’Ospedale, le carni ancora, i formaggi, i polli et altre cose simili, il quale ha potestà d’introdurre, e levare i fornari, i mulattieri, et i vetturali, e quelli che stanno alle stalle.
Si elegge ancora un sagrestano, la carica del quale si è invigilare, e sollecitare, che la chiesa sia offiziata, e che vi si celebri. Dare l’ordine ai preti, e la regola ai cherici sotto del quale sono costituiti, dieci, o dodici cappellani continui, sei diaconi, o acoliti con il salario, quali tutti sono alimentati, e nutriti a spese dell’Ospedale e lì vi dormono.
Inoltre si eleggono due frati, i quali si chiamano pellegrinari, la cura delli quali si è, che l’infermi siino ben governati, e perché siino ricevuti benignamente i pellegrini, i quali hanno potestà di spendere quanto pare essere decente. Inoltre di tenere quanti servi giudicano necessari per governare l’infermi.
Si elegge ancora uno il quale conservi i fagotti raccomandatili, e depositati dagl’infermi, e di poi li restituisca.
Si elegge ancora un frate, il quale habbia cura delli fanciulli che si educono nell’Ospedale, che li mandi ad impa[ra]re le lettere, et alle Arti, e botteghe, secondo l’industria, et indole delli fanciulli.
Si fa ancora una simile elettione delle donne, che si sono fatte commesse, che governino l’inferme, e le pellegrine, et anco i fanciulli esposti fino a sei anni tanto i maschi che le femmine. Doppo però sette anni i maschi abitano con li huomini [55v (n. a. 40v)] e le fanciulle, con le donne, acciò che l’istruischino alli esercitii feminili cioè a fare tele, a filare lino, e simili.
Vi rimane, che diciamo dell’officiali i quali sono fatti capi alli poderi, e fuori per la campagna, e si mandano altrove. E primieramente si elegge un vicario al governo dell’Ospedale della Scala in Fiorenza, il quale governi il detto ospedale come giudicarà essere espediente, al quale si aggionge un altro camarlengo: sono nondimeno proibite al medesimo le vendite senza espresso consenso del rettore, dei frati, e del Capitolo dell’Ospedale senese.
Si elegge ancora uno officiale nell’ospedale di San Geminiano et uno nell’ospedale di Poggi Bonzi, e così in più luoghi dello Stato, e dominio fiorentino.
Si elegge ancora un officiale per l’ospedale di Rieti, questi tutti nostri ospedali sono membri di questo sanese e sono sottoposti a questo.
Inoltre si eleggono i grancieri per il governo dei poderi dell’Ospedale e quelli che sono in compagnia si trasmettono alli luoghi dell’Ospedale più grandi come a Cuna, a Mont’Isi, a Monte Roni, a Piana, a Sant’Angelo in Colle, a San Quirico, a Scrofiano, a Torrita, alle Serre, a Stigliano, e simili, alla città di Grosseto, all’ospedale di Val d’Orcia, a Corsignano, ai quali è data facoltà di dare i poderi, e di appigionare le case, a comprare, e vendere bestie necessarie per li poderi, acciò si coltivino.
Li predetti officiali tutti devono essere frati dell’istesso Ospedale e si deputano alli predetti officii, e si eleggono per mezzo del rettore, et il Capitolo del detto Ospedale la carica de quali dura un anno, o più, o meno a beneplacito del rettore [56r (n. a. 41r)] e del Capitolo; a nessuno di questi officiali, è assegnato il salario, e non si deve da essi aspettare mercede alcuna se non da Dio.
L’abito di questi si è: portano vesti lunghe, in capo portano il berretto, e sotto il berretto, vi portano un berrettino nero. Il rettore porta il medesimo abito di colore nero, acciò si distingua dagl’altri. Tutti però portano la scala, segno dell’Ospedale nelle vesti più a dentro.
Inoltre si stipendiono due medici periti continuamente cioè il fisico, et il chirurgo per curare l’infermi, i quali diino medicamenti, e consegli a tutti i bisognosi, et a quelli che vengono all’Ospedale.
L’entrate, e rendite dell’Ospedale la maggior parte provengono dalle possessioni, sì dai testamenti lasciati, dai legati e dalle limosine, la somma delle rendite di grano si è mille dugento moggia, e non poca somma di legumi, e biade, la quale non è necessario il raccontarla. Possiede inoltre questo Ospedale pezzi di terra per ducento paia di bovi, i quali lavorano la terra, e la spezzano. Ha inoltre molte altre paia di bovi, che non lavorano, et i pezzi di terra non vengono lavorati. La rendita del vino, è quattrocento some, e più, e dell’olio. Queste rendite, è di facile il calcolarle ad un puntino, per molti sono i luoghi donde provengono, e ciascuno governatore, et officiale rende da sé i conti suoi, né mai si è trovato che questa entrata sia stata dichiarata.
Dai conti però del camarlengo di Siena si è trovato essere arrivati alle di lui mani dodici in tredici mila fiorini, qual somma si cava dalla vendita del grano, dalla vendita dei poderi in tempo di carestia, sì ancora [56v (n. a. 41v)] dalli salari, dalle pensioni delle pigioni di case e da altre cose le quali non sappiamo, se alcuno le sappia ben esprimere. S’aggiungono a questa somma anco l’elimosine, che si dispensono all’Ospedale oltre le possessioni e devesi sapere che questa rendita sii mancata da dieci anni intorno per la metà, perché li huomini sono divenuti poveri, e mancorno l’istessi huomini, né si trovano compratori, et il medesimo si è fatto delle pigioni delle case, e ciò è successo delle rendite, dei testamenti, e legati, e tutte l’altre cose.
Sì che dimostraremo la distributione di queste rendite dalle quali si eccettuano l’elimosine. Primieramente si ricevono tutti i fanciulli, e fanciulle, che pigliano il latte esposti, et abbandonati, e posti nella pila di marmo dell’Ospedale i quali subbito si consegnano alle balie per darli il latte, e per nutrire fino all’età di quattro, e cinque anni, dapoi sono riportati all’Ospedale e si consegnano nelle mani delle donne i maschi per essere educati fino all’età di otto anni dapoi si pongono tra li huomini, e tra i maestri per impa[ra]re le lettere, et ancora l’arti alle quali paiano disposti et ordinati s’indirizzano secondo la qualità dell’ingegno fino all’età di anni vinti. Imperoché se guadagnano qualche cosa la guadagnano per sé. Ricevono il vestito, e l’alimenti dall’Ospedale ai quali imparata l’arte partendosi li si dà l’elimosina di quattrini, che se alcuno volesse restare, subbito si pone nel Capitolo ma se si è trovato che sia stato di vita laudabile si riceve, e si veste dell’abito dei frati, e si promuove al presbiterato.
[57r (n. a. 42r)] Alcuni di questi divennero huomini peritissimi, e per anco ve ne sono.
Alle fanciulle poi li si mostrano artificii donneschi, quando poi son gionte all’età nubile si maritano tutte.
Inoltre si ricevono tutti i malati, eccettuati i lebbrosi di dovunque venghino, si nodriscono, e li si somministra i medicamenti fintanto che si sia partita la febbre, o moiino. Delli infermi vi sono alcuni, i quali curati per più anni nell’Ospedale, sono stati governati, ma se poi vi s’interpone la morte secondo il loro stato, e grado sono sepolti, e si cura il loro funerale. Imperoché nell’Ospedale vi sono molte, e varie sepolture, ma se si mettono nella sepoltura commune quella è più religiosa, e più decente, che altrove, et in nessun luogo si troverà in simile atto, della quale di sopra non se n’è discorso.
Inoltre vi è la cappella nell’Ospedale sotto il titolo di santa Cristina, nella quale vi sono molte religiose e decenti sepolture. Il funerale di tutti quelli che moiano è curato magnificentemente con i lumi, et ancora l’officii. Vedi in questo a foglio 17.
In tre giorni della settimana a tutti quelli che si accostano li si distribuisce l’elimosina, cioè la domenica, mercoledì e venerdì quando si accostano alla porta dell’Ospedale. Imperoché li si dà sei once di pane, alle donne pregne li si raddoppia acciò che mantenghino il suo figlio. S’accostano invero a ricevere l’elimosina ogni giorno sei, o sette mila, et assai più.
[57v (n. a. 42v)] Inoltre si distribuiscono l’elimosine a certi, che sono gionti alla povertà, et a quelli nella corte superiore li si somministra onestamente li alimenti a discrettione del rettore.
Alli pellegrini che vi sopraggiungono li si dà pane, e vino, e da dormire; a poveri vergognosi li si dà pane, e vino, et altre cose come parrà al rettore; si manda ancora alle partorienti povere, pane, vino, e carne.
Alli frati religiosi li si somministra tre volte la settimana l’elimosina in ricompenza di quella che si dà alla porta dell’Ospedale alla quale non s’accostano. In certe festività della Vergine gloriosa più nobili si fanno l’elimosine, e nell’istesse festività dai conventi di monache si fanno l’elimosine.
Di nuovo si distribuiscono tre giorni della settimana ai pellegrini pane, e vino. Di più alli medesimi pellegrini in ogni Pasqua li si accrescono carni e legumi cotti per satollarli.
In diversi ancora tempi dalli tutti conventi delli religiosi e dai monasterii di monache si distribuiscono pane, vino, e carne, e queste elimosine ascendono alla somma di due mila fiorini. Si distribuiscono dette limosine per i legati, e testamenti lasciati.
Nelle festività ancora ai poveri, et infermi vergognosi si fanno i pasti con pane, vino, con zuccari, e confettioni e polli nella città et per la campagna secondo la discreptione del rettore.
[58r (n. a. 43r)] Dalle rendite dell’Ospedale predetto s’eccettuano li salari dei medici, e di quelli che stanno al servizio come ancora le provisioni che somministra il detto Ospedale a quelli, che hanno donato il suo al medesimo Ospedale poi che da questa distributione giongono all’Ospedale moltissimi beni, e possessioni. Si detrae ancora i salari dei cappellani e cherici, come ancora si detraono le comprite dei beni necessarii per lavorare i poderi, imperoché le guerre passate ne presero molti dalli poderi.
Per il passaggio dei capitani, e delle nattioni vagabonde le quali le chiamano compagnie, i tempi scorsi faceano moltissime scorrerie, fu necessario all’Ospedale di fortificare i suoi posti, per resistere e difendere la campagna. Certamente in queste fortificationi vi si mandò male gran somma, di denari ma li edificii cedettero nell’utile.
Inoltre a tutti quelli che si accostano per l’elimosina li si dà un poco di pane, e di carne, et in tutto ascendono al numero di dieci mila scudi. Tralasciamo pertanto l’elimosine che si fanno giornalmente, per misericordia, e pietà.
Che se qualcheduno opponesse che la rendita dell’Ospedale non bastasse, posto da parte il calcolo, questo confessiamo che la gratia dell’Omnipotente Iddio non cessa di provedere sempre ai bisognosi, e moltiplica l’elimosine a chi le fa volentieri.
Questo però non è da tralasciarsi che l’istesso Ospedale nelli tempi belligeri s’indebitasse per la somma di dodici mila fiorini. E più speriamo che devino a noi [58v (n. a. 43v)] giungere a noi elimosine per mezzo delle quali potiamo sdebitarci, acciò che la santa casa non si disperi.
Inoltre si deve sapere, che tutti li officiali sopradetti e quelli che maneggiano l’affari dell’Ospedale e che rendono i conti all’istesso rettore e Capitolo ad ogni richiesta del medesimo, e per questo si scegliono dal rettore e Capitolo cittadini, o frati et in questo modo si rivedono i conti.
Alla richiesta fatta dell’anzianità, e preminenza dell’istesso Ospedale rispondiamo che nessuno è preminente nell’Ospedale; vero è che l’istesso Ospedale è sottoposto immediatamente alla Sede Apostolica, per molti privilegii, e molti favori ottenuti in più tempi. L’Ospedale adunque è libero. Ha acquistato di più la libertà mediante i privilegii ottenuti dalla republica sanese, e che l’istesso Commune di Siena è stato sempre anzioso della libertà, e stato dell’Ospedale, che non fossero occupate le leggi da alcuno e li diede sempre aiuto, e li concesse l’immunità de pedaggi, e delle gabelle, et il tutto con conditioni, e patti autentici, di modo che sia stato conservato dai privilegii, dalli pontefici, e dalla republica.
Intorno poi alli divini officii già se ne discorse di sopra che continuamenre risiedono dieci, o dodici cappellani, preti, e cherici, overo diaconi, et acoliti sei con i suoi salarii, lii sono alimentati e lii dormono di giorno, e di notte, frequentano i divini officii, e sollecitamente invigilano alli malati, li somministrano i sacramenti, e li somministrano a tutti frati, e donne, et a tutti della fameglia.
[59r (n. a. 44r)] Finalmente, è parso a noi di non dare ad intendere la richiesta fattaci, perché certamente è stato riferito a noi, che molti sotto false, e lettere adulterine, vestiti del nostro abito dell’Ospedale siino passati per diverse parti del mondo, specialmente per la Lombard(ia) col mendicare a nome di questo Ospedale, chiedere l’elimosin(e), qual facoltà certamente non è stata concessa mai ad alcuno, che chiedessero l’elimosine per questo Ospedale.
Pertanto tutti quelli che esercitano tali cose si devono chiamare ladri falsi, et adoperate le pene meritano essere gastigati, imperoché il nostro Ospedale riceve l’elimosine da quelli, i quali sono spontaneamente parati, et ispirati da Dio, non però chiede le limosin(e) con parole finte, ma le riceve a beneplacito di quelli che gl’elo offeriscano, ai quali certamente Iddio dia in questa vita la sanità, e nell’altra la vita eterna, e così sia[333].
[60r]
[61r (n. a. 45r)][334] Diverse relattioni, e notitie della casa dell’archispedale di Santo Spirito
nella città di Roma, nel governo di essa casa, da monsignore arcivescovo
Francesco Maria Febei canonico di San Pietro
L’anno 1677
[61v (n. a. 45v)] Ristretto dell’infermi entrati e usciti e morti nello Spedale di Santo Spirito di Roma
dal primo gennaio 1700 al 31 dicembre 1701, come per nota del signor Bartolomeo Baldassari
scrittore computista
Infermi entrati a letti numero 18077
Per l’anno santo 1700
Partiti con salute numero 16431
Morti in tutto l’anno numero 1351
Resti per curarsi numero 295
18077
E per denari depositati da detti infermi scudi 2006 baiocchi 84
Restituiti a partiti scudi 1862. 39. –
Rimasti allo Spedale scudi 103. 45. –
Resti in cassa in deposito scudi 41. –. –
scudi 2006. 84
Infermi nobili sono stati numero 46 e morti numero 4.
Fanciulli, e fanciulle o proietti trovati in quest’anno nella ruota numero 813.
[62r (n. a. 46r)] Cristo 1708
Ristretto dell’infermi entrati, usciti e morti nel sagro ed apostolico Archispedale di Santo Spirito in Sassia di Roma nell’anno 1708 passato, sono come da basso
Illustrissimo monsignor Giorgio Spinola commendatore generale di detto spedale
Numero segue il logro
Infermi entrati 11443 galline numero 1584
Partiti con salute 9889 uova fresche numero 90450
Morti 1226 vaccina 22920
E resti ne letti 31 fegato libbre 5532
Denari depositati scudi 1398 lardo libbre 716
Restituiti scudi 1220 strutto libbre 394
Restati allo spedale scudi 54 cacio libbre 2156
scudi 124 pesce fresco libbre 3220
scudi 1398 salume libbre 992
Fanciulli e fanciulle trovati
questo anno nella ruota 730 legumi quartenghi 652
erbe per minestre some 90
Putti che sono a balia per insalata some 30
Roma e in campagna 3029 riso libbre 6566
Compresovi li sopra detti farro libbre 6516
Fanciulle nel conservatorio numero 583 vermicelli libbre 3744
Fanciulli alla squola 39 zuccaro libbre 411
passarina libbre 439
Logro generale che anno fatto in questo anno olio fogliette numero 12160
l’infermi … ancora il logro di numero 110 aceto boccali 1266
Persone che stanno al servitio sale bianco libbre 1320
sale nero libbre 172
Pane consumato libbre 186878 fior di farine libbre 340
Vino consumato boccali 54540 legnia passa numero 200
Vitella e castrato libbre 20140 carbone some 940
[62v (n. a. 46v)] Ristretto del vitto di numero 100 persone state continue al servisio dell’infermi in Santo Spirito l’anno 1708
pane libbre 70556
vino boccali numero 40196
Vitella, e castrato libbre 3633
Vaccina, e agnello libbre 22290
Fegato libbre 3692
Lardo libbre 716
Strutto libbre 394
Riso libbre 566
Farro libbre 557
Vermicelli libbre 620
vuova numero 33266
Cacio libbre 2156
Pesce libbre 3222
Salumi libbre 992
Legumi libbre 610
Erba some 90
Insalata some 31
Olio fogliette numero 12160
Aceto fogliette numero 1266
Giovanni Battista Gonzaga dispensiere
Vincentio Romaggini scrivano dell’infermi
[63r (n. a. 46bis r)] Logro generale fatto lo Spedale di Santo Spirito in Sassia di Ro(ma) l’anno 1723 come si vede al cartellone di quest’anno manda(to) da monsignore illustrissimo e reverendissimo
monsignore Alessandro Zondadari arcivescovo di Sie(na)
E prima la fameglia di detto Spedale che sta al servisio dal primo di gennaio 1722 a tutto dicembre 1723 a numero 1000 il mese di fameglia e prima fameglia continua il mese numero 1000 che sono in un anno numero 12000.
Infermi venuti in un anno sono come al suddetto cartellone numero 95452
Tra tutti anno consumato l’infrascritte robbe cioè
Pane libbre 175532
Vino boccali numero 55446
Vitella libbre libbre 17240
Galline numero 554
Vaccina libbre e agnello libbre libbre 24313
Fegato libbre libbre 4750
Carne salata libbre 785
Strutto libbre 485
Vuova fresche numero 72685
Vuova più numero 122613
Formaggio libbre libbre 2351
Pesce libbre libbre 28017
Sale libbre libbre 836
Legumi quartucci libbre 485
Spesi in erbaggi scudi 106½
Riso libbre libbre 7121
Farro libbre libbre 6089
Vermicelli libbre libbre 1237
Zuccaro libbre libbre 130
Uva passarina libbre libbre 190
Olio fogliette numero 10160
Aceto boccali numero 566
Sale libbre bianco libbre 1230
Sale nero libbre 140
Farina certa libbre libbre 308
Spesie libbre libbre 294
L’infermi governati suddetti sono numero 95452 ci sono inclusi quelli dell’a(nno) antecedente che restonno ne letti.
[64r (47r)][335] Spedale di Santo Spirito di Roma
Questo spedale si chiamava già lo Spedale di Santa Maria in Sassia, dipoi fu denominato di Santo Spirito, dall’Ordine de Canonici Regolari di Santo Agostino ivi destinati al servitio de poveri infermi, sotto la noncupattione di Santo Spirito istituito in Francia dal conte Guido di Mompelier, e poco appresso confermato da papa Innocenzio Terzo l’anno duodecimo secolo della redentione nostra.
Li voti solenni, che professano di osservare i religiosi dell’Ordine di Santo Spirito, sono li tre comuni ad ogni altra regola, ciò [è] castità, povertà, e obbedienza, e servire perpetuamente all’infermi, e così costumano le religiose di esso, le quali già con gli huomini servivano all’infermi nello spedale, ma introdotta la ruota delli esposti (dalla quale introduttione non si ha l’origine) fu loro commessa la cura delle fanciulle restituite dalle balie, alla casa compiti li 7 anni circa all’anno 1586.
Eleggevano tra di loro religiosi il maestro generale un professo di quel’Ordine, e dal pontefice Eugenio Quarto di secolare detto magisterio, e di conferire in commenda la chiesa, l’ordine, e casa di Santo Spirito al cardinale Pietro Barbo suo nipote, che poi assunto al pontificato prese il nome di Pavolo Secondo.
Papa Pavolo Quinto informato del detrimento di questo spedale di Santo Spirito sì per la multiplicità dell’infermi, e dell’esposti, significatali da monsignore Tassoni, gli concesse l’erettione del banco, acciò con qualche somma di denari delli depositi, e con la prontezza del [64v (n. a. 47v)] contante si andasse utilitando, sì come riuscì, e visse la suddetta casa floridamente fino all’anno 1640, che dipoi è andata in detrimento, e il detto banco di San Spirito è creditore dal detto spedale di scudi 240245 a tutto l’anno 1676.
Ha di capitali di bestiami questo spedale per scudi 64340 baiocchi 62½ a tutto il anno suddetto.
Monsignor tesoriere di Santo Spirito, che tiene tutto il denaro nelle mani, non deve pagare alcuno senza li mandati spediti in computistaria.
La felice memoria di papa Alessandro Settimo nel dar la croce della commenda dello Spedale di Santo Spirito a monsignore Febei, si doleva di appoggiare tal carica così devastata e caduta perché andava in scapiti di scudi 15000 ann[u]i, e il dì primo gennaio 1663 monsignore Febei diede principio al suo ottimo governo, con rimoderattione di molti abbusi, che vi trovò, con l’ordine riceuta da Sua Santità.
Le fanciulle convivevano assieme con le monache in numero circa a 600 in angustia di sito, le quali dormivano, 2 o 3 per letto, et hoggi rimediato a tal inconvenienza.
Le balie godevano l’habitattione, dove sono di presente.
Le monache, a dove per la troppo libertà, che ivi havevano, vi nasceva dell’inconvenienti, e hoggi riparato al tutto, con spesa di scudi 14792. 52 e separati gli uni dall’altri.
[65r (n. a. 48r)] La castellania della Mansiana, nelle mani di uno de nostri religiosi dava di entrata scudi 9450 e baiocchi 78½, e dava di uscita scudi 5906 e baiocchi 96. Sì che dava di entrata al netto scudi 3543. 82½.
La suddetta castellania della Mansiana, nelle mani di un secolare dava di entrata scudi 9908 baiocchi 21½, dava d’uscita scudi 2455 e baiocchi 45½, sì che dava di entrata al netto scudi 7452. 76.
Si dice, che dava più di entrata in mano de secolari, che de religiosi, mediante la più vigilanza.
Nel capo de baliatici vi si spende scudi 18300. Sono in tutti numero 1835 ne viene un anno per l’altro numero 750, ne muore un anno per l’altro numero 518.
Infermi un anno per l’altro numero 6605, ne morono un anno per l’altro da 600.
La fabbrica fatta di nuovo in Castello Alessandro costò in tutto scudi 13606 baiocchi 93 detratti li scudi 500 dati dalla buona memoria di papa Alessandro Settimo, danno di frutto scudi 1296 baiocchi 98. L’anno vengano a rendare di frutto scudi 10 baiocchi 49 per cento.
Alla stalla in Roma vi si tiene 6 cavalli continuamente per servisio de ministri, e danno di spesa in tutto l’anno scudi 182.
Il Banco di Santo Spirito dentro nello Spedale, ha di avanzo un anno per l’altro scudi 11102.
Li campi a mani cioè di Campo Guido, Campo di Santa Severa, Campo di Pollidoro, e diversi lavoratori danno un anno per l’altro grano rubbia numero 7190 a scudi 6 il rubbio vale scudi 43143.
[65v (n. a. 48v)] Li retro scritti campi, un anno per l’altro, danno biada rubbia 387, fave rubbia 90, orzo rubbia 245.
Ha di terreni lavorativi, prativi, sodi o macchiosi, vigniati, paludosi, alberati, e canneti in tutto per rubbia numero 15897.
Fanciulli, e fanciulle, che si ritrovano a balia, e in convento l’anno 1683.
A latte in Roma, e in campagna numero 513
Fuori di latte, o smammati 1662
Franciulle grandi sopra 10 anni in conservatorio 343
Fanciulli grandi di detto tempo a squola 46
Nel monastero delle monache nostre 7
Fanciulle impotenti, cioè cieche, o stroppiate 35
Donne alla cura delle creature piccole 3
All’appartamento delle balie vi sono 11
Priora, e cucinara 2
In tutto numero 2622
Al signor computista di Santo Spirito per sua provisione, gli si dà il mese scudi 15 che sono l’anno scudi 180. –, e se il medesimo habita in casa, gli si dà le stanze, e biancaria, vino libbre 12, o boccali 2, pane libbre 5, carne, e ogni companatico il doppio, e habitando fuori di casa gli si dà scudi 40 di vantaggio per pagar la pigione, e il sudetto vitto.
[66r (n. a. 49r)] Capitali di bestiami, che si ritrovavano il 31 dicembre 1679
di Santo Spirito, e sono l’infrascritti cioè
Vacche, rosse, tori, seccaticci, vitelli, e cavalli per detta imbastata numero 312 scudi 5742. –
Polleri diversi, cavalli domi, carosi, castroni, e stalloni numero 123 4790. –
Bovi per il campo, giovenchi, e cavalli per detto servisio numero 217 5501. –
Bufali domi 208, cavalli castrati, e cavalli non castrati numero 247 5824. –
Bufale, bufali, seccaticci, seccaticce, cavalli per detto massario numero 952 13734. 66
Bovi del campo a Santa Severa, e cavalli numero 208 5184. –
Cavalle di razza, tra figliate e sode numero 322 8289. –
Vacche bianche, tori, mandarini, e cavalli per detta numero 436 6310. –
Somari per il cariaggio numero 45 690. –
Porcastri, verri, troie, temporili, e cavalli numero 724 2365. 30
Pecore morette, montoni, agnielli, e cavalle con dette numero 2682 4118. 20
Pecora seconda massaria, montoni, agnelli, e cavalle numero 4095 7499. 60
Pecore prima massaria, montoni, agnelli e cavalle numero 4072 8348. 40
scudi 78396. 16
[66v (n. a. 49v)] L’anno 1681. Nota di tutti li ministri, e garzoni, che tiene l’Archispedale di Santo Spirito di Roma, nelle sue campagne, casali, rocche, e castelli tanto di numero quanto di salarii, che stanno sempre continuo a servisio, fatta dal signor don Giovanni Pennacchione fattore generale e priore.
Numero di ministri spese di salari spese di parte
Monte Romano, o Corneto vi stanno numero 6 scudi 113 scudi 246
Roccha di Respanpani 3 77 67
Roccha di Santa Severa 15 389 680
Alla Mansiana 7 282 8
Casale di Pallidoro 8 227 34
Casale di Castel di Guido 10 291 414
Vacche bianche 6 177 180. 10
Vacche rosse 13 245. 96 485. 46
Bufale lattare 14 386 458. 3
Bufale sode 8 143. 40 278. 18
Cavalle di razza 8 202 280. 32
Polledri 5 130 154. –
Campo di Castel di Guido 9 266 275. 58
Campo di Polidoro 10 296. 50 312. 76
Campo di Santa Severa 9 266 282. 16
Somari di carriaggio 6 207 325. 44
Porcari 12 281 414. 96
Vigniaroli di Albano, e Marino 2 127. 20 – –
di contro numero 151 scudi 4107.56 scudi 5293. 34
[67r (n. a. 50r)] Segue come di contro la nota delli ministri
numero di ministri spese di salari spese di parte
Garzoni 151 scudi 4107. 56 scudi 5293. 34
Scrittore del signor fattore generale 1 24 44. 70
Pecore prima massaria 33 472. 40 870. 88
Pecore morette 21 408. – 561. 10
Pecore seconda massaria 34 542 896. 71
A castrati 3 72 127. 26
Cavalle di razza nobile 2 60 85. 98
numero 245 scudi 5685.96 scudi 7879. 97
Bocche in tutte numero 245
Spese de salari scudi 5685. 96. –
Spese di parte scudi 7879. 97. –
scudi 13565. 93
Questo spedale l’anno 1677 cioè dal primo di gennaro 1676 a tutto dicembre 1677 la sua entrata fu di scudi 83873, e baiocchi 88 sì de beni che possiede in Roma, come anco nelle campagne di essa, e l’uscita fu in tutto di scudi 83922, e baiocchi 25; sì che in quest’anno andò in scapito di scudi 48, e baiocchi 36 come dal calcolo da me visto, e per maggior notitia nel foglio antecedente fo memoria di altra entrata, e uscita dell’anno 1689 distintamente.
[67v (n. a. 50v)] Uscita generale dello Spedale di Santo Spirito di Roma, dal primo gennaro 1688 a tutto il 31 dicembre 1689. Cavata dal bilancio generale di sua computistaria, e prima
Spese delle vacche rosse a mani, come a foglio 164 scudi 582. 60
Per lassiti e legati a diversi a foglio 166 251. 78½
Per lo Spedale di San Lazzaro a foglio 167 63. 30
Per la stalla di Roma a foglio 168 1766. 40
Frutti di doti a foglio 171 115. 20
Refettorio de nostri canonici e preti 175 3496. 55½
Imbasciata de somari di carriaggio 177 143. 33½
Spese di liti in questo anno a foglio 179 214. 28
Spese della vigna di Marino foglio 180 26. 8
Fanciulle dotate come a foglio 187 4609. 94
Mancie e donativi a più benefattori 194 461. 43
Balie di casa, di campagna e putti in tutto 198 22332. 26
Salariati di casa come a foglio 201 518. 20
Polleri a nostre mani come a foglio 202 1335. 90½
Vacche bianche come sopra 203 401. 16
Vignia nostra in Pallidoro come a foglio 204 155. 21
Pecore seconda massaria come a foglio 208 91. 68½
Rocca di Santa Severa come a foglio 209 193. 98½
Vestiari de nostri canonici come a foglio 218 277. –
Macello nostro di casa come a foglio 224 853. 19
Monache, e fanciulle de conventi 225 1659. 46
Conservatorio delle nostre fanciulle 226 6070. 47
Vignia nostra di Santa Severa come a foglio 227 38. 75
Segue in foglio scudi 45658. 18
[68r (n. a. 51r)] Entrata generale dello Spedale di Santo Spirito di Roma dal primo gennaro 1688 a tutto il 31 dicembre 1689, cavata dal bilancio generale di sua computisteria
Eredità Baldacci si ricevé come al bilancio 163 scudi 291. 7
Dalla nostra vignia di Albano 183 541. 62½
Villa di San Giob in Albano a foglio 184 85. 11
Tenuta di Santa Severa a foglio 184 7382. 72
Vignia di Castel di Guido come a foglio 193 153. 98½
Tenuta di Pallidoro come a foglio 195 3586. 18
Priorati di nostra casa come a foglio 199 557. 35
Tenuta di Corneto come a foglio 213 3846. 29
Da porci a nostre mani come a foglio 215 160. 17
Tenuta di Monte Marino 278 1018. 90½
Roccha Respampani come a foglio 220 3105. 51½
Franchigie di nostra casa 222 557. 67
Dalla Mansiana nostra come a foglio 235 2502. 67
Tenuta dell’Insuccarata come a foglio 236 542. –
Tenuta di Campitello 236 426. 87½
Tenuta di Centrone come a foglio 237 370. 90
Tenuta di Porcareccio come a foglio 238 6995. 55½
Priorato di Sermogniano a foglio 249 53. 65
Gabelle di Bolognia come a foglio 267 21. 10
Pecore morette cone a foglio 268 42. 28
Elemosine da diversi a foglio 270 1860. 5
Panettaria di nostra casa a foglio 279 465. 56½
Reverenda Camera Apostolica per assegniattione 289 352. 10
Segue avanti scudi 34919. 33½
[68v (n. a. 51v)] Segue l’uscita generale dello Spedale di Santo Spirito di Roma scudi 45658. 18
Spese di legnia comprate per casa come a foglio 231 1641. 33
Frutti di censi vitalitii pagati a foglio 232 56. 65
Spese di acconcimi di strade a foglio 241 174. 70
Spese di pecore prima massaria foglio 269 851. 37½
Monsignore Spinola già commendatore per assegnamento 290 950. –
Monsignore Casale per assegniamento 360 250. –
Spese di sedia vacante come a foglio 322 168. 71½
Casale del Sasso come a foglio 326 20. –
Parti ordenarie di casa come al detto 334 1627. 14
Spese de grani come a foglio 352 5758. 30
Spese della chiesa nostra 361 1428. 22
Spesa delle cavalle di razza 367 906. 69½
Spese diverse di casa 368 3143. 34
Spese di fabbriche e acconcimi 371 3633. 60½
Frutti del Monte Santo Spirito vacanti 373 9651
Infermi del nostro spedale 382 13758. 98½
Bufale lattare, e sode come a detto 384 536. 67
Spese della nuova mola come a foglio…[336] 1604. 97
scudi 91819. 87½
[69r (n. a. 52r)] Segue l’Entrata generale dello Spedale di Santo Spirito di Roma scudi 34919. 33½
Frutti compensativi come al bilancio foglio 291 33. 18
Frutti di censi attivi come al detto foglio 292 731. 10
Priorato di Monte Alto come al detto 294 50. 40
Archispedale nostro per conto di affitti al detto 298 1767. 63
Campo di Castel di Guido come a foglio 302 614. 44
Eredità Verdoni come al detto 305 22.7
Frutti de luoghi di Monte al detto 330 2371. 34
Monte Santo Spirito vacabile a detto 337 492. –
Censi, o canoni annui al detto 338 6697. 10
Tenuta di Castel di Guido al detto 339 10182. 89½
Campo di Santa Severa al detto 353 1970. 20½
Vignia di Acquataccio come al detto 381 74.40
Utili del nostro bancho come a detti 384 24892. 79
Campo di Pollidoro come al detto 379 2481. 79
scudi 87300. 67½
Uscita generale in tutto come di contro scudi 91819. 87½
Entrata generale in tutto come sopra scudi 87300. 67½
È più l’uscita dell’entrata scudi 4519. 20
[69v (n. a. 52v)] Origine dello Spedale di Santa Maria della Scala nella città di Fiorenza hoggi detto l’Innocenti, per lo Spedale Grande di Santa Maria della Scala di Siena, come per istrumento etc.
Il fondatore
Maestro Cione figlio di Lapo Pollini legnaiolo del Popolo di Santa Maria Maggiore o Novella di Fiorenza fece alcuni patti del suo spedale, con frate Duccio di Arezzo guardiano, e spedalingo avanti che il medesimo lo donasse allo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, quali patti furono fatti il 3 di gennaro 1314 come per rogito di ser Cambio Micheli di Camiano, e di ser Agniolo Latini da San Donnino fiorentino.
Donattione fatto dal suddetto Cione di Lapo Pollini legnaiolo del suo spedale della Scala di Fiorenza allo Spedale Grande di Santa Maria della Scala di Siena il dì 26 giugno in sabbato 1316 come si vede al libro de Testamenti di questo anno a foglio 22[337] rogato ser Ranieri di Accorso notaro.
Richiesta, e protesto fatto da Cione Pollini padrone e fondatore dello Spedale della Scala di Fiorenza a’ frati del detto Spedale che ogn’anno, loro e per loro i successori in perpetuo mantenghino, e conservino, l’avello o sepoltura fatta per il suo corpo con altri patti e conventioni che sono nella donattione come per contratto del dì 6 febbraio 1323 rogato da ser Angelo Latini da Santo Donnino fiorentino.
Consegnia, e concordia fatta fra Cione Pollini padrone e il rettore e frati dello Spedale della Scala di Siena confermando la donattione sopra detto fatta, dichiarando che il detto Spedale di Siena sia tenuto accettare il detto Spedale di Fiorenza [70r (n. a. 53r)] e in perpetuo osservare l’hospedalità e ricetto de poveri maschi e delle femmine come per contratto del 23 di giugno 1326 rogato da ser Bartolomeo di Vanni Ducci Sacchetti sanese da ser Angelo Latini fiorentino.
Provisione fatta per gli opportuni consegli del Comune della città di Fiorenza intorno a frati dello Spedale della Scala, e certa concordia tra li consoli dell’Arte di Porta Santa Maria di Fiorenza, e il rettore dello Spedale di Siena per li fatti del camarlengo e altre cose. Come per contratto rogato il 28 di giugno 1373 rogato da ser Pietro di ser Grifo da Prato Vecchio e da ser Bartolomeo di ser Maso Nelli notaro de consoli.
Vi sono molti contratti di più commessi e testamenti fatti a favore del suddetto spedale, dall’anno 1314 all’anno 1536 che è stato sotto il dominio e governo dello Spedale Grande di Santa Maria della Scala di Siena, al quale fu levato il 12 di giugno 1536 e ne fu dato il possesso a misser Luca Alemanni priore dell’Innocenti di Fiorenza, e tra l’altri vi è una bolla di papa Innocenzo Ottavo dell’anno 1488 che dice dispensatio super hospitalitate hospitalis Florentie, l’anno quarto del suo pontificato.
Il tutto si ritrova nell’archivio dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, in una saccha a tale effetto. Vedi al libro quinto di Memorie foglio 147, 48, 49[338].
Era posto nel Popolo di Santa Lucia, e confinava da 2 parti la via e dall’altra parte l’abbadia di Passigniano, e detto misser Cione.
[70v (n. a. 53v)] L’anno 1416 il dì ultimo di giugno monsignore Antonio vescovo di Fiorenza, concesse licenza al rettore e frati di Santa Maria della Scala di Siena di poter fare in Fiorenza uno spedale sotto il nome della beata Vergine Maria della Scala, come al libro 4 di Memorie foglio 29[339].
E nel quinto libro di Memorie a foglio 147 il dì 26 settembre 1499 si fecero le capitolattioni[340].
Fu annesso allo Spedale dell’Innocenti di Fiorenza.
Ci sono in una saccha a tale effetto nella stanza de contratti più contratti attenenti al sopra detto spedale nostro già di Fiorenza il quale ci fu levato il dì 12 giugno 1536, e ne fu dato il possesso a missere Luca Alemanni priore delli Innocenti come si vede in detti contratti a quali si abbi relattione, e sono nella stanza de contratti nell’archivio dello Spedale di Siena.
[71r (54r)] Relattione dell’Entrata e Uscita dello Spedale di Santa Maria Nuova di Fiorenza
[71v (n. a. 54v)] Uscita generale dello Spedale di Santa Maria Nuova di Fiorenza cavate dal ragguaglio di anni 6 dal primo luglio 1674 al 30 di giugno 1680 e sono in tutto lorde, un anno per l’altro cioè
Spese dalla fattoria di Maiano scudi 545. 4. 19. 3
Fattoria di Prato 549. 1. 16. 3
Fattoria di Peretola 569. 4. 19. 3
Fattoria di San Casciano 1035. -. 4. 2
Fattoria di Massa 490. 3. 16. 7
Fattoria di Pansano 404. 3. 2. 6
Fattoria di Ligliano 428. -. 12. 10
Fattoria di Travignioli 324. 5. 12. 10
Fattoria di Grezzano 442. 1. 12. 7
Fattoria dell’Olmo 536. 5. 17. 11
Fattoria di Monte Vetturini 520. 4. 19. 4
Fattoria di Morello 380. 5. 16. –
Fattoria di Castagneto 660. 6. 1. 8
Fattoria della Pieve a Pitiana 463. 3. 13. 6
Fattoria della Romola 265. 5. 1. 10
Fattoria di Talciana 529. 2. 17. 6
Fattoria di Castel Fiorentino 480. –. 17. 5
Fattoria di Casentino 434. 6. 15. 10
Beni di Momigno scudi 46. 5. 3. 3 e in Romagna scudi 9. 6. 11. 8 56. 4. 6. 6. 8
In coltivattioni de poderi di tutte le fattorie 1684. 6. 6. 8
Spese di muraglie, e acconcimi 892. 2. 13. –
Massaritie, e spese di pannolino 251. 3. 15. 10
scudi 11948. 2. 10. –
[72r (n. a. 55r)] Entrata generale dello Spedale di Santa Maria Nuova di Fiorenza, cavate dal ragguaglio
di anni 6, dal primo luglio 1674, al 30 giugno 1680 e sono in tutto lorde un anno per l’altro cioè
Entrate dalla fattoria di Maiano scudi 3683. 6. 17. –
Fattoria di Prato 4968. 6. 15. –
Fattoria di Peretola 3215. 4. 3. 5
Fattoria di San Casciano 2853. 4. 2. 4
Fattoria di Massa 1691. – 13. 9
Fattoria di Pansano 1409. 1. 2. 4
Fattoria di Ligliano 1552. 3. 17. 4
Fattoria di Travignioli 1621. 3. 12. 5
Fattoria di Grezzano 1305. 3. 3. 2
Fattoria dell’Olmo 1949. –. 15. 11
Fattoria di Monte Vetturini 1392. 2. 9. 8
Fattoria di Morello 1197. 2. 7. 1
Fattoria di Castagneto 1513. 5. 6. 11
Fattoria della Pieve a Pitiana 1252. 6. 9. 6
Fattoria della Romola 969. 4. 15. 7
Fattoria di Galciana 1340. 6. 5. 6
Fattoria di Castel Fiorentino 1091. 4. 18. 10
Fattoria di Casentino 516. 2. 3. 3
Momigniano scudi 239. –. 7. 4 e Romagnia scudi 52. 3. 4. 9 291. 3. 12. 1
Avanzi di bestiami di tutte le fattorie 2069. 6. 13. 8 scudi 35887. 3. 4. 9
[72v (n. a. 55v)] Segue l’uscita generale dello Spedale di Santa Maria Nuova di Fiorenza in tutte lorde dal ragguaglio di anni sei, come in questo scudi 11948. 2. 10. –
Consumo generale di ogni sorte di grasce ascende a scudi 12089. 4. 13. 1
Spese di drogaria 2332. 2. 7. 5
Spese di polli e uova 2030. 5. 2. 8
Consumi di carne per vitto universale 4766. 1. 16. 3
Spese della guarda robba 1972. 4. 15. 3
Spese di camangiari per il vitto universale 1004. 1. 15. 7
Spese di legnia da fuoco 1993. 4. 13. –
Spese di provisioni e salari 2615. 6. 7. 6
Spesi per la chiesa di Santo Egidio 341. 3. 11. 1
Spese di vestimenti e calceamenti come 223. 5. 1. 11
Spese di macinature di grani 563. 2. 14. 8
Spese di gabelle generali 1409. 4. 17. –
Spese di stalla 191. 1. 9. 1
Spese generali di casa 1701. 4. 11. 1
Fabbrica del camposanto, e libraria 966. 3. 6. –
Spese di liti di casa 53. 5. 1. 4
Spese di muraglie e acconcimi ordenari 1420. 1. 8. 4
Obblighi perpetui in robbe e denari 947. 4. 18. 6
Frutti pagati di prezzi di beni 228. 6. 1. 4
Decime, tasse, imposittioni et estimo 735. –. 16. 5
Interessi patiti di cambi 1171. 6. 4. 3
Frutti pagati di vitalitii 696. 1. 5. 10
Disavanzi della stalla in conto de muli 11. 4. 13. 4
Disavanzo del grano in conto di grano, e biade 11. 3. 11. 6
Segue avanti scudi 51428. 2. 12. 5
[73r (n. a. 56r)] Segue entrate generali dello Spedale di Santa Maria Nuova di Fiorenza in tutto lorde e in questo
scudi 35887. 3. 4. 9
Casa di Fiorenza
Da fitti, pigioni, e livelli riscossi 6933. 2. 9. 1
Residui di fitti, e livelli vecchi riscossi 74. 6. 13. 2
Frutti di cenzi, e prezzi di beni stabili 202. 4. 1. 9
Frutti di denari dati a cambio, riscossi 8. 6. 16. 2
Condennagione del fisco, e Gran Camera ducale 100. 5. 19. 9
Frutti di luoghi del Monte di Pietà di Fiorenza 108. –. 15. 11
Rendita dell Verone per panni de morti 59. 3. 16. 4
Condennagioni assegnate diversi magistrati 5. 1. 12. 8
Limosine consegnate per doti di Monte, legati 1665. 4. 12. 9
Rendita del pollaro di Fiorenza 52. 5. 19. 5
Donativi di polli fatti li lavoratori 15. 3. 11. 3
Avanzi fatti la beccaria dello spedale 233. 1. 15. 1
Avanzo fatto la spesiaria per medicamenti venduti 502. 2. 12. 11
Avanzi fatti in castrati di detto spedale 262. 4. 18. 4
Avanzo del forno per stacciature e crusche 1118. 5. 5. 7
Avanzo della dispenza in conto di olio 71. 5. 6. 5
Avanzo della cantina in conto di vino 69. 4. 1. 10
Avanzo del granaro in conto di farina 208. 3. 5. 10
Avanzo della dispenza in conto di frutta –. 4. 9. 7
Avanzi fatti su la seta venduta 13. 5. 7. 1
Avanzo della stalletta su le cavalcature 9. 2. 6. 8
Dogana di Fiorenza per annua assegnattione 571. 3. –. –
Frutti annui del Monte delle graticole 305. 6. 1. 8
As[c]ende in tutto l’entrata lorda a scudi 8483. –. 4. –
[73v (n. a. 56v)] L’uscita dello spedale di Santa Maria Nuova di Fiorenza in tutto lorda, cavata dal ragguaglio di anni sei, cioè dal primo gennaio 1674 a tutto il 30 di giugno 1680, un anno per l’altro ascende,
come si vede indietro a foglio – – a
scudi 51428. 2. 12. 5
e l’entrata del suddetto spedale nel suddetto modo come si vede in questo – ascende – – – a
scudi 48483. –. 4. –
Sì che un anno per l’altro, è maggiore l’uscita scudi 2945. 2. 8. 5
Le fattorie di detto spedale danno di avan[z]o per la casa di Fiorenza depurate da ogni loro spesa come in questo 28 scudi 23939. –. 14. 9
La casa di Fiorenza per più cause e capi ha di entrata questo 29 scudi 12595. 3. 19. 3
scudi 36534. 4. 14. 1
E dentro nella casa di Fiorenza vi si spende un anno per l’altro, scudi 39480. –. 2. 5
- 4. 4. 14. –
Scapita scudi 2945. 2. 8. 5
Il capo dell’infermaria gli dà di spesa in tutto un anno per l‘altro scudi 13841. 5. 7. 11 che per boccha viene scudi 29. 2. 14. 4 tra medici, cappellani e serventi.
[74r (n. a. 57r)] Segue benefattori, che anno lassato allo Spedal Grande di Siena buone somme come in questo 58 scudi 247547
L’anno 1226 missere Cacciaconte rettore lassò in Monte Isi 4000
Missere Niccolò Recoveri rettore l’anno 1476 Tufi e altro 0000
Signore dottore Domenico Capresi l’anno 1711 in Siena 750
Bartalo Colombi granciere al Castelluccio 1710 2000
Signor Bernardino di Alemanno Piccoli alle Serre 1298 8000
Signor dottore Iacomo Vincenzo Calderini Segalaie 1707 5000
scudi 267297
[74v (n. a. 57v)] Benefattori, che anno lassato a questo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena i più cospicui che si sien trovati ne testamenti, otre alla moltiplicità di altri che non se fa mensione, e sono cioè
Missere Ristoro di Gionta Menghi rettore, e cavaliere ierosolemitano lassò Cuna l’anno 1304 per testamento in cartapecora scudi 20000
Missere Galgano Bargagli rettore l’anno 1374 lassò più poderi a Cuna e altro in Siena a Testamenti foglio 19[341] 12000
Missere Giovanni di Tese Tolommei rettore l’anno 1324 lassò alle Serre 3 mulini a Bagni e altro a foglio – 4000
Reverendo prete Niccolò Moreschini di Monte Alcino l’anno 1417 lassò il Bovatto a Testamenti a foglio 52[342] e a – 4500
Missere Galgano di Lolo Bichi l’anno 1437 lassò per 300
Ser Lorenzo Manni di Todi l’anno 1421 lassò in Todi 9500
Missere Bartolomeo Bardi rettore l’anno 1478 lassò per 287 3500
Missere Giovanni Francesco Buzzichelli rettore l’anno 1444 34 2000
Cavaliere Angelo Martinozzi l’anno 1459 lassò 148 1500
Compagnia della Beata Vergine sotto il nostro Spedale l’anno 1411 per 96 3000
Messer Lodovico Sergardi lassò l’anno 1499 per – 6000
Alessandro Ducci di San Quirico l’anno 1508 foglio 84 2000
Messer Lodovico Borghesi l’anno 1548 lassò per – 121 3000
Messer Pavolo Biringucci l’anno 1550 lassò per – 124 1000
Messer Francesco Malevolti l’anno 1524 lassò per – 32 600
Messer Giulio Saracini l’anno 1522 lassò Camigliano – 30 9000
Messer Ranieri Saracini l’anno 1528 lassò a Monte Orsaio – 58 6000
Messer Agniolo Placidi l’anno 1527 lassò a Bossi per – 172 4000
Donna Nastasia Marsili l’anno 1524 in detto luogo per 6000
Messer Errigo Venturi l’anno 1591 lassò Potentino per – 156 6000
di contro scudi 103900
[75r (n. a. 58r)] Somma de lassiti delli dicontro benefattori per scudi 103. 900
Signora duchessa Silvia Piccolomini di Malfi in Napoli e per essa dalla signora Gostanza sua figlia ci furon pagati in Fiorenza l’anno 1596 il 20 aprile scudi 5000
Donna Calidonia Leoni l’anno 1629 lassò per 180 2800
Camillo Colombani sanese in Norimbergh, l’anno 1629 lassò per 175 20000
Ser Bernardo Bartalini l’anno 1635 a foglio 184 3500
Dottore Christofano Turamini l’anno 1646 il Santo 251 10000
Federigo Soleti computista della Camera Apostolica l’anno detto 238 40000
Dottore Iacomo Sansedoni l’anno 1655 per 272 1200
Prete Agniolo Feci di Sinalonga l’anno 1662 per 10000
Camillo Cinatti l’anno 1670 San Felice a foglio 305 3000
Giovanni Antonio Scala scrittore maggiore l’anno 1666 1000
Giovanni Battista Scala ministro l’anno 1673 1200
Frate Bartolomeo Humidi camarlengo l’anno 1677 a Menzano 3000
Reverendo Francesco Callaini di Travale l’anno 1677 1000
Reverendo Iacomo Bacci l’anno 1681 a Monte Cuccho 1000
Pasquale Ranieri cerusico l’anno 1683 4 3000
Reverendo Bennardino Venturini l’anno detto a Camignano 2000
Dottore Giovanni Carlo Barbi, l’anno 1682 10000
Conte Scipione Ballati rettore stato l’anno 1678 1000
Signore Niccolò de Rocchi rettore stato l’anno 1667 3000
Signore Giovanni Battista Lotti l’anno 1685 1500
Arcangiolo Troiani scrittore l’anno 1685 per – 4000
Reverendo don Ippolito Scala l’anno 1690 per – 3500
Signora Caterina Gori l’anno 1696 800
Signore Giovanni Battista Savini camarlengo stato l’anno 1697 1400
scudi 236800
Federigo Orlandini fino l’anno 1563 a Compre 115[343]
Messer Niccolò Ricoveri rettore 1476 lassò fiorini 9000 Deliberattioni 259[344]scudi 9376
scudi 246176
Signor Salimbene Capacci rettore 1497 scudi 1371
scudi 247547
Segue a foglio 57.
[75v (n. a. 58v)] Questo è il disegno dello Spedale anticho, al tempo che il beato Sorore lo principiò nella sua piccola casetta dall’anno 832 all’anno 898, che il medesimo morì
- Casa paterna del beato Sorore dove nacque e vi esercitò l’arte del ciabattino, e hoggi è il portone comune a dove si entra ne fondi dello Spedale per andare a granari, stalle, cantina, forno e altri luoghi del medesimo Spedale.
- Convento delle balie lattanti e divezzanti al tempo del beato Sorore, e vi si tennero fino all’anno 1252, che dipoi bisognò farvi la chiesa e dette balie con li divezzanti bisognò metterli nel pellegrinaio delle donne.
- Pellegrinaio dell vuomini, e infermarie per i medici e ingresso per andare in refettorio, cucina, Capitolo, e altri luoghi, fino all’anno 1471, che dipoi bisognò ingrandir la chiesa.
- Convento delle fanciulle, pellegrinaio, e infermarie per le donne, e dipoi vi si tennero le balie e divezzanti fino all’anno 1602 che gli si fece li conventi separati a dove sono hoggi dette balie.
- Convento de fanciulli maggiori e minori, e hoggi stanno separati. Haveva ancora un’altra porta nella strada di sotto che viene a essare hoggi sotto alla porta della cantina grande, e sotto le volti dove si macellano le bestie e riusciva nella stanza delle legna, e veniva su dalle stalle, e si chiamava la Strada del Ponte di Vallepiatta, che andava alla Porta a Sant’Ansano.
L’anno 1309 il 7 di maggio di ordine della republica di Siena si messe nella facciata dello Spedale l’arme della città detta.
[76r (n. a. 59r)] Possedeva anticamente l’infrascritti spedali sotto la sua protettione
Spedale della Scala di Fiorenza hoggi detto dell’Innocenti.
Spedale della Scala nella terra di San Gimignano.
Spedale della Scala in Colle di Val d’Elza.
Spedale di San Iacomo nella Città della Pieve.
Spedale della Scala in Rieti nel Regno di Napoli.
Spedale della Scala in San Lorenzo alle Grotte.
Spedale della Scala in Acquapendente.
Spedale della Scala in Radigofani.
Spedali di Poggi Bonsi, Barberino, e Monte San Savino.
E possedeva l’infrascritte grancie vecchie le quali si venderono in più e diversi tempi di ordine della republica di Siena perché si doveva vendare per fiorini 2000 d’oro l’anno.
La grancia di Campagnatico
La grancia del Poggio alle Mura
La grancia di Potentino in questo a foglio 84
La grancia della Ripa d’Orcia
La grancia di Monticchiello
La grancia di Piana in Val d’Arbia
La grancia di Stigliano
La grancia di Castel Giocondo
La grancia di Sant’Angelo in Colle
La grancia di Scrofiano
La grancia di Corsignano hoggi Pienza
E molti altri beni nelle Masse e assai case in Siena[345].
[76v-77r (n. a. 59v-60r)] Questo è il disegno dello Spedale Grande di Santa Maria della Scala di Siena nella conformità che è quest’anno 1697 con l’habittatione del signor rettore del medesimo, la quale habitattione si agumentò lanno (1)350 al tempo del rettore Mino di Cino Ughi, e dipoi si agumentò la chiesa[346]
[76v (n. a. 59v)]
- Conventi delle fanciulle di casa, e infermarie delle donne.
- Convento de fanciulli minori.
- Portone comune che va a’ granari, stalle e altri luoghi.
- Ferriate delle stalle e altre stanze ne’ fondi.
- Murelli di marmo fattici l’anno 1378 per la Signoria e magistrati.
- Porta murata che andava anticamente nel Capitolo, e infermarie, e in chiesa.
- Linghiera murata a dove anticamente si dava la benedizione delle reliquie fatta l’anno 1364.
- Porta principale della chiesa.
- Pila a dove son messi gli esposti di nascita.
- Porta principale dello Spedale, che va nell’infermarie.
- Rimessa per la carrozza.
- Porta della casa del signor rettore, e del signor camarlengo.
- Stalla de cavalli da carrozza.
- Casa per il signor camarlengo e sotto vi è buttiga di legniaiolo, che serve lo Spedale.
Separato dallo Spedale, e vicino a detta buttiga vi è il convento delle balie lattanti, e divezzanti, con il Seminario Soleti[347].
[77r (n. a. 60r)] L’anno 1252 si fece la prima chiesa piccola sopra alla casetta del beato Sorore.
L’anno 1309 vi si messe l’arme della città di ordine della republica.
L’anno 1359 vennero le sante reliquie nello Spedale.
L’anno 1378 si fecero li murelli per la benedittione di dette come dicontro numero 5.
L’anno 1471 si allongò la chiesa nella conformità che si vede hoggi e vi si fece la bella soffitta e bisognò guastare l’infermarie, e farle a dove sono al presente.
L’anno 1350 si aggiontò di sopra le 5 finestre della casa del signor rettore.
L’anno 1613 vi si fece la pila degli esposti, che prima era più in su.
L’anno 1602 si fece separato il convento delle balie, e divezzanti a dove sono hoggi.
L’anno 1642 si principiò il Seminario Soleti di ordine e volontà del già signor Federigo Soleti fondatore, e computista di papa Urbano.
L’arcivescovi di Siena, Fiorenza, e vescovo di Volterra, sono giudici conservatori, per lo Spedale di Siena, e suoi membri, come per bolla di papa Gregorio XII pontefice, e alle nostre Deliberattioni dell’anno 1466 in foglio 334[348].
Segue in questo a foglio 1.
[77v (n. a. 60v)] Origine delli spedali, che sono sotto posti a questo di Santa Maria della Scala
di Siena questo dì primo luglio 1697 e sono l’infrascritti cioè
Spedale di Santa Caterina delle Ruote dentro nella città di Todi in questo a foglio 13 e 82 [sic]
Questo spedale di Santa Caterina vergine e martire delle Ruote nella città di Todi fu fondato, o edificato da un tal ser Lorenzo di Leone Manni in sua casa propria dentro in detta città, il quale di poi si fece commesso di questo Spedale di Siena e alla di lui morte lassò il ius padronato come si vede il di lui testamento del dì 15 giugno dell’anno 1421 rogato da ser Ottaviano di Andrea Regolino di detta città esistente nel nostro archivio di Siena alla scansietta di Todi, e al libro quinto di Memorie in foglio 195[349] e li cittadini di Todi ne anno di molti stampati[350].
L’anno 1421 il dì 16 febbraio al tempo di missere Carlo di Azzolino [sic] Bartali rettore dello Spedale di Siena si rimesse il governo dello spedale di Todi a fra Matteo prete di Amelia, quale spedale è stato fatto da ser Lorenzo di Leone Manni, e questo dì è stato conceduto come si dice alle Deliberattioni dell’anno 1404 all’anno 1435 ne fogli 165 e 169, 190[351].
L’anno 1425 il dì 3 agosto fu riceuto per commesso, e frate di questo spedale ser Lorenzo di Leone Manni da Todi notaro, e il d(ì) 16 novembre di detto anno fu fatto sindaco del detto spedale, come si vede alle Deliberattioni dell’anno 1404 all’anno 1435 a foglio 196[352].
L’anno 1428 il dì 15 giugno passò da questa all’altra vita il suddetto ser Lorenzo Manni, in Todi e vi si mandò qua di Siena frate Alessandro per assistere a quei negotii, come alle dette Deliberattioni foglio 217[353].
L’anno 1429 in differenti tempi in dette Deliberattioni in foglio 236[354] ve ne sono 4 di dette deliberattioni, tra le quali una del 4 settembre, che si accettò detto Spedale di Todi, e vi si mandò frate Giovanni,
[78r (n. a. 61r)] e dall’anno 1429 in qua si è stato sempre in pacifico possesso con haverci mandato li priori di qua della città di Siena, benché nell’anno 1552, nel governo del cardinale San Giorgio detto Capo di Ferro vi nacque alcune differenze e bisogniò litigare, con spesa di lire 6223 e se ne ottenne in Roma e Perugia sentenza favorevole, al tempo del priore Niccolò Capriata genovese, come si vede al libro B di detto spedale in foglio 9 esistente nell’archivio dello Spedale di Siena al suo armario[355].
L’anno …[356] la Comunità della città di Todi fece pubblico decreto a favore dello spedale suddetto, che il medico di detta città sia anco obbligato a venire a visitare l’infermi di detto spedale, e si pagò lire 120 come si dice in detto libro B a foglio …[357] e si paga scudi 3 l’anno a detta Comunità per tale effetto.
L’anno 1692 il dì 20 settembre la suddetta Comunità di Todi concedé per publico decreto, che il cerusico di detta Comunità venisse a curare l’infermi di detto spedale, come per copia del Consiglio di detta Comunità copiato nel catasto de beni di detto spedale a foglio 59 esistente nell’archivio nostro in Siena[358].
E inoltre a beni del suddetto ser Lorenzo Manni ne sono stati lassati, e donati dell’altri, da più persone di detto luogo, le quali si fecero commessi o frati dello spedale, come si puol vedere da più libri delle Deliberattioni dal’anno 1421 in qua, e presentemente paga di censo annuo a questo di Siena lire 100 l’anno come in questo 13; haverà di entrata lorda un anno per l’altro scudi 400 romani, li quali si consumano tutti lì, e deve mandare il suddetto censo come si vede al nostro libro delle Deliberattioni dell’anno 1508 in foglio 12[359].
[78v (n. a. 61v)] Spedale della Santissima Nunsiata in Acquapendente in questo a 82
Questo spedale lassò che si edificasse nella sua casa propria, donna Alessandrina del già Bartolomeo Ceccarelli di detto luogo da questo nostro di Siena con li suoi effetti e noi ne fussemo padroni, come per suo testamento del dì 27 febbraio 1406 rogato da ser Francesco della città di Monte Fiaschoni, come si vede al quarto libro di Memorie a foglio 27[360] e copia del medesimo testamento in cartapecora nella scaffaio dell’archivio[361].
L’anno 1406 nel libro H Conti Correnti a foglio 38[362] il 13 dicembre si spese fiorini uno per haverlo dato a messer Giovanni Belanti per haver consiglio del suddetto lassito e sono a Uscita di Biagio di Masso nostro camarlengoo a foglio 48[363].
E più lire 2 soldi 7 spesi contanti ser Christofano di Gano nostro cancelliere e frate Agniolo quando andorno ad Acquapendente. Come ad Uscita a foglio …[364]
L’anno suddetto il 29 novembre si fece deliberattione per mandare li suddetti in Acquapendente come alle Deliberattioni a foglio 57[365] al tempo di misser Pavolo rettore per causa del testamento e lassito fatti a questo spedale da detta Alessandrina.
L’anno suddetto il 7 dicembre a contratti di ser Christofano di Gano nostro notaro dell’anno 1404 all’anno 1409 in foglio 45 vi è un contratto da esso fatto in Acquapendente per causa di detta Alessandrina che consiste la tenuta de suoi beni, e vi si mandò a posta[366].
L’anno 1406 il dì 11 dicembre alle Deliberattioni dell’anno 1406 all’anno 1435 in foglio 57[367] vi è la deliberazione fatta di ordine di messer Pavolo nostro rettore, e suoi frati, secondo il consiglio dato da ser Christofano di Gano nostro notaro, che si accetti, e pigli il lassito fatto da detta donna Alessandrina, a questo spedale, con quelle condittioni che essa lassò.
L’anno suddetto in detto libro a foglio 57 il 23 dicembre vi è altra deliberattione per causa dell’insegnia dello Spedale postaci da ser Christofano di Gano dalla Comunità fusse guasta, e a dette foglio 58 vi è altra deliberattione[368] [79r (n. a. 62r)] del 30 dicembre 1406 che ser Christofano di Gano e frate Agniolo vadino di nuovo ad Acquapendente e datoli piena autorità che faccino sopra del lassito di donna Alessandrina per mandare a Roma per litigarsi.
L’anno 1483 il dì 20 gennaro come alle Deliberattioni dell’anno 1450 all’anno 1485 in foglio 301[369] la Comunità di Acquapendente donò e sottomesse il suo spedale a questo nostro di Siena al tempo del rettore Salimbene Capacci, e il 19 dicembre 1484 si diede a fra Giovanni da Massa all’Inventari 95[370].
L’anno 1486 a dette Deliberattioni a foglio 310 sotto il 28 marzo[371] nella deliberattione de nuovi ministri vi si trova il nuovo spedaliere di Acquapendente che fu frate Giovanni da Massa, e da questo tempo in qua si trova sempre haver mandato li priori da questo Spedale nostro di Siena e ne siamo stati sempre in pacifico possesso.
L’anno 1691 il dì 25 gennaio da monsignore Alessandro Fedeli vescovo di Acqua Pendente ci è stato levato arbitrariamente con haverci levato Simone Terreni nostro economo, con scusa di volergli parlare, e nel tempo che il medesimo andò a palazzo, e detto monsignore mandò 6 persone in casa dello spedale e per ancora non siamo rientrati padroni, benché questo Spedale di Siena vi habbi de beni propri, stati lassati da altri commessi, avanti a detta donna Alessandrina, e doppo ancora, come si vede in più libri di Deliberattioni, e il detto spedale pagava di censo l’anno a questo di Siena lire 12 l’anno come in questo a foglio 13; haveva di entrata lorda un anno per l’altro da scudi 320 romani e si consumavano tutti lì e il detto censo apparisce nel nostro libro delle Deliberattioni dell’anno 1508 in foglio 12[372] e al tempo del signor cavaliere Antonio Ugolini lo volsero rendere, ma non lo volse acettare per essere guasto ogni cosa.
[79v (n. a. 62v)] Spedale della Scala in Proceno in questo a foglio 82
Questo spedale ce lo lassò Stefano di Ceccho da Corsigniano hoggi Pienza, il quale habitava in Proceno, e il dì 16 agosto dell’anno 1434 si fece commesso o frate qui del nostro Spedale, al tempo di missere Niccolò Bichi rettore e offerì se stesso, suoi beni mobili e immobili e tener cura de beni di Proceno, con render buon conto, come si vede al libro delle Deliberattioni dell’anno 1404 all’anno 1435 in foglio 264[373].
Nell’inventarii antichi dell’anno 1427 all’anno 1463 in foglio 80[374] si trova il primo inventario di Proceno del dì 20 aprile 1434 il quale dice che era di Madonna Sibia padrona che facil cosa fusse moglie del suddetto Stefano di Ceccho[375].
L’anno 1440 il dì 20 agosto si trova la deputattione che fa il nostro Spedale di Siena per il priore di Proceno, con lettera della Comunità di Proceno, e fu frate Nanni di Petricciolo da Siena come alle Deliberattioni dell’anno 1435, all’anno 1450 a foglio 40, 119[376].
L’anno 1459 il dì 4 dicembre, si fece frate commesso dello Spedale, un tal Giovanni di Berto da San Giovanni di Asso dello Stato di Siena, e habitante in Proceno, e donò tutti li suoi beni, che si ritrovava in Proceno, come si vede al libro de Commessi dell’anno 1417 all’anno 1601 in foglio 34 rogato da ser Antonio di Giovanni da Bagniaia[377].
L’anno 1466 il 26 di giugno, si fece commesso e frate dello Spedale un tal Matteo di Andrea detto Cipollino di Santa Maria in Pacina in quello di Siena, e habitante in Proceno, il quale donò case, vignie e terreni allo spedale suddetto, come si vede il contratto rogato da ser Antonio di Giovanni nel libro de Contratti dell’anno 1441 all’anno 1478 in foglio 133[378].
L’anno 1474 il 9 aprile Lodovico di Iacomo d’Alemanno habitante [80r (n. a. 63r)] in Proceno si fece frate commesso dello spedale, il quale fece donattione di tutto il suo havere a detto spedale come si vede a Contratti dell’anno 1441 all’anno 1478 in foglio 266, come per rogito di ser Antonio di Giovanni da Siena notaio[379].
L’anno 1511 il 30 di marzo, vi è un contratto dell’elettione dello spedaliere di Proceno, come al libro de Protocolli, Contratti e Testamenti dell’anno 1510 all’anno 1515 a foglio 23 rogato da ser Flaminio di Mattio[380].
L’anno 1519 Iacomo di Christofano, e Alessandra sua consorte, gli si dé lo spedale di Proceno a vita loro, con questo però che doppo la di loro morte lassassero tutto il suo havere allo spedale, come si vede alle Deliberattioni dell’anno 1487 all’anno 1551 a foglio 103[381].
L’anno 1574 il dì 17 gennaio in Proceno vi era tre spedalucci, uno era il nostro qui di Siena, l’altro della Comunità di Proceno, e l’altro di Santo Spirito di Roma, e dall’illustrissimo signor Pavolo Sforza padrone di Proceno fu fatto istanza a nostro Spedale, che il medesimo li voleva unire tutti tre insieme, con mettervi nella facciata l’armi di ciascuno spedale, e fare una volta per ciascuno l’eleggiere il priore, come si vede alle Deliberattioni dell’anno 1572 all’anno 1595 a foglio 27[382], e non bisogniò che havesse effetto, perché ogn’uno presentemente ricogniosce il suo, e lui proprio voleva dare scudi 50. Il suddetto signor Sforza.
Dall’anno 1690 in qua si è dato in affitto e se ne ritrae scudi 13 romani e di presente lo tiene il reverendo Padre Ortensio Guerrieri di detto luogo come in questo a foglio 13.
[80v (n. a. 63v)] Spedale di San Michele della Scala in Pian Castagnaro
Questo spedale detto di San Michele, e dipoi della Scala in Pian Castagnaro era della Comunità di Pian Castagnaro suddetto, la quale di sua spontanea volontà lo sottopose a questo di Santa Maria della Scala di Siena il dì 24 di ottobre 1479, come per contratto rogato da ser Lodovico di Iacomo Gabbrielli il dì detto in Pian Castagnaro, qual sere era in quel tempo offisiale del podestà di detto luogo per il Comune di Siena, e in detto contratto vi sono descritti anco tutti li huomini di Consiglio, al quale si habbi relattione, il quale contratto è in cartapecora nella scansia dell’archivio alla buca di Pian Castagnaro, e vi è il transunto ancora nel quinto libro delle Memorie a foglio 85[383] e Deliberattioni 1450 foglio 277[384].
Il medesimo spedale è posto dentro in detta terra nella contrada del Borgo alla Fontanella, a man sinistra per andare alla Porta delle Vignie, e confina dalla parte di sopra Domenico detto il Procaccino, e dalla parte di sotto, Domenico Testi detto il Cardinale, e dinanzi la strada comune, e di dietro il campo di detto spedale, con altri orticelli di più particolari.
Oltre alli beni che ci consegniò detta Comunità, da altre persone che si fecero commessi e frati dello spedale ci è stato lassato molti castagnieti, e campi e particolarmente, dalli spedalieri che sono stati del medesimo spedale, come si puol vedere a libri delle Deliberattioni dal suddetto tempo in qua, e paga l’anno di censo a questo Spedale di Siena lire 8 l’anno, come si dice in questo a foglio 13, e fruttarà un anno per l’altro scudi 40 in circa lordi e si vede nel libro delli Usufrutti 1435 foglio 140[385]. A Testamenti 1336 foglio 118[386].
[81r (n. a. 64r)] Li tre spedali, cioè Poggi Bonzi, Barberino, e Monte Santo Savino li quali hoggi sono commende della Religione de Cavalieri di Santo Stefano papa, e martire
Di questi già tre spedali nostri antichi, non metto la loro origine di ciascuno di essi, perché non li godiamo più, dal dì 9 giugno 1590 in qua che furono trasferiti in 3 commende di ordine del sommo pontefice Sisto Quinto a preghiere del signor granduca di Toscana come si vede il contratto rogato da ser Flaminio Micheli nostro cancelliere nel libro de Contratti di detto anno in foglio 56[387], sì come ancora si vede più scritture legate insieme ad uso di libro esistenti nell’archivio nostro segnato nelle cuperte di cartapecora con una croce nella scansia e buca di Poggi Bonzi[388].
Ben vero è che Sua Altezza Serenissima ci riserbò l’ius padronato, sì come ancora la nomina de commendatori pro tempore e per segnio di ciò furono tassati ciascuno di essi spedali, pagare ogn’anno per censo in perpetuo a questo Spedale di Siena, cioè quello di Poggi Bonzi paghi lire 17, quello di Barberino paghi lire 12, e quello di Monte San Savino paghi lire 8, come si vedono i lor conti al nostro libro di Censi e in questo 14.
E perché l’anno 1696 trovavamo in detto libro de Censi esser assai morosi al pagamento li commendatori possessori di detti spedali o commende fecemo ricorso a Sua Altezza Serenissima, con memoriale, e venne ordine dalla Religione de Cavalieri in lettera che fussemo pagati, la quale lettera è nel ristretto de conti di dette commende in detta buca di Poggibonsi nell’archivio nostro alla quale etc.
[81v (n. a. 64v)] Spedale della Santissima Concettione della Scala in San Miniato al Tedescho
Questo spedale della Scala in San Miniato al Tedescho, è stato fondato con li denari propri di questo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, a richiesta del popolo di San Miniato, fino il dì 25 marzo dell’anno 1333, come si vede la carta di credenza del detto popolo rogata da ser Pandicardus vocato Camprino di Bartolomeo di Lucca notaro; come si vede il detto contratto in cartapecora nel nostro archivio dello Spedale nella scaffaia alla buca di San Miniato, il quale è originale e copia di esso nel libro intitolato San Miniato in foglio 74[389].
Dal detto anno in qua si trovano molti istrumenti di compre di beni in detto luogo, sì come ancora molti beni stati lassati e donati da più persone commesse in detto spedale, dall’anno 1342 all’anno 1666 a tutto il 25 gennaio come si vede distintamente anno per anno, e da chi si è comprato e riceuto nel libretto intitolato Visita dello spedale di San Miniato il 11 gennaio 1673 in più fogli di esso libro[390].
L’anno 1671 si ricevé sentenza favorevole da Sua Altezza Serenissima a favore di questo nostro Spedale di Siena, perché la Comunità di San Miniato voleva levare l’ius padronato a questo nostro di Siena, come si vede più nostre ragioni e scritture con detta sentenza in un libro di carta comune intolato San Miniato esistente nell’archivio di nostro Spedale nella scaffaia suddetta[391] e al presente ne stiamo in pacifico possesso e ci paga l’anno per censo lire 72 come si dice in questo a foglio 13.
Haverà di entrata un anno per l’altro scudi 1000 quali si consumano tutti nel luogo e se vi è qualche poco di avanzo si fa pervenire in Siena in contanti, vedi libro quinto di Memorie foglio 170, 171, 72, 73 e foglio 113[392].
Vedi a Testamenti 1336 a foglio 88 per i lassiti di ser Michele Portigiani[393]. Vedi il quinto libro di Memorie foglio 170 sino foglio 182[394].
[82r (n. a. 65r)] Spedale detto di Ser Torello fuori della Porta Cammullia
Già detto lo Spedale di Santa Croce alle Castellaccia
Questo spedale fu venduto l’anno 1308 da Pietro Bindi a ser Turello Bacciarelli notaro sanese, come si vede le scritture nella saccha de Padronati nell’armario dell’archivio e a Testamenti 1336 a foglio 81[395].
L’anno 1323 morì il suddetto ser Turello, e lassò il padronato di questo spedale a Pietro suo figlio e suoi discendenti masti e femmine.
L’anno 1373 si trova che donna Alduccia, e donna Minoccia sorelle erano padrone del detto spedale e facevano loro l’elettione de rettori del medesimo in più persone.
L’anno 1390 il 17 di novembre morì la suddetta donna Alduccia, e lassò la sua parte del padronato di detto spedale a questo nostro Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, come per testamento rogato da ser Galgano di Cerbone notaro senese al suo protocollo in foglio …[396] esistente in detto archivio e a Testamenti foglio 81[397].
L’anno 1397 il dì 22 febbraio morì la suddetta donna Minoccia, e lassò parimente la sua parte del padronato di detto spedale a questo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, come per testamento rogato da ser Christofano di Gano notaro senese al suo protocollo in foglio …[398] esistente in detto archivio e carta nella saccha[399].
L’anno 1384 il dì 9 novembre nel nostro libro delle Deliberattioni dell’anno 1301 all’anno 1401 in foglio 102 vi è l’accettattione del cenzo annuo che paga il detto spedale a questo in somma di lire 4, soldi 5[400].
L’anno 1650 fu conferito al molto reverendo signor Sebastiano Perissi, il quale lo gode di presente, e fu il dì 26 marzo 1650, come al nostro libro de Cenzi a foglio 18. Come alle Deliberattioni 1643 a foglio 23[401].
[82v (n. a. 65v] Lo spedale, o spisio di Santa Marta nel Poggio de Malevolti, hoggi vi è il Cavallarizzo ci deve dare ogn’anno in perpetuo lire 3 di denari contanti per il testamento fatto a favore dello Spedale da monsignore vescovo Donusdeo Malevolti di Siena fondatore di esso spedale come per rogito di ser Ghino Foresi l’anno 1381 come si vede al nostro libro de Padronati a foglio 51 e nel libro de Censi a foglio 19 e vi è un contratto nel nostro libro de Contratti dell’anno 1601 all’anno 1662 a foglio 71.
Spedale di Santo Antonio a Maciareto hoggi desolato lo diede a questo Spedale, prete Antonio l’anno 1404, come alle Deliberattioni a foglio 211.
Li spedali che anticamente erano subbordenati e sotto posti a questo nostro di Siena, come per li contratti nell’archivio nella stanza de Contratti del suddetto Spedale, e in essi si mandano li gacie…[402]
Si sottoposero
1314 Lo spedale della Scala in Fiorenza, hoggi l’Innocenti in questo
1314 Spedale della Scala nella terra di Santo Gimignano
1411 Spedale della Scala nella città di Colle di Val d’elza
1477 Spedale di Santo Iacomo in Città della Pieve pagava scudi 400 Ang. si lassò 157.
1363 Spedale della Scala nella città di Rieti nel Regnio di Napoli
Spedale della Scala in Santo Lorenzo alle Grotti.
1404 Spedale della Scala in Acqua Pendente levatoci l’anno 1691 arbitrariamente da monsignor Alessandro Fedeli vescovo di lì
Spedale della Scala in Radigofani posto di sotto
1339 Spedale della Scala di Poggibonzi.
Spedale della Scala in Barberino
Spedale della Scala in Monte Santo Savino
Questi tre dall’anno 1590 di ordine del papa e il Serenissimo Gran Duca furono fatte 3 commende per li signori cavalieri di Santo Stefano, e devono pagare il cenzo annuo a questo spedale di Siena, come si vedono li contratti nel libro de Contratti di detto anno a foglio 56[403].
1412 Spedale di Radigofani cone alle Deliberattioni 1404 foglio 122[404]
1496 Spedale di Viterbo come alle Deliberattioni foglio 41[405]
[83r (n. a. 66r)] Padronati di più chiese, e cappelle, che conferisce lo Spedale
- Arcivescovado. Vedi in questo 85.
Nell’arcivescovado di Siena, quando viene a pigliare il possesso il nuovo arcivescovo, vi deve intervenire il signor rettore dello Spedale, o suo camarlengoo a dare il detto possesso, come erede di casa Antolini e Ponzi uno de 4 padroni del detto arcivescovado, come per pubblico istrumento del dì 4 aprile 1376 rogato da ser Giovanni di ser Vivo, il quale è nella saccha delle scritture de padronati nell’armario dell’archivio, e il transunto nel quarto libro di Memorie a foglio 333[406] e lassato al nostro Spedale da Bisdomino il Vecchio di casa Antolini il dì 10 gennaio dell’anno 1298 come per il suo testamento rogato da ser Orlando di Guglielmo esistente in detta saccha e nel nostro libro de Padronati a foglio 2[407] e nel terzo libro di Memorie a foglio 77[408] e per testamento di Pasqua detta madonna Niccola Antolini del dì 2 gennaio 1362 rogato da ser Matteo Petri, come al detto libro de Padronati a foglio 2[409], e nel libro quarto di memorie a foglio 435[410], e il testamento in detta saccha al numero 2, 3 e ci lascioron anco il padronato di altre chiese, come si dirà qui di sotto, per tal gratitudine il suddetto arcivescovo paga ogn’anno per cenzo al detto Spedale, tordi, o mortiti numero 6, coltelle di palma numero 100, e agnielli ogni 3 anni 2; che il tutto si compenza in lire 9 soldi 10 in certo fitto di terre, che teniamo a Cuna di detto monsignore come al libro di Cenzi a foglio 1 da molti anni in qua[411].
Casciano
- Il suddetto Antolini ci lassò lo suo padronato, la voce dell’elettione del pievano di San Giovanni[412] a Casciano, sopra alla Treessa nel suddeto anno, e il detto pievano è obbligato pagare allo Spedale ogni 2 anni una torta entrovi l’infrascritte robbe cioè, la torta con la crosta, nella quale vi deve esser dentro, due capponi, sessanta vuova, dieci libbre di pancia di porcho, un quarto di zaffarano, un’oncia [83v (n. a. 66v)] di spesie, e un’oncia di pepe, e più deve dare sei pani azzimi e dieci denari piccioli, come si vede al nostro libro de Cenzi a foglio 6[413], e hoggi detta torta si è ridotta a lire sei l’anno, che tanto paga il pievano al presente di detta pieve, come al detto libro a foglio 76[414].
- Santa Colomba.
Il retro scritto Antolini ci lassò per lo suo padronato l’elettione del pievano di Santa Colomba nel retro scritto anno, e il pievano è obligato pagare per censo o canone a questo Spedale ogn’anno fave rubbia sei, caci numero due, e vuova numero 10. Sì come paga al presente, come si vede al libro de Censi a foglio 5 e al quarto libro di Memorie foglio 14[415].
- San Pietro in Castelluccio.
Il restro scritto Antolini ci lassò per il suo padronato l’elettione del rettore o curato di San Pietro alle Scale in Siena, detto di Castell Vecchio, il quale rettore deve dare ogn’anno per il giorno di santo Pietro due desinari a due nostri mandati, che hoggi non li dà, stante si compensa in denari contanti lire 1 e cera libbre 5 a soldi 8 la libbra, che lo Spedale gli doverebbe pagare a detta chiesa per perpetua, come al libro di Perpetue a foglio 16, e al nostro libro de Censi a foglio 7[416]. Deliberattioni 1643 a foglio 28, e 29, 30[417].
- Santa Maria e San Sebastiano il signor rettore.
Da monsignore Antonio Casini dipoi cardinale di San Marcello ci fu lassato una voce nel eleggiere il nuovo cappellano della cappella di Santa Maria, e Santo Sebastiano nella chiesa cattedrale di Siena, come per suo testamento rogato da ser Gregorio di Iacomo di ser Nerio come al libro terzo di Memorie a foglio 37 dell’anno 1430, a Padronati 71[418] e Testamenti 1336 104[419].
- Santo Crescenzio.
Da monsignore Carlo di Agnolino Bartali vescovo di Siena, e rettore stato di questo Spedale anni 17 ci fu lassato una voce per l’elettione del cappellano della cappella di Santo Crescentio in detta Metropolitana eretta da detto monsignore come per testamento rogato da ser Giovanni di Niccolò di Guido di Siena nel libro de Testamenti a foglio 32 e de Padronati a foglio 56. Deliberattioni 1602 foglio 1[420].
[84r (n. a. 67r)] 7. San Tommasso d’Aquino.
Da Pietro di Giovanni Martini, ci fu lassato una voce per l’elettione al signor rettore dello Spedale del cappellano della cappella di San Tommasso di Aquino in Duomo di Siena, e l’altra voce si appartiene al Opera del Duomo, come per suo testamento si vede nel nostro libro de Testamenti a foglio 194 e 248[421]; e nel nostro libro de Padronati a foglio 38[422]. Deliberattioni 1624 foglio 142[423].
- Santa Agniesa a Vignano.
Nella chiesa di Santo Giorgio a Papaiano hoggi Santa Agniesa di Vigniano vi haviamo una voce nel elettione del nuovo curato, o rettore, e la compagnia delli eredi di Salvestro per un’altra, e la compagnia di Giovanni di Domenico di Tommasso un’altra. Come si vede la nostra presentata nel libro del modo di fare l’arcivescovo a foglio 56 dell’anno 1453[424] e nel libro de Padronati 52[425].
- San Tommasso a Casole.
Cappella di Santo Tommasso martire di Conturbia nella pieve di Casole, per il legato fatto da Bindoccio di Puccio da Casole, vi haviamo una voce come per suo testamento rogato da ser Pietro Tarlati, e una sentenza del 28 luglio 1343 che si deve far la presentata del cappellano come a Contratti dell’1601 a foglio 116[426] e Padronati a foglio 55[427]. Deliberattioni 1643 foglio 25, 26[428].
(10) Nelle Cappuccine.
Cappella della Visitattione nella chiesa di San Gilio nel Poggio de Malevolti hoggi la chiesa delle monache Cappuccine, nel elettione del cappellano vi haviamo una voce, e l’altra si appartiene alli eredi del reverendo Girolamo Collerini, e Giovanni di Tile, come per testamento di donna Giovanna detta Magia di Iacomo di Tile rogato da ser Bernardino di Leonardo Pieri il 23 ottobre 1509 come si vede al nostro libro de Padronati a foglio 58[429].
- Abbadia della Rosa.
Cappella del Santissimo Crocefisso nella chiesa de monaci dell’Abbadia all’Arco detti delli Rosa, vi haviamo una voce, e don Iacomo di Pietro Pavolo Niccolucci, come si vede per istrumento rogato da ser Antonio Campana il dì 23 novembre 1523 e sotto scritto il medesimo, come si vede al nostro libro de Padronati a foglio 58[430].
- San Pietro in Castell Vecchio.
Cappella della Natività di Nostro Signore nella parrocchia di San Pietro alle Scale in Castell Vecchio, nell’elettione del nuovo cappellano lo Spedale vi ha una [84v (n. a. 67v)] voce, come per il testamento di Bartolomeo di Francesco di Guglielmo di Compagno del dì 17 marzo 1452 rogato da ser Antonio di ser Giovanni sanese come si vede al nostro libro de Padronati a foglio 69 e 72[431].
- San Gregorio[432].
Cappella di Santo Gregorio nella chiesa di nostro Spedale si vede l’elettione del dì 7 febbraio 1628, nella persona del reverendo prete Agniolo Feci per la morte del reverendo prete Antonio Maffuscelli come al libro de Padronati a foglio 72 e al libro delle Deliberattioni foglio 60[433].
- Suor Lisabetti Biagini.
Quattro cappelle ammovibili nella chiesa di detto Spedale nella cappella della già suor Lisabetta Biagioni fondateci dalli già signori Iacinto, e Giovanni Battista Scalandroni suoi esecutori testamentari, come per contratto nel nostro libro de Contratti in foglio 68, 139, 148, 184[434].
- Soleti.
Quattro cappelle nella chiesa di detto Sedale le quali servano per patrimonio delli alunni del Seminario Soleti, fondate dal già signor Federigo Soleti, come per suo testamento nel nostro libro de Testamenti si vede in foglio 238 rogato da ser Alessandro Rocchigiani anzi a questo gli fu consegnato il testamento come custode dell’archivio pubblico di Siena.
- Piano delle Fornaci.
Cappella, o chiesa del Piano delle Fornaci sotto Monistero, la quale fu eretta per devottione dallo Spedale. Si fa offisiare una volta la settimana dal curato di Santo Bartolomeo di Monistero al quale si dà l’anno per detta offisiatura lire 80, come al libro di fameglia a foglio –[435].
Fattavi dallo Spedale per sua devottione l’anno 1522 e per commodo delli fornaciari nella quale si fa la festa il 5 di agosto e il Comune di Monistero vi porta un poca di cera a offerta per devottione.
[85r (n. a. 68r)] Cuna
L’anno 1472 si fece di nuovo la fornace di lavor quadro a Cuna a Collandino come al libro K di questo anno a foglio 2[436].
L’anno 1473 si mattonò la cantina come al detto a foglio 10[437].
L’anno 1492 si fece di nuovo il molino del Ponte al Dado sotto a Montaroni, che hoggi detto molino non vi è, e il ponte si chiama di San Roccho come al detto libro a foglio 220[438].
L’anno 1518 si fece il molino del Filicaio sotto Cuna e sotto alla Strada Romana, che hoggi non cè come all’ Usufrutti foglio 110[439].
L’anno 1542 fu venduto il molino di Monte Roni, al Opera del Duomo di Siena con regresso per fiorini 1500 come al libro delli Usufrutti a foglio 125[440].
Podere dell’Isola ci fu lassato il 20 marzo 1244 da donna Teodora di Considerato, come al secondo libro di memorie foglio 438[441].
Si spenda fiorini 200 l’anno nel barbacane della fortezza di Cuna come alle Deliberattioni 1378 a foglio 12 fin tanto sia terminato[442].
L’anno 1193 il 29 di marzo Incontrato di Giovanni Incontrati rettore donò de suoi beni a Tressa di Valdarbia come al libro di Memorie secondo a foglio 218[443], e l’anno 1195 Scarlattino e Samuelle venderono allo Spedale e al detto rettore un pezzo di terra a Tressa, a Compre e Vendite foglio 1[444].
A torno alla campana della nostra grancia di Cuna vi sono impresse l’infrascritte parole da quando vi fu fatta poi che era rotta come al libro Co nti Correnti H del 1406 a foglio 435[445].
† Tempore Domini Petri de Bulgarini Rettoris et fratris Floriani Grancieri.
† Ioannis Tofani Senensis me fecit MCCCCLIIII. 1454.
[85v (n. a. 68v)] L’anno 1530 il 6 gennaio a tutto il 11 aprile 1531 li soldati imperiali vi stiedero, e constarono per scudi 4000 di oro che si fece debitore il Comune di Siena come al Generale di questo anno a foglio 101[446].
Oliviera, e colombaio fatto 1467 Deliberattioni foglio 181[447].
Questa tenuta della nostra grancia di Cuna detta il Poggiarello di Cuna in Val d’Arbia ebbe origine per lo Spedale nell’anno 1210[448], che donna Bruna di Gregorio, e Gregorio Brunacci furon li primi, che si trovino lassassero al detto Spedale in Val d’Arbia come si vede al libro primo de Contratti A in foglio 13 di detto anno[449], e nel libro de Contratti B a foglio 75[450], li quali donoron la metà di un loro podere, che avevano per non diviso con Saracino Pieri, qual podere è posto a Sant’Angelo a Tressa in Val d’Arbia in luogo detto al Cantone e Sovara, et un altro pezzo di terra posta a Monsindoli, con una casa posta in Siena, come per contratto rogato da ser Rodolfo notaro a detti Contratti, al quali si habbi relattione e [86r (n. a. 69r)] da detto anno sino all’anno 1295 sempre si andò agumentando, sì di lassiti, come di permute, compre e donattioni come si vede li contratti nella saccha di essa grancia li quali per brevità tralascio per la multiplicità di essi.
L’anno 1232 da donna Teodora moglie del fu già Ugolino Quintavalle rettrice e padrona dello spedale di Santo Angelo a Tressa fu donato il detto spedale a monaci del monastero dell’Abbadia a Santo Salvadore di Bell’Ardenga il 29 luglio anno detto, come per contratto rogato da ser …[451] nel libro B de Contratti a foglio 79[452] e da don Mauro abbate di detto monastero l’anno 1249 fu sottoposto il detto spedale a questo nostro di Siena, come per istrumento del 22 luglio 1249 rogato da ser Sacchetto di Rustichello notaro come al detto libro a foglio 73[453] vedi a Contratti B grande a foglio 72, 76[454].
L’anno suddetto 1295 il dì 8 maggio si comprò il Poggiarello detto di Cuna e Castelluccio per il prezzo di lire 19900 da Ristoro di Gionta Menghi sanese, con il padronato della chiesa di San Iacomo di detto luogo come per contratto rogato da ser Ranieri di ser Niccolò[455], qual Ristoro Menghi fu di poi fatto rettore dello Spedale, e l’anno 1304 il 10 febbraio oltre alla suddetta vendita che fece donò ogni rimanente di tutto quello che aveva a Cuna come per contratto rogato da ser Agniolo di Duccio, e fu confermata detta donattione dal cardenal Napolione Orsini il dì 7 ottobre 1305 e dipoi si è andata sempre agumentando per mezzo delle pie e caritative persone, e ridotto nella vastità e magnificenza di rendite come si dice in questo a foglio 10 e vi è dimorato in essa il 11 settembre 1387 il pontefice Urbano Sesto come alle Deliberattioni a foglio 179[456] e il pontefice Gregorio XII il 29 agosto 1407 come alle Deliberattioni a foglio 71[457], e l’anno 1640 vi morì per passaggio il duca di Guisa fransese etc.
L’anno 1521 il 14 gennaio li soldati di Francesco duca di Urbino ci stettero e danneggiorno questa tenuta per scudi 3000 come al Generale R a foglio 133[458].
[86v (n. a. 69v)] L’anno 1297 il 4 settembre Bennardino di Alemanno Piccolomini donò molti beni alle Serre vedi il primo libro di Memorie a foglio 2, 40[459].
Questa tenuta della nostra grancia delle Serre a Rapolano ebbe origine per lo Spedale nell’anno 1295 il dì 5 maggio la quale si trova, che da un tal signor Simone di Ranuccio Caccia Conti dalle Serre ci lassò tutto quello che il medesimo si ritrovava (e) possedeva in detto luogo, sì come ancora in Monte Isi come si vede per contratto rogato da ser Ranieri di Niccolò notaro al libro terzo di Memorie a foglio 431[460] e fino dell’anno 1510 dal Comune di Siena ci fu dato il sito delle carbonaie delle Serre dalla porta della grancia sino alla porta del cassaro, come al detto libro foglio 141[461].
Altra concessione di carbonaie vedi al libro quinto di Memorie foglio 92, 93. 1525[462].
[87r (n. a. 70r)] A dove hoggi è posta detta grancia, che doppo la concessione, lo Spedale vi fabbricò, e nell’anno 1297 il 4 dicembre da Bennardino di Alemanno Piccolomini ci fu lassato molti beni come per contratto rogato da ser Agniolo di Duccio a contratti di ser Tancredo di lettera H a foglio 10[463].
L’anno 1325 Giovanni di Tese Tolommei rettore dello Spedale donò li 3 molini a bagni di Rapolano, con la bella chiusa murata il dì 14 ottobre come si vede al libro di Perpetue a foglio 154 con molti obblighi perpetui particolarmente di 3 messe la settimana nell’infermarie dell’infermi[464]; l’anno 1332 si ricevé Monte Piciani da Chiarito di Ventura, e donna Tese il 5 gennaio come a Perpetue a foglio 172[465].
L’anno 1406 si ricevé per fiorini 4300 a Ficaiole come al secondo libro delle Memorie a foglio 25 dal Comune di Siena che erano beni di Austino Giuliani, Camugnano[466], l’anno 1464 lo donò donna Iacoma di Albertino dalle Serre come per testamento al libro 183[467]. Fino dell’anno 1330 il 8 maggio si fece permuta con il priore di Santo Andrea e detto spedale cioè lo Spedale prese il podere del Molinello con pagare in perpetuo grano moggia 4 l’anno come per istrumento rogato da ser Iacomo di Mino di Tura.
Nel tempo del rettorato del signor rettore Claudio Saracini vi si fece il bellissimo granaio e cappanna sopra e ogni restante dell’altri beni, parte riceuti da più pie persone, e da commessi, parte comprati, e parte permutati, come si vede l’istrumenti nella saccha d’essa grancia, e ridotto nella magnificenza e grandezza come si dice in questo a foglio 10.
Niccolò Ugrossi ci lassò alle Serre come a Testamenti a foglio 170[468].
Sentenza tra la Comunità di Rapolano, e Spedale, a Privilegi a foglio 106[469].
Fino l’anno 1480 si comprò dal Comune di Siena per lire 2400 a Compre 83 Monte Piciani con prezzo lire 4825 l’anno 1587 a Compre a foglio 90[470].
[87v (n. a. 70v)] Fornaci, e Calatine l’anno 1373 il 11 dicembre si permutorono con messer Giovanni di Angelo Martinozzi come al protocollo di ser Bartolomeo Tellini a foglio 88[471].
L’anno 1379 baratto fatto con il convento di Monte Isi della lor parte della via che viene a lato el confesso dello Spedale nel borgo di Monte Isi come si vede alle Deliberattioni foglio 59[472].
Salto, e Calatine comprati lire 7200 da vergogniosi l’anno 1570 a Compre 88[473].
Al libro quarto di Memorie a foglio 128[474] l’anno 1380 fu donato 2 vie in borgo allo Spedale, una dal Comune di Monte Isi e l’altra da Giovanni di Sano.
[88r (n. a. 71r)] Questa tenuta della nostra grancia di Monte Isi con la fortezza e torre hebbe origine per lo Spedale l’anno 1295 la quale si crede fusse del signor Simone di Ranuccio Caccia Conti delle Serre il quale ci lassò tutte le sue possessioni che si ritrovava alle Serre a Rapolano, e in Monte Isi, come si vede per contratto rogato da ser Ranieri di Niccolò notaro al nostro libro terzo di Memorie a foglio 431[475], e fu il 19 settembre come si vede anco la carta del possesso pres[s]o il detto Spedale nella saccha de Contratti di detta grancia nell’armario.
L’anno 1328 si comprò Calatine il 13 aprile da Colo di Bencivenni sanese come si vede al protocollo di ser Tancredo a foglio 80[476].
L’anno 1385 si comprò il Mercatello da Giardino di Vanni alle Deliberattioni foglio 120[477].
L’anno 1420 il 22 marzo si comprò il Pian Bovanese da Matteo di Buracciolo come per contratto nella saccha de Contratti si vede[478].
L’anno 1428[479] il 15 aprile patti e conventioni tra la Comunità di Monte Isi e Spedale per causa del oliviera, come al libro grosso dell’Allogagioni di detta grancia a foglio 122[480].
L’anno 1471 il 18 settembre si comprò dalla Comunità di Petroio li boschi de Monti a Contratti dell 1441 a foglio 46, 83[481], e quinto libro di Memorie 248[482].
L’anno 1551 si entrò in possesso di 3 poderi in Val di Chiana per la morte del signor Lodovico Borghesi come a Testamenti 1499 a foglio 122[483].
L’anno 1614 si concesse il sito della Madonna della Torricella alla Comunità come per contratto rogato ser Bennardino Bartalini a foglio 179 e alle Deliberattioni 1613 a foglio 89[484] e a quelle del 1626 a foglio 48[485].
Ogni restante, parte si ricevé da commessi, parte comprati e permutati con diversi è stato lassato da altri come dalle cartepecore si vede nella saccha, e ridotta nella conformità di rendite come si dice in questo a foglio 10.
Fornelli metà lo comprò Giuliano Scala per scudi 300 e l’altra metà ricevuto per soluto pagato dal signor dottore Giulio Ciani al Generale G Conti Correnti foglio 29[486].
[88v (n. a. 71v)]
Questa tenuta della nostra grancia di San Quirico in Osenna, ebbe origine per lo Spedale nell’anno 1237 il dì 9 giugno da un tal Bennardino di Giovanni Guarnusci il quale donò allo Spedale una sua casa in Santo Quirico avanti alla Strada Romana, con terre, campi e vigne lavorative come per contratto rogato da ser Matteo a Contratti B a foglio 247 e altri sino 270[487].
L’anno 1253 Guidone Tignosi lassò suoi beni allo Spedale come al detto libro B 253[488].
L’anno 1256 donna Bonora di Tonello donò un suo podere appresso il cassaro di San Quirico il 26 gennaro per contratto rogato ser Gualtiera al suddetto libro 247[489].
L’anno 1258 il 6 maggio Salcio lo lassò Cacciato di Giovanni come per contratti rogati da ser Compagno di Guidone, e ser Giovanni Marcini come a foglio 114[490].
L’anno 1268 Raniero di Alberigo e Buona Strena sua moglie donorno a Camattoli per contratto rogato da ser Compagno il 30 di luglio[491].
L’anno 1303 si ricevé in permuta il podere di Tuoma e Pietra Pinsuta da Tese Paganelli e Vanni suo figlio il 28 di maggio come per contratto rogato ser Angelo di ser Duccio notaro[492].
[89r (n. a. 72r)] L’anno 1308 Mino già di Mino diede al Renaio in permuta come per contratto rogato il 26 aprile da ser Ranieri di Accorso come al suo protocollo D a foglio 44[493].
L’anno 1314 Francesca figlia di Nanni Boccacci di Siena donò Celle come per contratto del dì 8 novembre rogato il suddetto al suo protocollo et a foglio 17[494].
L’anno 1371 il Padre Senso frate dello Spedale donò 2 poderi detti Orie come per contratto del dì 13 marzo rogato da ser Bartolomeo Tellini notaro al suo protocollo foglio 84[495].
L’anno suddetto il 16 maggio da Pietro detto Galliata ci fu donato la sua tenuta di Scannelli per contratto rogato da ser Christofano di Gano notaro al suo protocollo 137[496].
L’anno 1382 da Lodovico spesiale sanese ci fu lassato il suo podere di Scannelli il dì 11 settembre per contratto di ser Iacomo di Francesco di Mino al suo protocollo 259.
L’anno 1383 Francesco di Buon del Monte ci lassò Casalta il 10 ottobre e altri beni, e molti beni a Poggio Cancelli hoggi detto Celle.
L’anno 1453 Cantoni, Angiolo donò staia 14 di terra a Cantoni al protocollo di ser Antonio di Giovanni a foglio 114[497].
1466 Possesso preso del fare il molino a Tuoma al libro Morello foglio 47.
1472 Giovanni di Biagio di San Quirico donò la chiusa grande di numero 70 moggia a Contratti 1441 a 187[498] e Biagio di Tura ci donò staia 21 in detto libro per contratto di ser Antonio di Giovanni da Siena.
Si comprò Camattoli da Guasparre di Giovanni Pietro per fiorini 300 a Contratti 301[499].
Bernabè e Salvadore di Meo diedero li Cantoni al detto 302[500].
1577 si fece di nuovo il Podere nuovo al libro E foglio 330 costò lire 2221. 17[501].
1573 Casa Bassa fatta di nuovo al detto 366[502].
1308 Il Renaio lo diede donna Diamante e Lelio Christofani a Contratti 94[503].
- Loggia fatta di nuovo per li pellegrini e la porta alla chiusa grande a foglio 64 lire 1696.
Cassaro di San Quirico ridotto dal Comune a torre il 21 dicembre 1517 al libro quinto di Memorie 92[504].
1651 Per estinzione di linea del Diocci si ricevé più beni alla Visita 1653 foglio 113[505].
Si è ridotto di poi dallo Spedale nella conformità che si vede al giorno di hoggi e di rendita si dice in questo a foglio …[506]
L’anno 1592 si comprò da Maffii per lire 1951 a Compre a foglio 91.
[89v (n. a. 72v)]
Questa tenuta della nostra grancia dello Spedaletto in Val d’Orcia ebbe origine per lo Spedale l’anno 1236 il dì 5 agosto cioè prete Mencolino rettore dello spedale del Ponte d’Orcia sotto San Quirico diede il possesso di detto spedale, a Giuliano frate dello Spedale di Santa Maria della Scala, con tutte le sue ragioni e pertinenze come per contratto rogato da ser Latino notaro al libro B de Contratti a foglio 301[507], e il dì 9 ottobre dell’anno 1236 mosnignore Pisano vescovo di Chiuci acconsentì alla sottomissione, supprovattione et unione fatta dal suddetto prete Mencolino dello spedale sud[d]etto.
L’anno 1563 si messe li confini a Monte Ertine libro quinto Memorie 96[508], [90r (n. a. 73r)] allo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, e per esso a missere Caccia Conte suo rettore, come per contratto rogato da ser Ranieri notaro al nostro libro B de Contratti a foglio 302, e altri contratti al detto libro B 287[509].
Da questo tempo in qua fu dato e donato allo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena da signori della Roccha di Tintinnano molti beni hoggi detta la Roccha di Val d’Orcia, sì come ancora da altri benefattori e parte lo Spedale vi [h]a comprato a contanti, parte riceuti in permuta e parte da i commessi che venivano a servir lo Spedale come da contratti in cartapecora nella saccha di questa grancia si puol vedere.
L’anno 1451 il dì 14 settembre si comprò beni dello Spedale della Misericordia di Siena hoggi detta la Sapienza per fiorini 2200 a Conti Correnti P 1448 a foglio 485[510].
L’anno 1453 il dì 6 giugno lo Spedale fece di nuovo la di contro grancia con palazzo, chiesa, torre e muraglie ad uso di fortilizio, e fece disfare lo spedaletto vecchio che era dal Ponte a Orcia, stante l’assicurattione di molti banditi che erano in detto luogo come si vede carta di mano di maestro Francesco Ducci muratore di San Quirico con le sue misure alla quale etc.[511]
L’anno 1462 il 4 settembre fu consacrata la chiesa di Santo Niccolò dello Spedale da papa Pio Secondo l’anno quinto del suo pontificato, e l’anno 1465 il 28 febbraio lo Spedale dotò detta chiesa come si vede il contratto nel libro de Contratti foglio 130[512].
Dall’anno 1478 in qua lo Spedale puol andare a legniare nella Comunità di Castiglioni come per lodo del 18 dicembre 1538 de signori Conservatori e il 18 agosto 1673 si ricorse a Sua Altezza Serenissima e ci fu confermato il tutto.
Si è ridotta nella vastità e bellezza che al giorno di hoggi si vede e di rendita nella conformità di quello che si dice in questo a foglio 11.
Sorbelle era del convento di Santa Mostiola di Chiuci, e gli si diede lire 1250 di moneta sanese come si vede al libro de Contratti C dell’anno 1304 a foglio 65[513]. Mont’Ertine poggio a Testamenti 1243 foglio 24, 36[514].
Ser Silvio Silvestri fece donattione il 30 aprile 1677 a Contratti foglio 114[515].
Le Briccole si compronno l’anno detto per scudi 400 dal signor Amerighi a detti a foglio 150[516].
[90v (n. a. 73v)]
Questa tenuta della nostra grancia del Castelluccio Bifolci ebbe origine per lo Spedale l’anno 1480 il dì 2 maggio la quale il detto Spedale comprò per il prezzo e nome di prezzo di fiorini 2400 da Gabbriello di Bartolomeo Gabbrielli di Monte Pulciano, la quale il detto Gabbriello aveva comprato dal magnifico Comune di Siena mediante la confiscattione fatta al signor Benedetto del già signor Giovanni Martinozzi, come si vede al libro de Leoni in Biccherna a foglio 80[517] rogata da ser Galgano Cenni notaro di Balìa, et al nostro libro intitolato Castello di Valdorcia per causa di liti a foglio 95[518] e a Privilegi a foglio 70[519] e al nostro libro di Compre e vendite a foglio 83[520].
[91r (n. a. 74r)] E per le molestie date al nostro Spedale da signori Martinozzi, fu confermata dalla Balìa la detta compra sotto il 18 ottobre 1526 come appare al libro de nostri Capitoli a foglio 70 rogato da ser Matteo Andreucci notaro di Concistoro[521], e il contratto al nostro libro de Contratti dell’anno 1441 a foglio 337[522].
E più si pagò fiorini 1400 a missere Bennardino Martinozzi per il sopra più della valuta di esso castelluccio, e gli si donò fiorini 50 per le gabelle.
L’anno 1451 e 1454 si comprò più beni dalla Casa della Misericordia come si vede al nostro libro di Contratti dell 1441 a foglio 345 per fiorini 2200[523].
L’anno 1467 si comprò dalle monache di Santa Marta per fiorini 903 a detto libro a foglio 143 e 146[524], e da altro particolare per fiorini 366 a detto foglio 183[525].
L’anno 1501 il 4 maggio si comprò dal Comune di Siena la bandita della Meglia per scudi 600 per contratto rogato ser Antonio Vitelli come al libro de Capitoli a foglio 61[526] e di Compre e vendite a foglio 85[527].
Vi si è fatto diverse compre, sì di poderi come di campi e terre spezzate come per scudi 1050 da signori Aveduti a Chiarantana e il podere di Chiarantana dal signor Bosti per scudi …[528] che del tutto vi sono li suoi contratti in buona forma, a quali etc. Quinto libro di Memorie 125 e 137[529].
E li confini di questa grancia si vedono nel libro de Testamenti dell’anno 1437 all’anno 1505 a foglio 143[530] nel testamento fatto dal già signore Agniolo Martinozzi 153.
Questa grancia fu venduta con regresso all’illustrissima duchessa di Fiorenza per scudi 20000 per anni 12 la quale fu dipoi ricomprata dal signor rettore Girolamo Biringucci come si vede alle Deliberattioni dell’anno 1552 al 1571 a foglio 86[531] e Conti Correnti 3 B a foglio 58[532], e sopra la porta di detta grancia vi è l’escrittione di questo fatto, e alli Contratti 1527 a foglio 164 il 14 novembre[533] hoggi ridotta pacificamente e di rendita nella conformità che si dice in questo a foglio 11. Chiusa a Chiarantana, e roggi al B il medesimo foglio 12 comprati[534].
Fino dell’anno 1459 il signor cavaliere Angelo Martinozzi ci lassò per scudi 1500 come si vede al nostro libro de Testamenti a foglio 148[535].
E altri poderi della nostra grancia vecchia di Montichiello si unirno a questa.
[91v (n. a. 74v)]
Questa tenuta della nostra signoria libera detta la grancia di Santo Giusto ebbe origine per il nostro Spedale l’anno 1348 da un tal signor Ambrogio del Ciaccha de’ Ranuccini, il quale fece testamento e lassò a donna Giovanna sua moglie, e morendo senza eredi dovesse pervenire tutti li suoi beni allo Spedale, e si vede che nell’anno 1436 il dì 26 gennaio morì Antonello di Petruccio de Ranuccini di Siena donò tutte le sue possessioni cioè case, vignie, terre lavorative e boscate e sode che si ritrovano nella Roccha Gonfienti detta Ranuccini, come si vede al libro G di Piana a foglio 73[536] e al secondo libro di Memorie a foglio 142[537] e Usufrutti 32[538].
L’anno 1439 il 30 dicembre la Consulta dello Spedale rimesse in missere Giovanni rettore di dividere e partire la corte della Roccha Ranuccini, e le possessioni che in detto luogo lo Spedale possedeva comunemente con Giovanni di Antonio di missere Agniolo, come si vede alle Deliberattioni di detto anno a foglio 37[539] e il 12 settembre vi è l’elettione per partire detti beni a dette a foglio 40[540] nella persona detta.
Per li beni del Sergardi vedi il libretto L di Memorie di San Giusto[541] e all’Usufrutti foglio 32, 36[542].
[92r (n. a. 75r)] Salustio di Cursio ligrittiere.
L’anno 1435 il dì 5 ottobre Francesco di Deo Ranuccini donò tutto il suo che si ritrovava di terreni boscati, sodivi e prativi nella corte della Roccha Ranuccini, e altri beni a Castiglioni del Boscho, come per contratto rogato da ser Luca di Nanni notaro.
E fino il 22 agosto 1420 donna Ravignana moglie del già Niccolò di Pietro Ranuccini, e Deo suo figlio donorno tutte le sue terre, vignie, boschi che havevano nella corte e Roccha Ranuccini, e Castiglioni all’Usufrutti a foglio 35 dell’anno 1415[543], e Antonello a detti foglio 32[544] e l’anno 1453 lo Spedale rifinì il palazzo di Roccha Gonfienti detto de Ranuccini come al libro di Memorie a foglio 3[545]. Missere Pietro Bulgarini rettore.
L’anno 1417 dal reverendo arciprete Niccolò Moreschini di Monte Alcino, ci fu lassato la bandita del Bonatto il 22 luglio a Contratti foglio 52[546].
L’anno 1414 si comprò il podere di San Giusto il 28 febbraio da Silvestro del già Galgano come a Contratti a foglio 192[547].
E da questo tempo in qua se nè permutati con diversi e riceuti da commessi e altri come per più notitie etc. alle Deliberattioni 1435 foglio 47[548].
L’anno 1570 il 29 aprile per fidecommesso del già signor Lodovico Sergardi pervennero allo Spedale molti beni in questa grancia e a Pari per testamento rogato ser Giovanni Billò nel nostro libro a foglio 140[549].
L’anno 1442 il dì 19 giugno si permutò con il signor Giovanni di Antonio Malevolti, si dé a Castiglion di Ombrone, e si ricevé a San Giusto come a Conti Correnti O 1442 a foglio 308 e se gli rifece fiorini 200[550].
L’anno 1540 il 11 dicembre fu venduta questa grancia al signor Alessandro Finetti con regresso, per fiorini 12500, la quale dipoi si risquoté, e si vede li confini di essa nel libro de Contratti del 1527 a foglio 92[551] e hoggi si possiede con ogni libertà dallo Spedale, e rende come si dice in questo a foglio 11. 1464 si comprò per fiorini 180 a San Giusto Deliberattioni 153[552].
L’anno 1505 fu venduta a Pandolfo Petrucci per lire 28000 e poi ricompra a Compre e vendite foglio 42[553].
[92v (n. a. 75v)]
Questa tenuta della nostra grancia di Camigliano ebbe origine per lo Spedale il dì 13 dicembre 1522 la quale lassò il signore Giulio di Giovanni Antonio Saracini come per suo testamento nel nostro libro de Testamenti di detto anno in foglio 30[554] rogato da ser Mattia del già Christofano Landi notaro e vi è un processo nell’archivio nostro per detta grancia nel di lei armario al quale etc. e contratto nel nostro libro de Contratti dell’anno 1527 a foglio 18[555] e Deliberattioni di questo anno 249[556].
E perché vi nacque lite lo Spedale cominciò a godere detti beni il 15 di giugno 1539 e si deve fare ogn’anno in perpetuo [93r (n. a. 76r)] nella chiesa de Padri di San Francesco di Siena alla di lui cappella cinque offisi de morti l’anno con 30 messe basse e una cantata con libbre 50 di cera da darsi dallo Spedale a detti Padri.
L’anno 1658 ci fu lassato il 25 di maggio de beni in Camigliano da Francesco di Lorenzo Grande stato come per suo testamento rogato da ser Ridolfo Papi con obbligo perpetuo di cinque messe basse e una cantata da farsi dire nella chiesa di detto castello di Camigliano a Testamenti 280[557].
L’anno 1683 fu da reverendi Bennardino e Lodovico Venturini fratelli lassato de beni a Camigliano, come si vede il contratto nel nostro libro de Contratti a foglio 225[558] al quale si habbi relattione.
Hoggi ridotta come si dice in questo a foglio 11.
Castel Giocondo già fortezza, la quale il 17 di luglio 1416 donò allo Spedale il reverendo prete Niccolò di Moreschino da Monte Alcino con tutti li suoi terreni e il bosc[h]etto come alle Deliberattioni 1405 foglio 160[559] e al libro Vitale foglio 48[560] e all’Usufrutti foglio 5[561] e per contratto rogato da ser Galgano di Cerbone al suo protocollo.
L‘anno 1630 il 12 aprile si fece permuti di più pezzi di terra tra lo Spedale, e signora Diana di Adriano Saracini come a Contratti 1601 a foglio 190[562].
La piazza di Camigliano l’anno 1339 lo Spedale la vendè al Comune di Camigliano come a Conti Correnti B in foglio 17 di questo anno[563], la quale gli fu lassato e perché non vi haveva altri beni, la vendé al detto Comune.
[93v (n. a. 76v)]
Questa tenuta della nostra grancia del Santo ebbe origine per lo Spedale il dì 28 luglio 1646 per il testamento fatto dal già signor dottore Christofano Turamini rogato da ser Santi Cenni come si vede al nostro libro delli Testamenti a foglio 251[564], e doppo la di lui morte e della signora Camilla Luti sua consorte, vi nacque lite tra lo Spedale e il già signor Francesco Buoninsegni, come si vede detta lite in libro stampato e fu dallo Spedale venta, e si ricevé il possesso nell’anno 1649, con peso di tener continuamente 2 lumi di cera alla beata Vergine delle Grasie in Duomo di Siena, pagare 4 cappellani continui, una dote a fanciulla nobile di scudi 100, cera alle Madri Cappuccine e l’olio per la campana della chiesa del Santo, come il tutto pontualmente si eseguisce al giorno di oggi.
[94r (n. a. 77r)] La bandita di Castagn’Alto in faccia a detta grancia ci fu lassata avanti che si avesse detta grancia del Santo, con de beni a Pari dal già signor Lodovico Sergardi quali beni prima l’erano sottoposti alla grancia di San Giusto come si vede nel nostro libro de Testamenti a foglio 140[565], e per la commodità hoggi sono sotto posti a questa grancia. Memorie di San Giusto lettera L in libretto quarto[566].
Il podere detto de Monti si ricevé in soluto pagamento dal già signore Giovanni Ballati nostro debitore e il contratto è in faccia delli eredi del già signore Giovanni Ballati come si vede il contratto nel nostro libro de Contratti 1 sotto il primo luglio 1662 rogato da ser Salvadore Castellucci[567] e si vede al libro di Conti Correnti a foglio 11 tra bestiami e prezzo di lire 4055. 3[568].
Il podere detto delle Potetine si ricevé in permuta con il convento e priorato di San Domenico di Campo Regio di Siena cioè li Padri ci diedero il detto podere, e lo Spedale gli diede in ricompenza il suo podere detto dell’Edera nel Comune di Viteccio e rifecero allo Spedale li suddetti Padri scudi 600 come si vede nel nostro libro de Contratti a foglio 218 sotto il 5 di novembre 1687[569].
Hoggi ridotta come si dice in questo a foglio 11.
Il podere detto il Santo alle Serre a Petriolo già altra volta fu dello Spedale il quale lo lassò il signore Pavolo Biringucci il 1550 il 2 di luglio come si vede alli Testamenti foglio 124[570].
Si prese il possesso del Santo il dì 8 di dicembre 1648 e li confini di tutti li poderi si vedono alla Visita dell’anno 1649 da foglio 146 sino a foglio 150[571]. Dico 8 dicembre.
Il libro stampato è nell’archivio nella scansia delle scritture del Santo dello scrittore maggiore.
[94v (n. a. 77v)]
Questa tenuta della nostra grancia dentro nella città di Grosseto l’origine di essa per lo Spedale principiò il 2 di luglio 1251, che si trova un tal Paganere del già missere Mazza Vitelli donò allo Spedale un casalino con tutte le sue pertinenze posto in Grosseto nel vicinato Pepi cattaio, confina da un lato Bencivenni da Stribugliano, e dall’altro Vitale di Gello e dinanzi e di dietro la via, e donò anco più massaritie come per contratto rogato da ser Giovanni di Martino notaro.
E da questo tempo in qua gli è stato donato e lassato da più e diversi commessi, e commesse che venivano a servir lo Spedale, come si vede li contratti di essa in cartapecora[572].
[95r (n. a. 78r)] Nella saccha nell’archivio nella scansia di Grosseto a quali si habbi relattione, sì come ancora si vede molte permute di terreni fatte con diverse persone in più luoghi e in differenti tempi che l’arrivare il tutto è impossibile e al libro grande Contratti B 354 sino 356[573].
Si vede ancora che lo Spedale di Siena dal detto tempo in qua lo Spedale di Siena vi [h]a comprato di denari contanti per scudi dodicimilia a tutto l’anno 1682 come si vede per più contratti particolarmente nell’anno 1593 per scudi 9542 dalla Religione de Cavalieri di Santo Stefano, e non vi è compreso tutti li beni che si compronno l’anno 1469 dallo Spedale della Misericordia di Siena hoggi detto la Sapienza, come dal catasto di detti beni della Sapienza si puol vedere, che furon di grande valore a Compre e vendite a foglio 1[574], e quinto libro di Memorie foglio 150[575].
Alle Deliberattioni dell’anno 1552 all 1571 a foglio 183 il dì 18 maggio 1568 che si dismettesse in Grosseto l’hospitalità perché era detta grancia in affitto sì come quelle di Monte Pescali e Prata, e per tal causa vi morivano bene spesso de poveri abbandonati, con grand biasimo dello Spedale, et havendo anco inteso la mente di Sua Eccellenza Illustrissima quale è che si rimetta l’ospitalità in Grosseto, e si osservi secondo il costume antico per la grande istanza che ne fece la Comunità di Grosseto e così deliberonno rimettersi detta hospitalità alle Deliberattioni 1572[576] al 1595 foglio 279, 80, 81[577].
È ridotta hoggi come si dice in questo a foglio 12.
Vedi al libro quarto di Memorie a foglio 102 l’anno 1308 che beni lo Spedale si ritrovava in Grosseto[578].
Vedi il quinto libro di Memorie il baratto che si fece con la Comunità l’anno 1567 in foglio 165[579].
L’anno 1595 si comprò dalla Religione de signori Cavalieri di Santo Stefano in Grosseto di ordine di Sua Altezza Serenissima il dì 26 febbraio case numero 19 e botteghe numero 9 per il prezzo di scudi 9592 come al Bilancio 3 K in foglio 16[580].
[95v (n. a. 78v)] Messer Incontrato di Giovanni Incontrati rettore dello Spedale l’anno 1193 si fece commesso e donò tutto quello che possedeva in Monte Pescali a Commessi foglio 1[581]. Fu il primo rettore che fece il Pubblico di Siena. Vedi in questo a foglio 68.
Questa nostra tenuta della grancia di Monte Pescali si trova il primo che lassò allo Spedale fu un tale Michele di maestro Pietro di Monte Pescali e donna Ghinga figlia del già Neri e moglie del detto Michele, quali ambi due si fecero commessi dello Spedale il dì 13 agosto 1370 e donorno tutto il loro havere in detta corte particolarmente 3 case, molti pezzi di terre, e tra dette case una posta nel popolo della pieve; confina via comune, e Francino di Vanni, e l’eredi di Stercuccio di Giovannozzo, come si vede al nostro libro dell 1370 a foglio 1 di ser Bartolomeo Tellini notaro.
Pietro di misser Tommasso da Monte Massi donò tutto il suo a Monte Pescali il dì febbraio 1381 come alle Deliberattioni prime a foglio 8[582].
[96r (n. a. 79r)] Leonardo del già Antonio di Monte Pescali detto il Mantovano il dì primo settembre 1543 fece testamento e donò tutto il suo allo spedale, che si ritrovava in Monte Pescali, come per testamento rogato da ser Giovanni Battista di Bandino Bandini di Monte Alcino nel mazzo delli Contratti di Monte Pescali[583], con peso allo Spedale di far celebrare in perpetuo un offisio de morti.
Il signor Ranieri del già Carlo Saracini di Siena il 13 aprile 1528 lassò tutte le sue ragioni che haveva in Monte Orsaio, e particolarmente nelle bandite di Monte Leone, e Matarazza come al libro de Testamenti dell’anno 1499 al[l]’anno 1668 in foglio 58[584] rogato ser Marcello di ser Alessandro notaro e al detto libro in foglio 146[585]. Il signor Girolamo del già Carlo Saracini il 21 di novembre 1566 lassò le sue due terze parti di Monte Leone, e Matarazza, sotto a questa grancia rogato da ser Lattansio Girolami notaro.
E parte si è comprato in questa tenuta e parte stato donato da altri commessi, sì come si è permutato come da contratti si vedono nella sacchetta nell’armario a quali etc.
L’anno 1637 il 15 aprile morì il signor dottore Iacomo Biselli lassò tutti li suoi beni allo Spedale, come per testamento rogato da ser Agostino Scheggi al suo protocollo quarto a foglio 80 al numero 233[586] e alle nostre Deliberattioni 1635 a foglio 16[587], e hoggi questa grancia si è data in affitto per grano moggia 20 l’anno come si dice in questo a foglio 12[588].
Fino l’anno 1587 il dì 4 agosto si comprò per scudi mille da Simone di Pietro Causi da Causa fuori delle mura di detto castello come si vede al libro di Compre e vendite a foglio 90[589].
[96v (n. a. 79v)]
Questa tenuta della nostra grancia di Prata, la quale è come signioria libera dello Spedale in quanto al civile, la quale fu comprata dal detto Spedale il dì 21 aprile 1492 dal magnifico Comune di Siena, per il prezzo e nome di prezzo di fiorini numero 7000, come si vede il contratto rogato ser Tommasso di Martino da Casoli e al libro de Capitoli dello Spedale a foglio 36, e 46[590] e nel libro B. B. a foglio 222 e 224 si fece creditore il suddetto Comune di Siena.
La chiesa di detto castello è padronato libero dello Spedale. Il provento del forno, ostaria, e macelli son pur dello Spedale li quali fa vendere a suoi debiti tempi a pubblici bandi, e hoggi si è data in affitto per scudi 400 l’anno, come si dice in questo a foglio 12. Cioè la nomina del pievano la fa il signor rettore solo.
Confini tra Prata e Boccheggiano al libro de Capitoli a foglio 79 e Compre 84[591].
[97r (n. a. 80r)] L’anno 1683 si fece contratto, con il convento e Padri del Carmine di Siena di dargli ogn’anno in perpetuo lire 252 in tanti medicamenti dalla nostra spesiaria con il defalco di lire 50 per cento mediante il detto convento ci diedero in Perolla alcuni beni, quali erano già del reverendo Padre Gregorio Grifoni Maestrelli, lor frate, come si dice alle nostre Deliberattioni a foglio 78 dell’anno 1682 e per contratto rogato da ser Pietro Pavolo Marzocchi nostro cancelliere al nostro libro a foglio 135 e nel libro G Conti Correnti a foglio 68[592].
L’anno 1695 il dì 24 marzo da Sua Altezza Reale fu concessa gratis per anni 3 la bandita di Perolla del magistrato de Signori Conservatori come si dice al libro I Conti Correnti a foglio 85[593].
E dall’anno in qua che lo Spedale si comprò a contanti di nuovo da più particolari ci [h]a comprato, parte anco riscosso da più suoi debitori, parte permutato con diversi, e parte statoli lassato come si vede da più istrumenti a quali etc. e come si dice in questo 12.
Fino dell’anno 1685 si diede a Vita di Christofano Luti, affittuario, e di donna Mariana sua consorte e di Francesco Luti hoggi sacerdote e lor nipote il nostro luogo di spanto durante la vita naturale di detti che hoggi è solo vivo il detto prete Francesco come per contratto rogato da ser Pietro Pavolo Marzocchi nostro cancelliere al quale etc. e al nostro libro di Censi a foglio 86[594].
La chiesa di Prata nostro padronato libero, prima era ammovibile, e hoggi dall’anno 1626 resa non ammovibile, come si vede il contratto nel nostro libro de Contratti dell’anno 1601 all’anno 1662 in foglio 185[595], e si appartiene l’elettione al signor rettore di nostro Spedale senza la Consulta, e fino l’anno 1496 fu unita detta pieve allo Spedale nostro da papa Alessandro Sesto come al quinto libro di Memorie a foglio 47[596] e fu il 6 di maggio e vi è carta nella saccha de padronati[597].
[97v (n. a. 80v)]
Questa tenuta della nostra grancia delle Masse la quale consiste ne poderi, case, boschi, molini e altro che possiede intorno alla città di Siena, oltre alle due nominate di sopra delle quali si fa solo mentione di esse per esser seggio del granciere di questa grancia, benché vi sieno più stabili antichi delle suddette come si vede dal libro fatto da me Girolamo Macchi al quale etc.
San Lorenzo a Pilli hoggi detto la Grancia questo già anticamente fu altra volta dello Spedale, il quale fu venduto a un tal ser Cenno Manni notaro, e il detto ser Cenno dipoi fece erede la Compagnia della beata Vergine sotto il nostro Spedale e fu venduto per fiorini 1400, il 4 agosto 1407 come alle Deliberattioni C foglio 69, il 4 agosto e fu allo Spedale dato da messer Lottorengo di Biado Tenghi come al protocollo di ser Galgano di Cerbone.
[98r (n. a. 81r)] L’anno 1411 il dì 5 febbraio ci donò questo podere di San Lorenzo a Pilli con più patti e conventioni [con la] Compagnia della Maddonna sotto lo Spedale come si dice al libro di Perpetue dell’anno 1364 in foglio 112 e si vede il contratto nel libro de Contratti dall’anno 1447 a foglio 43[598] e per estinzione di perpetua e altro contratto di ser Galgano di Cerbone nel suo protocollo in quarto foglio in foglio 96 de contratti antichi. E al tempo del signor rettore Claudio Saracini, lo Spedale vi fece a sue spese proprie l’habitattione per il padrone, con una bella loggia e altre stanze, come si vede la spesa nel libretto a tale effetto fatto, quale è nell’armario di questa grancia nell’archivio.
Bossi.
L’anno 1527 il dì 20 agosto il signor Angelo di Placido Placidi fece suo testamento e fidecommisso a favore di nostro Spedale rogato da ser Iacomo Corti, come si vede a nostri Testamenti dell’anno 1449 all’anno 1668 in foglio 175[599] nel quale testamento lassò suo erede universale de suoi beni di Bossi il signore Iacomo Placidi suo fratello carnale, e suoi figli masti legittimi e naturali e loro descendenti in finito, e mancando detta linea in tal caso pervenghi allo Spedale, sì come gli pervenne il dì 11 di settembre 1628 che si entrò in possesso di detta tenuta, come si vede la descrittione di tutti li suddetti beni nella nostra visita dell’anno 1625 nell’ultimi fogli, e vi sono li confini di tutti quei beni, alla quale etc.
L’anno 1715. Vicino al forno della grancia di Pilli per commodo delli seminaristi il mese di ottobre, ci fecero la cappella sotto il titolo di santo Michele Arcangiolo al tempo del reverendo Santi Simoncelli rettore del detto seminario e ciò fu del mese di maggio.
[98v (n. a. 81v)]
Vedi l’origine di detto spedale in questo a foglio 24 per lo Spedale di Siena.
Al secondo libro di Memorie a foglio 331 Niccoluccio di Bartolomeo di Antonio di Martinuccio di Todi lassò al detto Spedale.
Nella chiesa dello spedale di Santa Caterina di Todi dello Spedale di Siena ci sono le sotto scritte parole in una pietra e ricavate da me Girolamo Macchi scrittore.
Ser Laurentius Leonis fecit fieri han cappellam sub annis Domini M CCCCXVII.
Vedi in questo a 60t.
[99r (n. a. 82r)]
L’originale di questo spedale vedi in questo a foglio 25 per lo Spedale di Siena.
L’anno 1691 il dì 25 gennaio ci fu levato arbitrariamente da monsignor Alessandro Fedeli vescovo di Acquapendente frate Servita per farci il seminario, e durò poco, e doppo ci eressero il Monte delli denari, e dopo alquanto tempo gli fu scassato e lo volsero restituire e lo Spedale non lo volse accettare.
L’origine di questo spedale vedi in questo a foglio 29 per lo Spedale di Siena.
[99v (n. a. 82v)]
Vedi l’origine di questo spedale per lo Spedale di Siena in foglio 37.
Vedi il quinto libro di Memorie a foglio 85[600] e sotto il titolo di Santo Michele.
Li tre spedali, di Poggi Bonsi, Barberino, e Monte San Savino vedi in questo a foglio 14 fattone tre commende di ordine del Serenissimo Gran Duca e del papa.
Più memorie per lo Spedale di Siena
L’anno 1195 il 7 di settembre si comprò da Uggieri Ugolini una piazza in Vallepiatta come al libro de Contratti A in foglio 2[601] al tempo di Incontrato.
L’anno 1209 il 17 aprile piazza comprata dallo Spedale vicino al detto Spedale da Alemanno Benincasa, come a Contratti A a foglio 6[602] al tempo di missere Vinceguerra rettore, come in questo 33.
L’anno 1331 il 14 novembre si comprò altra piazza per lire 45 di denari sanesi da missere Sozzo Tolommei a Compre e Vendite foglio …[603] qui dello Spedale[604].
L’anno 1278 si comprò altra piazza in Vallepiatta da Muta di Restauro come a Contratti diversi a foglio …[605] di detto anno.
[100r (n. a. 83r)] L’anno 1313 il Comune di Siena diede allo Spedale le carbonaie che erano dietro alle case di detto Spedale, fuori della Porta di Vallepiatta[606], con autorità ancora di far serrare detta Porta acciò non vi si faccino più le brutture che vi si facevano[607] come si vede al primo libro di Memorie foglio 101 e fu il 2 marzo e il 8 dicembre 1326 si dirizzò la strada di Valle Piatta nelle case dello Spedale, che prima era torta, scoscesa e ripida, quale strada hoggi è il Chiasso detto delle balie, che prima era torto e vi si faceva molte brutte cose e di consenzo de Signori Nove si aggiustò come al detto libro foglio 88, e si chiama hoggi il Chiasso ripido, prima si chiamava di Santo Anzano, come si vede al libro di Pigioni 3 P a foglio 25[608] era del gallinaio di sopra.
L’anno 1344 il 28 di febbraio dal Comune di Siena fu fatta fare la porta della città in Valle Piatta detta la Porta di Santo Anzano dove hoggi è di presente il convento delle monache dette di San Bastiano, qual porta fu fatta nel terreno dello Spedale e concesso al Comune perché in questo medesimo tempo fu serrata la porta detta di Castellosa del Canto all Verchione, e il detto Comune dette in ricompenza al detto Spedale, la strada del Canto all Verchione, che conduceva in Vallepiatta, dove hoggi è il gallinaio di sopra e il macello e cappanna del fieno di detto Spedale e si chiamava il Vicolo di Santo Anzano, come a Contratti K dico K di ser Angelo di Giovanni notaro a foglio 63 e fu fatta di nuovo detta porta di Vallepiatta a richiesta delli huomini della Compagnia di Vallepiatta per potere andare a pigliare l’acqua alla fonte viva, come in detti Contratti a foglio 73[609].
[100v (n. a. 83v)] L’anno 1348 il convento delle fanciulle dello Spedale si vede che ne tenevano fuori dello Spedale, perché nel borgo delle Sperandie sotto allo Spedale di Santo Niccolò hoggi detto di Santa Lucia come si leggie nel libro delli Depositi e preste segnato di lettera D in foglio 89, e 90, e 195 che un convento lo tenevano in detto borgo e quando le maritavano gli davano lire 50 di denari sanesi per ciascuna fanciulla, e altre ne tenevano nello Spedale nel palazzo che già fu di casa Squarcialupi, dove sono al presente, il quale fu dato allo Spedale da donna Verde.
L’anno 1382 si fece la selice per la prima volta dalla porta del convento delle fanciulle e donne come alle Deliberattioni primo foglio 20.
Fino l’anno 1325 si appichò un grand fuoco qui nello Spedale e fece grandissimo danno, come si vede al libro di Croniche foglio 63[610].
L’anno 1458 si appigionava il murello delle fanciulle per lire 2 il mese, come a Pigioni 3 P foglio 21[611] e un ridotto per fiorini 6 il mese come a detto libro foglio 24 per la fiera di agosto a merciari o altri forestieri per vendere merci qui nella piazza dello Spedale.
[101r (n. a. 84r)] Segue la nostra grancia di Prata come in questo a foglio 53.
La quale il dì 16 maggio 1504 lo Spedale la vendé al magnifico Pandolfo Petrucci per il prezzo di lire 28000, come si vede al libro 2 C a foglio 264 e al libro di Compre e vendite a foglio 42[612] e il dì 13 novembre 1505 si ricomprò dal medesimo per detto prezzo.
Vedi il contratto delle capitolattioni tra lo Spedale e la Comunità di Prata dell’anno 1604 nel libro de Contratti foglio 45 a 50. Vedi il quinto libro di Memorie a foglio 281[613].
Possedeva anticamente le sotto scritte grancie vecchie le quali furono vendute in differenti tempi d’ordine della repubblica perché fece un decreto che lo Spedale dovesse vendere per fiorini 2000 l’anno. In questo a foglio 59, e in questo a foglio 1.
La grancia nostra in Campagnatico venduta al convento di Siena l’anno 1355.
La grancia del Poggio alle Mura venduta l’anno 1528 Deliberattioni foglio 250[614].
La grancia di Potentino venduta l’anno 1601 a Vendite foglio 121[615].
La grancia della Ripa d’Orcia l’anno 1437 venduta Deliberattioni foglio 18[616].
La grancia di Monticchiello.
La grancia di Piana in Val d’Arbia venduta l’anno 1504 Contratti 243.
La grancia di Stigliano venduta l’anno 1487 Deliberattioni foglio 9.
La grancia di Castel Giocondo l’anno 1429 si vendé.
La grancia di Santo Angelo in Colle 1404 in affitto a Goro di Goro a Pigioni 2 P 252. Sansedoni era.
La grancia di Scrofiano.
La grancia di Corsignano hoggi di Pienza venduta 1430 Deliberattioni 268.
Oltre poi a tanti, e tanti poderi, case, vigne, boschi e altro come si vede alle Deliberattioni dell’anno 1380 all’anno 1700.
Padronati in dare il possesso
[101v-102r (n. a. 84v-85r)] Memoria de vescovi, e arcivescovi, che li rettori dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena anno messo in possesso del Duomo dal 10 gennaio 1298 lassatoli questo padronato da missere Bisdomini vecchio di casa Antolini uno de 4 casati e padroni del Duomo, come per il di lui testamento del dì suddetto rogato da ser Orlando di Guglielmo, sono, come si vede al nostro libro de Padronati a foglio 2[617] e libro 3 di Memorie foglio 77[618] e per testamento di Pascqua detta madonna Niccola Antolini del dì 2 gennaio 1362 rogato da ser Matteo Petri al detto libro a foglio 2, e quarto libro di Memorie 435[619]. In questo foglio 66.
[101v (n. a. 84v)] L’anno 1308 il 9 di luglio monsignore Ruggiero da Casole frate di San Domenico. Morì il 6 giugno 1317.
L’anno 1377 il 16 di luglio monsignore Donusdeo Malavolti senese. Morì l’anno 1350.
L’anno 1351 il 23 di novembre monsignore Azzolino di Gaddo Malevolti il dì 3 gennaro 1370 morì.
L’anno 1370 monsignore Iacomo di Giglio Malevolti il 20 gennaio. Morì il 8 novembre 1371.
L’anno. Monsignore Guglielmo frate francescano. Creato 1371. Morì il 21 gennaio 1377.
L’anno 1378. Monsignore Luca di Ghino Bertini il 8 giugno. Morì l’anno 1384.
L’anno 1384. Monsignore Francesco Mormille napolitano il 13 novembre. Morì anzi renuntiò il vescovado l’anno 1396.
L’anno 1396. Monsignore Guglielmo non si sa dove fusse.
L’anno 1407. Monsignore Gabbriello Condonieri venetiano, fu dipoi Eugenio Quarto pontefice.
L’anno 1409. Monsignore Casini, dipoi fu cardinale creato vescovo. L’anno suddetto e doppo renuntiò il vescovado a San Bernardino, e non volse accettare.
[102r (n. a. 85r)] L’anno 1427 monsignore Carlo di Agniolino Bartali rettore stato dello Spedale fu creato il 20 settembre, e morì il 14 settembre 1444.
L’anno 1444 il 27 settembre monsignore Neri da Monte Cavallo pistolese. Morì a Viterbo.
L’anno 1450 monsignore Enea Silvio Piccolomini creato il 7 novembre 1450 fu fatto cardenale, e doppo fu assunto al pontificato con il nome di Piio Secondo, e fece arcivescovado [sic] monsignore Antonio Piccolomini.
Qui cominciano l’arcivescovi di Siena
- L’anno 1458 monsignore Antonio Piccolomini creato il 18 settembre di detto anno fu l’ultimo vescovo, e dichiarato arcivescovo il 16 aprile 1459 da papa Piio Secondo. Morì a Bagni di San Filippo e fu trasportato a Siena.
- L’anno 1460 monsignore Francesco di Nanni Tedeschini ne Piccolomini cardinale.
[3]. L’anno 1503 monsignore Giovanni Piccolomini.
- L’anno 1529 monsignore Francesco di Silvio Bandini. Morì in Roma 158(8).
Germanico Bandini coadiutore 1560 intervenne al Concilio di Trento.
- L’anno 1589 monsignore Ascanio di Enea Piccolomini fu eletto il dì 21 novembre. Morì l’anno 1597.
- L’anno 1597 il cardinale Francesco Maria Tarugi di Monte Pulciano morì 1608.
- L’anno 1607 monsignore Camillo Borghesi. Morì l’anno 1612.
[102v (n. a. 85v)] Seguono arcivescovi di Siena messi in possesso lo Spedale grande.
- L’anno 1612 il cardenale Metello Bichi morì l’anno 1619.
- L’anno 1615 monsignore Alessandro Petrucci; morì l’anno 1628.
- L’anno 1628 il 8 di novembre monsignore Ascanio Piccolomini morì il dì 14 di settembre 1670.
- L’anno 1671 il cardenale Celio Piccolomini il 26 di luglio, e morì il 24 di maggio 1681.
- L’anno 1681 monsignore Leonardo Marsili fu eletto il 9 di febbraio suddetto hoggi regniante; morì il dì 8 aprile 1713.
- L’anno 1715 il dì 11 agosto monsignore illustrissimo Alessandro Zondadari nuovo arcivescovo fece l’ingresso pubblicamente con ogni trionfo e festa come per la relattione stampata a tale effetto.
Ill detto[620] monsignore Alessandro Zondadari passò all’altra vita il dì 4 gennaro 1745 a nativitate, e fu sepolto in Duomo appresso la cappella di san Giovanni Battista per modo di deposito e l’anno …[621] fu trasferito il detto corpo nella chiesa di San Giorgio come al libro quarto Censi in foglio 78[622].
- L’anno 1747 et il dì 17 giugno monsignore Alessandro Cervini arcivescovo eletto di questa città di Siena, prese il possesso per procuratore nella persona del illustrissimo signore cancelliere Tiberio Sergardi decano del Capitolo, come si dice al detto libro quarto Censi a 78[623].
[103v (n. a. 86v)][624] Bonificamenti, e resarcimenti fatti per la casa di Siena nello Spedale, e in campagna al tempo dell’illustrissimo signor cavaliere Antonio Ugolini rettore di detto Spedale dal dì 13 febbraio 1709 all’anno 1730 del suo governo.
- Fece imbiancare tutto lo Spedale tanto di sotto, che di sopra, cortile grande, infermarie; fece tegnere li palchi di giallo a dette infermarie e spesiaria, e infermaria delle donne. Banche a balaustri fatte nell’ingresso dello Spedale numero…[625]
- A tutti i letti dell’infermi, e inferme fece rifare li sacconi, matarazzi e capezzali e dipoi a tutti li medici e quelli de pellegrini, le cuperte gialle, e turchine, e doppo parimente a tutti le cuperte bianche di bambagia per l’estate e molte di lana per l’inverno, e doppo a tutte le tenducce a letti.
Fece ripulire quelle pitture che sono nel pellegrinaio delli vuomini.
- Fece fare in chiesa il cornicono dorato, e sotto il collarino simile e dentro ad esso il bel fregio, e rifenì di broccatelli la chiesa dall’angiolo e la Nunsiata di qua e di là e sotto l’organi, e cappella sino alla tribuna dell’altar maggiore e fece quel bello e nobile baldacchino dorato e doppo fece restaurare l’angelo, e la Nunsi[a]ta.
1713 Sei finestroni, o linghiere nelli cortili e infermarie con li suoi ferri per buiare alle piogge, e sopra l’infermarie li sfoghi.
Introdusse numero 3 Padri Osservanti, cioè 2 sacerdoti e un laico per raccomandare l’anime all’infermi a quali fece fare una decente e comoda habitattione sopra la spesiaria.
Introdotto sopra a letti dell’infermi a ciascuno di essi un quadro, fatti per carità da pie persone e sotto a detti quadri la targa di terracotta con il nome del santo e il [104r (n. a. 87r)] numero del letto e arme della Scala.
Fece fare l’ingresso più commodo per andare dallo Spedale in palazzo del signor rettore, che per il passato era sotto dal beato Sorore e abbellì di sgabelloni la sala di detto palazzo e fece di nuovo le finestre di vetro, e fusti nuovi dipenti a dette finestre.
- Fece fare un armario grande nel habitattione dell’infermiere per tenerci la biancaria, sì come ancora tutte le coperte; fece coprire la metà del camposanto che era allo scoperto perché rendeva fetore, e sopra di esso si cavò il biancheggio della cera, sì come ancora per altri affari della spesiaria.
Introdotto che le fanciulle del Pellegrinaio cucinino per l’inferme, che prima havevano l’inferme quello che avanzava all’infermi, e gli era portato le pignatte da servi sino alla porta delle fanciulle era sempre la robba diaccia.
Fece fare di nuovo la bara nuova rotonda (?) per li feriti e sopra di essa la cuperta di panno turchino, sì come ancora fece il panno alla sedia, che si va a pigliare l’infermi.
Ottenne da Padri che serve, una nobil casa sove stava il corpo del beato Francesco Patritii, la quale con christalli davanti e dalle parti laterali, nella quale a suo tempo ci si deve collocare il corpo del beato Sorore. Hoggi è nell’archivio.
Ottenne dalla Compagnia della Beata Vergine Maria la stanza al piano dell’archivio, la quale già era dello Spedale, e per collocacci in essa le scritture antiche della città e Stato, sì come ancora quelle dello Spedale, e a detta Compagnia fattogli altra stanza sotto a essa e altre commodità a spese dello Spedale per havere la suddetta.
Ottenne da Sua Altezza Reale li bagni di Petriolo con pagare l’anno lire 18 alla Comunità di Pari, li quali fece ridurre assai commodi per benefisio di chi in essi vanno a bagniarsi, e utile della grancia del Santo.
[104v (n. a. 87v)] Cappannone fatto di nuovo alla tenuta delle Segalaie, sì come ancora resarcito quei poderi, e palazzo che vano per la mala.
- Banche nuove numero 24 fatte in chiesa per comodo del popolo.
- Cortinaggi turchini e bianchi e sue cuperte e cielo fatti di nuovo in numero 10 alle 5 letta della fameglia e infermaria de nobili con pagliacci, matarazzi e capezzali, e quadri.
Fece di nuova la turpita di seta verde, o strato con li guanciali per la residenza in chiesa al suo luogo.
In Capitolo fatto fare all’intorno palchetti per collocarci i libri di fameglia, baliatici, repertori e altri.
Fece fare dalla cantina a dove si macella il rattenutino a luoghi comuni de fanciulli e conventuali e inferme.
Fece restaurare il giardino dello spesiale dello Spedale in altra foggia di quello che stava prima con far fare il muro a piedi il medesimo e dalla parte del gallinaio con havere fatto porre limoni e aranci. Comprò testi e altro.
- Fece fare di nuovo le tenduccie di seta turchine con stelle a oro alla beata Vergine Maria dell Manto.
E fino a questo anno ha superate liti, sgravato lo Spedale da molti debiti, rifenito la posta della Pignia a Cun(a), restaurati la maggior parte delli poderi delle granci(e) e le medesime restaurate; riscossi campi in Monte Pesca(li) e fatti intavolare tutti quei beni quali erano in affitto al signor marchese Guadagni; sì come a Prata e altre grancie ha riscosso debiti arretrati, fatte composittioni e altro il tutto per benefitio di questa pia e santa casa e SUA DIVINA MAESTÀ la beata Vergine Maria e il beato Sorore gli concedino sanità e lunga vita, acciò maggiormente possa havere campo per l’advenire di impiegare la sua persona a benefitio de povari e utile della sua anima, che SUA DIVINA MAESTÀ gli conceda la grasia.
[105r (n. a. 88r)] L’anno 1717 [h]a fatto restaurare tutti i libri di canto fermo della sagrestia in numero…[626] quali erano tutti guasti e stavano in sagrestia alla polvare e a molti fu levato delle miniature e adesso [h]a introdotto che stieno in Capitolo in uno armario a tale effetto fatto fare, quali libri restaurò il reverendo prete Agostino Raffaelli cappellano di Duomo, e in tutto importò la spesa lire 840 e per il 25 di marzo si messero tutti in mostra al popolo in Capitolo. Cioè al detto prete lire 560 e scudi 280 di materiali.
- Ordinato farsi 6 reliquiari di argento per l’altare maggiore dello Spedale il mese di aprile 1718 a maestro Pietro Mensini orefice.
Scialbo fatto fare allo sperone nel chiasso ripido sotto alle balie a mano sinistra per andare a Santo Bastiano il mese di aprile 1718 e sopra fattoci fare li docci di latta dal dormentorio de servi e loggia del matarazzaro.
Fece fare sei belle sedie a bracci a letti di damascho per servizio della chiesa per le solennità per li sacerdoti che cantano la messa.
Fece fare di nuovo l’arme della serenissima governatrice Sua Altezza Reale.
Spedale e casa Ugolini Billò con la tettoia nuova sopra di essa. Sopra alla porta del palazzo di sua abitattione nello Spedale e ciò fu l’anno 1717.
- Fece agumentare li numero 6 candelieri e croce di argento, e 2 candelieri nuovi di argento per li crociferari parte con lemosine da più pie persone.
- Fece scialbare di calcina il mese di agosto per la parte di fuori da via Fusari, il convento delle balie, il Seminario Soleti e case dello Spedale sino a quella dove è la Santissima Nunsiata in faccia al forno del Opera e in questo a foglio 90 e[627].
[105v (n. a. 88v)] Titoli che sono nelli altari della chiesa dello Spedale cavati da più visite fatte alla suddetta chiesa, da più arcivescovi di Si(ena)
L’altare maggiore sotto il titolo del Salvatore, e già anticamente la sua cappella fondata da Lorenzo Vecchietta suo fondatore era a piedi la suddetta chiesa. Vedi in questo a foglio 11.
L’altare della santissima Nunsiata, ci sono li titoli di santo Pietro e Pavolo apostoli, santo Biagio, santo Lorenzo, e santo Francesco; e si fanno le feste in esso il dì 25 marzo, il 29 giugno, il 3 febbraio e 10 agosto.
La cappella della beata Vergine Maria dell Manto, ci sono li titoli della santissima Concettione, santo Luca, santo Michel Arcangelo e santo Gregorio; feste che si fanno in essa il 18 ottobre, 8 dicembre, 6 gennaio per l’Epifania, e l’ottava della purificattione della beata Vergine Maria per li pizzicaioli, e portano offerta.
L’altare di santa Teresia moderno.
L’altare di santa Francesca Romana moderno; festa il 9 marzo.
L’altare dell’Assunta, titoli in esso santo Antonio, e santo Giovanni; festa in esso il 15 agosto.
Cappella della beata Vergine Maria fondata da suor Lisabetta Biagini; festa in essa il 8 settembre.
Candele da porsi ardenti alla beata Vergine Maria dell Manto,
il dì 6 gennaio conforme alli obblighi nella tavola in sagrestia
Alli 6 angioli di detta cappella per lassito di missere Antonio Terzuoli 5 solennità dell’anno cioè Annuntiattione, Pasqua di Resurrettione, Pentecoste, Assuntione e per il Natale[628]; e 5 solennità il cero in mezzo per lassito del già signor rettore Giovanni Tolom(ei).
[106r (n. a. 89r)] Giorni di residenza nella chiesa dello Spedale per la fameglia sono cioè, come alle Capitolattioni a foglio …[629]
Il 2 febbraio giorno della Candelora la mattina non ce comunione.
Il 25 di marzo giorno della festa a offerta, non ce comunione.
Il giorno dopo all’offisio del signor Soleti la mattina.
Il giorno dopo all’offisio di missere Giovanni Antonio scrittore maggiore.
La domenica delle palme per l’olivo non ce comunione.
Mercoledì santo il giorno all’offisio.
Giovedì santo mattina e sera.
Venardì santo mattina e sera.
Sabbato mattina alla messa.
Domenica mattina alla comunione Pasqua di Resurrettione.
Pasqua rosa la mattina, con comunione.
Assuntione della beata Vergine Maria con comunione.
Il mese di settembre il 21 all’offisio del già Bartalomeo Colombi.
Il giorno di tutti li santi la mattina con comunione.
Il secondo giorno di novembre la mattina all’offisio de morti.
Il 25 di dicembre Natale di Nostro Signore con comunione[630].
Il 23 dicembre al offisio del signor Agusto Sani.
[106v (n. a. 89v)] e fece tegniare di colore di noce tutte quelle porti che sono dal convento delle balie sino all’ultima casa dove è la Santissima Nunsiata che è tutto quel ceppo di case dello Spedale.
Adì 25 settembre 1720 fu messo mano a guastare il tetto grande che era sotto alli finestroni della chiesa con mensoloni per la parte di fuori sopra alli murelli, perché minacciava rovina, e quando fu ammezzato di guastare si diede principio a scialbare la facciata di chiesa per di fuori di calcina, e con fascie di colore celeste, che per il passato detta facciata era la maggior parte di mattoni arrotati, e per uguagliare sotto il suddetto tetto ci era una porta murata che faceva un poco di vacuo, fu ricoperta di pietre sopra dalli murelli.
- L’anno passato fece restaurare il giardino della spesiaria con havere fatto il muro longo dal camposanto sino al pozzo di acqua viva nel orto di detto Spedale, che per il passato era a sprangato, e fece il muro a piedi l’orto dello Spedale per rendere murato tutto il giardino di detta spesiaria.
Fece ingrandire la galazza per l’orto di sopra e di sotto con avere fatto li gorelli di sasso per pigliare l’acqua quando piove dalla piazza del signor marchese Nerli.
Fece per le bestie delle grancie laggiù dove si macellano li bovi e castrati la stalla per le medesime che per il passato stavano in queste di sopra, che servano per la serenissima governatrice.
Fece ancora il transito o passo da detta stalla per andare alla cappanna da fieno con havere fatto 2 parapetti con sue porti nel’andito che va nel camposanto, per andare in detta cappanna che per il passato andavano per la piaggia dalle balie.
[107r (n. a. 90r)] Segue l’ordine delli signori rettori di questo Spedale di Santa Maria della Scala restati indietro come in questo a 35t[631].
- L’illustrissimo signor cavalier Ranieri de Piccolomini fu eletto rettore da Sua Altezza Reale il serenissimo duca Francesco III di Lorena e granduca VIII di Toscana, e ne prese il possesso privato il 2 maggio 1740, et il dì 26 giugno ne prese il possesso pubblico, e solenne, come si vede al libro Conti Correnti et in foglio 517[632], et alle Deliberazioni correnti X in foglio …[633].
- Il lustrissimo signore cavaliere Girolamo Pannilini fu eletto rettore coadiutore all’illustrissimo signor cavaliere rettore il dì 6 luglio di detto anno da Francesco II gran duca di Toscana terzo. Non prese il possesso pubblico, ed il dì 26 aprile del 1753 restò libero rettore il dì 28 gennaro 1753 stile comune per la morte seguita del detto signore rettore Piccolomini.
Il cavalier Girolamo Pieri.
- Il nobil Antonio Rinieri de Vecchi di poi cavaliere.
- Il nobil Scipione Bargagli.
- Il marchese Girolamo Ballati Nerli.
- Il nobil Celso Petrucci già Bargagli.
- Il nobil signor avvocato Pietro Griccioli.
- Il nobil Attilio Rinieri de Rocchi.
- Commissione amministratrice: presidente nobil signore dottore Bernardino Palmieri Nuti; membri: professor Pietro Burresi, professor Pasquale Landi, e signore Francesco Canale.
[107v (n. a. 90v)] 1864. Deputazione: presidente, signore dottore Girolamo Rubini; membri: nobile signore Bandino Ugurgeri, avvocato signore Domenico Mazzi, dottore Alessandro Stasi, e signore Gaetano Bizzarrini.
- Commissario regio straordinario avvocato Evandro Caravaggio.
- Rettore provvisorio dottore Lorenzo Crociani.
- Commissione direttrice: presidente, cavaliere Antonio Agostino Pavolini; membri: professore cavaliere Pietro Burresi, nobil conte Girolamo Piccolomini, professore cavaliere Salvadore Gabbrielli, e ingegnere dottore Girolamo Rubini. Dalla qual commissione nel 18 luglio 1871 si confermò rettore interino il prenominato dottore Crociani, e nel 2 ottobre 1872 lo nominò rettore definitivo, e che rimase in officio fino …[634]
[108r (n. a. 90a r)] Sua Maestà Imperiale[635]
L’anno 1694 il dì …[636] maggio come alle Deliberationi di questo Spedale a foglio fu dall’illustrissimo signor rettore Antonio Maria Tommasi, e savi eletto maestro di chirurgia theorica, e medico di questo Spedale il signor dottore Gabriele Bucci oriundo della città di Monte Alcino, e discend(en)te dalla già nobil famiglia Bucci di questa città di Siena, e de i signori della Verona, conforme fu conosciuto di tal famiglia da questa illustrissima Balìa il dì primo febbraio 1714 ab incarnatione come per attestato dell’illustrissimo signor cavaliere Ercole Antonio Squarci cancellier di Balìa etc. Che però il prefato signor dottore Bucci com(e) aggregato a questa famiglia in più, e diversi tempi in congiuntura di malati si portò, e si portava bene spesso alla nostra grancia di Cuna, dove osservò, et osservava, essere ivi una carnificina, ed un macello per quei poveri contadini, e vetturali, che da divers(e) grancie portando quantità di biadumi, li conveniva sul dorso salirli alli granari superiori, onde mosso a pietà si voltò col pensiero, a reflettere e far di(se)gno, di fabbricare una dolce, et agevol salita alli detti granari, e da questi alla grande stanza [108v (n. a. 90a v)] della campana, conforme presentemente si vede il detto suo disegno passato in opera, col’aiuto del buon gusto ed intelligenza del già signor Ansano Farnesi allora granciere, e ministro di Cuna. Che però atteso questo suo disegnio pregò, et indusse quell’illustrissimo signor rettore Emilio Borghesi della Ciaia a fare tale spesa, quale fu da maestro Bartolommeo Farinelli muratore principiato il dì 14 ottobre 1709, e terminata il dì 26 marzo 1712. In tal congiuntura al prefato signor dottor Bucci che assieme con il predetto signor rettore, e signor Lattantio Martinozzi uno de savi di detto Spedale si trattenne in Cuna dal primo dicembre fino al 12 detto, venne in pensiero di condurre l’acqua dell’Arbia al mulino di Monteroni, e ne fece il livello, e vi trovò di declivio braccia tre, e mezzo in circa, che però essendosi mutato governo e stato eletto per nuovo rettore l’illustrissimo signor cavaliere Antonio Ugolini Billò in più e diverse congiunture, et in specie l’anno 1724 che fu una forse non più accaduta siccità, il prefato signor dottor Bucci rappresentò e pregò detto illustrissimo signor rettore, che facesse sì bell’opera di condurre l’acqua dell’Arbia al mulino di Monteroni quando mosso da pio zelo detto signor rettore, e dalle preghiere dell’illustrissima signora Urania Brogioni rettrice, e di lui dilettissima consorte deliberò, e s’indusse a fare [109r (n. a. 90b r)] tale opera[637], onde il dì 7 ottobre in domenica 1725 caricò, et dispensò l’onore al predetto signor dottore Bucci che desse di mano, e principio a questo disegno con portarsi dal signor dottore …[638] Montucci publico ingeniere di questa città, acciò volesse prendersi l’incomodo, d’essere al livellare l’acqua dell’Arbia, conforme il dì 10 detto mese in mercoledì si portò detto signor dottore Montucci al detto livello assieme coll’illustrissimo signore Ambrogio Lut(i) camarlengo di questo Spedale, reverendo signor Francesco Maria Lazzaretti ministro, detto signor dottore Bucci, maestro Benedetto Rossi muratore, il granciere di Bossi, e Niccolò Mai, e vi si trovò di declivio braccia tre, e oncie 19, il che riportai all’illustrissimo signor rettore, fu il dì 5 novembre 172(5) tirata scrittura di cottimo, con il sopra detto maestro Benedetto per scudi 1600 con obligo di mantenere dett’opera per anni tre, onde il dì 13 novembre detto anno esso maestro Benedetto diede principio al lavoro, et il 6 aprile 1726 in sabbato hebbe detta acqua dell’Arbia il suo primo principio di condursi al detto mulino di Monteroni a hore 21 fu terminata l’opera il dì 19 settembre 1726 nel qual giorno fu compito il ponte in Tressa, che è il maggiore, del(li) altri ponti, essendo largo braccia 14 e mezzo e l’altro braccia 9.
In segno poi di ringraziamento a Sua Divina Maestà di tant’opera, cosa vantaggiosa a questo Spedale fu ordinato da quest’illustrissimo signor rettore …[639] [109v (n. a. 90b v)] fossero celebrate nella chiesa della cura di Cuna, messe vinti, conforme si celebrorno, et una cantata a tre ministri alla santissima Trinità, e vi fu cantato il Tedeum, e la sera poi furno nella chiesa di Monteroni cantate letanie alla santissima Vergine, et altre preci di ringraziamento come anco il Tedeum, e fu il tutto accompagnato con feste, e fuochi di gloria, e dispensa in copia di vino, e in detto giorno fu dal predetto signor dottore Bucci esposta, e collocata sopra la porta del mulino di Monteroni l’arme in marmo di questo illustrissimo signor rettore assieme con questa di questo Spedale, colla sotto qui inscrittione improntata similmente in marmo
- O. M.
Pauperibus, incolisque consulens
Eques Antonius Vgolini Billò
Magni Senarum Xenodochii Rector
Ad molendas perenne fruges
Aquam ex Arbia, ingenti sumptu,
ac industria, largiter derivavit.
A.D. MDCCXXVI
Il molino di Monte Roni l’anno 1325 era dello Spedale, come ad Uscita di …[640] in foglio 6[641].
ALLEGATO
[1r (n. a. 2r)]
Questo podere è stato lassato dall’infrascritti in diversi tempi cioè
L’anno 1237 il 6 febbraio Ruberto fornaro sanese donò parte di esso al tempo di missere Caccia Conte rettore dello Spedale, come si vede al terzo libro di Memorie a foglio 457[642] come per rogito di ser Giovanni di Guidone notaro[643], e al libro grande Contratti B a foglio 30[644].
L’anno 1377 il dì 9 ottobre la contessa Idania moglie del conte Bernabò di Pisa, la quale si fece commessa dello Spedale, e donò una possessione nel poggio di Ravacciano, con casa, vignie e terreni lavorativi, e tini, con questo però, che non si possa mai vendere, come per contratto rogato da ser Bartolomeo Tellini notaro dello Spedale, e si vede detta donattione al libro de Commessi a foglio 41, anzi nel libro delle Donazioni e Oblazioni[645].
L’anno 1431 il dì 7 maggio Rosso del già Simone del Rosso di Siena, ci lassò la sua possessione di Ravacciano[646], con questo però non si possa vendare, né impegniare, e contrafaciendo ricadi alla fabbrica de Padri di San Francesco di Siena, come per suo testamento rogato da ser Antonio di Giovanni da Bagnaia notaro, come si vede al nostro libro de Testamenti dell’anno 1437 all’anno 1505 a foglio 13 sino a 15 al quale etc.[647]
L’anno 1572 al tempo di missere Girolamo Biringucci cavaliere e rettore si fece di nuovo su nel poggio di Ravacciano la casa per il mezzaiolo, che hoggi serve per tinaio, e spogliatoio per le fanciulle dello Spedale, il maggio e settembre che vi si mandano [1v (n. a. 2v)] alla ricriattione de baccelli e vendemmia dell’uva, per consuetudine antica, come si vede il ricordo nella Visita dell’anno 1617 a foglio 7, al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi rettore[648].
1257 il bosco di castagno a Ravacciano lo lassò Romagnolo di Ugolino Pericciol[i] come a Contratti B grande a foglio 33[649].
Al libro de ricordi del signor rettore Chigi nella stanza de Contratti[650].
L’anno 1487 il dì 24 novembre si comprò da Andrea d’Ambrogio una lama di oppi nel Comune di Ravacciano in luogo detto il Piano de Noci, nella quale lama vi erano oppi numero 76 e si spese fiorini 100, come si vede al libro di Compre e vendite a foglio 83[651].
L’anno 1601 confinava questo podere come si vede alla Visita di detto anno in foglio 28[652] con la chiesa di Santo Pietro a Ovile di Siena, con missere Iacomo Ragnoni, e hoggi il signor Giovanni Battista anzi signore Ghelardo Ragnioni; orto di nostro Spedale, con Camillo spesiale, con boscho di Polloneto, con Piero Antonio linaiolo, con campo, e gora, il fiume del Riluogo, il convento delle Povere Abbandonate. Un pezzo di terra di là dal Riluogo, il campo della Lama confina il confino di detto Riluogo e dette Abbandonate, hoggi il convento del Refugio. Un altro pezzo di terra fra il Riluogo e la gora suddetta e detto Pier Antonio con cataratta della gora. Un campo di terra in luogo detto il Fosso di Santo Bennardino, da capo confina la via comune, da un lato il signore Lattantio Biringucci, e da due lati la commenda de⸱Cavalieri di Santo Stefano.
L’anno 1555 il dì 24 maggio il signor Marco Antonio del già signor Agostino Ragnioni fece il suo testamento sotto rogito di ser Adriano Bocciardi il quale fa fidecommisso de suoi beni di Ravacciano e di altri a favore dello Spedale, che estinta detta casata pervenghi il tutto a detto Spedale, e il suo testamento ogn’anno per l’Avento si deve leggiere nella sagrestia de Padri di Santo Francesco con l’intervento del signor camerlengo dello Spedale.
Li confini vedi alla Visita 1601 a foglio 28[653].
[2r (n. a. 3r)]
Questo orto si crede sia quella possessione, che lassò allo Spedale il 7 di maggio 1431 Rosso del già Simone del Rosso descritta nel podere di Ravacciano avanti, cioè non si possa vendere, né impegniare, e contrafaciendo recadi alla fabbrica de Padri di Santo Francesco di Siena, come per suo testamento rogato da ser Antonio di Giovanni da Bagniaia notaro, come si vede al nostro libro de Testamenti dell’anno 1437 a foglio 13 e 15[654], perché già in faccia a detto orto vi [h]anno detti Padri un podere chiamato il Podere delle Mura con la fonte detta di Santo Bennardino, la quale l’anno 1572 restaurò lo Spedale.
L’anno 1572 al tempo del rettore missere Girolamo Biringucci cavaliere si coprì il casamento del podere del piano di Ravacciano, e vi si fece più stanze di nuovo, particolarmente l’oliviera per l’olive e molti anguillari di viti, con arboli domestici e olivi, e hoggi ridotto a orto e vi si dà mangiare alle fanciulle quando vanno alla ricriattione di maggio e settembre, che a tale effetto l’anno 1635 vi si fece numero 10 tavole le quali costoron lire 210 come si vede al libro de ricordi delle Masse di questo anno a foglio 99[655].
Confina hoggi questo orto da capo con il signor Galardo Ragnioni, e da piedi il fosso detto di San Bennardino e da due lati il podere di contro di Ravacciano, e alla Visita 1601 foglio 24 vi sono detti confini[656]. Vedi ancora al libro di Perpetue 1345 a foglio 326[657].
L’anno 1511 si fece l’oliviera come a Conti Correnti 2 E in foglio 295 e 297[658].
[2v (n. a. 3v)] Mulini nel Riluogo
Li due molini nel piano di Ravacciano macinanti con l’acqua del Riluogo e del borro detto di Santo Bennardino, uno si chiama il molino de Bottini, e l’altro delle Lame, li quali sono per non divisi con la congregazione delle Vergini del Refugio di Siena; li donò a questo Spedale, l’anno 1670 il dì 26 gennaio il molto reverendo Giovanni Francesco Barbiani e donna Apollonia fanciulla sua sorella, assieme con una lor casa, a quali durante la di lor vita naturale, lo Spedale gli somministrò scudi 30 l’anno, come si vede al libro Conti Correnti e a foglio 101[659] e per contratto rogato da ser Pietro Pavolo Marzocchi nostro cancelliere, al quale etc.; e questi molini apportano gravi spese allo Spedale, stante le steccate donate da suddetti.
Al libro de Contratti grande di lettera B vi sono numero 14 contratti, da foglio 30, sino a foglio 35 tutti attenenti a beni di Ravacciano: casa, vigna, castagneto e boscho, lo donò l’anno 1257 il 3 di marzo Romagniolo di Ugolino Pericciuoli del popolo di San Mauritio, come a detti Contratti a foglio 33 rogato da ser Guglielmo di Sandro notaro, vedi in questo foglio 2; e hoggi sono ambi due dello Spedale come si dice di sopra[660].
Misura del bottino dei mulini suddetti rifatto l’anno …[661]
Occhio largo braccia 3 e alto braccia 3. Bottinoni largo braccia 4 alto braccia 3, doppo canne 15 largo braccia 2½ alto braccia 3½; doppo canne 27 largo braccia 1¾ alto braccia 4.
Doppo canne 31 alto braccia 4 e largo braccia 2½ sopra alla sgrottatura braccia 4.
Doppo canne 34 altro braccia 6 e la medesima larghezza.
Doppo canne 37 alto braccia 4 e medesima larghezza.
Doppo canne 44 alto braccia 6 largo braccia 3.
Doppo canne 59 alto braccia 8 e largo braccia 3 e alla grotta.
Doppo canne 60½ vi è la cataratta[662].
[3r (n. a. 23r)] Memorie tra lo Spedale grande di Santa Maria della Scala di Siena, e la Compagnia della Beata Vergine Maria sotto le Volti di detto Spedale mediante la strada vecchia antica, e muraglie castellane vecchie date il Comune di Siena al detto Spedale per il suo accrescimento.
Avanti che il Comune di Siena concedesse le sue mura castellane, e carbonaie allo Spedale di Santa Maria della Scala, le quali erano dalla porta di Valle Piatta, sino alla porta del Canto all Verchione di Castellosa, già porta Ausea, qual porta di Valle Piatta era dove hoggi è la porta che vi entrano le some delle monache di San Bastiano per la parte di sotto, e quella del canto all Verchione era dietro al palazzo hoggi de signori Chigi in Postiella dalla quale uscì santo Ansano al martirio, che anticamente si crede si chiamasse la Portella, che nè derivato da essa il nome di Postiella, tra queste due porti antiche della città, e mura castellane vi era un vicolo, o strada, che si chiamava il Chiasso di Santo Ansano, nel qual vicolo hoggi dì, vi è la cappanna per il fieno; anditi longhi per legniami, macello, il gallinaio di sopra dello Spedale, e detto vicolo haveva tre bocche, cioè la prima dietro al palazzo de signori Chigi, la seconda incontro hoggi al palazzo di Sua Altezza Serenissima, che serve per rimessa, et era un arco grande nel palazzo di casa Pecci, dove già anticamente vi risedé la Signoria di Siena, e la terza era sotto alla Compagnia hoggi di Santo Girolamo, dove è la porta della cappanna dello Spedale a’ piedi il chiasso ripido delle balie, da quali bocche entravano, e uscivano li fratelli della Compagnia della beata Vergine Maria detti li battitori di sotto, sì come ancora altre persone che vi habitavano, perché vi erano molte case, particolarmente li frati, e commessi, che servivano lo Spedale, li quali a suono di campanello venivano subbito al servitio per la porta, che era di sotto in detto vicolo, la quale vi è anco al presente, e si chiamavano le case sotto il Ponte dello Spedale, qual ponte è appunto hoggi dove si macella, che è longo braccia 51 e largo braccia 7½ e sotto a esso vi era l’entrata per detta Compagnia[663], il tutto cavato da più libri di pigioni di nostre case che possedeva in questo tempo.
[3v (n. a. 23v)] L’anno 1313 il 2 di marzo il Comune di Siena diede allo Spedale le carbonaie che erano fuori della porta di Valle Piatta dove hoggi è il convento delle monache di San Bastiano, con autorità al detto Spedale di far murare detta porta della città, perché vi si facevano molti vituperi, come si vede al libro di Memorie primo a foglio 101[664] e fu a richiesta dello Spedale come per contratto rogato da ser Angelo Ducci notaro delle Reformagioni, al tempo di missere Iacomo del Mancino rettore[665].
L’anno 1326 il dì 8 dicembre lo Spedale fece dirizzare la strada di Valle Piatta, hoggi detto il Chiasso ripido, sotto alle nostre balie, e prima si chiamava il Chiasso di Sant’Ansano, da quello vicino che vi era, quale strada era assai ripida, e scoscesa e torta, e vi si facevano molti vituperi, e di consenzo dei Signori Nove governatori, si aggiustò come si vede al nostro libro 3 P a foglio 25[666], e questo luogo di Valle Piatta, era luogo destinato per le meretrici del Terzo di Città, che dipoi nell’anno 1415 a queste gli fu assegniato Castell Vecchio o le Murella, e primo libro Memorie 88[667].
L’anno 1344 il 28 di febbraio di consenzo de Signori Nove governatori della città di Siena, ordenoron che si facesse di nuovo una porta della città nella contrada di Valle Piatta, dove hoggi è il convento delle monache di San Bastiano, e ciò fu fatto a richiesta dell’huomini di detta contrada, per potere andare a pigliare l’acqua alla Fonte Viva, qual porta tenesse di larghezza braccia 13, e il terreno era dello Spedale, e si concesse al detto Comune, e per ricompenza il detto Comune di Siena concesse al detto Spedale, tutto il muro castellano, terreno e carbonaie, che erano dietro allo Spedale, dove hoggi è il camposanto, gallinaio e orto dello Spedale[668],
[4r (n. a. 24r)] cioè da detta Porta Nuova fino alla porta che si chiamava del Canto all Verchione di Castellosa, hoggi vi è l’orto di casa Pecci e galazza di acqua dello Spedale, come per contratto rogato da ser Angelo di ser Giovanni al suo protocollo K a foglio 64, 65, 73 esistente nell’archivio di detto Spedale[669].
Parimente quest’anno 1344 lo Spedale concesse il sito al Comune di Siena per fare la via dritta a detta Porta Nuova per il suo terreno, in braccia 45 e il detto Comune si contentò che lo Spedale facesse chiudere a suo beneplacito la strada o vicolo detto di Sant’Ansano da Valle Piatta, dove hoggi è la cappanna del fieno e altri cortili di detto Spedale, sino alla porta detta del Canto all Verchione di Castellosa, come si vede il contratto rogato da ser Angelo suddetto al suo protocollo K a foglio 7.
L’anno 1381 il 17 di febbraio lo Spedale fenì di chiudere detta strada o vicolo, e si fece ancora sbattare delle mura castellane, che haveva date il Comune di Siena, come si vede al nostro libro delle Deliberattioni di questo anno a foglio 8 tergo[670] e si rifece il muro a lato la via sotto il ponte.
L’anno 1384 il 20 di aprile al tempo di missere Giovanni di Iacomo Iandaroni rettore di detto Spedale fece capitolo a favore della Compagnia della Beata Vergine Maria sotto lo Spedale, come si vede al libro delle Deliberattioni a foglio 82[671], perché fu chiusa detta strada si crede si desse l’ingresso per l’orto del detto Spedale a detta Compagnia, e dice così
Item per simil modo e forma, fu vento e deliberato per lupini 16 di loro, dando i lupini bianchi del sì, non ostante 5 lupini neri del no, che si conceda alla Compagnia della Disciplina del detto Spedale quella parte del orto, che [h]anno tenuto, sì come sarà confermato per il rettore del detto Spedale, qual orto è del detto Spedale, e tenerlo Bertino Tucci frate [4v (n. a. 24v)] dello Spedale, e la terza parte del orto possino tener quel tempo che piacerà a detto Spedale e non più, e ad ogni volontà dello Spedale lo devino relassare libero, e devino pagare ogn’anno allo Spedale un cero di cera o di peso libbre una per il 25 di marzo fin che lo terranno; il quale tennero al’anno 1524 al 11 settembre.
Sì che si vede che l’[h]anno tenuto il detto orto fino all’anno 1525 il quale lo resero al detto Spedale, come si vede al libro di Pigioni 3 P a foglio 15 e nel libro della Cera a foglio 81[672], e da che fu chiusa la strada o vicolo del Chiasso di Sant’Ansano, li fratelli di questa Compagnia passavano dietro al palazzo di casa Chigi e da quell’arco hoggi murato che serve per rimessa, avanti alla porta del palazzo di Sua Altezza Serenissima, perché non vi erano altre strade.
L’anno 1388 doppo che fu chiusa la strada o chiasso di Valle Piatta, lo Spedale fece fare il muro per il suo orto, hoggi detto il Fosso di Santo Ansano, come si vede al libro delle Deliberattioni di quello anno a foglio 205[673] e nell’anno 1460 ne fu rifatto canne 66, come si vede al libro Conti Correnti R a foglio 11[674] e al libro 2 A per canne 22[675] e l’anno 1592 il dì 12 settembre vi fece il camposanto con il muro per seppellirvi li morti, come al libro dell’Usufrutti foglio 15[676].
L’anno 1405 si concesse a beneplacito dello Spedale alla Compagnia della Beata Vergine Maria sotto le volti del medesimo Spedale olio ¾ e fu il 19 settembre e ciò per far ardere la lampana che tenevano avanti l’altare del santissimo Crocefisso, come si vede alle Deliberattioni di questo anno a foglio 47[677].
L’anno 1411 il dì 5 febbraio detta Compagnia diede allo Spedale alcuni beni a San Lorenzo a Pilli, come erede di ser Cenno Manni con più patti e condittioni, come per contratto rogato da ser Galgano di Cerbone nel nostro libro di questo anno a foglio 43 de Contratti[678].
[5r (n. a. 2)] L’anno 1524 il dì 11 settembre questa Compagnia per andare in essa passavano per l’orto dello Spedale, e la loro entrata era sotto alla loggia del nostro ministro de granai, e corrispondeva in faccia al altar maggiore loro, e ne pagavano il canone di cera, si fece accordo con detta Compagnia e missere Giovanni di Filippo Tondi rettore dello Spedale, cioè che detta Compagnia lassasse fare al detto Spedale un muro di braccio sopra alla sua loggia e il detto Spedale, desse il passo, e ingresso per andare in detta Compagnia dal portone de vetturali e dal andito sotto il granaio, e in faccia alla porta dell’archivio di esso Spedale gli concedesse per fare la scala per entrare in detta loro Compagnia e così fu concordato e ne tengono memoria nel loro libro delle Deliberattioni del suddetto anno in detta Compagnia[679].
E ne libri dello Spedale non ci [h]o trovato cosa alcuna, benché abbi fatto più volte diligenza, ben vero è che anticamente pagava allo Spedale questa Compagnia numero 6 ceri di libbre 6 l’uno per il 25 di marzo, e questi si crede per concessioni di sito datoli lo Spedale, e doppo si desisté per lassiti stati fatti allo Spedale che desse tal somma di cera a detta Compagnia.
Al libro Longo dei ricordi dello Spedale grande di Santa Maria della Scala, e detto lo stracciafoglio dell’anno 1528 all’anno 1588 si trova il sottoscritto ricordo, per la Compagnia della Beata Vergine Maria sotto il detto Spedale in foglio 220[680].
Per tenere il cataletto dall’anno di Christo 1556.
Alla Compagnia della Vergine Maria sotto il nostro Spedale, ricordo come questo dì 15 giugno anno detto li sopra la nostra stanza che già si faceva l’esamine, e gli s’è dato licenza che possino fare un cancello di legniame al andito che va in detta stanza e dicenno renderlo in presto per tenere il loro grano e il loro cataletto di essa Compagnia e tutto gli fu prestato di consenso e volontà del nostro magnifico rettore missere Scipione Venturi da ripigliare la detta stanza e renderla ad ogni nostro piacere, che ci farà di bisogno.
[5v (n. a. 2v] In un contratto dell’anno 1386 del dì 8 giugno della Madonna sotto lo Spedale esistente nell’archivio dello Spedale posto nella cassetta degli strumenti delle reliquie[681].
Si trova come Simone di Niccoluccio cittadino di Siena e rettore della Compagnia de Disciplinati della Beata Vergine Maria posta dallo Spedale di madonna Agniesa di Siena, e il detto contratto e rogato nella cappella di detta Compagnia posta sotto le voltidello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena rogato dal ser Lauren(tio) figlio di Venturino alla presenza di ser Mariano di Lorenzo cappellano di detta Compagnia quale contratto e per causa di …[682] eredità di uno orefice per detta Compagnia.
Si vede che di questi fratelli parte ne stavano di sopra della cappellina vicino allo Spedale di madonna Agniesa, e parte sotto alle volti dello Spedale.
L’anno 1714 resero la stanza di contro che gli si era concessa l’anno 1666 la quale hoggi Girolamo Macchi ci [h]a collocato tutte le sacche bianche e rosse piene di contratti della città e Stato di Siena e di particolari, e molte notisie dello Spedale in libri manoscritti e altro come si vede al giorno di hoggi si a dove ci viene molte persone per vedere e il detto Spedale gli risarcì altra stanza nella loro Compagnia in ricompenza.
[1] Nel verso dell’immagine, a c. 1v: «L’anno 1629 morì nella città di Norimberga il signore Camillo Colombani sanese e lassò erede questo Spedale, se veruni tutta l’eredità volevano fare l’infrascritto in più e diversi tempi lo Spedale … [testo abraso] di cere e contanti riscosse circa fiorini 20 milia».
[2] Titolo in cornice sopra l’illustrazione dello stemma dello Spedale. Precede in alto, nel bordo superiore della carta: «L’alfabeto si veda in questo a foglio 2 e foglio 3».
[3] ….
[4] Al bordo disegnato uno stemma dello Spedale.
[5] A margine: «In questo foglio 7».
[6] A margine: «1390 6 primi savi in questo 26».
[7] OSMS, Privilegi 115 o 116 o 118, 1390 settembre 7, c. ?????
[8] Lacuna nella documentazione.
[9] OSMS,, Contratti e Protocolli 66 o 89, 1351 ???, c. ?????
[10] OSMS, Contratti e Protocolli 66, 1356 aprile 5, c. ?????
[11] Lacuna nel testo.
[12] OSMS, Statuti e Ordinamenti 1, 13?? , c. ?????. «Lo statuto è stato attribuito per lungo tempo all’anno 1266, fu riportato dal Banchi al 1318».
[13] OSMS, Contratti e Protocolli 67 o 68 o 72c, 1402 aprile 19, c. ?????
[14] OSMS, Privilegi 118, ??, c. ?????
[15] OSMS, Archivio 5922, 11085y6534re, c. ?????
[16] OSMS, Contratti e Protocolli 70a, 1194q, c. ?????
[18] OSMS, Memorie I, cc.
[19] OSMS, Memorie III, c.
[20] G. Lombardelli, La vita del beato Sorore da Siena, fondator del Grande Ospitale di Santa Maria della Scala in detta sua patria…, In Siena, Appresso Luca Bonetti, 1585, p. 38.
[21] G. Lombardelli, Vita del b. Sorore da Siena fo[n]datore del grande ospedale di S[ant]ta Maria della Scala in detta sua patria…, In Siena, Per Hercole Gori, 1627.
[22] OSMS, Commessi, c.
[23] OSMS, Testamenti 57 o 58 o 59, 1194, c. ?????
[24] B. Benvoglienti, Trattato de l’origine et accrescimento de la citta di Siena, composto da m. Bartolomeo Benuoglienti proposto di Siena, e professor di filosofia & teologia. A l’illustriss. et reuerendiss. cardinale Sforza legato di Bologna e Romagna, In Roma, appresso Giuseppe de gli Angeli, 1571, p. 19.
[25] OSMS,
[26] [G. Lombardelli, La vita del beato Sorore da Siena… cit., p. 10].
Di seguito, interfoliato 12/1r: «Sì come ancora si puol credare che ponesse il nome al suo spedale dalla scala in sognio che fece Grasia sua madre avanti il di lui parto, qual scala da terra toccava il cielo, e sopra di essa cera la beata Vergine Maria, e il suo figlio. La saliva e scendeva, come alla di lui vita al capitolo primo a foglio 20, sì come ancora dalli 3 scalini ritrovati ne fondamenti in occasione di ingrandire la sua casetta per ricettare povari, come alla di lui vita alla quale etc.
A primi capitoli dell’anno 1266 che li frati portino nell mantello il segnio dello Spedale.
Si volti».
12/1v: «Nel contratto dell’anno 1294 ci sono due sigilli antichi con la scala, e in un uno di essi l’arme di Santo Agostino.
L’anno 1252 fu fatta la chiesa dello Spedale e nella facciata per di fuori ce la scala.
L’anno 1290 fu fatto il palazzo del signor rettore dello Spedale, e nella facciata ce la scala.
Come dice in questo a foglio 1.
L’anno 1294 si trova in questo contratto il sigillo della scala in cera.
L’anno 1296 il sigillo della scala in mano alla beata Vergine Maria come in questo foglio 18».
[27] G. Lombardelli, La vita del beato Sorore da Siena… cit., p. 63.
[29] Interfoliato 13/1r: «Sì come ancora si puol credare che ponesse il nome al suo spedale dalla scala in segnio che si fece Grasia sua madre avanti il di lui parto, quale scala da terra toccava il cielo, e sopra d’essa cera la beata Vergine Maria, e il suo figlio la saliva e scendeva, come alla di lui Vita al capitolo primo a foglio 20; sì come ancora dalli 3 scalini ritrovati ne fondamenti in occasione di ingrandire la sua casetta per ricettare povari, come alla di lui Vita alla quale etc.
A primi Capitoli dell’anno 1266 che li frati portino nell mantello il segnio dello Spedale.
Si volti».
Interfoliato 13/1v: «Nel contratto dell’anno 1294 ci sono 2 sigilli antichi con la scala, e in uno di essi l’arme di Santo Agostino.
L’anno 1252 fu fatta la chiesa dello Spedale e nella facciata per di fuori ce la scala.
L’anno 1290 fu fatto il palazzo del signor rettore dello Spedale e nella facciata ce la scala cme dice in questo a foglio 1.
L’anno 1294 si trova in questo contratto il sigillo della scala in cera.
L’anno 1296 il sigillo della scala in mano alla beata Vergine Maria come in questo foglio 18». [G. Lombardelli, La vita del beato Sorore da Siena… cit., p. 20].
[30] G. Lombardelli, La vita del beato Sorore da Siena… cit., p. 64.
[31] Il periodo in corsivo risulta cancellato con diversi tratti di penna nel testo. A margine: «Si cassa perché nell’accennato libro non vi è cosa alcuna di quanto poi si espone».
[32] Lacuna nella documentazione.
[33] Citazione non esatta (1627?)
[34] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 518, 14430, cc. ??
[35] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 518, 1445, cc. ??
[36] Interfoliato 15/1r: «Era ascritto per fratello della Compagnia della beata Vergine Maria della Scala de Disciplinanti, qual Compagnia stava in Duomo. Hoggi la Compagnia della beata Vergine Maria sotto allo Spedale e nel libro di memorie di detta Compagnia ce memoria tra gli santi e beati sanesi e il primo».
Interfoliato 15/1v: «Nella bolla di papa Pio secondo spedita in Siena il 18 agosto dell’anno 1460 mediando la lite che verteva tra li canonici e Spedale per causa di iurisdittione, ci dice in essa bolla che lo Spedale fu fondato da un vuomo della fameglia della chiesa del Duomo, o parrocchia; qual bolla è tra quelle de pontefici, e il transunto nel libretto a foglio 20 al numero 32, che Sorore aveva sua casa dal Duomo».
[37] OSMS, Deliberazioni 21, 1386 ??, c. ??.
[38] OSMS, Entrata e Uscita a denari 904, 1555 ????, c. ?????
[39] OSMS, Deliberazioni 30, 1596 ??, c. ??.
[40] OSMS,
[41] OSMS,
[42] OSMS, Chiese e cappelle 120, 1598 aprile 4, c. ??.
[43] OSMS,
[44] In questo foglio 36.
[45] Lacuna nella documentazione.
[46] OSMS, Chiese e cappelle 120, ??, c. ??.
[47] OSMS, Chiese e cappelle 120, 1660 giugno 20, c. ??.
[48] OSMS, Chiese e cappelle 120, 1681 marzo 28, c. ??.
[49] Periodo cancellato con vari tratti di penna. A margine: «Questa notizia non è vera». Lacuna nella documentazione. OSMS 520 o 521, 1449 ????, c. ?????
[50] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 529 o 530 o 531, 1511 ????, c. ?????
[51] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 529 o 530 o 531, 1512 ????, c. ?????
[52] Il nome cancellato con due tratti di penna. Al rigo di sotto: “Priamo di Pietro pittore come a conti correnti N foglio 545”. Di fianco il richiamo: “Beato Agostino Novello”. Lacuna nella documentazione.
[53] OSMS, Statuti e Ordinamenti 1 o 2 o 3, 1305 ????, c. ?????
[56] Testo abraso.
[57] A margine: «in questo 30».
[58] OSMS, Privilegi 115 o 116 o 118, 1436 ??, c. ?????
[59] Lacuna nella documentazione.
[60] OSMS, Deliberazioni 30, ?? ??, cc. 224-226
[61] OSMS, Pigioni 1331, 1364 ?? ??, c. ?????
[62] OSMS,
[63] OSMS,
[64] OSMS, Statuti e Ordinamenti 3, 1430 settembre 27, c. ?????
[65] OSMS, Privilegi 116, 1433, c. ?????
[66] Precede interfoliato 17/1r (n. a. 9) con lettera del rettore e consultori dell’Ospedale. 17/1v: «Festa di marzo e reliquie».
[67] Interfoliato 18/1r: “La reduttione delli altari antichi che erano nella chiesa dello Spedale fu fatta l’anno 1610 al tempo del signor cavaliere Agostino Chigi rettore come si vede nel libro de Privilegi vecchio a foglio 103 con ordine di monsignor Camillo Borghesi arcivescovo di Siena, come per sua sotto scrittione e rogato di ser Bernardino Bartalini cancelliere dell’arcivescovado e notaro dello Spedale si vede in detto libro erano numero 14 altari come indietro foglio 11”.
[68] OSMS, Testamenti 57 o 58, 1548 gennaio 10, c. ?????
[69] Lacuna nella documentazione. OSMS, Privilegi 115, 1265 aprile 7, c. ?????
[70] OSMS, Privilegi 115, 1265 maggio 15, c. ?????
[71] OSMS, Testamenti 56, ??, c. ?????
[72] OSMS, Privilegi 116, 1407 dicembre 21, c. ?????
[74] Conti correnti Libro bigio, c. 391.
[75] Lacuna nella documentazione.
[76] OSMS, Contratti e Protocolli 94b, 1379 ??, c. ?????
[77] Lacuna nella documentazione.
[78] OSMS, Deliberazioni 20, 1379 ??, cc. ??
[79] OSMS, Deliberazioni 21, 1384 ??, cc. ??
[80] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 525, 1478 gennaio 29, c. ?????
[81] OSMS, Deliberazioni 25, 1506 aprile 24, cc. ??
[82] OSMS, Contratti e Protocolli 90c, 1363 ??, c. ?????
[84] OSMS, Privilegi 116, 1591 dicembre 5, c. ?????
[85] OSMS, Usufrutti, depositi e preste 175, 1359 aprile 24, cc. ??
[87] OSMS, Entrata e Uscita a denari 935, 1618 ??, cc. ?? Segue: «30 dicembre 1616 conti al signor arciprete Luti acciò li rimetta in Roma a monsignor Antonino Maffuccelli nostro sagrestano stato, che di tanti ci scrive più giorni no averne spesi nel mandar fede autentica dell’obbligo che hanno le Religioni di Siena di mandare due messe ogn’anno nella nostra chiesa il giorno della santissima Annun[tiata] nella quale vi è anco quella di messer Fortunato … suo antecessore».
[88] OSMS, Deliberazioni 36, 1682 aprile 15, cc. ??
[89] OSMS, Deliberazioni 30, 1596 ??, cc. ??
[90] OSMS, Privilegi 115, o 118, 1337 marzo 29, c. ?????
[91] Lacuna nella documentazione.
[92] OSMS, Deliberazioni 24, 1463 ??, cc. ??
[93] OSMS,
[94] OSMS, Privilegi 115, o 118, 1337 marzo 29, c. ?????
[95] OSMS,
[96] lacuna nel testo.
[97] OSMS, Deliberazioni 31, 1612 dicembre 30, cc. ??
[98] OSMS, Deliberazioni 24, 1466 ??, cc. ??
[99] OSMS, Deliberazioni 25, 1487 ??, cc. ??
[100] OSMS, Privilegi 116, 1433 settembre 29, c. ?????
[101] OSMS, Privilegi 116, 1512 maggio 21, c. ?????
[102] OSMS, Deliberazioni 22, 1404 ??, cc. ??
[103] OSMS, Deliberazioni 25, 1487 ??, cc. ??
[104] OSMS, Usufrutti, depositi e preste 175, 1346 ??, cc. ??
[105] OSMS, Privilegi 116, ???, c. ?????
[106] OSMS, Eredità 1176, 1404 ??, cc. ??
[107] OSMS, Deliberazioni 23 o 24, 1450 ??, cc. ??
[108] OSMS, Privilegi 116, 1358 novembre 27, c. ?????
[109] OSMS, Privilegi 116, 1501 maggio 4, c. ?????
[110] OSMS,
[111] OSMS, Deliberazioni 27, 1513 ??, cc. ??
[112] OSMS,
[113] OSMS, Deliberazioni 22, 1430 ??, cc. ??
[114] OSMS, Deliberazioni 24, 1453 ??, cc. ??
[115] OSMS, Entrata e Uscita a denari 933 o 934, 1617 ??, cc. ??
[116] OSMS, Deliberazioni 23 o 24, 1450 ??, cc. ??
[117] OSMS,
[118] OSMS,
[119] OSMS, Deliberazioni 20, 1379 ??, cc. ??
[120] OSMS, Deliberazioni 33, 1628 ??, cc. ??
[121] OSMS,
[122] OSMS, Deliberazioni 21, 1383 maggio 15, cc. ??
[123] OSMS, Deliberazioni 20, 1379, cc. ??
[124] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 518 o 519 o 520, 1443, c. ?????
[125] OSMS, Deliberazioni 20, 1379, cc. ??
[126] OSMS, Privilegi 116, 1276 ottobre 26, c. ?????; 1538 novembre 27, cc. ??
[127] OSMS,
[128] OSMS,
[129] OSMS,
[130] OSMS, Deliberazioni 20, ??, cc. ??
[131] OSMS, Deliberazioni 21, 1383 aprile??, cc. ??
[132] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 518 o 519 o 520, 1443, c. ?????
[133] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 557 o 558, 1613, c. ?????
[134] OSMS, Deliberazioni 22, 1404 ???, cc. ??
[135] OSMS, Conti Correnti 789, 1625 ??, cc. ??
[136] Lacuna nella documentazione.
[137] OSMS, Entrata e Uscita a denari 896, 1522 ??, cc. ??
[138] OSMS, Ricordi e Memorie 184b, 1692 ??, cc. ??
[139] OSMS, Entrata e Uscita a denari 886, 15?? ??, cc. ??
[140] Lacuna nella documentazione.
[141] OSMS, Contratti e Protocolli, 65 o 67 o 68 o 72, 1479 maggio 10, cc. ??
[142] OSMS, Testamenti 56, 1479 maggio 10, cc. ??
[143] OSMS, Conti Correnti 789, 1630 ??, cc. ??
[144] OSMS, Entrata e Uscita a denari 945, 1630 ??, cc. ??
[145] OSMS, Testamenti 57 o 58 o 59, 1645 ??, cc. ??
[146] OSMS, Deliberazioni 20, 1379, cc. ??
[147] OSMS, Inventari, c.
[148] A margine: «Come al libro a foglio 30 nella stanza de Contratti del suddetto anno 1356».
[149] A margine: «Adì 28 maggio hoggi è sbattuto».
[150] Testo abraso.
[151] A margine: «L’anno 1365 venne l’indulgenza di queste sante reliquie, la quale mandò monsignor Cerretano Cerretani cardinale e costò fiorini 50 di oro a Conti Correnti C a foglio 67». OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 516, 1365, c. ?????
[152] OSMS,
[153] OSMS, Privilegi 115 o 116, 1359 ??, c. ?????
[154] Lacuna nel testo.
[155] Lacuna nella documentazione.
[156] OSMS, Privilegi 115 o 116 o 118, 1436 ??, cc. ?????
[157] OSMS, Contratti e Protocolli, 90, ??, cc. ??
[158] OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 525 o 526, 1479?, c. ?????
[159] OSMS,
[160] OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 525, 1479?, c. ?????
[161] A margine: «Si trovano a Conti Correnti Y foglio 78». [OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 525 o 526, 1479?, c. ?????
[162] OSMS, Privilegi 115, ?? ??, c. ?????
[163] OSMS, Privilegi 115, ?? ??, c. ?????
[164] OSMS, Privilegi 115, ?? ??, c. ?????
[165] OSMS, Privilegi 115, ?? ??, c. ?????
[166] OSMS, Deliberazioni 21, 1386 marzo 15, cc. ??
[167] OSMS, Deliberazioni 21, 1396 maggio 7, cc. ??
[168] OSMS, Deliberazioni 21, 1396 giugno 27, cc. ??
[169] OSMS, Entrata e Uscita a denari 858, 1472 gennaio 11, cc. Lacuna ricoglianze.
[170] OSMS, Deliberazioni 21, 1472 gennaio 11, cc. ??
[171] OSMS, Ricordi e memorie 185, ??, cc. ??
[172] Lacuna nel testo.
[173] Lacuna nella documentazione.
[174] OSMS, Testamenti 56, 1479 maggio 10, cc. ??
[175] OSMS, Testamenti 56, 1476 febbraio 20, cc. ??
[176] OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 518, 1445 settembre 29, cc. ?? Segue testo abraso.
[177] Lacuna nel testo.
[178] OSMS, Contratti e protocolli 74, 1514 ottobre 13, c. ?????
[179] OSMS, Testamenti 57, 1514 ????, c. ?????
[180] Lacuna nella documentazione.
[181] OSMS, Entrata e Uscita a denari 893, 1517 ????, c. ?????. Illegibile ultimo rigo per taglio della carta.
[182] Lacuna nel testo.
[183] Lacuna nella documentazione. Vedi anche OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 530 o 531, 1513 ??, cc. ??
[184] OSMS, Privilegi 115, 1241 (1242 s. c.) marzo 17, c. 168; Diplomatico Ospedale, 1241 marzo 17, casella 72.
[185] OSMS, Privilegi 115, 1313 maggio 9, c. ?????
[186] OSMS, Privilegi 115, 1387 ottobre 14, c. ?????
[187] OSMS, Privilegi 115, 1406 marzo 27, c. ?????
[188] OSMS, Privilegi 115, 1443 settembre 3, c. ?????
[189] OSMS, Privilegi 115, 1464 marzo 27, c. ?????
[190] Interfoliato 30/1v: «Frate Marco cardinale (del) titolo di Santa Rufina e legato della Sede Apostolica in Toscana il dì 13 aprile 1298 concesse indulgenza a tutti che visitaranno la chiesa dello spedale nelle festivatà della beata Vergine Maria e sue ottave come per sua lettera data in Siena il dì detto posta tra cardinali a numero … e nel libretto a foglio 9 numero 12.
Questo istesso consacrò il cimitero di Santo Francesco hoggi dettoil Prato, come si legge dall’escrittione in pietra in detto Prato».
[191] Interfoliato: “Frate Marco Cardinale … Titolo di Santa Rufina e legato della sede apostolica in Toscana il dì 13 aprile 1295 concesse indulgenza a tutti quelli che visitaranno la chiesa dello Spedale nelle festività della Beata vergine Maria e sue ottave come per sua lettera data in Siena il dì detto posta tra car.dli al n° … e nel libretto a foglio 9 numero 12.
Questo istesso consacrò il cimitero di Santo Francesco hoggi detto il Prato, come si legge dall’escrittione in pietra in detto Prato”.
[192] In questo a foglio 7.
[193] OSMS, Usufrutti, depositi e preste 173, 1350 ??, c. ??????????
[194] Interfoliato: “Sigillo ovale del rettore dello Spedale. Al centro figura … intorno corre la seguente iscrizione: RECTORIS ET CA… HOSPITALIS PAUPERUM SANTE MARIE SEN.
[195] Cancellato con un tratto di penna: “Che tal dignità la concesse il re Lodovico di Francia detto il re Luigi, e fu il dì 29 luglio 1410”. Aggiunto di altra mano: “Qui va emendato”.
[196] OSMS, Donazioni e Oblazioni 62, ????, c. ?????
[197] OSMS, Privilegi 115, 1517 ???, c. ?????
[199] OSMS, Testamenti 57, 1548 (1549 s. c.) gennaio 30, cc. 121v-123r.
[200] OSMS, Privilegi 115, 1517 ???, c. ?????
[201] OSMS, Privilegi 115, 1464 ???, c. ?????
[202] OSMS, Contratti e protocolli 75, 1538 novembre 27, c. ?????
[203] OSMS, Privilegi 116, 1501 maggio 4, c. ?????
[204] OSMS, Deliberazioni 23, 1443 marzo 11, c. 72r.
[205] OSMS, Deliberazioni 31, 16?? ??, c. ?????
[206] OSMS, Perpetue, Patronati, Censi e Livelli 140, 1377 ???, c. ?????
[207] A margine: «Sacri Chiodi l’anno 1587».
[208] Interfoliato c. 34/1r: «L’anno 1531 il 6 dicembre fu lassato una vesta bella da donna di damaschino bianco alla Santissima Nuntiata in nostra chiesa da missere Vittorio di Giovanni Borghesi, la quale fu di donna Petra sua donna che morì il 4 decembre 1531 la quale lassò si desse per l’anima sua alla santissima Nuntiata e il 7 decembre fu messa a dosso alla santissima Nuntiata, come si dice a libro 2 e in foglio 227, e il dì 7 dicembre gli fu messa in dosso.
Ricordo come detta santissima Nuntiata il dì 14 agosto 1723 è stata ridotta in altra foggia e messa tutta a oro, come si vede hoggi».
[209] OSMS, Privilegi 116, 1612 ???, c. ?????
[210] OSMS, Privilegi 115, 1379 ???, c. ?????
[211] OSMS Perpetue, patronati, censi e livelli 140, ????, c. ?????
[212] OSMS, Perpetue, patronati, censi e livelli 140, 1437 ????, c. ?????
[213] OSMS,
[214] OSMS,
[218] OSMS, Perpetue, patronati, censi e livelli 140, 1430 ????, c. ?????
[219] ASSi, Ospedale Santa Maria della Scala, Contratti e protocolli 65, 1390 settembre 7, c ???
[220] ASSi, Ospedale Santa Maria della Scala, Entrata e uscita a denari 858, 1471 ???, c ???
[221] OSMS, Conti Correnti 801, 1731 ????, c. ?????. La cifra non è riportata nel testo.
[222] La cifra non è riportata nel testo.
[223] OSMS,
[224] Lacuna nella documentazione. OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 520, 1444 ????, c. ?????
[225] Interfoliato un recto con una serie di conti. Nel margine inferiore, capovolto: «Questa è la spesa della cappella della musica nella chiesa dello Spedale». Nel verso: «Al tempo dell’Illustrissimo signor cavaliere Agostino Chigi dignissimo rettore dello Spedale etc.
Conto delle spese fatte in diversi tempi, nella cappella della musica nella chiesa dello Spedale.
L’anno 1601, e 1602
Opere di muratori, maestri numero 47, e manuali numero 53 per lire 125. 15. –
Opere di scarpello numero 99 nelle mensole lire 248. 4. –
Legname ricevuto dalle nostre grance lire 135
Ferramenti ricevuti da maestro Pietro fabbro, grappe, et altro, e chiodi dal Macchia
ceraiolo lire 173. 18. 8
Stima del lavoro di legname con Benedetto Amaroni legnaiolo lire 116
Spese diverse fatte detto legnaiolo per il medesimo servizio lire 68. 2. 4
Angiolo sopra detta cappella fatto fare per lire 35
lire 1951.
L’anno 1631
Opere di muratori, per mettere, e levare li ponti lire 21
Oro fatto venire di Roma, e compro in Siena in tutto migliara 19 ½ in tante pezze
a lire 51 ¼ il migliaro vale lire 999. 1. 4
Fattura della mettitura di detto oro da maestro Lorenzo Favilli lire 999. 1. 4
Nicchia di detta cappella fatta a grottesche con li fondi d’azzurro, e sbattimenti per lire 140
Due festoni fatti di qua, e di là lire 56
Per una Nunziata dipinta nel leggio lire 10
Bacchetta di ferro di peso libbre 54, con due carriole, e 50 catenille con l’oncino
per la tenda turchina lire 22
Una banca di sei braccia con quattro beccatelli lire 6. 10. –
Fornitura di borchie di legname bianco lire 2. 10. –
Impannata di noce, e vetri per l’invetriata, fattura bacchette, e gangari in tutto lire 27. 1. 8
Lino libbre 200 compro per fare la tenda lire 133. 6. 8
Accia libbre 148 fatta tignere turchina lire 35.
Lire 4402. 11
Costò scudi 628, lire 6 e soldi 11
[226] Abraso nel testo.
[227] A margine, di altra mano: «In detto anno 1192 non vi era né oratorio, né sagrestia».
[228] A margine: «In questo a foglio 42».
[229] A margine: «In questo a foglio 43».
[230] A margine: «In questo a foglio 44».
[231] A margine: «In questo a foglio 45».
[232] A margine: «In questo a foglio 46».
[233] A margine: «In questo a foglio 47».
[234] A margine: «In questo a foglio 48».
[235] A margine: «In questo a foglio 49».
[236] A margine: «In questo a foglio 50».
[237] A margine: «In questo a foglio 51».
[238] A margine: «In questo a foglio 52».
[239] A margine: «In questo a foglio 53».
[240] A margine: «In questo a foglio 54».
[241] A margine: «In questo a foglio 81».
[242] OSMS,
[244] “Gli fu imposto dovere pagare il cenzo a questo di Siena l’anno 1508 come alle Deliberattioni a foglio 82”.
[254] A margine: «Fu ordinata la festa l’anno 1359 in questo foglio 11».
[255] Il testo che segue è scritto sulla carta 31v e 32r.
[256] Testo cancellato.
[268] Interfoliato 47/1r: «Nel primo libro de Capitoli dello Spedale scritto in volgare e in cartapecora di mano formatella dell’anno 1266 in foglio 3 ci dice che chi sarà rettore dello Spedale deve essere cavaliere, e ricevere (d)al reggimento la centura della cavalleria e sia almeno di età (di) anni 40, e per questo si crede, quando si fa il rettore (n)uovo di detto Spedale, in Palazzo Pubblico de Signori lo fanno cavaliere di Sperone di Oro.
E cavaliere vuol dire vuomo di milisia a cavallo e Santo Giorgio era la chiesa di questi cavalieri in tempo della repubblica e per la vittoria (47/1v) ottenuta in Monte Aperto in questa chiesa ci fu fatto il campanile, e porta principale, e ingrandita dal Pubblico».
[281] Interfoliato 48/1r: «Si trova a Conti Correnti H in foglio 161 dell’anno 1409 lo Spedale diede a godere una sua possessione a Bartalomea figlia di missere Pavolo di Pavolo rettore».
[295] A margine: «Lassò fiorini 700».
[296] Mancante nel testo
[304] Testo abraso.
[318] Mancante nel testo.
[319] Prosegue a c. 90r.
[322] Lacuna nel testo
[327] In basso: «Vedi in questo foglio 9».
[328] Il periodo seguente è di altra mano.
[329] Lacuna nel testo.
[330] A margine, di altra mano: «Platina 436».
[331] A margine: «Hoggi dalla panettaria granari».
[332] A margine: «Fiorini 300».
[333] c. 59v bianca.
[334] c. 60v bianca.
[335] c. 63v bianca.
[336] Lacuna nel testo.
[337] Testamenti 1316 c. 22.
[338] Memorie V, cc. 147, 148, 149.
[339] Memorie IV, c. 29.
[345] In calce: “Il numero 4 di contro già fu il palazzo di casa Squarcialupi, hoggi convento delle fanciulle”.
[346] Segue, nel margine destro dell’immagine: «Anno Domini MCCLXXXX factum est istud Palatium Tempore Domini Orlandi de Clusure Rectoris Hospitalis pecunia Hospitalis. Del anno 1209 il dì 17 di Aprile, si comprò la Piazza dello Spedale come a Contratti A in foglio 6 e due altre a Compre foglio 1. Vedi in questo a foglio 1 altre notitie».
[347] In calce: «Il numero 1 già palazzo di casa Squarcialupi, è hoggi convento delle fanciulle».
[348] In calce: «Segue in questo a foglio 1».
[349] OSMS, Memorie, V, c. 195.
[350] OSMS,
[351] OSMS, Deliberazioni 1404-1435, cc. 165, 169, 190.
[352] OSMS,
[353] OSMS, Deliberazioni 1404-1435, c. 217.
[354] OSMS, Deliberazioni 1404-1435, c. 236.
[355] OSMS,
[356] Lacuna nel testo.
[357] Lacuna nel testo.
[358] OSMS,
[359] OSMS, Deliberazioni 1508 c. 12.
[360] OSMS, Memorie IV, c. 27.
[361] OSMS,
[362] OSMS, Conti correnti, H, 13 dic. 1406, c. 38.
[363] OSMS,
[364] Lacuna nel testo.
[365] OSMS, Deliberazioni 1406-1435, 1406 nov. 29, c. 57.
[366] OSMS,
[367] OSMS, Deliberazioni 1406-1435, 1406 dic. 11, c. 57.
[368] OSMS, Deliberazioni 1406-1435, 1406 dic. 23, cc. 57-58.
[369] OSMS, Deliberazioni 1450-1485, 1483 genn. 20, c. 301.
[370] OSMS, Inventari, 1484 dic. 19, c. 95.
[371] OSMS, Deliberazioni 1486 mar. 28, c. 310.
[372] OSMS, Deliberazioni 1508 c. 12.
[373] OSMS, Deliberazioni 1404-1435, c. 264.
[374] OSMS, Inventari 1427-1463, 1434 apr. 20, c. 80.
[376] OSMS, Deliberazioni 1435-1450, 1440 ag. 20, cc. 40, 119.
[377] OSMS, Commessi 1417-1601, 1459 dic. 4, c. 34.
[378] OSMS, Contratti 1441-1478, 1466 giu. 26, c. 133.
[379] OSMS, Contratti 1441-1478, 1474 apr. 9, c. 266.
[380] OSMS, Protocolli, Contratti e Testamenti 1510-1515, 1511 mar. 30, c. 23.
[381] OSMS, Deliberazioni 1487-1551, 1519, c. 103.
[382]OSMS, Deliberazioni 1572-1595, 1574 genn. 17, c. 27.
[383] OSMS, Memorie V, 1479 ott. 24, c. 85.
[384] OSMS, Deliberazioni 1450, c. 277.
[385] OSMS, Usufrutti 1435 c. 140.
[386] OSMS, Testamenti 1336 c. 118.
[387] OSMS, Contratti 1590 giu. 9, c. 56.
[390] Visita dello spedale di San Miniato il 11 gennaio 1673.
[392] OSMS, Memorie V, cc. 170-173.
[393] OSMS, Testamenti 1336 c. 88.
[394] OSMS, Memorie V, cc. 170-182.
[395] OSMS, Testamenti 1336 c. 81.
[396] Lacuna nel testo.
[397] OSMS, Testamenti 1390 nov. 17, c. 81.
[398] Lacuna nel testo.
[399] A margine: «Libro quarto di Memorie 343».
[400] OSMS, Deliberazioni 1301-1401, 1384 nov. 9, c. 102.
[401] OSMS, Deliberazioni 1643, 1650 mar. 26, c. 23.
[402] Testo abraso.
[403] OSMS,
[404] OSMS,
[405] Segue, interfoliato e di altra mano, 82/1r: «1° Origine dello Spedale e perpetue annuali al libro 7 Originali. 2° Perpetue, e li suoi beni allibrate. 3° Perpetue, ed oblighi di nostra chiesa. 4° Origine delle grance colli pesi anneschi, ed altre memorie. 5° Quali sieno le grance dello Spedale, e sua origine. Fruttali dal 5 giugno 1743 a tutto luglio 1578 per … 13. 6° Origine delli spedali, e sue memorie 7° Padronati dello Spedale, e a chi spettava 8° Censi avuti dello Spedale, e sua origine». 82/1v: «Messer Mino di Cino di Ugone morto 1351. 1351 Il signor cavaliere Cione di Mino del Rosso de’ Montanini, eletto nuovo rettore. Biagio di Mino Montauri, si crede abbia a dire Montanini».
[406] OSMS, Memorie IV c. 333.
[407] OSMS, Padronati, 1298 genn. 10, c. 2.
[408] OSMS, Memorie III, c. 77.
[409] OSMS, Padronati, 1362 genn. 2, c. 2.
[410] OSMS, Memorie IV c. 435.
[411] OSMS,
[412] Corretto con «Giusto».
[413] OSMS, Censi c. 6.
[414] OSMS, Censi c. 76.
[415] OSMS,
[416] OSMS, Censi c. 7.
[417] OSMS, Deliberazioni 1643 cc. 28-30.
[418] OSMS, Padronati c. 71.
[419] OSMS, Testamenti 1336 c. 104.
[420] OSMS,
[421] OSMS,
[422] OSMS,
[423] OSMS,
[424] OSMS,
[425] OSMS,
[426] OSMS,
[427] OSMS,
[428] OSMS,
[429] OSMS, Padronati 1509, c. 58
[430] OSMS, Padronati 1523, c. 58
[431] OSMS,
[432] “Visita 1611 a foglio 20 e beneficio in cancelleria alla lettera G”.
[433] OSMS,
[434] OSMS,
[435] Lacuna nel testo.
[436] OSMS,
[437] OSMS,
[438] OSMS,
[439] OSMS,
[440] OSMS,
[441] OSMS,
[442] OSMS,
[443] OSMS,
[444] A margine: «Vedi foglio 38».
[445] OSMS,
[446] OSMS,
[447] OSMS,
[448] A margine: «In questo foglio 68».
[449] OSMS,
[450] OSMS,
[451] Lacuna nel testo.
[452] OSMS,
[453] OSMS,
[454] OSMS, Contratti B cc. 72, 78
[455] OSMS,
[456] OSMS, Deliberazioni, 1387 sett. 11, c. 179
[457] OSMS, Deliberazioni, 1407 ag. 29, c. 71.
[458] OSMS,
[459] OSMS, Memorie I, 1297, c.
[460] OSMS,
[461] OSMS,
[462] OSMS, Memorie, V, 1525, cc. 92, 93.
[463] OSMS,
[464] OSMS,
[465] OSMS, Pergamene c. 172
[466] OSMS,
[467] OSMS,
[468] OSMS,
[469] OSMS,
[470] OSMS,
[471] OSMS, 1373 dic. 11, c.
[472] OSMS, Deliberazioni 1379 c. 59.
[473] OSMS, Compre 88
[474] OSMS, Memorie IV, 1380 c. 128
[475] OSMS, Memorie III c. 431.
[476] OSMS, 1328 apr. 13, c.
[477] OSMS, Deliberazioni 1385 c. 120.
[478] OSMS, Contratti, 1420 mar. 22, c.
[479] A margine: «Delibera 213».
[480] OSMS, Deliberazioni 1428 c. 213.
[481] OSMS, Contratti 1441 cc. 46, 83
[482] OSMS, Memorie V, c. 240
[483] OSMS, Testamenti 1499 c. 122
[484] OSMS, Deliberazioni 1613 c. 89
[485] OSMS, Deliberazioni 1626 c. 48
[486] OSMS, Conti Correnti c. 29
[487] OSMS, Contratti, 1237 giu. 9, cc.
[488] OSMS, Contratti, 1253, c.
[489] OSMS, Contratti, 1256 genn. 16, c.
[490] OSMS, Contratti, 1258, mag. 6, c.
[491] OSMS, Contratti, 1268 lu. 30, c.
[492] OSMS, Contratti, 1303 mag. 28, c.
[493] OSMS, 1308 apr. 26, c.
[494] OSMS, 1314 nov. 8, c.
[495] OSMS, 1371 mar. 13, c.
[496] OSMS, 1371 mag. 16, c.
[497] OSMS, 1453, c.
[498] OSMS, 1441, Contratti, 1472, c.
[499] OSMS, Contratti, 1472, c.
[500] OSMS, Contratti, 1472, c.
[501] OSMS, Memorie E, c.
[502] OSMS, Memorie E, c.
[503] OSMS, Contratti, 1308
[504] OSMS, Memorie V,1517 dic. 21, c.
[505] OSMS, Visite, 1653, c.
[506] Lacuna nel testo.
[507] OSMS, Contratti B 5 ag. 1236 c. 301
[508] OSMS, Memorie V, c. 96
[509] OSMS, Contratti B cc. 302 e 287.
[510] OSMS, Conti Correnti 448 c. 485.
[511] A margine: «Deliberazioni 1404 foglio 40; libro Conti Correnti P foglio 458».
[512] OSMS, Contratti 28 febbr. 1465 c. 130.
[513] OSMS, Contratti C 1304 c. 65.
[514] OSMS, Testamenti 1243 cc. 24 e 36
[515] OSMS, Contratti 30 apr. 1677 c. 114
[516] OSMS, Contratti 1677 c. 150.
[517] ASSi, Biccherna
[518] OSMS, Castello di Valdorcia c. 95
[519] OSMS, Privilegi 2 mag. 1486 a foglio 70
[520] OSMS, Compre e vendite 2 mag. 1486 c. 83.
[521] OSMS, Capitoli 18 ott. 1526 c. 70.
[522] OSMS, Contratti 1441 c. 331.
[523] OSMS, Contratti del 1441 c. 345.
[524] OSMS, Contratti 1467, cc. 143 e 146.
[525] OSMS, Contratti 1467, c. 183.
[526] OSMS, Capitoli 4 mag. 1501, c. 61.
[527] OSMS, Compre e vendite 4 mag. 1501, c. 85.
[528] Lacuna nel testo.
[529] OSMS, Memorie V cc. 125 e 137.
[530] OSMS, Testamenti 1437-1505 c. 143.
[531] OSMS, Deliberazioni 1552-1571 c. 86
[532] OSMS, Conti Correnti … c. 58
[533] OSMS, Contratti 14 novembre 1527 c. 164
[534] OSMS,
[535] OSMS, Testamenti 1459 c. 148
[536] OSMS, libro G di Piana c. 73.
[537] OSMS, Memorie c. 142.
[538] OSMS, Usufrutti 32.
[539] OSMS, Deliberazioni 1439 c. 37.
[540] OSMS, Deliberazioni 1439 c. 40.
[541] OSMS, Memorie di San Giusto.
[542] OSMS, Usufrutti foglio 32, 36.
[543] OSMS, Usufrutti 1415, c. 35.
[544] OSMS, Usufrutti 1415, c. 32.
[545] OSMS, Memorie 1453, c 3.
[546] OSMS, Contratti 22 lu. 1417 c. 52. A margine: «In questo 49 anzi 56».
[547] OSMS, Contratti 28 febbr. 1414, c. 192.
[548] OSMS, Deliberazioni 1435 c. 47
[549] OSMS, Testamenti 1570 c. 140.
[550] OSMS, Contratti 1442 a foglio 308
[551] OSMS, Contratti del 1527 a foglio 92
[552] OSMS, Deliberazioni 1464, c. 153
[553] OSMS, Compre e vendite 1500, c. 42
[554] OSMS, Testamenti 1522, c. 30.
[555] OSMS, Contratti 1527 c. 18
[556] OSMS, Deliberazioni 1527 c. 249
[557] OSMS, Testamenti 25 mag. 1658, c. 280.
[558] OSMS, Contratti 1683, c. 205.
[559] OSMS, Deliberazioni 1405 c. 160.
[560] OSMS, Vitale 1405, c. 48.
[561] OSMS, Usufrutti 1405, c. 5.
[562] OSMS, Contratti 1601 c. 190.
[563] OSMS, Conti Correnti B, 1337, c. 17.
[564] OSMS, Testamenti 28 lu. 1646 c. 251.
[565] OSMS, Testamenti c 140.
[566] OSMS, Memorie di San Giusto L in libro quarto.
[567] OSMS, Contratti 1, 1 luglio 1662.
[568] OSMS, Conti Correnti 1662 c. 11
[569] OSMS, Contratti 5 di novembre 1687, c. 218.
[570] OSMS, Testamenti 2 lu. 1556 c. 124.
[571] OSMS, Visita 1649 cc. 146-150.
[572] Interfoliato 94/1r: «Grosseto. Al libro di copia lettere del signor Antonio Biringucci coadiutore dello Spedale dell’anno 1581 a foglio 2 che nell’infermaria non si pegli infermi di alcuno Stato che non sieno suditi di Sua Altezza Serenissima o vassalli della prefata Altezza e soldati di quel presidio o gente che venga a lavorare. Non vuole Sua Altezza si ricevi forestieri solo li suoi vassalli, soldati e gente che vanno a lavorare in detto luogo.
Fiorenza 4 gennaio 1581
Lorenzo Usinbardi
A foglio 2 il signore rettore o coadiutore suddetto scrisse tal ordine a Bastiano Giannetti agente a Grosseto.
Foglio 5 scrisse 2 lettere a monsignor reverendissimo Clemente Puliti vescovo di Grosseto che lo Spedale di Siena non [h]a obbligo alcuno perché lo Spedale comprò dalla Sapienza, e l’infermaria che hoggi sì tiene è per commissione di Sua Altezza Serenissima la quale pochi giorni sono fece intendere che nello spedale di Grosseto non si ricevessero altri infermi che de suoi sudditi e di quelli che venissero a lavorare costà giù o stessero nel presidio.
Di Vostra Signoria Reverendissima
Affezionatissimo Servitore
12 febbraio 1581
Antonio Biringucci
Si volti per memoria».
94/1v: «Al illustrissimo Signore Padrone Colendissimo
Il signore Antonio Maria Tommasi degnissimo rettore dello Spedale di Siena»,
94/2r: «Nel libro 3 di Conti Correnti dell’anno 1592 in foglio 126, ci è il conto aperto al presidio de soldati infermi di Grosseto era detto di lire 92.12. Qual somma la pagò il signore Verginio Turamini uno de 3 commissari di Sua Altezza Reale per lo spedale di Grosseto come a foglio 126 lire 3001».
[573] OSMS, Contratti B 354-356
[574] OSMS, Compre e vendite c. 1.
[575] OSMS, Memorie V, c. 150.
[576] OSMS, Deliberazioni 1572, c.
[577] OSMS, Deliberazioni 1595 cc. 279-281.
[578] OSMS, Memorie IV c. 102.
[579] OSMS, Memorie V 1567 c. 165.
[580] OSMS, Bilancio 3 K 1545 c. 16
[581] OSMS, Commessi 1193 c 1.
[582] OSMS, Deliberazioni I c. 8.
[583] OSMS, Conti di Monte Pescali.
[584] OSMS, Testamenti 1499-1668, 1528 apr. 13, c. 58.
[585] OSMS, Testamenti 1499-1668 c. 58, 146.
[586] OSMS, Protocolli Agostino Scheggi IV, c. 80.
[587] OSMS, Deliberazioni 1635 c. 16.
[588] OSMS, Deliberazioni 1635 c. 12.
[589] OSMS, Compre e vendite 1587 c. 90.
[590] OSMS, Capitoli cc. 36 e 46.
[591] OSMS, Capitoli c. 79. Compre c. 84.
[592] OSMS, Conti Correnti G c. 68.
[593] OSMS, Conti Correnti I c. 85.
[594] OSMS, Censi c. 86.
[595] OSMS, Contratti 1601-1662 c. 185.
[596] OSMS, Memorie V c. 47.
[597] In calce: «Segue a foglio 57».
[598] OSMS, Contratti 1447, 1411 febbr. 5, c. 43.
[599] OSMS, Testamenti 1449-1668, 1527 ag. 20, c. 175.
[600] OSMS, Memorie, V, c. 85.
[601] OSMS, Contratti A, 1195 sett. 7, c. 2.
[602] OSMS, Contratti A 1209 apr. 17, c. 6.
[603] Lacuna nel testo.
[604] OSMS, Compre e vendite, 1331 nov. 14.
[605] Lacuna nel testo.
[606] A margine: «Hoggi il camposanto e gallinaio e orto dello Spedale».
[607] A margine: «L’anno 1339 vi era in Siena 3 postriboli per le donne di mala vita cioè in Valle Piatta, Valle di Montone e in Campanzi e l’anno 1415 gli fu dato altri luoghi per la città».
[608] OSMS, Pigioni 3 P c. 25.
[609] OSMS, Contratti c. 73.
[610] OSMS, Cronache c. 63.
[611] OSMS, Pigioni 3 P, a458, c. 21.
[612] OSMS, Compre e vendite, 1504 mag. 16, c. 42.
[613] OSMS, Memorie, V, c. 281.
[614] OSMS, Deliberazioni, 1528, c. 250
[615] OSMS, Vendite, 1601, c. 121
[616] OSMS, Deliberazioni 1437, c. 18
[617] OSMS, Padronati c. 2
[618] OSMS, Memorie, III, c. 77.
[619] OSMS, Memorie, IV, 1632 genn., c. 435.
[620] Atra mano da qui alla fine della carta.
[621] Lacuna nel testo.
[622] OSMS, Censi, IV, c. 78.
[623] OSMS, Censi, IV, c. 78
[624] c. 103r bianca.
[625] Lacuna nel testo.
[626] Lacuna nel testo.
[627] Prosegue a c. 89v.
[628] A margine, di altra mano: «Libro quarto Testamenti a 107 e 119 e seguenti ma sopra questa materia vedi altro ricordo interessante fatto dal Macchi nel libro di più Memorie a 13».
[629] Lacuna nel testo.
[630] In calce: «Di sopra. Il mese di settembre al offisio de morti di missere Bartalo Colombi».
[631] Da qui di altra mano.
[632] OSMS, Conti Correnti, 1740, giu. 26, c. 517
[633] Lacuna nel testo. OSMS, Deliberazioni, 1740, giu. 26, c.
[634] Lacuna nel testo.
[635] A margine: «Copiata al libro di Memorie della grancia di Cuna in Siena nell’archivio a foglio 14. Dato il signor dottor Bucci il 7 dicembre 1726».
[636] Lacuna nel testo.
[637] In foglio interfoliato 109/1r: «sapendo l’uno e l’altra di quale strapazzo, et incommodo era alli mezzaioli di Cuna, et alli vetturali di casa il portarsi nel tempo d’estate, attesa la penuria dell’acqua della Tressa, a più e diversi lontani mulini a far farina, con riportarne di più un cattivo, ed abbruciato lavoro».
[638] Lacuna nel testo.
[639] Testo abraso.
[640] Testo abraso.
[641] Seguono due lacerti cartacei con alcuni appunti di conti.
[642] A margine: «Vedi in questo foglio 3».
[643] OSMS, Contratti A, foglio 34. [OSMS, Contratti e protocolli 70a, 1237 (1238 s. c.) febbraio 6, c ???]
[644] A margine: «A Contratti A foglio 34».
[645] OSMS, Donazioni e oblazioni 62, 1377 ottobre 9, c ???
[646] A margine: «Vedi a foglio 3».
[647] OSMS, Testamenti 56, 1437 maggio 7, c ???
[648] A margine, di altra mano: «Che sia per consuetudine antica non si legge in detto ricordo, anzi se ne ricava che principiò in detto anno 1617». [OSMS, Visite 3104, 1617 ??, c ???]
[649] OSMS,
[650] Il testo da «1257» a «Contratti» è stato aggiunto nel bordo superiore della carta.
[651] OSMS, Contratti e protocolli 75, 1487 novembre 24, c ???
[652] OSMS,
[653] OSMS,
[654] OSMS, Testamenti 55 o 56, 1437 ??, c ???
[655] Lacuna nella documentazione.
[656] OSMS, Visite 3088, 1601 ????, c. ?????
[657] OSMS,
[658] OSMS, Libro a ricogliare e bilanci 531, 1511 ????, c. ?????
[659] OSMS, Conti Correnti 793, 1670 (1671 s. c.) gennaio 26, c. ?????
[660] A margine: «L’anno 1724 la metà della congregazione del Refugio la prese lo Spedale con pagare cera libbre 12 l’anno come al libro de Censi a foglio 51. Di sotto». [OSMS, Contratti e protocolli 64, 1257 (1258 s. c.) marzo 3, c. ?????].
[661] Lacuna nel testo.
[662] A margine: «L’anno 1724 questi 2 molini dal primo dicembre in qua adesso sono dello Spedale come al libro de Cenzi a foglio 51 con pagare cera libbre 12 l’anno, come per contratto rogato ser Clemente Ostilii Vannini».
[663] A margine: «Per questo si chiamava la Compagnia sotto la volta dello Spedale».
[664] OSMS, Privilegi 115, 1313 (1314 s. c.) marzo 2, cc. 1, 3-7.
[665] Interfoliato 3/1r: «L’anno 1313 quando furon date le carbonaie allo Spedale perché cerano molti ballatoi e rubbavano delle lenzuola, sì come ancora scarpe e altro come dice nel contratto e li fanciulli facevano alle sassate con grand romore e fracasso e altre sporcitie che era il fosso, o chiasso detto di Santo Anzano, hoggi la cappanna da fieno, e dalla cantina il macello di sotto, e fondi quale è mattonata».
[666] OSMS,
[667] OSMS,
[668] In calce: «Le copie dei contratti delle concessioni fatte il Comune di Siena allo Spedale, sono nel libro del Esentioni nella stanza de Contratti della città e dello Spedale in foglio 1». [OSMS, Privilegi 115, 1334 (1335 s. c.) febbraio 28, c. ?????
[669] OSMS, Contratti e Protocolli 64, 1313 ????, c. ?????
[670] OSMS, Deliberazioni 21, 1381 (1382 s. c.) febbraio 17, c. 8v.
[671] OSMS, Deliberazioni 21, 1384 aprile 20, c. 82v.
[672] OSMS, Pigionali 1332, 1525, c. ?????
[673] OSMS, Deliberazioni 21, 1388 (1389 s. c.) marzo 1, c. 205r.
[674] Lacuna nella documentazione.
[675] OSMS,
[676] OSMS, Usufrutti, Depositi e Preste 172, 1592 settembre 12, c. ?????
[677] OSMS, Deliberazioni 22, 1405 settembre 19, c. 47v.
[679] Archivio compagnia Beata Vergine Maria sotto le volte dello Spedale, Deliberazioni ??, 1524 settembre 11, c. ?????
[680] OSMS, Ricordi e Memorie 185, ????????, c. ?????
[681] OSMS, Contratti e Protocolli 66, 1386 giugno 8, c. ?????
[682] Abraso nel testo.