Imbreviature di ser Ranieri di Accursio
1314 settembre 28 – 1318 febbraio 28
Protocollo III
N.86a
(n.a. 221, IV)
Cod. cart. di c.154
Riuniti in volume, leg in asse, di mm.220 per 345
a cura di Marco Giacchetto
1
cc. 1r-v VAI ALLA PAGINA
1314 settembre 28
“Compromissum factum in electores rectoris hospitalis”
Essendo vacante il governo dell’Ospedale di Santa Maria di Siena per la morte di messer Iacomo del fu Cristoforo del Mancino, i quaranta frati dell’Ospedale, nominativamente indicati, che compongono la familia ospedaliera cui spetta de iure l’elezione del rettore deliberano all’unanimità di voler procedere per viam compromissi, designando come elettori i confratelli frate Nero di Ildobrandino, frate Manfredi Albizzi, frate Baldo di Ricco e frate Carduccio di Federigo.
In Siena, nel Refettorio ubi consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: il presbitero Ugolino di Gianni, il presbitero Bucello di Buonfigliolo, Cecco di ser Deo e frate Gregorio di Bencivenne.
2
cc. 2r-v VAI ALLA PAGINA
1314 settembre 28
“Electio Vannis Thesis in rectorem hospitalis”
I frati Nero di Ildobrandino, Manfredi Albizzi, Baldo di Ricco e Carduccio di Federigo ai quali è stata concessa balia ad tractandum de electione gubernatoris et rectoris dell’Ospedale eleggono come rettore Vanni di Tese Tolomei.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: il presbitero Ugolino di Gianni, il presbitero Bucello di Buonfigliolo, Cecco di ser Deo e frate Gregorio di Bencivenne.
3
cc. 2v-3r VAI ALLA PAGINA
1314 settembre 28
“Sindicatus ad presentandum electionem”
Il Capitolo del Santa Maria della Scala, riunitosi nel refettorio dell’Ospedale ad sonum campanelle ut moris est, delibera all’unanimità la nomina di frate Carduccio di Federigo, Ciano di Ottinello, Baldo di Ricco e Naddo di Lonardo, frati del detto Ospedale, in qualità di sindaci e procuratori dell’ente riguardo la stesura degli atti relativi all’elezione, iam factam et celebratam, di Vanni del fu Tese Tolomei a nuovo rettore del Santa Maria.
In Siena, nel refettorio dell’Ospedale; Testimoni: il presbitero Ugolino di Gianni, il presbitero Bucello di Buonfigliolo, Cecco di ser Deo e frate Gregorio di Bencivenne.
4
c. 3r VAI ALLA PAGINA
1314 settembre 29
“Presentatio electionis facta Vanni electo”
Frate Carduccio di Federigo, Ciano di Ottinello, Baldo di Ricco e Naddo di Lonardo, frati del detto Ospedale, ratificano a Vanni del fu Tese Tolomei la sua elezione a rettore, il quale accetta la nomina.
In Siena, presso la casa del detto Vanni; Testimoni: Vanni di Cino, Giovanni di Pagno chierico e Nero di Bindo.
5
cc. 3r-3v VAI ALLA PAGINA
1314 settembre 30
“Presentatio electionis facta canonicis”
Carduccio di Federico, Ciano di Ottinello, Baldo di Ricco e Naddo di Lonardo, frati dell’Ospedale, riuniti nel refettorio presentano solennemente il nuovo rettore Vanni del fu Tese Tolomei ai canonici del Duomo.
In Siena presso il refettorio della canonica; Testimoni: messer Betto di messer Leonardo giudice, Mino di messer Meo di Tavena, Meo di messer Incontrato, Niccoluccio di messer Caulino e Tengoccio di Baldo di Grasso Tolomei.
6
c. 4v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 17
“Testamentum Vannis Thesis”
Vanni del fu Tese Tolomei, rettore del Santa Maria della Scala, nel pieno delle proprie facoltà redige il suo testamento: alla sua morte essere seppellito presso il Santa Maria della Scala; un lascito monetario di 10 soldi rispettivamente al comune di Siena e al vescovo; lascia alla moglie Andrea del fu Rustichino una casa, posta nel popolo di San Cristoforo presso la contrada Strata, un podere e un mulino presso Caldana nel distretto di Rapolano e ogni possedimento presso la curia e distretto di Rapolano.
In Siena presso la casa di Cione; Testimoni: Pietro di Ventura, Durazzo di Ranieri, Vanni di Cino chierico, Niccoluccio di Puccio e Braccio di Ghezzo.
7
cc. 5r-6v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 17
“Donatio Vannis Thesis”
Vanni del fu Tese Tolomei in favore della propria anima, e di quella dei propri parenti, dona all’Ospedale i seguenti beni: un pezzo di terra, vigna, due case, cinque tini posti vicino Siena in contrada Farneta; una casa a Siena nel popolo di San Cristoforo; nella curia di Santa Innocenza presso la villa di Piana un pezzo di terra con casa e vigna, un pezzo di terra nel luogo detto Al Tarpinello e Renaio, un pezzo di terra nel luogo detto A Renaio, un pezzo di terra nel luogo detto Le ‘ncrociatelle, un pezzo di terra nel luogo detto Pogiuolo Berni, un pezzo di terra nel luogo detto Fonte a Renaio, un pezzo di terra nel luogo detto La Strada, un pezzo di terra e vigna nel luogo detto Nela Marella, due pezzi di terra nel luogo detto Ferrangoni, un pezzo di terra nel luogo detto Erabubbi, due vigne, una capanna e tre pezzi di terra nel luogo detto Mercatale, un pezzo di terra nel luogo detto Calcinaia, due pezzi di terra nel luogo detto A pié la costa, un pezzo di terra nel luogo detto A Greppi, un pezzo di terra nel luogo detto A Petriccio, un pezzo di terra nel luogo detto Al Fornello, due pezzi di terra nel luogo detto Emporchiana.
In Siena presso la casa del detto Vanni; Testimoni: Pietro di Ventura, Durazzo di Ranieri, Vanni di Cino chierico, Niccoluccio di Puccio e Braccio di Ghezzo.
Lo stesso giorno, luogo e davanti ai medesimi testimoni, le figlie Mea e Mia rifiuta ogni eventuale diritto sui beni donati dal padre.
8
cc. 7r-v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 19
“Donatio domine Buone”
Buona del fu Gualtieri e vedova di Guidarone del popolo di San Vincenzo, in favore della propria anima e volendo rimediare ai peccati del marito e dei parenti, dona all’Ospedale una casa e platea poste nel già detto popolo presso la contrada Platea Paparonum.
In Siena; Testimoni: messer Durello rettore della chiesa di San Vincenzo, ser Ugolino di Dato cappellano della detta chiesa e Martino di Fazio.
9
c. 7v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 20
“Oblatio domini Johannis Thesis”
Si rende noto a tutti, per mezzo dei documenti già redatti e presentati al notaio rogante, che Giovanni del fu Tese Tolomei rettore dell’Ospedale, con il consenso della moglie Andrea, si offre come oblato dell’Ospedale. Con sé porta in dono tutti i propri beni posti nella Villa di Piana.
In Siena presso la chiesa e oratorio dell’Ospedale; Testimoni: il vescovo Ruggero, frate Iacomo Laterino, frate predicatore Ventura penitenziere del vescovo, Deo Malavolti canonico.
10
cc. 8r-9r VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 22
“Sindicatus fratrem Manfredi camerarius et Mini ad quictandum”
Il rettore e il Capitolo, riunito ad sonum capanelle et de mandato dicti rectoris, deliberano la nomina dei frati Manfredi di Albizzi camerario, Mino di Bencivenne e Ciano di Ottinello in qualità di procuratori riguardo l’esecuzione e l’amministrazione di ogni e singola clausola relativa a beni immobili e mobili contenuta in atti in cui risulti coinvolto il Santa Maria della Scala.
In Siena, nel refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Niccoluccio di Puccio e Piero di Ugone.
11
cc. 9r-v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 22
“Sindicatus fratris Ciani et aliorum ad locandum”
Il rettore e il Capitolo deliberano la nomina di frate Ciano di Ottinello, frate Vanni di Bindo, frate Pagno di Compagno, frate Mino di Iacomo e frate Bonaventura di Ghiberto in qualità di procuratori riguardo l’amministrazione delle locazioni e delle concessioni di terre, di possedimenti, di poderi e di case di proprietà dell’Ospedale situati nella città e nel contado di Siena.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Niccoluccio di Puccio e Piero di Ugone.
12
cc. 9v-10v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 22
“Sindicatus ad vendendum”
Il rettore e il Capitolo deliberano la nomina di frate Manfredi di Albizzi camerario, in qualità di procuratore riguardo la gestione della vendita di tre pezzi di terra di proprietà dell’Ospedale situati nel contado di Firenze, nel luogo detto Ferrale.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Niccoluccio di Puccio e Piero di Ugone.
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cc. 10v-11r VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 22
“Sindicatus ad lites”
Il rettore e il Capitolo deliberano la nomina dei frati Iacomo di Ghino, Vanni di Bindo, Toro di Adota, Ciano di Ottinello e Viva di Amedeo in qualità di procuratori ad lites dell’Ospedale.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Niccoluccio di Puccio e Piero di Ugone.
14
cc. 11v-12r VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 24
“Conductio unius ex poderibus de Ampugnano facta per Pierum”
Piero di Giustolo con il figlio Giustolo, abitanti di Ampugnano, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per i prossimi 3 anni a partire dalla festa di Santa Maria ad agosto, i seguenti beni posti nella curia e contrada di Ampugnano: un pezzo di terra in parte vignata con una casa, un pezzo di terra vignata posta nella contrada De’ Cantoni, un pezzo di terra nel luogo detto A Lischia, un pezzo di terra nel luogo detto Al Boscho Arsiccio, un pezzo di terra nel luogo detto El Traversagno, un pezzo di terra nel luogo detto Le Cerreta, un pezzo di terra nel luogo detto Le Camarelle, un pezzo di terra nel luogo detto Al Pantaneto, un pezzo di terra vignata nel luogo detto Al Colle, un pezzo di terra con aia posto a Malborgo, un pezzo di terra presso la contrada detta Campo agli olmi et rigarello, un pezzo di terra, vigna e canneto presso la Villa di Ampugnano, un pezzo di terra posto nella curia e piana di Viteccio nel luogo detto Perdonico, un pezzo di terra posto a Viteccio nel luogo detto Castellare.
Presso la villa di Ampugnano; Testimoni: Tone di Buonamico, Maffuccio di Giovanni.
15
c. 12v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 25
“Debitum Socçi de xii libre”
Sozzo de fu Viva da Val di Pugna ma abitante di Val d’Arbia, si costituisce debitore nei confronti dell’Ospedale di 12 lire.
In Siena; Testimoni: Tano di Cardo e Simone di Errigo.
16
cc. 12v-13r VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 29
“Recognitio vinee Porte Tufi que fuit domini Jacobi”
Nero del fu Arrigo del popolo di Sant’Agata di Siena confessa e riconosce di possedere per conto del Santa Maria della Scala, in qualità di affittuario, un pezzo di terra con casa, vigna e canneto posto nel popolo suddetto nella contrada di Porta Tufi. Il canone di locazione concordato per un anno prevede il pagamento, per la festa di Ognissanti, di 66 lire di denari senesi.
Presso la contrada di Porta Tufi; Testimoni: Ventura di Michele e Nero di Maffeo.
17
c. 13r VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 30
“Recognitio unius ex vineis domini Jacobi”
Giovannello del fu Aiuto del popolo di San Marco confessa e riconosce di possedere per conto del Santa Maria della Scala, in qualità di affittuario, un pezzo di terra con casa, vigna e canneto posti nel popolo di Sant’Agata e contrada di Porta Tufi. Il canone di locazione concordato per un anno prevede il pagamento, per la festa di Ognissanti, di 20 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Nero di Arrigo e frate Ambrogio di Cristoforo.
18
c. 13v VAI ALLA PAGINA
1314 ottobre 30
“Conductio vinee domini Jacobi facta per Gualterium”
Gualtieri e Vanni del fu Cenne del popolo di Sant’Agata di Siena prendono in conduzione dall’Ospedale per 3 anni un pezzo di terra con casa, palmento vigna, orti e un frantoio (hedificio ad oleum faciendum). Il canone annuo da pagarsi in occasione della festa di Ognissanti è di 130 lire di denari senesi.
In Siena presso la contrada di Porta Tufi; Testimoni: frate Ambrogio di Cristoforo e Vannuccio di Benzi.
19
cc. 13v-14r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 2
“Ratificatio electionis domini Johannis”
I frati dell’Ospedale prendono atto dell’elezione del nuovo rettore messer Giovanni del fu Tese Tolomei.
In Siena presso l’Ospedale; Testimoni: Vanni di Cino, Giovanni di Pagno chierico e Niccoluccio di Puccio.
20
cc. 14r-v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 2
“Obbedientia facta per fratre domino Johanni novo rectori”
I frati e oblati dell’Ospedale fanno solenne atto di obbedienza al nuovo rettore messer Giovanni del fu Tese Tolomei promettendo di obbedire ed eseguire ogni suo comando ed incarico.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Vanni di Cino, Giovanni di Pagno chierico, Niccoluccio di Puccio.
21
c. 14v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 2
“Sindicatus fratris Manfredi ad iurandum”
Il rettore e il Capitolo, riunito ad sonum capanelle, costituiscono frate Manfredi di Albizzi procuratore e sindaco dell’Ospedale […]
22
c. 15r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 4
“Obbedientia dominarum hospitalis facta domino Johanni rectori”
Tutte le sorelle e oblate dell’Ospedale fanno atto di obbedienza al nuovo rettore Vanni del fu Tese Tolomei promettendo di obbedire ed eseguire ogni suo comando ed incarico.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Nero di Ildibrandino, Ciano di Ottinello e frate Mino di messer Iacomo.
23
c. 15v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 4
“Conductio vinee que fuit fratris Neri de Vescona”
Franco di Venturello, del popolo di San Quirico in Castelvecchio, prende in affitto per 5 anni da Iacomina vedova di frate Nero di Benincasa, oblata dell’Ospedale, un pezzo di terra con casa, vigna e due tini –che quest’ultima aveva ricevuto in usufrutto a vita- situato nel popolo suddetto. Il canone, da pagarsi annualmente per la festa di Ognissanti, è di 16 lire di denari senesi.
24
cc. 15v-16r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 4
“Quictantia habita a Guocio Palmerii”
Guccio di Palmieri senese, erede di monna Nese, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 35 staia di frumento a fronte della 7 moggia che il Santa Maria doveva annualmente dalla detta Nese.
In Siena; Testimoni: Bindoccio di Latino di Uberto e Manghino di Giunta.
25
cc. 16r-17r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 4
“Sindicatus accaptatorum hospitalis
Di fronte all’universitas cristiana, laica e religiosa, appareat evidenter che il Capitolo e il rettore del Santa Maria della Scala hanno deliberato all’unanimità di inviare ser Gino di Carbone e ser Vanni di Guidone di Mazzante ad petendum, recipiendum et recolligendum elemosine e legati, in qualità di procuratori dell’Ospedale, per totam Ytaliam et provinciam et per totum Regnum Francie, Sicilie, Apulee et per totam Greciam, Albaniam, Fliolum, Sclavoniam et per omnes alias provincias.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Cecco di ser Deo e Braccino di Iacomino.
26
cc. 17v-18r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 8
“Donatio domine Fecche”
Fecca figlia del fu Manno di Beccacci da Siena, in favore della propria anima e quella dei parenti, dona all’Ospedale i seguenti beni posti nella curia di San Quirico a Osenna: un pezzo di terra nel luogo detto Al Colle, un pezzo di terra vignata nel luogo detto A Olmo, un pezzo di terra e vigna nel luogo detto Vinano.
In Siena presso il Capitolo dell’Ospedale; Testimoni: Vanni di Cino, Giovanni di Pagno chierico, Pietro Ventura e Cecco di Vanni
Il 19 novembre dello stesso anno, si ratifica la presa di possesso dell’Ospedale dei beni donati dinanzi ai testimoni Braccio di Ghezzo, Chiaro di Lotto e frate Ciano di Ottinello.
27
c. 18v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 8
“Oblatio domine Fecche”
Il rettore e il Capitolo, cohadunatum ad sonum campanelle, deliberano di accogliere in qualità di oblata Fecca del fu Manno di Boccacci, la quale dona all’Ospedale ogni suo bene mobile e immobile, in particolare tre pezzi di terra situati nella curia di San Quirico in Osenna, nel contado di Siena.
In Siena nel Capitolo dell’Ospedale; Testimoni: Vanni di Cino, Giovanni di Pagno chierico, Pietro di Ventura e Cecco di Vanni.
28
cc. 19r-v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 9
“Conductio poderis de Ysola facta per filium Sei”
Duccio e Nuto figli di Seo da Isola, con il consenso del padre, prendono in conduzione a mezzadria da frate Ciano di Ottinello sindaco dell’Ospedale, un possedimento con casa, terra vigna e lama posta nella curia e contrada di Isola.
(I toponimi dei possedimenti sono elencati nominativamente in un altro contratto redatto il 15 novembre 1309 dall’Ospedale con Guidone detto Ciaffone e Nero di Andrea)
In Siena; Testimoni: Lippo di Giovanni e Guidone di Buccio.
29
c. 20r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 9
“Debitum Martini de Ferrale”
Martino di Mangione da Ferrale, del contado di Firenze, si costituisce debitore di 3 fiorini d’oro nei confronti dell’Ospedale. Il debito sarà saldato nel mese di maggio.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Benino di Dolfo.
30
cc. 20r-v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 12
“Ratificatio Johannis Berardi”
Giovanni di Berardo da Montalceto, frate e oblato dell’Ospedale, ratifica l’elezione a rettore di Vanni del fu Tese Tolomei a seguito della morte di Iacopo del fu Cristoforo del Mancino.
Presso la curia di Serre; Testimoni Braccio di Ghezzo e frate Ciano di Ottinello.
31
cc. 20v-21r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 17
“Conductio terre facta per Minum de Sancto Quirico”
Mino del fu Giovanni di Peronella da San Quirico in Osenna prende in affitto dall’Ospedale, per 5 anni, un pezzo di terra posto nella curia di San Quirico in Osenna nel luogo detto Colle. L’affitto annuale sarà di 3 moggia e 6 staia di frumento.
Presso la fortezza di San Quirico in Osenna; Testimoni: Giovannino di Simone e frate Vanni di Bindo.
32
c. 21r-v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 17
“Conductio vinee facta per Vanninum”
Vannino di maestro Nero da San Quirico in Osenna prende in affitto dall’Ospedale, per 5 anni, un pezzo di terra vignata, posto nella curia di San Quirico in Osenna nel luogo detto Olmo, impegnandosi, inoltre, a piantare 12 alberi di ulivo. L’affitto annuale sarà di 10 lire e 10 soldi di denari senesi.
Presso la fortezza di San Quirico in Osenna; Testimoni: Giovannino di Simone e frate Vanni di Bindo.
33
c. 21v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 17
“Conductio vinee facte per Minuccium”
Minuccio di Ventura da San Quirico in Osenna prende in affitto dall’Ospedale, per 5 anni, un pezzo di terra vignata situato nella curia di San Quirico in Osenna nel luogo detto Olmo, impegnandosi, inoltre, a piantare 12 alberi di ulivo. L’affitto annuale sarà di 11 lire di denari senesi.
Presso la fortezza di San Quirico in Osenna; Testimoni: Giovannino di Simone e frate Vanni di Bindo.
34
c. 22r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 17
“Conductio vinee facta per Minum”
Mino del fu Giovanni di Peronella da San Quirico in Osenna prende in affitto dall’Ospedale, per 5 anni, un pezzo di terra vignata, posto nella curia di San Quirico in Osenna nel luogo detto Vivano, impegnandosi, inoltre, a piantare 12 alberi di ulivo. L’affitto annuale sarà di 5 lire di denari senesi.
Presso la fortezza di San Quirico in Osenna; Testimoni: Giovannino di Simone e frate Vanni di Bindo.
34
cc. 22r-23r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 20
“Conductio poderis de Piana quod fuit domini Johannis”
Buccio di Menco e Vannino del fu Guidarello da Santa Innocenza prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per un anno a partire da gennaio, due pezzi di terra nel luogo detto A Carpinello et Renaio; un pezzo di terra con prati a Poggiulo Berni; un pezzo di terra e vigna Nele Murelle; due pezzi di terra e vigna, di cui uno con aia e capanna, a Mercatale; un pezzo di terra a Fonte a Renaio, uno a La strada, uno a Le ‘ncrociatelle, uno Ne’ Ferangoni, uno a E in Bubbi, uno a Ferrangone, uno a Mercatale, uno a Calcinaia, uno a E in pie’ la costa, uno a Greppi, uno a Petriccio, uno a Fornello, due a Porchiana.
Presso la Villa di Piana nella curia di Santa Innocenza; Testimoni: ser Lando di Sabolino notaio, ser Tudino di Buccio e Pietro di Ventura.
35
c. 23v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 20
“Conductio vinee de Piana facta per Micchelem”
Michele di Ventura, il quale vive a Santa Innocenza, prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per un anno, i seguenti beni immobili posti nella curia di Santa innocenza: un pezzo di terra con casa e vigna nel luogo detto Piana, un pezzo di terra nel luogo detto A pie’ la costa, un pezzo di terra con casa e capanna.
Presso la Villa di Piana nella curia di Santa Innocenza; Testimoni: ser Lando di Sabolino notaio, ser Tudino di Buccio e Pietro di Ventura.
36
cc. 23v-24v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 22
“Emptio facta a ser Andrea rectore ecclesie de Maciareto”
Volendo ricostruire la domos ecclesie dei Santi Nicola e Giovanni a Macereto, devastata da un incendio durante le guerre dell’Imperatore, il rettore della detta chiesa ser Andrea del fu Tancredi, per mezzo di frate Ruggero, vende all’Ospedale un pezzo di terra boschiva posta nella curia di Macereto nel luogo detto Lengaviche per 45 lire di denari minuti senesi. Risultando il denaro già riscosso, Vannuccio di Nuccio e Vannuccio di Ferro in qualità di procuratori della chiesa di Macereto, condurranno gli acquirenti nella possessione boschiva per ratificarne il passaggio di proprietà.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri, ser Gerio di Paganuccio e Naddo di Bernardino.
37
c. 25r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 23
“Quictantia domine Binde”
Binda del fu Valare detto Forzore da Siena confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 6 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Buccio di Orlando.
38
cc. 25r-v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 23
“Conductio poderis de Prisciano facta per Buccium”
Buccio di Orlando e il figlio Guido da Leonina, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni a partire dalla festa di Sanata Maria ad agosto, un podere posto nella villa e contrada di Presciano composto da casa, vigna, terre e lama.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Graziuolo di Ildibrandino.
39
c. 26r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 24
“Concessio facta cappellanis hospitalis”
Il vescovo di Siena concede a tutti i cappellani dell’Ospedale, il diritto di amministrare i sacramenti ecclesiastici della confessione a tutti i frati, oblati e sorelle del Santa Maria della Scala e a tutti i dimoranti nell’Ospedale.
Presso il casamento dell’Ospedale nella villa di Cuna nella massa di Siena; Testimoni: frate Iacomo da Laterino dell’ordine dei frati predicatori, Puccio di Piero detto Bizoco, Simone di Cione e Parigiotto di Baglione.
40
cc.26r-29v VAI ALLA PAGINA
26 novembre 1314
“Solutiones facte ecclesiis infrascriptis de infrascriptis pecuniis quantitatibus que solvi debent peo donatione domini Bernardini Alamanni”
Bernardino del fu Alamanno Piccolomini ha donato al Santa Maria della Scala i possedimenti posti nella contrada e curia di Serre. Secondo la donazione l’Ospedale è tenuto a dare annualmente determinate somme di denaro in occasione della festa di Ognissanti a determinati luoghi pii. Volendo adempiere tali volontà si notifica l’avvenuto pagamento da parte di frate Manfredi camerario dell’Ospedale, il 26 novembre 1314, alle seguenti chiese e monasteri: S. Vincenzo, S. Antonio, monastero di S. Barnaba, monastero di S. Abunda, S. Pietro a Castelvecchio, convento dei Servi di S. Maria, S. Desiderio, monastero di S. Galgano, Duomo, S. Giovanni, S. Giovanni Battista, S. Martino, S. Giusto, Abbazia di S. Donato, monastero di S. Benedetto, Sant’Angelo a Montone, convento dei Frati predicatori a Camporeggio, S. Salvatore, convento dei frati eremiti di Sant’Agostino, S. Vigilio, S. Leonardo, S. Cristoforo, S. Pietro alle Scale, S. Pellegrino, S. Bartolomeo, S. Basilio, Magione del Tempio, Ospedale di Monna Agnese, S. Maurizio, convento dei frati Umiliati, monastero di S. Prospero, convento dei Frati Minori a Ovile, S. Pietro a Ovile, S. Stefano, S. Quirico di Castelvecchio, monastero di Santa Maria Novella, monastero delle monache di Sperandie, S. Paolo, S. Egidio, Sant’Andrea, S. Donato, monastero di S. Massimiliano, S. Marco, monache di Agnese, monastero di S. Margherita, convento dei frati di S. Maria del Carmine, convento dei frati della S. Croce, monastero di Vico, S. Giorgio, Abbadia Nuova di S. Giacomo, monastero di S. Lorenzo, Abbadia all’Arco, monastero di S. Petronilla, Ospedale di S. Croce a Porta Camollia, Casa della Misericordia.
41
c. 30r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 26
“Quictantia pro facto Fortini”
Cenne di Domenico rettore della chiesa di San Pietro in Castelvecchio confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 20 soldi di denari senesi e 3 libre di candele, che il Santa Maria doveva alla detta chiesa, in ragione della donazione fatta dal defunto Fortino fornaio.
In Siena; Testimoni; frate Gregorio di Bencivenne e Durazzo di Ranieri.
42
cc. 30r-v VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 28
“Quictantia Francischi pro facto domine Becche”
Niccoluccio del fu messer Benuccio Salimbeni nelle sue ultime volontà dichiarò -il 12 settembre 1412- insoluta la dote che spettava alla moglie Becca figlia del fu Pane Squarcialupi, specificando che sarebbe stata riconsegnata alla legittima proprietaria dagli eredi entro 5 anni. Visto che nel frattempo Becca, divenuta oblata del Santa Maria della Scala, ha donato tutti i propri beni mobili e immobili all’Ospedale, Francesco del fu Sozzo di Benucci Salimbeni volendo adempiere le volontà testamentarie di Niccoluccio, consegna a frate Carduccio di Federigo la dote di Becca, rimettendo ogni ragione su tali beni che divengono, pertanto, di proprietà dell’Ospedale. La dote consiste in un podere a Cosona, una vigna tenuta per conto di Niccoluccio da Cenne Berlinfavo, una terra e vigna a Monte Salviano.
In Siena; Testimoni: Nuccio di Cambio, Spinello di Pietro farsettaio, Ghezzo di Guidone e frate Ciano di Ottinello.
43
c. 31r VAI ALLA PAGINA
1314 novembre 29
“Quictantia a Meo Maccolini”
Meo di Maccolino, cittadino senese, confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 6 moggia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Gano di Bencivenne.
44
Cc. 31r-32r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 4
“Donatio Rogerii et uxoris”
Ruggero del fu Federigo e sua moglie Mina del fu Viva, i quali vivono nel popolo di San Desiderio, in favore della propria anima e come rimedio per i propri peccati e per rimediare a tutti gli illicitorum lucrorum donano all’Ospedale due pezzi di terra posti nella curia di Montechiaro nel luogo detto Valdrigo. Nominano Gianni di Bianco da Montechiaro loro procuratore.
In Siena; Testimoni: Piero di Ugone e Sozzo di Paolo sarto del popolo di San Giovanni.
45
cc. 32r-v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 4
“Oblatio Rogerii Frederigi”
Il rettore e il Capitolo, cohadunatum ad sonum campanelle, deliberano di accogliere in qualità di oblato Ruggero del fu Federigo, abitante a Siena nel popolo di San Desiderio, il quale dona all’Ospedale ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena, nel refettorio ubi consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: Pietro di Ugone e Sozzo di Paolo.
46
c. 32v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 4
“Quictantia pro facto dompni Jacobi”
Iacomo di Crescenzi, il quale abita a Siena nel convento dei frati minori a Ovile, confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 14 moggia di frumento per conto di messer Iacomo del fu Iacomo Del Zimarro.
In Siena; Testimoni: Giovanni di Lippo e Nuto di Mozarino.
47
c. 33r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 5
“Conductio domus facta per Bracchum”
Cola di Nero detto Bracco orefice, del popolo di San Giovanni di Siena, prende in affitto dall’Ospedale una casa posta nel popolo suddetto e contrada del Piano Santa Maria. Il contratto di locazione, della durata di 2 anni, a cominciare dalla prossima festa di San Michele a settembre, preveda un canone annuo di 5 lire di denari senesi da pagarsi in due rate.
In Siena; Testimoni: maestro Gano di Bonifacio e Sozzo di Burnaccio.
48
cc. 33r-v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 5
“Quictantia dominarum de fratellis”
Il monastero delle monache delle Fratelle vicino Siena, tramite il proprio procuratore Goccio di Paganello maestro di legname, confessa d’aver ricevuto da Manfredi Albizzi camerario dell’Ospedale 4 staia di frumento che spettavano al monastero secondo la donazione fatta da monna Turchiuzza del fu Raniero di Turcho.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Baldo di Ricco.
49
cc. 33v-34r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 7
“Quictantia fratrum Servorum”
I frati di Santa Maria dei Servi, tramite il procuratore frate Bernardo di Nuccio, confessano d’aver ricevuto dall’Ospedale uno staio di grano, uno staio di vino e 5 soldi di denari senesi secondo le volontà testamentarie di ser Bonadota di Caponero, più 6 staia di frumento che spettavano ai frati secondo la donazione di monna Turchiuzza del fu Ranieri di Turco.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Niccoluccio di Puccio.
50
c. 34r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 7
“Quictantia decime terre de Sancta Regina”
Il presbitero Accorso, rettore della chiesa di Sant’Antonio di Siena, in nome del Vescovo e per conto dell’Episcopato in tale negotium, rimette e rifiuta all’Ospedale ogni ragione su di un pezzo di terra posto nella contrada di Fornaccium di Santa Regina, vicino Siena, e che era in affitto a Cecco di Perino. Inoltre dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 4 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Nero di alterius Ranieri.
51
cc. 34v-35r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 7
“Conductio quattuor ex poderibus de Collaldino facta per Martinum et filios”
Martino di Salviano e i figli Mazzo, Cecco e Ghinaccio da Pogna, che vivono a Monteroni d’Arbia, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 3 anni, quattro poderi – con case, vigne, terre, lame e capanne- a Collaldino posti nel distretto e curia di Cuna e di Monteroni d’Arbia.
In Siena; Testimoni: Andrea di Cola e Filippo di Maffeo.
52
cc. 35r-36v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 9
“Conductio terre et vinee facta per Minum Bartali”
Mino di Bartalo del popolo di San Massimiliano prende in affitto dall’Ospedale un pezzo di terra e vigna posto nel popolo suddetto nel luogo detto Poggio di Schieto. La durata del contratto di locazione è di 18 anni, a partire dalla festa di San Michele a settembre, con un canone annuo di 5 lire di denari senesi, da pagarsi in occasione della festa detta.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Giovannino di Veno.
53
cc. 35v-36r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 12
“Quictantia fratrum Sancti Augustini”
Il convento dei frati eremiti di Sant’Agostino di Siena, tramite il proprio procuratore frate Niccola Della Rocca, confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 8 staia di frumento secondo le volontà testamentario di Turchiuzza, figlia del fu Raniero di Turco, più uno staio di frumento, uno staio di vino e 5 soldi di denari senesi secondo le volontà testamentarie di ser Bonadote di Caponero.
In Siena; Testimoni: Bindo di Griccione e Durazzo di Ranieri.
54
cc. 36r-v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 12
“Oblatio domine Cecche relicte Vitaleonis”
Il rettore e il Capitolo, cohadunatum ad sonum campanelle, deliberano di accogliere in qualità di oblata monna Cecca vedova di Vitaleone di Altimanno, figlia di Meo messer Incontro Tolomei, la quale dona all’Ospedale ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena, nel refettorio ubi consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: Niccoluccio di Puccio, Chiaro di Lotto e Giovanni di Pagno.
55
cc. 36v-37r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 16
“Quictantia fratris Carduccii a Menico”
Menico del fu Ventura merciaio, del popolo di San Salvatore di Siena, rifiuta di intraprendere future azioni legali nei confronti degli eredi di Gianni di Gambaruccio rinunciando, pertanto, a tutti i propri diritti inerenti i beni che furono di Gianni.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri, frate Ciano di Ottinello e frate Manfredo di Albizzi.
56
c. 37r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 18
“Quictantia decime plebis de Licignano”
Il presbitero Gemmo, rettore della chiesa di San Donato di Monteroni d’Arbia e cittadino della pieve di Lucignano d’Arbia, procuratore di messer Alessandro Salimbeni, confessa d’aver ricevuto 16 staia di frumento dall’Ospedale, a fronte della decima di tutte le terre e possessioni del Santa Maria nella detta pieve.
In Siena; Testimoni: Simone di Errigo e Meo di Guidone.
57
c. 37v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 19
“Donatio Muccii de Rapolano”
Iacomo del fu Bertoldo detto Muccio da Rapolano, in favore della propria anima, dona all’Ospedale i seguenti beni: una casa nel cassero di Rapolano, un pezzo di terra nella curia di Rapolano nel luogo detto Monte Camarino, uno nel luogo detto Berqua, uno nel luogo detto Colle Saracino, un pezzo di terra e vigna nel luogo detto Ubiaia. Nomina suo procuratore Riccio di Ugolino.
In Siena; Testimoni: Braccio di Ghezzo, Cecco di ser Deo e Giovanni di Pagno.
58
cc. 38r-39r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 19
“Oblatio Jacomuccii de Repolano et uxoris”
Il rettore e il Capitolo, cohadunatum ad sonum campanelle, deliberano di accogliere in qualità di oblati Iacomo del fu Bertoldo detto Muccio da Rapolano e monna Amata sua moglie, i quali donano all’Ospedale ogni loro bene mobile e immobile.
In Siena, nel refettorio ubi consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: Braccio di Ghezzo, Cecco di ser Deo e Giovanni di Pagno.
59
cc. 39r-v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 19
“Donatio domine Line”
Lina vedova di Monteregione del popolo di San Maurizio di Siena, in favore della propria anima e di quella del marito, dona all’Ospedale una casa ammobiliata posta nel popolo e contrada di San Maurizio impegnandosi, inoltre, a farsi carico delle spese legali qualora qualcuno avanzasse diritti sul bene immobile donato.
In Siena; Testimoni: Muccio di Bertoldo, Sozzo di Paolo sarto e frate Viva di Amedeo.
60
cc. 39v-40r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 20
“Conductio duorum ex poderibus de Cuna facta per Paganellum”
Paganello di Piero e Guido di Rustichello da Cuna prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, due poderi presso la curia di Cuna nel luogo detto A la Strada con case, vigne, terre, lame e capanne.
In Siena; Testimoni: Binduccio di Feduccio e Meo di Guidone.
61
cc. 40v-41r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 23
“Conductio poderis de Segali facta per Bindum”
Bindo di Guglielmo da Funino con i figli Accorso e Vanni prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere situato nella curia di Asciano e contrada di Segale composto da case, capanna, terre e vigne.
In Siena; Testimoni: Piero di Ugone e Binduccio di Feduccio.
62
cc. 41v-42r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 23
“Oblatio Andree Cole”
Il rettore e il Capitolo, cohadunatum ad sonum campanelle, deliberano di accogliere in qualità di oblato Andrea del fu Cola, cittadino senese, il quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena, presso il refettorio dell’Ospedale ubi fieri consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto e Mino di Alberto fornaio.
63
cc. 42r-42v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 23
“Oblatio fratris Mini Bencivennis”
Il rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblato Mino di Bencivenne, cittadino senese, il quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena, presso il refettorio dell’Ospedale ubi fieri consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto e Mino di Alberto fornaio testimoni.
64
cc. 42v-43r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 23
“Oblatio Juncte Micchelis”
Il rettore e il Capitolo deliberano d’accogliere in qualità di oblato Giunta di Michele detto Biancuccio, cittadino senese, il quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena, presso il refettorio dell’Ospedale ubi fieri consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto e Mino di Alberto fornaio testimoni.
65
c. 43v VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 29
“Quictantia fratrum de Carmino”
Frate Iacomo di Orlando, procuratore del convento dei frati di Santa Maria del Carmine, confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 4 staia di frumento secondo la donazione di Turchiuzza figlia del fu Raniero di Turco, e 5 soldi più uno staio di frumento e vino secondo le volontà testamentarie di ser Bonadota di Caponero.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Naddo di Leonardo.
66
cc. 43v-44r VAI ALLA PAGINA
1314 dicembre 30
“Donatio domini Johannis de Chiaramontesibus”
Volendo messer Giovanni del fu Migliore Chiaramontesi da Firenze, cittadino senese, in favore della propria anima, porre rimedio ai propri peccati e a quelli dei parenti, dona all’Ospedale 873 fiorini d’oro, più i seguenti beni posti nella contrada e popolo di San Martino a Quarto nel distretto senese: un pezzo di terra con casa e vigna, due pezzi di terra e boschi, un pezzo di terra con due capanne e aie posto nella contrada anzidetta, un pezzo di terra posto nel luogo detto A la Piana, un pezzo di terra posto nel luogo detto Casale, un pezzo di terra posto nel luogo detto Capradosso, un pezzo di terra posto nel luogo detto Pagiulo, un pezzo di terra posto nel luogo detto […].
In cambio della donazione l’Ospedale si impegna a pagare a vita ogni anno al detto Giovanni -in due rate annuali- 90 fiorini d’oro per expensis et alimentis sue e della propria famiglia. L’Ospedale si impegna inoltre a pagare ogni anno, per la festa di San Michele, anche le spese d’alloggio di 6 fiorini d’oro, salvo qualora assegni a Giovanni una casa di propria proprietà. Infine se Giovanni volesse prendere un cappellano per la propria casa, quest’ultimo sarà ospitato dall’Ospedale. Alla morte di Giovanni l’ente sarà libero dagli obblighi presi impegnandosi però a restituire le possessioni presso Quarto a Castelluccio e Nadduccio eredi di Leo di Ranucci Foschi, dietro il pagamento di 127 fiorini d’oro.
In Siena presso l’Ospedale; Testimoni: frate Giovanni Bustole, frate Bartolomeo di Monaldetto dell’ordine dei frati predicatori, Durazzo di Ranieri e Naddo di Lonardo.
67
c. 46r VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 7
“Quictantia domus Sancti Laçari”
Tura di Bartalino procuratore della casa e Ospedale infectorum di San Lazzaro, nei pressi di Siena, confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 10 ¼ di grano.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e frate Bonaventura di Giberto.
68
cc. 46r-47r VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 11
“Donatio Guidonis Mini”
Guido del fu Mino di Concone da Mandria, minore di venticinque anni ma maggiore di quattordici, con il consenso di ser Dato di Martino cappellano del Duomo di Siena e in presenza di Bindo di Ildobrandino e al maestro Orlandino di Truccianello suoi più prossimi parenti, in favore della propria anima e come rimedio per i propri peccati, dona all’Ospedale tutti i suoi beni posti nel distretto di Castelfranco di Paganico tra i quali: una casa posta nel castello nel quartiere di Santa Maria, due pezzi di terra posti in contrada Podii ale Merighole, un pezzo di terra con capanna posto in contrada e distretto di Gretano.
In Siena; Testimoni: Pietro di Ventura, Braccio di Ghezzi e Niccoluccio di Puccio.
69
c. 47v VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 13
“Promissio Molendinariorum”
I mugnai Vanni di Ugolino e Vanni di Bindo del popolo di San Maurizio di Siena e il mugnaio Mino di Giovanni da Pracola promettono all’Ospedale di portare a macinare a proprie spese tutto il frumento del Santa Maria della Scala presso i mulini, per tutto l’anno entrante, fino a 30 staia di frumento al giorno. Sempre a proprie spese ritorneranno la farina fatta, senza frode, e riceveranno dall’Ospedale 10 lire di denari senesi, ogni anno, più 3 lire per ogni staio di frumento portato a macinare.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Nanni di Peruzzo da Pogna.
70
cc. 48r-49r VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 21
“Conductio poderis quod fuit Filippi”
Martinello di Ardimanno da Bibbiano Guiglieschi prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 2 anni i seguenti beni posti nella curia e distretto di Bibbiano Guiglieschi: una casa con terra e capanna –nella quale vivrà con il figlio Vannuccio e la moglie- più un altro pezzo di terra vignata nel luogo detto Gninaiuolo; un pezzo di terra nei rispettivi luoghi detti Guado al Perello, A le Lame o Campo ritondo, Salciarello, Fontanelle, Gli Alodoli, Fonte Gozii; due pezzi di terra nei luoghi detti A la Lama, Caraperopoli, Anatraio; due pezzi di terra, di cui una boschiva, nel luogo detto Cotone; un pezzo di terra boschiva e un pezzo di terra con querce nel luogo detto Piane; due pezzi di terra boschiva nel luogo detto Soracotto; la ventesima parte di boschi indivisi nel luogo Granaiuolo.
In Siena; Testimoni: ser Lando di Iacomo notaio e Chigio di messer Binno.
71
cc. 49r-v VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 23
“Oblatio domine Cine”
Il rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblata Cina del fu Giovanni da Siena, la quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile, in particolare un pezzo di terra situato nella curia di Corina nel luogo detto Spineta.
In Siena ubi fieri consueverunt consilia et instrumenta dicti hospitalis; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto e Cecco di ser Deo.
72
cc. 49v-50r VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 25
“Emptio lignaminis facta a Minuccio Stançuoli et aliis”
Puccio di messer Tancredi, Mastinello di Montanello e Minuccio del fu Stanzuolo cittadini senesi, confessano d’aver ricevuto 48 lire di denari senesi minuti dall’Ospedale, a fronte della vendita di tutto il legname raccolto nel possedimento di quest’ultimo, che fu della Chiesa di Macereto, situato presso la curia del cassero di Macereto nel luogo detto Le Riganiche.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Piero di Arrigucci.
73
cc. 50r-v VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 25
“Conductio poderis Ristori Franchi facta per Johannem et Fuccinum”
Giovanni e Fuccino figli del fu Tuccio da Santa Maria a Pilli prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere con casa, terre e vigne, posto nella curia e distretto di San Lorenzo a Pilli e Palude di Orgia.
In Siena; Testimoni: Turello di Orlando e Vannuccio di Ghezzo.
74
c. 51r VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 26
“Conductio hedificii Abbatie Nove”
Domenico di Ugolino fabbro del popolo di San Giacomo prende in affitto dall’Ospedale, per 3 anni, un edificio posto nel popolo suddetto e contrada di Abbadia Nuova, con un canone annuo di 6 lire e 10 soldi di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Chiaro di Lotto e Mazza di Accolto.
75
cc. 51r-52r VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 27
“Conductio poderis de Sciano facta per Peruccium”
Frate Carduccio di Federigo, procuratore dell’Ospedale, concede a mezzadria a Peruccio di Modenello d’Asciano, dalla festa di Santa Maria ad agosto per i successivi 5 anni, i seguenti beni: un pezzo di terra e casa posti ad Asciano dentro il borgo di Mercatale e di Campalboli; un pezzo di terra posto nel luogo detto Val d’Ombrone; un pezzo di terra e vigna posto nel luogo detto Cocchovegiaio; un pezzo di terra posto nel luogo detto Campolongo.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Andrea di Cola.
76
c. 52r VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 26
“Protestatio facta […]”
Appare evidente che frate Ciano di Ottinello procurato dell’Ospedale […]
Nel popolo di Santo Maffeo presso la contrada di Fornaccium nei pressi di Siena; Testimoni: Peruccio di Modenello, frate Nero di Ildobrandino e Pacino […].
77
c. 52v VAI ALLA PAGINA
1315 gennaio 29
“Sindicatus ad accipiendum tenutam”
Il rettore e il Capitolo deliberano la nomina di ser Bartalo di Iacomo, rettore della chiesa di San Salvatore ad Albola, in qualità procuratore dell’Ospedale riguardo l’acquisizione dei beni che furono di Giannello del fu Orlandino d’Albola.
Presso l’Ospedale; Testimoni: Binduccio di Feduccio e Guccio di Tordo.
78
cc. 53r-54r VAI ALLA PAGINA
1315 febbraio 1
“Permutatio hospitalis Ecclesie de Chuna”
Ugolino di Gianne, rettore della chiesa di San Giacomo di Cuna permuta con l’Ospedale un pezzo di terra ortivo con cortili e casa nel luogo detto Castellucci, e un pezzo di terra che fu in parte vignata presso Fonte Corboli –ambedue posti presso la villa e curia di Cuna- per due pezzi di terra, uno con vigna, cortili e casa presso la curia e piano di Monteroni d’Arbia nel luogo detto Filicaio.
In Siena, presso l’aula vescovile; Testimoni: messer Bonaguida di Bonaguida canonico, ser Memmo di Michele notaio e ser Tello di ser Duccio notaio.
79
c. 54v VAI ALLA PAGINA
1315 febbraio 7
“Debitum Dominici de Petriolo”
Domenico di Giovanni da Petriolo si costituisce debitore nei confronti dell’Ospedale di 50 lire per aver acquistato una casa del Santa Maria.
(Il 4 febbraio 1316 il rogito viene cassato in quanto il debito risulta saldato)
In Siena; Testimoni: Meo di Guidone, Braccino di Iacomino e frate Carduccio di Federigo.
80
cc. 54v-55v VAI ALLA PAGINA
1315 febbraio 10
“Emptio facta ab Agnolino”
Agnolino del fu Biagio, del popolo di San Quirico in Castelvecchio, in presenza dei Consoli della Mercanzia, Conte di Benvenuto e Mino di Vincenzo, e con il consenso dello zendadaio Giovannino di Piero e i due figli Viva e Meo suoi parenti maggiorenni, vende all’Ospedale, per 30 lire, la metà indivisa di un edificio con cortile e orto posto nel popolo suddetto nella contrada di Stalloreggi di fuori sopra il suolo della chiesa di San Quirico e pertanto con l’onere di pagare a quest’ultima in perpetuo 10 soldi a fronte dell’affitto del detto suolo.
In Siena dinanzi la casa della Mercanzia; Testimoni Tuccio di Maffeo banchiere, Fuccio di Adota cuoiaio e Vanni di Maffeo.
81
cc. 55v-56r VAI ALLA PAGINA
1315 marzo 6
“Donatio Betti tavolacciarii et uxoris”
Betto del fu Vitale tavolacciaio e Mante sua moglie del popolo di San Salvatore donano all’Ospedale una casa posta nel popolo di San Salvatore di sotto, un pezzo di terra con vigna, casa e tino presso Certano.
In Siena; Testimoni: Guglielmo di Ardovino, Giovannino di Guidone, Magio di messer Ranieri e Durazzo di Ranieri.
82
c. 56v VAI ALLA PAGINA
1315 marzo 13
“Oblatio Neri scriptoris et uxoris”
Si notifica che Neri del fu Ranieri scriptor e la moglie Moschine del fu Lucchese, vogliono oblarsi presso l’Ospedale, donando ogni loro bene mobile e immobile.
83
cc. 57r-v VAI ALLA PAGINA
1315 marzo 13
“Donatio Neri scriptoris et uxoris”
Il rettore e il Capitolo accolgono come oblati Neri del fu Ranieri scriptor e la moglie Moschine del fu Lucchese, i quali donano ogni loro bene mobile e immobile tra cui: due case poste nel popolo di San Donato nella contrada di Vallerozzi, una superficie posta nel popolo di Sant’Egidio e contrada di Camporegio.
In Siena; Testimoni: frate Cristoforo Tolomei, frate predicatore Domenico di messer Salvi, ser Memmo di Michele notaio, ser Bindo di Vina miniatore.
84
c. 58r VAI ALLA PAGINA
1315 marzo 18
“Conductio vinee domine Becche”
Bartalino di Pino da Agostoli nei pressi di Siena, prende in affitto dall’Ospedale, per 9 anni e con un canone annuo di 18 lire, una terra con vigna, casa e quattro tini posta presso la contrada di Agostoli nel luogo detto Monte Salviano.
In Siena; Testimoni: ser Memmo di Michele notaio e Ruggero di Daniele.
85
c. 58v VAI ALLA PAGINA
1315 marzo 18
“Oblatio Mini de Leonina”
Il rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblato Mino del fu Giovanni da Leonina, il quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile e in particolare 145 lire di denari senesi.
In Siena, nel refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Gregorio di Bencivenne e Guidone di Ranieri.
86
c. 59r VAI ALLA PAGINA
1315 marzo 26
“Instrumentum dotium Vanne gictatelle”
Gianni del fu Corso di Grazia da Belforte offre come dono di nozze all’Ospedale 50 lire per la futura moglie Vanna, gettatella dell’Ospedale, più 100 soldi qualora rimanesse vedova. I due contraggono matrimonio.
In Siena; Testimoni: Bartolomeo di Vinciguerra, Francesco di messer Arrighetto, frate Carduccio di Federigo e frate Nero di Ildibrandino.
87
c. 59v VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 2
“Conductio domus Burgi Franchi facta per Grillum”
Minuccio di Vincenzo detto Grillo, del popolo di San Donato, prende in affitto dall’Ospedale, per 3 anni, una casa posta a Siena nel popolo e contrada di Borgo Franco, per un canone annuo di 3 lire e 10 soldi.
In Siena; Testimoni: Vannuccio di Voglia e Michele di Uguccione.
88
cc. 59v-60r VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 7
“Conductio cuiusdam habiturii facta per dominam Mitam”
Mita del fu Francuccio del popolo di Sant’Angelo a Montone prende in affitto dall’Ospedale, per 2 anni, una casa posta del popolo e contrada suddetta, per un canone annuo di 38 soldi.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Antonio di Iacomo.
89
c. 60r VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 7
“Conductio cuiusdam habiturii facta per Minucciam”
Minuccia figlia di Nastasia, del popolo di Sant’Angelo a Montone, prende in affitto dall’Ospedale per 2 anni una casa ad un canone annuo di 30 soldi.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Antonio di Iacomo.
90
cc. 60r-v VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 7
“Conductio cuiusdam habiturii facta per Becchinam”
Becchina del fu Minello del popolo di Sant’Angelo a Montone, prende in affitto dall’Ospedale, per 2 anni, una casa per un canone annuo di 50 soldi.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Antonio di Iacomo.
91
cc. 60v-61r VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 7
“Conductio poderis quod fuit Bernarduccii”
Tura del fu Ugolino, detto Ghezzo, da Guistrigona prende in conduzione a mezzadria un podere dall’Ospedale, per 3 anni, costituito da due pezzi di terra, due con vigna e uno ortivo, posti nella villa di Casale, nel popolo e pieve di Pacina nel luogo detto La Vallata, un pezzo di terra nei rispettivi luoghi detti Cularetro e Meletro, quest’ultimo invece posto nella curia di Guistrigona.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Vannuccio di Benedetto.
92
cc. 61r-v VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 7
“Conductio poderis quod fuit Diedati”
Martino di Berengario e Vannuccio di Bencio dalla pieve di Pacina, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere posto nella curia e pieve di Pacina costituito da una casa, terra, vigna, orto e alberi nel luogo detto Rabattoro, tre pezzi di terra nel luogo detto Acqua Vivola, un pezzo di terra nei rispettivi luoghi detti Fossatello, Ala Strada, Lamastrone, Le Versine, Embombolo una vignata a Fonteluccie. Presso la curia e villa di Carnano, la metà indivisa di una terra vignata e un pezzo di terra nei rispettivi luoghi detti Fungarello, La Valle, Pintale, El Casale, San Leone, El Bombolo.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Tura di Ugolino detto Ghezzo.
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cc. 62r-v VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 7
“Donatio domine Mine Panis”
Mina vedova di Pane Squarcialupi dona all’Ospedale i seguenti beni, in favore della propria anima e dei parenti: una casa con cortile nel popolo di San Giovanni e contrada Francia, un pezzo di terra nella contrada di Terrenzano nel luogo detto Vignallia.
In Siena presso l’abitazione della donante; Testimoni: Ambrogio di Giunta di Vetrano del popolo di San Giovanni, Voglia di Bonifacio del popolo di San Martino e frate Carduccio di Federigo.
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cc. 62v-64r VAI ALLA PAGINA
1315 aprile 13
“Conductio unius ex poderibus de Cuna facta per Sanfrodanum”
Paolino di Gianne, detto Scoda, e Mino di Guccio, detto Sanfrodano, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere posto nella curia e contrada di Cuna costituito da un pezzo di terra con casa e capanna posto Ala Strada nel luogo detto La Valle, un pezzo di terra nei luoghi detti Campogrande, La Rotta, Fonte Corboli, due pezzi di terra a Filicaio, tre pezzi di terra a Vignale, un pezzo di terra e lame nel luogo detto […], e una parte di vigna posta ai piedi di Cuna.
Presso Cuna; Testimoni: Riccio di Ugolino e Neruccio di Ranieri.
95
cc. 64r-65r VAI ALLA PAGINA
1315 maggio 14
“Conductio unius ex poderibus de Cuna quod fuit Memmi”
Bartalino di Guglielmo e Menico suo figlio da Sant’Angelo a Tressa prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere costituito da un pezzo di terra con casa, orto, capanna e aia presso la villa di Sant’Angelo a Tressa, un pezzo di terra presso la villa suddetta nei luoghi Beccanello, El Poggio, due pezzi di terra Al Macchione, presso la contrada suddetta un pezzo di terra nei luoghi detti Villa Nuova e Tornafoglio.
In Siena; Testimoni: Guccio di Tordo e Mino di Guccio detto Sanfrodano.
96
cc. 65r-v VAI ALLA PAGINA
1315 maggio 1
“Refutatio heredis Beneventi in bonis domini Johannis”
Guarnerio e Bento del fu Mino, del popolo di San Salvatore, e Adelina del fu Benevento del popolo di Sant’Angelo a Montone rinunciano e rimettono all’Ospedale ogni loro diritto inerente i beni, del detto Benevento e Volta suo figlio, posti nella villa di Piana nella curia di Sant’Innocenza.
97
cc. 65v-66r VAI ALLA PAGINA
1315 maggio 2
“Refutatio domine Ghenghe”
Ghenga, figlia del fu Piero di Guidone di Bara, rinuncia e rimette all’Ospedale le ragioni su di una superficie posto nel popolo di San Giovanni e contrada di Vallepiatta di sotto.
In Siena; Testimoni: Vanni di Cino e Braccio di Ghezzo.
98
cc. 66r-67r VAI ALLA PAGINA
1315 maggio 13
“Donatio dominarum Mine et Pine”
Mina figlia di Tommaso di Ildibrandino di Gonzolino e la zia Pina figlia del fu Ildibrandino anzidetto, donano all’Ospedale una casa posta nel popolo di San Giovanni e un pezzo di terra con casa, vigna e tre tini presso il popolo e contrada di San Fiodano, riservandosi l’usufrutto dei beni donati, per sé e per i loro eredi, oltre a ricevere annualmente e in perpetuo dall’Ospedale 40 staia di frumento. Alla zia Pina, se morirà prima la nipote Mina, spetteranno solamente 20 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Mignanello di Aldobrando, il presbitero Gheri rettore della chiesa di Bulciano e Pietro di Bencivenne lanaiolo.
99
c. 67v VAI ALLA PAGINA
1315 maggio 28
“Tenuta medietatis poderis Acçolini”
L’Ospedale prende possesso del podere indiviso venduto da Contessa figlia di Incontrato, detto Tato, di Bonifacio Forteguerri e vedova di Azzolino di Rustichino.
100
cc. 68r-v VAI ALLA PAGINA
1315 maggio 28
“Sindicatus Merendini”
Il rettore e il Capitolo deliberano la nomina di Merendino di Tiano da Colle Val d’Elsa in qualità di procuratore dell’Ospedale ad inveniendum et investigandum riguardo tutti i beni, mobili e immobili, pertinenti al Santa Maria situati in territorio colligiano e riguardo la successiva gestione di tali beni.
In Siena presso il refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto e Meo di Guidone.
101
cc. 68v-69r VAI ALLA PAGINA
1315 giugno 16
“Tenuta possessionum quas possidebat uxor olim domini Manni”
L’Ospedale prende possesso dei beni che le furono donati da Manno Squarcialupi.
Presso i beni donati; Testimoni: ser Palmiero di Palmiero, Iacomino di Bencivenne e Binduccio di Benedetto.
102
c. 69r VAI ALLA PAGINA
1315 giugno 18
“Quictantia ser Massaini”
Ser Massaino del fu Compagno confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 100 soldi.
In Siena; Testimoni: Duccio di Aiuto e Vannuccio di Bindo.
103
c. 69v VAI ALLA PAGINA
1315 giugno 18
“Refutatio Tolli”
Tollo di Andrea da San Salvatore a Pilli dichiara che l’Ospedale è libero di locare a chi vuole il pezzo di terra del Santa Maria posto a Padule d’Orgia nel luogo detto Prato Vecchio.
In Siena; Testimoni: Cino di Ricco da Santa Maria a Pilli e Arnolfo di Giacoppo.
104
cc. 69v-70r VAI ALLA PAGINA
1315 giugno 20
“Debitum Vannis spetialis de […]”
Vanni di Orlandino speziale del popolo di San Giovanni si costituisce debitore nei confronti dell’Ospedale di 246 lire e soldi 14, a fronte dell’acquisto di un podere che il Santa Maria gli ha venduto.
(Il rogito viene cassato il 13 novembre 1315 in quanto il debito è stato saldato)
In Siena; Testimoni: ser Ghino di Ragonese notaio e Durazzo di Ranieri.
105
cc. 70r-v VAI ALLA PAGINA
1315 giugno 26
“Tenuta poderis quod fuit domini Jacobi”
L’Ospedale prende possesso del podere venduto da messer Iacomo di messer Andrea Tolomei.
Presso i beni venduti; Testimoni: Ranucciolo di Ranucci e Tura di Sozzo.
106
cc. 70v-71v VAI ALLA PAGINA
1315 giugno 27
“Conductio poderis quod fuit domini Jacobi”
Mino e Vanni figli di Ranucciolo di Ranucci da Serre prendono in conduzione dall’Ospedale, per 3 anni, un podere con terra, oliveto, frutteto e capanna posto nella curia di Serre nel luogo detto Sa’ Martino; un pezzo di terra, vigna e boschi nella curia suddetta presso Poggio di Fori e un pezzo di terra posto nella curia e contrada di San Martino.
Presso il cassero di Serre; Testimoni: Villa e Nuccio di Guidone da Serre.
107
cc. 71v-72r VAI ALLA PAGINA
1315 luglio 12
“Oblatio domine Andree uxoris domini Johannis”
Il rettore e il Capitolo deliberano nemine discordante di accogliere in qualità di oblata Andrea del fu Rustichino, moglie del detto rettore Giovanni di These Tolomei, cum consensu, licentia et expressa parabola dicti domini Iohannis viri sui. Andrea dona al Santa Maria ogni suo bene situato nei castelli e territori di Lucignano d’Asso, di Cosona e delle Serre e ogni altro suo bene mobile e immobile.
In Siena, in ecclesia sive oratorio hospitalis; Testimoni: Ugolino di Gianni e Giovanni di Iacomo, cappellani dell’Ospedale, ser Memmo di Michele notaio e Durazzo di Ranieri.
108
cc. 72r-v VAI ALLA PAGINA
1315 luglio 15
“Conductio terrarum de Filetta facta per Binduccium”
Binduccio di Benetto da Filetta prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, tre pezzi di terra posti nella villa di Filetta, un pezzo di terra presso Palude Orgie, una terra boschiva presso la curia di Frontignano nel luogo detto Le Sporanese.
In Siena; Testimoni: Niccoluccio di Puccio e Piero di Ugone.
109
cc. 73r-v VAI ALLA PAGINA
1315 luglio 29
“Donatio domini Niccolai bonorum que fuerunt Menchi”
Messer Niccolò di messer Bindino come rimedio per i propri peccati e di Menco di Martino da Percenna, dona all’Ospedale una casa posta nella fortezza di Percenna e un pezzo di terra posto nella curia suddetta e contrada di San Marco.
In Siena; Testimoni: ser Nero di Bencivenne e ser Francesco suo figlio.
110
cc. 74r VAI ALLA PAGINA
1315 luglio 30
“Conductio terre Paludis facta per Cinum”
Cino di Ventura da Ficarella del popolo di San Salvatore a Pilli prende in conduzione dall’Ospedale, per 4 anni, un pezzo di terra posto a Padule Orgie nel luogo detto Prato Vecchio .
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Tollo di Andrea.
111
c. 74v VAI ALLA PAGINA
1315 luglio 30
“Conductio domus facta per dominam Angnesam”
Agnese del fu Maro da Firenze, la quale vive a Siena nel popolo di San Giovanni, e ser Muccio di Giovanni da Travale cappellano del Duomo, prendono in affitto dall’Ospedale, per 2 anni, una casa posta nel popolo di San Giovanni e contrada Francia, per un canone annuo di 6 lire.
In Siena; Testimoni: ser Vanni del fu Pare (Paris) de Moscone del fu […].
112
cc. 74v-75r VAI ALLA PAGINA
1315 agosto 13
“Quictantia Abbadie Ardenghe pro facto Menchi”
L’abate dell’Abbazia d’Ardenga, messer Iacomo, confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale i 40 soldi che Menco di Martino da Percenna doveva all’Abbazia suddetta più altri 20 soldi che Menco lasciò a Ruggero, all’epoca frate dell’Abbazia.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e frate Manfredi di Albizzi.
113
cc. 75r-v VAI ALLA PAGINA
1315 agosto 23
“Quictantia domine Pierlle”
Perla vedova di Fino di Borgognone confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 16 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Simone di Errigo.
114
c. 75v VAI ALLA PAGINA
1315 agosto 25
“Quictantia Dinelli pro hospitali Sancte Crucis”
Dinello di Giovanni del popolo di San Cristoforo confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 70 lire.
In Siena; Testimoni: fra Mino di messer Iacomo e frate Parigio di Baglione.
115
c. 76r VAI ALLA PAGINA
1315 agosto 26
“Conductio domus facta per Vannem coiarium ”
Vanni di Guidarello detto Peloso cuoiaio, del popolo di San Giovanni, prende in affitto dall’Ospedale, per 2 anni, una casa posta nel popolo suddetto e contrada Canti Verghionis, per un canone annuo di 11 lire.
In Siena; Testimoni: ser Memmo di Michele notaio e Marcuccio di Ildibrandino.
116
c. 76r-v VAI ALLA PAGINA
1315 agosto 30
“Quictantia domini Giacoppi”
Messer Giacoppo del fu messer Giberto Mariscotti confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 30 lire.
In Siena; Testimoni: Cecco di ser Deo e Giunta di Arrigo.
117
c. 76v VAI ALLA PAGINA
1315 settembre 1
“Quictantia Fuccii Paganelli”
Fuccio di Paganello del popolo di San Giovanni confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 20 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Piero di Iacomo e Gero di Guidone.
118
c. 77r VAI ALLA PAGINA
1315 settembre 3
“Quictantia domine Bernardesche”
Bernardesca vedova di Ildibrandino carnaiolo confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 2 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri.
119
cc. 77r-v VAI ALLA PAGINA
1315 settembre 22
“Quictantia domine Nere relicte Dini”
Nera vedova di Dino di messer Giovanni Paparoni confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 42 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Ruggero di messer Nello.
120
cc. 77v-78r VAI ALLA PAGINA
1315 agosto 23
“Quictantia pro facto dompni Jacobi”
Messer Iacomo del fu Iacomo confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 14 moggia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e frate Filippo di Converso dell’ordine dei predicatori.
120
c. 78r VAI ALLA PAGINA
1315 ottobre 9
“Quictantia domine Pierle”
Perla vedova di Fino di Borgognone confessa d’aver ricevuto dall’Ospedale 3 lire e 8 denari senesi in sostituzione delle 16 staia di mosto che doveva ricevere.
In Siena: Testimoni: Durazzo di Ranieri e frate Casino di Cecco.
121
c. 78r VAI ALLA PAGINA
1315 ottobre 23
“Conductio terre de Sancto Almatio facto per Brunellum in perpetuum”
[…]
In Siena; Testimoni: Cionello di Benvenuto e Marco di Perino.
122
cc. 78v-79v VAI ALLA PAGINA
1315 ottobre 29
“Conductio poderis de Tressa facta per Gratiuolinum”
Graziolo di Ildibrandino da Monte Sindoli prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere con capanna, casa, vigne e terre.
In Siena; Testimoni: Simone di Errigo de Scotia e Martino di Ghezzo.
123
cc. 79v-80r VAI ALLA PAGINA
1315 ottobre 29
“Debitum Vannis dicti çeppe molendinariorum”
Vanne detto Zeppa mugnaio del fu Maffuccio, del popolo di San Bartolomeo di Monastero nei pressi di Siena, si costituisce debitore nei confronti dell’Ospedale di 8 lire per l’acquisto di 18 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: ser Niccolò di Ranuccio e frate Viva di Amedeo.
124
cc. 80r-81r VAI ALLA PAGINA
1315 novembre 12
“Emptio facta a Petro ser Falchi”
Pietro figlio del notaio ser Falco, appartenente al popolo di San Donato, con il consenso del padre, vende per 70 lire un pezzo di terra all’Ospedale, posto nella curia di Serre nel luogo detto Guasconi.
In Siena; Testimoni: Puccio di ser Falco, Giovanni di Michele e Barduccio di Lippo.
125
cc. 81r-v VAI ALLA PAGINA
1315 novembre 12
“Quictantia decime plebis de Licignano”
Gemmo, rettore della chiesa di San Donato a Monteroni d’Arbia, procuratore per conto di messer Alessandro pievano della pieve di Licignano, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 16 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Ruggero di Daniele e Paolo di Simone.
126
c. 81v VAI ALLA PAGINA
1315 novembre 19
“Quictantia domine Binde”
Binda figlia del fu Valore di messer Forzore dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 6 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Guccio di Piero calzolaio.
127
c. 82r VAI ALLA PAGINA
1315 novembre 20
“Quictantia decime de Meleto”
Compagno di Ghese notaio e procuratore del monastero di Sant’Eugenio nei pressi di Siena, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 15 soldi per la decima, dovuta da quest’ultimo, per l’anno in corso in ragione della vigna di Meleto.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Vanne di Salvino.
128
cc. 82r-85v VAI ALLA PAGINA
1315 novembre 1
“Solutiones facte ecclesiis infrascriptis de infrascriptis pecuniis quantitatibus que solvi debent pro donatione domini Bernardini Alamanni”
Elenco dei pagamenti perpetui effettuati dall’Ospedale a varie chiese -elencati nominativamente- secondo quanto voluto nella donazione di messer Bernardino del fu Alamanno Piccolomini per i possedimenti donati presso il distretto di Serre.
129
cc. 86r-v VAI ALLA PAGINA
1315 novembre 26
“Donatio orti de Cosona”
Montanina figlia del fu Ranuccio di Forte del popolo di San Pietro a Ovile, in espiazione dei propri peccati, dona all’Ospedale un orto posto ai piedi del castellare di Cosone.
In Siena; Testimoni: frate Gregorio di Bencivenne e Marcuccio di Ildibrandino.
130
c. 86v VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 3
“Conductio domus de Grosseto facta per Niccolinum Bençi”
Niccoluccio di Iacomo Benzi, cittadino e mercante senese, prende in affitto per un anno dall’Ospedale una casa presso Grosseto, nel terzo di San Giorgio, con un canone annuo di 30 lire.
In Siena; Testimoni: Niccoluccio di Negoziante e Perotto di Tano.
131
c. 87r VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 4
“Consensus fratris Mini Bencivennis”
Il rettore dell’Ospedale dà il suo consenso a frate Mino di Bencivenne d’essere l’esecutore testamentario di Lagia figlia del fu Giovanni del popolo di Sant’Egidio.
In Siena, presso l’Ospedale; Testimoni: frate Gano di Ottinello e frate Naddo di Leonardo.
132
cc. 87r-88r VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 4
“Emptio facta a fratre Mino fidecommissario”
Frate Mino di Bencivenne in qualità di fidecommesso ed esecutore testamentario di Lagia figlia del fu Giovanni del popolo di Sant’Egidio, vende all’Ospedale per 60 lire una superficie con edificio.
In Siena; Testimoni: Giunta di Arrigo, Baldi di Pepo e Bertaldo di Ghisgliardi
133
cc. 88r-v VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 5
“Quictantia Gorgerie facta Tuccio”
Gorgeria del fu Giovanni di Peruccio dichiara d’aver ricevuto da Tuccio di Ristoro del popolo di Sant’Andrea i due prestiti che gli aveva concesso rispettivamente di 10 e 14 fiorini d’oro.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Mino di Piero detto Mino di Colombino.
134
cc. 88v-89r VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 8
“Conductio vinee mantellati facta per Covarinum”
Covarino di Brendolo da Formicchiaio prende in affitto per tre anni dall’Ospedale, per 12 lire annue, un pezzo di terra e vigna con casa e due tini presso la contrada di Belcaro.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Sozzo di Paolo sarto.
135
cc. 89r-90r VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 10
“Conductio poderis de Montesindoli facta per Tuccium”
Tuccio e Minuccio del fu Aiuto, abitanti di Monsindoli, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere costituito da più terreni situati presso Monsindoli.
In Siena; Testimoni: Guccio di Tordo e Puccio di Baroncio.
136
cc. 90v-92r VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 13
“Conductio facta per Martinum Stefani de poderi de Tressa”
Martino di Stefano da Sant’Angelo a Tressa prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale un podere, per 5 anni, situato presso la curia e contrada di Sant’Angelo a Tressa.
In Siena; Testimoni: Campana e Bando di Nero e ser Memmo di Michele.
137
c. 92v VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 17
“Quictantia fratrum predicatorum”
Frate Iacomo di Bernardino, procuratore dei frati predicatori di Siena, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale alcuni proventi e diverse staia di grano e vino secondo quanto voluto in più testamenti.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Vanne di Tuccio.
138
cc. 93r-94v VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 17
“Conductio duorum poderium de Cuna facta per Pagnum de Arbiola”
Pagno di Bartalo d’Arbiola e Vannuccio suo figlio prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, due poderi con case, capanne, vigne e terre situati presso la contrada e curia di Cuna.
In Siena; Testimoni: Veri di Cola e Ambrogio di Giunta.
139
cc. 94v-96r VAI ALLA PAGINA
1315 dicembre 17
“Conductio duorum ex poderibus de Collaldino”
Peruccio e Grazia di Coro, abitanti di Cuna, prendono in conduzione per 3 anni a mezzadria dall’Ospedale due poderi posti nella curia e distretto di Cuna, con case, vigne, terre e capanne.
In Siena; Testimoni: Vieri di Cola e Ambrogio di Giunta.
140
cc. 96v VAI ALLA PAGINA
1316 gennaio 14
“Quictantia domine Tofane”
Tofana vedova di Pietro di messer Orlando di Mazzaccara Tolomei, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 50 lire di un credito più grande di 750 lire.
In Siena; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto e Braccio di Ghezzo.
141
cc. 96v-97r VAI ALLA PAGINA
1316 gennaio 14
“Quictantia domini Johannis Chiaramontesis”
Messer Giovanni del fu Migliore Chiaramontese da Firenze, abitante senese, dichiara d’aver ricevuto 45 fiorini d’oro, di un credito più grande di 90 fiorini d’oro, che annualmente in perpetuo l’Ospedale gli deve, più 6 fiorini d’oro che gli spettano annualmente in perpetuo per l’affitto di una casa.
In Siena; Testimoni: Nucciarello di Amato e Durazzo di Ranieri.
142
cc. 97r-99r VAI ALLA PAGINA
1316 gennaio 14
“Donatio ser Vannis Martinelli notarii”
Vanni del fu maestro Martinello notaio senese, come rimedio per i propri peccati, dona all’Ospedale tre pezzi di terra posti nella curia di Castiglione d’Orcia, uno dei quali con capanna, due nei luoghi detti Valdirimusi e l’altro a El piano del Caggio.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri, Corso di Ciatto e Chele di Rustichello.
143
cc. 99r-v VAI ALLA PAGINA
1316 gennaio 16
“Quictantia Merendini”
Merendino di Tiano da Colle Val d’Elsa, procuratore della moglie Tessa del fu messer Lambertesco, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 8 lire in ragione della stima di un abituro.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Bernardello di Bernardi.
144
c. 99v ITEM-100}
1316 gennaio 22
“Quictantia domine Mite domini Jacobi”
Mita vedova di messer Iacomo di Cristoforo del Mancino dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 100 lire.
In Siena; Testimoni: Vanne di Dino chierico e Grazino di Buonagiunta.
145
c. 100r VAI ALLA PAGINA
1316 gennaio 16
“Conductio facta a Graçino de terui”
Grazino di Buonagrazia da San Quirico prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 12 anni, 5/13 di un pezzo di terra posto nella curia di Rosia nel luogo detto Molignone.
In Siena; Testimoni: Salvi di Tuccio, Durazzo di Ranieri e Conte di Nuccio.
146
cc. 100r-v VAI ALLA PAGINA
1316 gennaio 22
“Quictantia domus Sancti Laçari”
Tura di Bartalino sindaco della domus infectorum di San Lazzaro dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 10 ¼ di grano secondo quanto voluto nel testamento della vedova di messer Iacomo Buonincontri.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cino di messer Iacomo.
147
cc. 100v-101r VAI ALLA PAGINA
1316 febbraio 19
“Quictantia Cemmine in bonis fratris Neri”
Buonfemmina detta Cemmina, figlia di Nero di Giovanni da Petriolo, oblato dell’Ospedale, moglie di Gianni di Albertino da Casale Ardenghesca, rifiuta e rimette all’Ospedale ogni ragione pertinente sui beni donati dal detto Nero e la moglie Tuccia al Santa Maria della Scala rilasciando, pertanto, quietanza.
In Siena; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto e Peppone […] da Bibbiano.
148
c. 101v VAI ALLA PAGINA
1316 marzo 8
“Conductio vinee fratris Bonfilgliuoli”
Nese di Guazzino del popolo di San Quirico in Castelvecchio prende in affitto per 5 anni dall’Ospedale, per un canone annuo di 6 lire, un pezzo di terra vignata con cantina, tino e tinello, posti nella contrada e popolo di Casciano nel luogo detto Croce a Casciano.
In Siena; Testimoni: frate Naddo di Leonardo e Guidone di Ranieri.
(Il 20 novembre del 1320, dinanzi a frate Gregorio di Bencivenne e Niccoluccio di Tuccio, per mandato di frate Buonfigliolo, il rogito viene cassato)
149
c. 102r VAI ALLA PAGINA
1316 aprile 8
“Oblatio Chelis Bonaccolti de Colle”
Il rettore e il Capitolo deliberano nemine discordante di accogliere in qualità di oblato Chele del fu Buonaccolto da Bibbiano, della curia di Colle Val d’Elsa, il quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena, nel refettorio dell’Ospedale; Testimoni: Ligo di Martino e Marcuccio d’Ildibrandino.
150
c. 102v VAI ALLA PAGINA
1316 aprile 20
“Quictantia dominarum de fratellis”
Guccio di Paganello sindaco e procuratore del monastero delle Fratelle dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 4 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Corso di Ciatto.
151
cc. 102v-104r VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 14
“Electio Rectoris ecclesie de Chuna”
(Riportata solo la data, seguono tre carte bianche)
(Allegato A c.103r)
Minuta della lettera con cui il rettore Vanni Tolomei significa, al vescovo di Siena, le ragioni per cui la chiesa di San Giacomo di Cuna – la nomina del cui rettore compete al rettore e ai frati dell’Ospedale – è rimasta vacante così a lungo che la sua collazione è stata devoluta all’autorità vescovile a norma del canone lateranense, e insieme chiede allo stesso di voler conferire tale chiesa a prete Vanni del fu Consiglio, del clero di Siena e idoneo a tale officio
(cfr. regesto n. 236 “Syndicatus pro ecclesie de Cuna”)
152
c. 104v VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 7
“Quictantia dominarum Sancte Petronille
Frate Paltoneri di Bernardino procuratore delle monache di Santa Petronilla dichiara d’avere ricevuto dall’Ospedale diverse quantità di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e frate Ghino di Martino.
153
cc. 104v-105r VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 8
“Conductio domus facta per Tende”
Tende di Pagonello del popolo della Magione prende in affitto dall’Ospedale, per 2 anni, una casa posta nel popolo e contrada di Porta Pescaia con un canone annuo di 4 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Guccio di Tordo e Marco di Perino.
154
cc. 105r-v VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 8
“Conductio domus facta per Nerium dictum Malnappum”
Nero di Duccio detto Malnappo, del popolo della Magione, prende in affitto dall’Ospedale una casa posta nel popolo e contrada di Porta Pescaia, per un anno, con un canone annuo di 4 lire e 15 soldi di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Guccio di Tordo e Marco di Perino.
155
cc. 105v-106r VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 10
“Quictantia fratris Mini fideicommissarii domine Lagie”
Margherita e Bernardesca figlie del fu Neri di Giovanni, quest’ultima moglie di Viva zendadaio, per mezzo e con il consenso del fratello Paolo e del detto Viva, dichiarano d’aver ricevuto dall’Ospedale 10 lire di denari senesi come voluto nel testamento di Lagia vedova di Notto.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Giovannello di Aiuto.
156
cc. 106r-v VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 14
“Donatio Blasii Boni”
Biagio del fu Buono del popolo di San Giovanni, come rimedio per i propri peccati, dona all’Ospedale la propria parte di una casa indivisa posta nel popolo di San Pietro in Castelvecchio.
In Siena; Testimoni: Mino di Bencivenne e ser Palmiero di Palmiero.
157
c. 107r VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 11
“Recognitio terrarum de Resi”
Michele di Cecco da Resi dichiara di possedere, per conto dell’Ospedale, i beni che furono di Barbaglione di Ugolino da Resi, da quando questo morì al presente.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e ser Gano di Carbone.
158
cc. 107v-108r VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 11
“Cessio contra heredes Bonfilgliuoli et Bonaccorsi eius filii de Podio Boniçci”
Gemma del fu Cardo da Poggibonsi, vedova di Buonaccorso di Buonfigliolo di Ildibrandino, nelle sue ultime volontà lasciò tutti i propri beni mobili e immobili ai poveri. Suo fratello Tano di Cardo e Sozzo di Paolo da Siena suoi esecutori testamentari, volendo dare esecuzione al testamento di Gemma, cedono all’Ospedale le ragioni sulla dote di Gemma, ammontante 100 lire e 10 denari, nei confronti degli eredi di Buonfigliolo di Ildibrandino.
In Siena; Testimoni: Braccio di Ghezzo e Vannuccio di Iacomino.
159
cc. 108r-v VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 22
“Donatio domus domine Cecche relicte Ferrarini”
Cecca vedova di Ferrarino e figlia di Cecco detto Cecco della moglie, del popolo di Santo Stefano di Siena, in presenza e con il consenso del padre dona all’Ospedale una casa posta nel popolo e contrada suddetta.
In Siena; Testimoni: Buono di Pace e Nuccio di Paganello.
160
cc. 109r-v VAI ALLA PAGINA
1316 maggio 29
“Conductio poderis de Plebe ad Boçcone facta per Andream”
Andrea di Nuccio da Pieve a Bozzone prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un podere posto a Pieve a Bozzone.
In Siena; Testimoni: Pagno di Piccino d’Asciano e Guidone di Ranieri.
161
cc. 109v-110r VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 2
“Emptio facta a Viva Ugolini”
Viva di Ugolino da Barontoli e Vanni suo figlio vendono all’Ospedale, per 50 lire di denari senesi, un pezzo di terra vignata indivisa situata nella villa di Toiano, nella curia di Toiano, nel luogo detto Vignuoli.
In Siena; Testimoni: frate Buonaventura di Giberto e Durazzo di Ranieri.
162
cc. 110r-v VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 6
“Tenuta duarum partium castri et curie de Campagnatico”
L’Ospedale prende possesso di due parti del cassero indiviso di Campagnatico.
Presso i beni oggetto della tenuta; Testimoni: Niccoluccio di Rodolfo, ser Gherardo di Fagiano, Nese di Martino, maestro Tura di Salvuccio, Nese di Martino, Cecco di Peruzzo, Guidarello da Monteverdi, Niccoluccio di Fuccio, Tollo di Maffeo.
163
c. 111r VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 5
“Conductio domus Castri Franchi facta per Gorum”
Goro di Ventura da Siena, abitante in Castel Franco di Paganico, prende in affitto dall’Ospedale una casa posta nel cassero suddetto, per 6 mesi, con un canone mensile di 3 lire.
Presso Castel Franco di Paganico; Testimoni: ser Vanni di Salvi notaio e Paolino di Gorazzo.
164
cc. 111r-v VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 9
“Quiectantia Jacobi Cienghiarii”
Cenghia di Iacomo di Ranieri Cenghiari, per mezzo di Mino di Buonaventura suo procuratore, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 800 lire di denari senesi che l’Ospedale gli doveva in ragione di una causa.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Tofano di Dino.
165
cc. 111v-112r VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 9
“Quictantia dominarum Sancti Prosperi”
Cardo di Provenzano sindaco e procuratore delle monache di San Lorenzo [cassato Prosperi] dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 4 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Tofano di Dino.
166
cc. 112r-114r VAI ALLA PAGINA
1316
“Solutiones doppleriorum facte ecclesiis vigore ultime voluntatis magistri Bonaventure de Sancto Mauritio”
Elenco dei ceri donati a varie chiese e monasteri, secondo quanto voluto nelle ultime volontà di maestro Buonaventura di maestro Bonifacio medico di San Maurizio di Siena e che l’Ospedale è chiamato ad adempiere in perpetuo annualmente.
167
c. 114v VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 10
“Conductio domus facta per Allevuccium”
Allevuccio di Maffeo, del popolo di Sant’Agata, prende in affitto dall’Ospedale, per 3 anni con un canone annuo di lire 8, una casa posta nel detto popolo e contrada di Porta Tufi.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Nuccio di Paganello
168
cc. 114v-115r VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 10
“Oblatio domine Flore uxoris Soçci de Chisuris”
Il rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblata Flora del fu Ventura, moglie di Sozzo di Ranuccio da Chiusure, del contado di Siena, la quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena; Testimoni: Gregorio di Bencivenne e Cionello di Benvenuto.
169
c. 115r VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 23
“Conductio facta per ser Babbum”
Ser Babbo del fu ser Farolfo notaio del popolo di San Giovanni, prende in affitto dall’Ospedale, per un anno a un canone annuo di lire 3, un abituro al pianterreno di una casa posta nel detto popolo e contrada Plani Sancte.
In Siena; Testimoni: Mino e Piero di Casa.
170
cc. 115v-116r VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 23
“Conductio terre et vinee de Marciano facta per Pierum e Minum”
Il sindaco dell’Ospedale concede in affitto a vita a Piero e Mino del fu Cosa del popolo di San Marco, per soldi 100 annui, la metà di una terra e vigna in comune con la Casa della Misericordia, posta nel popolo e contrada di Marciano.
In Siena; Testimoni: Cionello di Benvenuti e Nuto di Migliore.
171
cc. 116r-117r VAI ALLA PAGINA
1316 giugno 26
“Donatio magistri Cionis de hospitali de Florentia”
Maestro Cione del fu Lapo legnaiolo, del popolo di Santa Maria Novella di Firenze, in onore della Vergine e come rimedio per i propri peccati, dei propri parenti e della moglie Gemma, dona all’Ospedale due case, con tutte le masserizie pertinenti –che vengono elencate nel rogito- deputate ad ospitare pauperes et peregrinos, una per uomini e una per donne, e un’altra casa con più camere e loggiam coperta et ciamberlatam che si trova dinanzi le dette abitazioni, tutte poste nel popolo di Santa Lucia di Ognissanti di Firenze.
In Firenze presso il popolo di Santa Lucia nelle case suddette; Testimoni: Ghero di Iacomo di Aringhiero, ser Cambio di Michele notaio da Castelfiorentino del popolo di San Paolo, Masino di Alberto del popolo di Santa Lucia di Ognissanti.
172
cc. 118r-119v VAI ALLA PAGINA
1316 luglio 14
“Eptio facta a domino Guidone de Malavoltis”
Messer Guido del fu messer Niccolò Malavolti vende all’Ospedale per lire 3500 di denari senesi minuti, che si dichiarano già riscossi, vari beni immobili –nominativamente elencati- posti nella curia di Colle Vald’Elsa.
In Siena, presso il popolo di Sant’Egidio e contrada di Poggio Malavolti; Testimoni: frate Dionisio di Bernardo, frate Andrea di Nuccio dell’Ordine dei frati eremiti di Sant’Agostino, Naddo di Guido di Delmaro detto Barone.
173
cc. 120r-v VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 14
“Donatio domini Guidonis de Malavoltis”
Messer Guido del fu messer Niccolò Malavolti, come rimedio per i propri peccati, dona all’Ospedale i seguenti beni immobili posti nella curia della villa di Castornaia: una casa, un pezzo di terra detto Ale Ripe e un pezzo di terra vignata nel luogo detto Certopiano.
In Siena; Testimoni: Andrea detto Zolla del fu Bartolomeo di Arrigo e ser Memmo di Michele notaio.
174
c. 121r VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 16
“Conductio terrarum fratris Duccii de Colle facta per Nerium”
Nero del fu Nardo da Terenzano in Colle Val’Elsa, prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 3 anni, un pezzo di terra nella curia di Poggibonsi nel luogo detto Planum Paludis e la metà di una terra indivisa con ulivi e alberi, impegnandosi a dare annualmente a frate Duccio oblato del Santa Maria la metà dei frutti.
In Siena; Testimoni: Nuto di Migliore e Marco di Ildibrandino.
175
cc. 121r-v VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 23
“Quictantia domine Pierle”
Perla vedova di Fino di Borgognone dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 16 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cionello di Benvenuto.
176
c. 120v VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 21
“Quictantia domine Bernardesche”
Bernardesca vedova di […] dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 2 moggia di frumento.
In Siena; Testimoni: Corso di Ciatto e Durazzo di Ranieri.
177
cc. 122r-123r VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 28
“Pro facto legati ser Clari de Sancto Geminiano”
Messer Bartalo Moronte e messer Vanni dei Giunta fidecommissari di Manta vedova di maestro Claro di Ubaldo da San Gimignano, secondo quanto voluto nelle ultime volontà di Manta, donano all’Ospedale due case con un orto fuori dai terreni di San Gimignano nel luogo detto Pietra Tonda.
In San Gimignano; Testimoni: ser Duccio di Errigo di Nero di messer Nero, ser Vanni di messer Albizzi e Tieri di Lutterio da San Gimignano.
178
c. 123r VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 28
“Conductio partis domus de Sancto Geminiano”
Giunta e Vanni di Chele fabbri da San Gimignano prendono in affitto dall’Ospedale una casa situata presso San Gimignano nel luogo detto Pietra Tonda al canone consueto.
Presso la casa suddetta; Testimoni: Bartalo Moronte e messer Vanni di Giunta.
179
cc. 123r-v VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 28
“Conductio domus de Sancto Geminiano”
Gero di Cione da San Gimignano prende in affitto dall’Ospedale una casa posta a San Gimignano nel luogo detti Pietra Tonda al canone consueto.
In San Gimignano; Testimoni: Tieri di Lotario e Vanni di Chele.
180
cc. 123v-124v VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 28
“Donatio Juncte de Sancto Geminiano”
Giunta di Dietiguardi e Vanni giudice suo figlio da San Gimigniano, fidecommessari di Riguccio del fu Meo di Giunta, volendo adempiere le esecuzioni testamentarie di Riguccio, donano all’Ospedale per 50 lire –facenti parte di una somma superiore ammontate lire 100- una casa indivisa con fornace annessa, posta in San Gimignano nella cappella di San Pietro e contrada San Marco.
In San Gimignano; Testimoni: Rieri di Lotario, Giovanni di Riccardo e Palmeruccio di Ugolino.
181
c. 124v VAI ALLA PAGINA
1316 agosto 28
“Conductio domus de Sancto Geminiano”
Giovanni di Riccardo, abitante di San Gimignano, prende in affitto per un anno dall’Ospedale una casa con fornace posta in San Gimignano nella cappella di San Pietro e contrada di San Matteo, al medesimo canone che pagare il precedente proprietario Giunta di Dietiguardi.
In San Gimignano; Testimoni: Rieri di Lotario e Palmeruccio di Ugolino.
182
c. 125r VAI ALLA PAGINA
1316 settembre 6
“Locatio terrarum Paludis facta Vivuccio”
I fratelli Vivuccio e Chese del fu Guidarello di Lucchese da Santa Maria a Pilli prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 10 anni, le seguenti terre e possedimenti situati presso la piana di Palude d’Orgia: una terra de duabis praesis versus Stilglianum; due pezzi di terra nel luogo detto Prato Vecchio.
In Siena; Testimoni: Ambrogio di Vanni e Piero di Vistolo.
183
c. 125v VAI ALLA PAGINA
1316 settembre 28
“Quictantia domini Jacoppi”
Messer Giacoppo di messer Giberto Marescotti dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 45 lire.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Feo di Signorello.
184
c. 125r VAI ALLA PAGINA
1316 settembre 28
“Quictantia domine Mine del Mancino”
Mina figlia del fu Cristoforo del Mancino e vedova di Scotto di messer Giberto dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale […].
In Siena; Testimoni: messer di Giacoppo di messer Giberto e Giuntino chierico dell’Ospedale.
185
c. 125v bis VAI ALLA PAGINA
(1319 novembre)
(Allegato B a c.126)
(r.) xx libre pagatis per Bindo da Chisure di novembre cccxvviiii
(v.) domina […] donatio domine Letitie
186
cc. 126r-v VAI ALLA PAGINA
1316 settembre 28
“Donatio Vannelli coiarii e domine Verde”
Verde vedova di Simone di Giovanni e Vannello di Piero cuoiaio senese, come rimedio per i propri peccati, donano all’Ospedale una casa posta nel popolo di San Martino e contrada di Salicotto di sotto, con l’obbligo da parte dell’Ospedale di dare a vita alla donatrice Verde gli usufrutti del detto bene immobile.
In Siena; Testimoni: Guccio di Vannuccino e Ciuccio di Dello.
187
c. 126v VAI ALLA PAGINA
1316 settembre 30
“Quictantia domine Mine”
Mina figlia del fu Tommaso di Ildibrandino di Gonzolino da Siena, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 40 staia di grano.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Casino di Palmieri.
188
c. 127r VAI ALLA PAGINA
1316 settembre 30
“Quictantia domine Nere”
Nera vedova di Dino di messer Giovanni Paparoni, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 42 staia di grano.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Casino di Palmieri.
189
c. 127r VAI ALLA PAGINA
1316 ottobre 9
“Recognitio domus facta per dominam Ceccham”
Cecca figlia di Cecco detto Cecco della Moglie, con il consenso del padre presente, riconosce di tenere una casa di proprietà dell’Ospedale […].
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Casino di Palmieri.
190
cc. 127v-128r VAI ALLA PAGINA
1316 ottobre 24
“Conductio facta per Paulum de poderi de Cruliano”
Paolo del fu Donato da Corliano prende in conduzione a mezzadria per 5 anni un podere formato da vari appezzamenti di terra situati presso Corliano.
Presso Corliano; Testimoni: Braccio di Ghezzo e Niccoluccio di Fuccio.
191
cc. 128r-129r VAI ALLA PAGINA
1316 ottobre 24
“Conductio poderis de Curliano facta per Minuccium et Cecchinum”
Minuccio e Cecchino figli di Tura di Lamberto, abitanti di Corliano, con il consenso di Gianni di Ildibrandino, Vannino di Gianni e Paolo di Donato da Corliano loro parenti prossimi e maggiori di 25 anni, prendono in conduzione a mezzadria per 5 anni il podere di Corliano descritto nel rogito precedente.
Presso Corliano; Testimoni: Braccio di Ghezzo e Niccoluccio di Fuccio.
192
c. 129r VAI ALLA PAGINA
1316 ottobre 26
“Quictantia decime pro poderi de Montesindoli”
Ser Buccio di Cecco rettore della chiesa di S. Pietro di Monsindoli, sindaco dell’Abbazia di S. Eugenio a Monistero nei pressi di Siena, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 3 staia di frumento e 2 staia di vino a fronte della decima dell’anno passato che spettava alla detta Abbazia per il podere e i possedimenti del Santa Maria, situati a Monsindoli, che furono di Pagno di Gigliotto.
In Siena; Testimoni: ser Memmo di Michele e Simone di Bencivenne.
193
c. 129v VAI ALLA PAGINA
1316 novembre 18
“Debitum Landi de Casale et uxoris”
Lando del fu Guido da Casale e Mina del fu Castellano sua moglie, si costituiscono debitori nei confronti dell’Ospedale di lire 32 soldi 13 e denari 3, che salderanno nei seguenti 3 anni, in ragione dell’acquisto di un paio di buoi e un asino.
Presso Val d’Orcia, nel casamento dell’Ospedale; Testimoni: Ghezzo di Martino e Niccoluccio di Fuccio.
194
c. 129v VAI ALLA PAGINA
1316 novembre 19
“Tenuta orti Mei Mosche”
Minuccio procuratore di Meo di Mosca da Selvole cede il possesso di un pezzetto di terra con orto posto nella curia di San Quirico in Osenna nei pressi della porta.
Presso San Quirico in Osenna; Testimoni: frate Mino di Bencivenne e ser Giovanni di Pagno.
195
c. 130r VAI ALLA PAGINA
1316 dicembre 11
“Emptio a magistro Lorençio de Chuna”
Maestro Lorenzo del fu Guglielmo da Cuna vende all’Ospedale, per 3 lire e 10 soldi di denari senesi, un pezzetto di terra posto nella curia di Sant’Angelo a Tressa, nel luogo detto Salcieto.
In Siena; Testimoni: Bartalino di Guglielmo e Martino di Ghezzo detto Chiocciola.
196
c. 130v VAI ALLA PAGINA
1317 gennaio 8
“Tenuta terre que fuit Michi calçettarii”
[…]
197
cc. 130v-131v VAI ALLA PAGINA
1317 gennaio 18
“Datio facta hospitali per dominam Meam”
La vedova Mea del fu messer Neri di Renaldo giudice, del popolo di San Giovanni, usufruttuaria dei infrascritti beni ereditati dal defunto marito –secondo il testamento rogato da ser Fazio di Bruno il 25 marzo 1314- dona all’Ospedale un pezzo di terra, vigna, casa, loggia e cisterna, posti nella contrada Laterino nei pressi di Siena, a condizione che la donatrice rimanga usufruttuaria dei detti beni fino alla sua morte e che l’Ospedale dovrà pagare 100 lire agli esecutori testamentari della futura defunta –secondo il testamento di questa, redatto il 17 gennaio 1317 da ser Ranieri di Accorso-. Inoltre l’Ospedale sarà obbligato a vendere i suddetti beni al figlio Renaldo per 350 lire qualora quest’ultimo, entro un anno dalla morte della madre, volesse acquistarli.
In Siena, presso l’Ospedale; Testimoni: ser Memmo di Michele notaio, Simone di Arrigo e Marco di Perino morantibus dell’Ospedale.
198
cc. 131v-132r VAI ALLA PAGINA
1317 febbraio 15
“Oblatio presbiteri Vannis Consilgli”
Il rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblato ser Vanni del fu Consiglio, cappellano dell’Ospedale, il quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena; Testimoni: Ambrogio di Vanni e Iacopo di Buono detto Mazza.
199
cc. 132r-v VAI ALLA PAGINA
1317 febbraio 15
“Oblatio domine Gratie”
Il rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblata Grazia vedova di Consiglio da San Giovanni d’Asso, del contado di Siena, la quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile.
In Siena; Testimoni: Ambrogio di Vanni e Iacomo di Buono detto Mazza.
200
cc. 132v-133r VAI ALLA PAGINA
1317 febbraio 21
“Donatio Martini laboratoris et uxoris”
Martino di Buoninsegna, del popolo di San Quirico in Castelvecchio, insieme alla moglie Tuccia, in favore della propria anima donato all’Ospedale una casa posta nel popolo anzidetto, in contrada detta Piazza Chiavelli, un pezzo di terra, vigna, canneto e casa con tre tini, posti nel popolo di […], nei pressi di Siena in contrada di Galignano.
In Siena, presso l’Ospedale; Testimoni: Bartolomeo di Ghezzo e Braccino di Iacomin morantibus dell’Ospedale.
201
cc. 133r-v VAI ALLA PAGINA
1317 febbraio 21
“Oblatio Martini laboratoris et uxoris”
Il Rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblati Martino di Buoninsegna del popolo di Castelvecchio e sua moglie Tuccia, i quali donano al Santa Maria ogni loro bene mobile e immobile, in particolare una casa situata a Siena, nel popolo di San Quirico, in contrada detta Piazza Chiavelli, e un pezzo di terra dotato di casa, vigna e canneto situato nel popolo di […], in contrada di Galignano.
In Siena, presso l’Ospedale; Testimoni: Bartolomeo di Ghezzo e Braccino di Iacomino morantibus dell’Ospedale.
202
cc. 133v-134r VAI ALLA PAGINA
1317 febbraio 23
“Quictantia domini Caccie”
Messer Caccia canonico del Duomo, per mezzo del procuratore ser Dato di Martino cappellano del Duomo, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 52 soldi e 5 denari senesi a fronte dell’affitto annuo di una platea sopra la quale vi è l’hedificium del detto Ospedale, che fu di Bitatto, posto nella contrada di Vallepiatta di sopra.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cenne di Salvi.
203
cc. 134r-v VAI ALLA PAGINA
1317 marzo 6
“Emptio a Tacchi de Serris”
Brunello di Ranuccio detto Tacca da Serre vende all’Ospedale, per 24 lire di denari senesi minuti –che si dichiarano già riscossi-, un pezzo di terra posto nella curia di Serre nel luogo detto El Prato.
Presso il cassero di Serre; Testimoni: Bartalino di Ramuccio e Giusto di Grazia.
204
cc. 134v-135r VAI ALLA PAGINA
1317 marzo 9
“Emptio a Tecio de Serris”
Tecio del fu Levante da Serre vende all’Ospedale, per 26 lire e 10 soldi di denari senesi minuti –che si dichiarano già riscossi-, un pezzo di terra posto nella curia di Serre nel luogo detto El Prato.
In Siena; Testimoni: Piero di Ugone e Buono di Pace.
205
cc. 135v-136v VAI ALLA PAGINA
1317 aprile 9
“Conductio duorum poderium de Collaldino facta per Vivam et filios”
Viva del fu Giovanni insieme ai figli Stefano, Pagno e Ristoro, originari di Usinina ma abitanti a Isola, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale per 3 anni a partire dal mese d’agosto, due poderi indivisi posti a Collaldino nel distretto di Cuna e Monteroni d’Arbia, con case, aie, capanne, terre, vigne e lame, che al momento tengono a mezzadria Martino di Salvano con i figli.
206
cc. 136v-137v VAI ALLA PAGINA
1317 aprile 9
“Conductio duorum ex poderibus de Collaldino facta per Vanne Vive”
Vanni di Viva di Giovanni, insieme ai figli Martino, Vivuccio e Cionino, originari di Usinina ma abitanti a Isola, prendono in conduzione a mezzadria dall’Ospedale per 3 anni a partire dal mese d’agosto, due poderi indivisi posti a Collaldino nel distretto di Cuna e Monteroni d’Arbia, con case, aie, capanne, terre, vigne e lame, che al momento tengono a mezzadria Martino di Salvano con i figli.
In Siena; Testimoni: Nuto di Migliore e Buono di Pace.
207
cc. 137v-138r VAI ALLA PAGINA
1317 giugno 23
“Quictantia Francischi Lei et Petri Fatii”
Francesco del fu Leo di Fosco e Pietro del fu Fazio di Fosco dichiarano d’aver ricevuto dall’Ospedale i beni ereditati da Iacomo di Cristoforo del Mancino che fu rettore del medesimo.
In Siena; Testimoni: ser Memmo di Michele e ser Pietro di Meo di Alberto.
208
cc. 138r-v VAI ALLA PAGINA
1317 luglio 6
“Quictantia domini Johannis de Florentia”
Messer Giovanni del fu Migliore Chiaramontesi da Firenze, che al presente vive a Siena, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 45 fiorini d’oro per una causa legittima finita nel mese di luglio.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Buono di Pace.
209
cc. 138v-139r VAI ALLA PAGINA
1317 luglio 14
“Sindicatus ad cedendum iura Naccio de Ceparello”
Il rettore e il Capitolo deliberano la nomina di Ambrogio di Cristoforo, frate e camerlengo del detto Ospedale, in qualità di procuratore del Santa Maria riguardo la cessione a Naccio di Ranieri da Cepparello, del contado di Firenze, per il prezzo di 100 lire di denari senesi, dei diritti dell’Ospedale relativi agli eredi e successori di Bencivenne del fu Graziano, ex rettore della chiesa di San Giovanni presso Bas(cia?)no, in particolare su di un pezzo di terra situato nella curia di Cepparello.
Presso la località detta Serelle; Testimoni: Meo di Guidone e Iacomo di Buono detto Mazza.
210
cc. 139r-v VAI ALLA PAGINA
1317 luglio 21
“Conductio vinee de Riguscello facta per Casellum”
Casello di Guidone da Renaccio e Tuccio suo figlio prendono in affitto dall’Ospedale, per 6 anni, un pezzo di terra, vigna, casa con due tini, posti nella contrada di Riguscello nei pressi di Siena. Il canone annuo è fissato a 26 lire e 10 soldi di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Cionello di Benvenuto e Meo di Guidone.
211
cc. 139v-140r VAI ALLA PAGINA
1317 agosto 7
“Quictantia decime plebis de Licignano”
Il procuratore della pieve di Lucignano in Val d’Arbia dichiara d’aver ricevuto 16 staia di frumento dall’Ospedale in ragione della decima che gli spettava.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Simone di Arrigo.
212
c. 140r VAI ALLA PAGINA
1317 agosto 29
“Quictantia domine Mite clamidate”
Mita del fu Ristoro di Maffeo mantellata, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale un moggio di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e ser Mino di Michele notaio.
213
c. 140v VAI ALLA PAGINA
1317
“Quictantia domini Johannis Chiaramontesis”
Messer Giovanni del fu Migliore Chiaramontesi da Firenze, al presente abitante di Siena, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 36 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e ser Memmo di Michele notaio. 28/01 109.22
214
cc. 140v-141r VAI ALLA PAGINA
1317
“Refutatio Margarite”
Margherita vedova di Giovanni di Domenico da Vescona, rifiuta e rimette all’Ospedale ogni sua ragione su di un pezzo di terra posto nella curia di Vescona, nel luogo detto Casanuovola.
Presso la villa di Vescona; Testimoni: Peruccio di Renaldo Vivolino di Guido e Pascuccio di Vanni.
215
c. 141r VAI ALLA PAGINA
1317 settembre 15
“Tenuta terre que fuit Johannis de Vescona”
L’Ospedale, per mezzo del proprio procuratore, prende possesso del pezzo di terra che fu di Giovanni di Domenico da Vescona posto nella curia di Vescona, nel luogo detto Casanuovola.
Presso il bene in questione; Testimoni: ser Domenico di Orlando e Giusto di Buonome.
216
c. 141v VAI ALLA PAGINA
1317 settembre 17
“Quictantia domine Mine del Mancino”
Mina del fu Cristoforo del Mancino e vedova di Scotto di messer Giberto Marescotti, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 36 staia di frumento.
In Siena; Testimoni: Simone di Arrigo e Minuccio di Memmo.
217
c. 141v VAI ALLA PAGINA
1317 settembre 17
“Quictantia fratrum Sancti Augustini”
Il procuratore dei frati eremiti di Sant’Agostino dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 3 lire a fronte della donazione di 1050 lire fatta da Mina del fu messer Bernardino Picciuolo Renaldini.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Simone di Arrigo.
218
c. 142r VAI ALLA PAGINA
1317 settembre 19
“Quictantia fratrum minorum”
Il procuratore dei frati minori ad Ovile dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 8 lire di denari senesi a fronte della donazione fatta da Mina del fu messer Bernardino Picciuolo Renaldini.
In Siena; Testimoni: Simone di Arrigo e Giotto di Bonsignore.
219
cc. 142r-v VAI ALLA PAGINA
1317 ottobre 15
“Quictantia domini Caccie”
Lazzaro, cappellano del Duomo, e procuratore di messer Caccia canonico del Duomo, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 21 soldi di denari senesi a fronte dell’affitto annuo di una platea, sopra la quale vi è un edificio dell’Ospedale.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e frate Parigio di Baglione.
220
c. 142v VAI ALLA PAGINA
1317 ottobre 31
“Conductio vinee de Munistero facta per Testam”
Nuccio di Bencivenne detto Testa da Munistero, prende in affitto dall’Ospedale, per 6 anni, un pezzo di terra indivisa con casa e tre tini, in comune con la Casa della Misericordia, posta nel popolo di Sant’Eugenio a Monastero, nel luogo detto Fonte al Prato. Il canone annuo è di 6 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Simone di Errigo e Buono di Pace.
221
cc. 143r-145v VAI ALLA PAGINA
1317 novembre
“Solutiones facte ecclesiis infrascriptis de infrascriptis pecuniis quantitatibus que solvi debent pro donatione domini Bernardini Alamanni”
Messer Bernardino del fu Alamanno Piccolomini ha donato al Santa Maria della Scala i possedimenti posti nella contrada e curia di Serre. Secondo la donazione l’Ospedale è tenuto a dare annualmente determinate somme di denaro in occasione della festa di Ognissanti a determinate chiese. Volendo adempiere tali volontà si notifica l’avvenuto pagamento da parte di frate Ambrogio camerario dell’Ospedale a 54 fra chiese e monasteri di Siena –nominativamente elencati-.
222
c. 146r VAI ALLA PAGINA
1317 novembre 12
“Quictantia Mini et Rodolfesche”
Mino di Alberto da Corina e Rodolfesca di TEdolfo dichiarano d’aver ricevuto dall’Ospedale 25 soldi secondo quanto voluto nelle volontà testamentarie di Relando di Bene Tolomei.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Piero di Forte.
223
c. 146r VAI ALLA PAGINA
1317 novembre 12
“Quictantia ser Mini Assagiavini”
Il presbitero Mino di Assaggiavino rettore della Chiesa del Laterino, dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 10 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Buccio di Ildibrandino.
224
c. 146v VAI ALLA PAGINA
1317 novembre 29
“Quictantia dominarum Sancte Petronille”
Il procuratore delle monache di Santa Petronilla dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale diverse quantità di grano, farina e denaro che spettavano al detto monastero.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Cennano di Vegna.
225
cc. 146v-147r VAI ALLA PAGINA
1317 dicembre 29
“Conductio terre et pratis facta per Ghinum de Pilli”
Ghino di Guidone da Santa Maria a Pilli prende in affitto dall’Ospedale, per 5 anni, un pezzo di terra e prato posto nel piano della palude d’Orgia, nel luogo detto Ponte a Termine, per un canone annuo di 14 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Nucciarello di Amato e Vannuccio di Andrea.
226
cc. 147r-v VAI ALLA PAGINA
1317 dicembre 31
“Quictantia domine Vanne uxoris domini Soçci Dei”
Vanna moglie di messer Sozzo di messer Deo Tolomei dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 873 lire di denari senesi in 300 fiorini d’oro a fronte di una somma maggiore ammontante 4200 lire.
In Siena; Testimoni: Ambrogio di Mino di Orlandino e Vanne di Guelfo.
227
c. 147v VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 2
“Instrumentum dotium Minuccie expositis”
Gero del fu Bindo da Santa Innocenza dona all’Ospedale, che riceve in nome di Mina detta Minuccia, exposita del Santa Maria, 100 lire di denari senesi a titolo di dote di Mina futura moglie di Gero. Segue il rito nuziale.
In Siena; Testimoni: frate Pietro di Giovanni, Niccoluccio di Tuccio e Paolino di Gianni.
228
c. 148r VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 3
“Soccita fratris Carduccii”
Incontro di Tinaccio e Gina sua moglie riconoscono di avere in società e soccida con l’Ospedale, fino alle calende di dicembre, due porcos masculos stimati 40 soldi entrambi.
In Siena; Testimoni: Durazzo di Ranieri e Chele di maestro Orlandi.
229
cc. 148r-v VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 3
“Cessio hospitalis a domina Giovanna”
Giovanna del fu messer Tradighello de Calligese, la quale non abita a Siena, dona all’Ospedale ogni diritto e ragione che vanta nei confronti e contro gli eredi del suo defunto marito Bernardino.
In Siena; Testimoni: Sozzo di Paolo sarto, Simone di Errigo e Marco di Pino.
230
cc. 148v-149r VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 3
“Quictantia domine Vanne uxoris domini Soçci Dei”
Vanna moglie di Sozzo di messer Deo Tolomei dichiara d’aver ricevuto dall’Ospedale 170 fiorini d’oro.
In Siena; Testimoni: Lucio di Cenne e Ambrogio di Mino.
231
cc. 148v-149r VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 3
“Oblatio domine Rose uxoris Arenguccii”
Il rettore e il Capitolo deliberano di accogliere in qualità di oblata Rosa del fu maestro Lotto, moglie di Arenguccio di Dono da Serre, la quale dona al Santa Maria ogni suo bene mobile e immobile e in particolare la sua dote.
In Siena; Testimoni: Niccoluccio di Tuccio e Nuto di Migliore.
232
cc. 149r-v VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 7
“Quictantia a domina Finora uxore Blasii Boni”
Finora del fu Sozzo di Piero da Brenna, e moglie di Biagio di Bono, rifiuta e rimette all’Ospedale ogni sua ragione riguardante un podere con terre, vigna e case posto nella curia e piano d’Orgia nel luogo detto Via Scalea.
In Siena; Testimoni: ser Cione di Errigo e Meuccio di Selvolino.
233
cc. 149v-150r VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 7
“Quictantia domine Flore uxoris Folengni”
Fiore del fu Sozzo di Piero da Brenna rimette all’Ospedale ogni sua ragione riguardante un podere con terra, vigna e case posto nella curia e piano d’Orgia, nel luogo detto Via Scalea.
In Siena; Testimoni: maestro Agnolo di Ghezzo e Tomuccio di Mino Colombini.
234
c. 150r VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 8
“Syndicatus pro ecclesia de Cuna”
Il rettore e il Capitolo concedono a frate Vanni del fu Consiglio, prete e oblato dell’Ospedale, la licenza necessaria per accettare il beneficio della chiesa di San Giacomo di Cuna da parte del vescovo di Siena, Donusdeo, cui la collazione di tale chiesa, ordinariamente spettante all’Ospedale, era stata devoluta per il troppo tempo intercorso da quando essa si era resa vacante per la morte del precedente titolare, prete Ugolino del fu Gianni, a suo tempo presentato dal rettore e dal Capitolo all’allora vescovo Ruggiero.
In Siena; Testimoni: Simone di Errigo e Guccio di Tordo detto Cuffia.
235
c. 150v VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 12
“Instrumentum dotium Andree”
Meuccio del fu Vanni calzolaio, cittadino senese e abitante in Seggiano, con il consenso di Viva di Iacomo lanaiolo, Meo e Grillo del fu Bello suoi consanguinei, consegna a titolo di dote 50 lire di denari senesi all’Ospedale per la futura moglie Andrea gittatella del Santa Maria.
In Siena, presso l’Ospedale; Testimoni: ser Memmo di Michele notaio, Niccoluccio di Tuccio e Vannuccio di Meo.
236
c. 151r VAI ALLA PAGINA
1318 gennaio 14
“Tenuta ecclesie de Chuna data ser Vanni”
Messer Lando, canonico di Volterra e cappellano del venerabile padre messer Donusdeo di Deo […].
Presso la chiesa di Cuna; Testimoni: presbitero Lano, ser Giovanni di Pagno, frate Iacomo di Ghino, Parmino di Ildibrandino e Niccoluccio di Tuccio.
237
cc. 151r-v VAI ALLA PAGINA
1318 febbraio 18
“Conductio terre facta per Vannuccium”
Vannuccio di Guido da Formignano prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per un anno, un pezzo di terra posto nella curia di Macereto nel luogo detto Bagnuolo.
In Siena; Testimoni: Tino di Castellano e Iacomo di ser Memmo.
238
c. 151v-152r VAI ALLA PAGINA
1318 febbraio 20
“Conductio vinee de Riguscello”
Andrea di Gianni del popolo di Sant’Agnese da Vignano, prende in affitto dall’Ospedale, per 8 anni, un pezzo di terra e vigna con casa e due tini posti nella contrada di Rustichello. Il canone annuo è di 25 lire e 10 soldi di denari senesi.
In Siena; Testimoni: Patrizio del fu Francesco Patrizi e Guccio di Tordo detto Cuffia.
239
c. 152r VAI ALLA PAGINA
1318 febbraio 23
“Conductio terre de Toiano facta per Vannuccium”
Vannuccio di Maghinardo del popolo della pieve di Sovicille, prende in conduzione a mezzadria dall’Ospedale, per 5 anni, un pezzo di terra indivisa posta nella curia di Toiano nel luogo detto Cavalle.
In Siena; Testimoni: Giudarello di Ventura e maestro Pietro di maestro Nuto.
240
cc. 152v-153r VAI ALLA PAGINA
1318 febbraio 25
“Conductio vinee facta per Aiutum”
Aiuto di Guidone del popolo di Laterino prende in affitto dall’Ospedale, per 6 anni, un pezzo di terra con vigna, canneti case e tini posta nel popolo di San Marco e contrada di Fonte Benedetta, a un canone annuo di 42 lire di denari senesi.
In Siena; Testimoni: ser Memmo di Michele notaio, Bono di Pace e Nuto di Migliore.
241
c. 153r VAI ALLA PAGINA
1318 febbraio 28
“Donatio Jannis de Ilcio”
Gianni del fu Martino detto Gianni de Ilcio, del popolo di San Giovanni, dona all’Ospedale i seguenti beni posti a Monticiano: tre case; un pezzo di terra, vigna e recinto nel luogo detto Castellare; un pezzo di terra nel luogo detto A Laneto […].
In Siena; Testimoni: Meo di Ranieri Bellarmati, ser Mino di Minuccio, Buono di Pace e Paolo di Simone.